WARREL DANE

As Fast As The Others

2018 - Century Media Records

A CURA DI
GIANCARLO PACELLI
03/08/2019
TEMPO DI LETTURA:
8

Introduzione recensione

Assaggiato il primo singolo, in cui tutta l'eclettica potenza di Warrel Dane è fuoriuscita con la giusta dose di personalità, le aspettative dei fans erano arrivate alle stelle: tantissima era l'attesa di assaporare più frammenti possibili di quello che sarà l'ultimo disco con alla voce Warrel. Proprio quei fans che furono dannatamente colpiti nel profondo dopo aver udito la perdita di un talento del genere, in quanto quella voce, sia per i supporters della prima ora sia per quelli più recenti, era un dogma inscalfibile. Quelle corde vocali che viaggiavano in bilico tra disperazione e potenza sonora, liberandosi come schegge lungo un asse sonoro ben delineato dalle solide chitarre e dal drumming forsennato e, a più tratti, delicatamente cadenzato. Insomma, quei vocalizzi erano e sono ancora oggi difficilissimi da dimenticare e, dopo aver ascoltato il primo singolo, quell'assenza si faceva sempre più possente e pesante, fu quasi terribile accettare la morte del singer avvenuta a San Paolo in quell'infausto 13 di Dicembre. Dicevamo nell'articolo precedente che la touring band di Dane, con l'aiuto fondamentale della Century Media, aveva programmato due singoli. Il secondo di questi lo andiamo ad assaporare proprio oggi. Tenendo presente dell'ottimo riscontro che il primo singolo ha avuto nei confronti dei nostri padiglioni auricolari, ci aspettiamo un nuovo episodio che ci soddisfi e che ci faccia ancora di più crescere la curiosità di ascoltare il completo "Shadow Work". Album che nonostante le difficoltà, soprattutto in sede di arrangiamento e mixing, si sta rilevando una perla che chiunque fan dei Nevermore e Sanctuary non deve assolutamente farsi sfuggire, non solo ovviamente per dare un ultimo ascolto alla voce indimenticabile di Warrel, ma anche (e soprattutto) per la perizia tecnico-compositiva con cui è stato orchestrato. Le due chitarre, in mano a Johnny Moraes (lead guitar) e Thiago Oliveira (rhythm guitar), fanno faville, puntando su una pavimentazione organolettica ed efficace soprattutto al fine di valorizzare le preziosissime vocals, di stampo raggiante in alcuni punti e meditativo in altre. Nonostante la coppia chitarristica non raggiunga livelli mostruosi di tecnica ed effettistica, la preparazione dietro ai due musicisti brasiliani è di notevole fattura. Il secondo singolo che succede a "Disconnection System" è "As Fast As The Others", pubblicato il 27 settembre 2018. Anche questo secondo frammento di "Shadow Work", vede l'onnipresente mano chiaroscurale di Travis Smith impegnata a dare uno sfondo pratico all'atmosfera che permerà l'ascolto. Immagini dal profumo gotico, in cui non mancano soggetti-simbolo di una nera decadenza come corvi o intricati rovi, il tutto immerso in un oceano di nero mortifero e di un blu notte (colori carissimi dll'estro particolare di Smith in fase realizzativa). Una breccia oscura che va a braccetto con le tematiche prese in mano da Warrel, che in questo brano sputa le difficoltà nell'affrontare quotidianamente un fenomeno tanto comune quanto pesante come il bullismo. Anche questo è Dane: non solo un funambolico analista della coscienza umana che spinge il proprio operato anche verso una filosofia contemporanea, ma anche un semplice storyteller che racconta di eventi e di fatti che possono capitare a qualunque essere umano con una vita nella norma.

As Fast As The Others

"As Fast As The Others" came about one day that Warrel came into my studio with this strong, anthemic melody that called in for a mellower song. I worked on riffs and arrangements for the next days and soon he came in with these lyrics he withdrew from his child memories of having an disabled school friend that got constantly bullied for his handicap. After Warrel passed away, as a tribute, I gathered many singer friends who were Warrel´s fans and friends to take his melody and turn it into this arena rock singalong, as both a celebration and memorial. Needless to say it was as beautiful as it was devastating. As unlikley as it may seem, working on a more conventional rock framework took a lot more effort to reach the song's completion, but the end result, coupled by my bandmates' Johnny, Marcus and Fabio incredible performance, turned out to be one that I am really proud of."

Thiago Oliveira

 

Iniziamo l'analisi di questo secondo singolo, As Fast As The Others, prendendo in considerazione questa testimonianza rilasciata direttamente dal chitarrista sotto il video del brano, che ci spiega come quest'ultimo abbia iniziato a muovere i suoi primi passi. Thiago Oliveira, seconda chitarra della band e uno dei principali artefici degli arrangiamenti dei pezzi, ci dice in una maniera schietta e concisa che le melodie che Warrel aveva in serbo erano anthemiche e accattivanti, immerse in un quadro lirico posto successivamente e nel cui spazio il cantante rimembra il suo passato da bambino. Warrel analizza ciò che lui era costretto a vivere quasi ogni giorno, ossia episodi di bullismo nei confronti del suo amico disabile. Dane con questo brano cerca di far emergere la brutalità della "violenza" genuina, come quella dei bambini, capaci di calpestare i più deboli con pochi rimorsi proprio perché naturalmente indirizzati a farlo, in una forma quasi istintiva che mira a demoralizzare il "diverso". Qui si vedono le abilità uniche nell'adattamento di episodi di vita vissuta, come appunto il bullismo vissuto in una maniera indiretta, a una riflessione che però si fa più ampia toccando anche aspetti sociologici. La figura del bambino che si accanisce nei confronti di un suo simile, viene vista dal cantante come il prototipo della pura cattiveria, perchè non costruita a priori, ma naturale e schietta. Questo verso: "Quando ero un ragazzino,  i bambini a scuola potevano  essere così crudeli sceglievano il più debole spingevano il debole danneggiavano i feriti si rendevano Re?", ci aiuta a capire i motivi per cui Warrel ha utilizzato questo episodio. Inoltre, in un certo senso, ha avuto delle serie ripercussioni direttamente sulla sua persona. Il singolo musicalmente viene battezzato senza troppi fronzoli, con un gioco di pelli efficace e contorto, in cui si inseriscono i primi riff, abbastanza semplici ed efficaci nell'allineamento con i fill di batteria. Una volta indirizzato l'andazzo del brano, "As Fast As The Others" snocciola una serie di cori e di voci addizionali che si amalgamano ai primi cenni vocali di Warrel. Pochi secondi e poi il nostro prende in mano tutto il brano, riuscendo a dare vita a trame vocali che non avrebbero sfigurato nemmeno nei migliori Nevermore di un tempo. La voce di Dane è potente e concentrata, nonostante sia mista alle torrenziali prove delle due chitarre, che spingono sull'acceleratore in un riff assai azzeccato. Ma se prima abbiamo accennato ai Nevermore, ora questo papabile paragone viene ancor di più accentuato nei pressi del chorus, in cui le vere caratteristiche vocali di Warrel Dane vengono fuori; dall'altra parte il brano assume una torsione ancora più melodica e al contempo complessa, nonostante non stiamo udendo chissà quali giochi pirotecnici di chitarra. Il singolo punta all'efficacia, sulla valenza specifica del refrain, sistematicamente messo in rilievo dalle sofferte linee vocali messe in gioco. Anche se l'impianto è implementato da un tappeto estremamente melodico, le chitarre fanno il loro ruolo di costruire il giusto appoggio per le classiche modulazioni di Warrel, capaci di spaziare in più mood in pochissimi istanti. Infatti, riallacciandosi a questo discorso, la presenza vocale di Dane diventa sempre più ossessiva e disperata e tale condizione viene messa ancora più in rilievo dall'assolo del primo chitarrista Johnny Moraes, che con gusto e abilità tecnica permette a questo singolo di dire ancora molto. La riproposizione del refrain chiude definitivamente il sipario. Un brano convincente e costruito a dovere, nonostante i problemi di fondo in fase di mixaggio ed equalizzazione dei suoni che Dane aveva già accuratamente messo a disposizione.

Conclusioni

Se avevamo bisogno di trovare una motivazione ulteriore per ascoltare "Shadow Work", questo singolo riesce a essere perfetto per scuoterci le idee e farci rendere conto del livello del disco in preparazione. Un disco che pone le fondamenta su un Dane ispirato e consapevole di voler superare i limiti, i quali - seppur leggerissimi - erano gli stessi posti nel primo disco solista datato 2008. Una formazione diversa, una motivazione diversa: Warrel ha mischiato le carte in gioco puntando a mettere su carta il suo stato emotivo, mai potentemente indirizzato verso lidi sicuri, ma sempre reso instabile ed emotivamente perforabile. Difatti questo pezzo scuote dal punto di vista emozionale l'ascoltatore, e l'utilizzo ragionato di cori e sovraincisioni vocali è funzionale ad aumentare il clima che si fa ardente e ritmato. La prova di ciascun musicista è essenziale, non ci sono passaggi troppo intricati o tasselli armonici fin troppo astrusi, la formula utilizzata punta al suo obiettivo di creare un ponte emozionale tra le caratteristiche vocali di Warrel Dane e l'ascoltatore che in pochi secondi si trova immerso in situazioni che ricordano i Nevermore, anche dal punto di vista delle tematiche toccate. Ciò nonostante,  abbiamo una differenza: se nei Nevermore, Warrel dava sfogo ad una vena lirica ossessiva e direttamente indirizzata ad una critica nei confronti della società (basti pensare a brani come "Passenger", tratto da "The Politics Of Ecstasy" del 1995, in cui si mettevano in rassegna gli aspetti più controversi della stratificazione classista, ma gli esempi potrebbero essere tantissimi), in questo secondo lavoro solista viene dato spazio a un sereno ammasso di considerazione personali più intime, che si pongono ovviamente funzionali all'adattamento di liriche sempre estremamente pungenti, anche se qui non raggiungiamo quei livelli di "denuncia" che in un certo senso hanno reso i Nevermore una band unica anche dal punto di vista della scelta tematica. Questo secondo singolo segue logicamente le coordinate del primo, e, anche se dotato di un minutaggio più ponderato rispetto a "Disconnection System", il collettivo guidato dagli acuti di Warrel riesce a fare il proprio mestiere. Nonostante infatti non abbiamo i vari assi di "Praises To The War Machine" come Dirk Verbeuren (noto per essere stato drummer dei Soilwork ma anche di Aborted, e recentemente, Megadeth) o Jeff Loomis, che ha prestato la sua destrezza chitarristica in "Messenger, i tre giovani elementi di origine brasiliana, anche fomentati dal fatto di prestare il loro talento ad un simbolo come Warrel Dane, riescono a concedere tutto il loro bagaglio di conoscenze. Le stesse dichiarazioni di Thiago Moraes nei confronti della genesi del brano appena perlustrato, ci fanno capire che l'intesa creatasi era di quelle speciali. Intesa intaccata anche dalla voglia di farsi notare e chissà, forse questi brani cantati dal vivo avrebbero avuto una ulteriore vena interpretativa in quanto costruiti su una alchimia perfetta instauratasi tra il cantante e la band.

1) As Fast As The Others
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