VIDOCQ

Vidocq

2012 - Andromeda Relix

A CURA DI
ALLE ROYALE
13/09/2012
TEMPO DI LETTURA:
7

Recensione

Cuore nero": l’approccio agli arrangiamenti è asciutto ed essenziale e le melodie del cantato tradiscono inequivocabilmente l’imprinting mediterraneo delle influenze musicali; particolarmente memorabile il ritornello, mentre l’ispirata chitarra solista di Simone Falovo degli Elektradrive fa il resto, irrorando di linfa hard rock le già robuste partiture del pezzo. "Polvere da sparo", con le sue storie di pirati, cannoni e jolly rogers, è uno dei brani che incarnano al meglio quel senso di libertà e avventura che il nome stesso del gruppo suggerisce; la traccia è una delle più avvincenti del disco, mantenendo quella lineare semplicità che, invece di un limite, si rivela l’arma vincente del gruppo, preferendo mettere in primo piano la bontà delle canzoni, le liriche semplici ma mai banali e le belle melodie, invece di indulgere in tecnicismi che in questo contesto risulterebbero eccessivi e fini a se stessi. Dopo la partenza grintosa, si placano i ritmi con "Volo", una metafora delle nostre umane esistenze che si intrecciano come le rotte disegnate in cielo dagli uccelli, in cui si palesa la natura cantautorale del brano, ammantato di rock dall’ intervento del gruppo e da alcuni timidi accenni progressivi, sempre mantenuti sotto il livello di guardia dell’autocompiacimento; da segnalare la presenza ai cori di Jacopo Meille dei Tygers of Pan Tang. La vera e propria perla del disco si chiama "Il volo del falco", una splendida ballata folk che, se da un lato quasi spiazza per il costante cangiare stilistico della proposta del gruppo, dall’altro ammalia per gli arpeggiati intrecci di chitarra acustica e flauto, su cui si stagliano le voci eterne di Vittorio De Scalzi dei New Trolls e Aldo Tagliapietra delle Orme; senza dubbio un piccolo capolavoro che meriterebbe di fuggire all’oblio dell’indifferenza per ritagliarsi un posto imperituro nella memoria collettiva. Ancora tanto hard rock settantiano trasuda dai riff della chitarra di Graziano Picco che lancia "Frà diavolo", ennesimo personaggio che pare uscito da un romanzo per ragazzi dimenticato in soffitta tra la polvere, un brigante che fugge tra i boschi nella notte incendiata dall’ assolo di Simone Falovo che ci rammenta come, anche negli anni ottanta, in Italia non mancassero di certo i musicisti rock di razza. Il basso di Massimo Martinetto e la batteria di Alex Quagliotti incalzano le asciutte pennate della chitarra, mentre le tastiere si distendono in melodie sospese, così si dipana la bella melodia di "Tanto tempo fa", canzone "leggera" che fa da contraltare alle distorsioni del brano precedente, ad ulteriore dimostrazione della versatilità del gruppo. Sempre lungo le coordinate di un rock d’autore venato di progressive si muove la successiva "Welcome (resta tra gli dei)", composta attorno ad uno dei cinque testi con cui ha contribuito al disco lo scrittore, regista e sceneggiatore Ilario Blanchietti. Le tastiere di Marco Veretti introducono "Genesi", sicuramente il brano più squisitamente progressive dell’album, in cui i nostri hanno la possibilità di sciogliere i muscoli con uno spartito che alterna momenti di trasognata melodia barocca a dinamici passaggi strumentali dove le chitarre aumentano sensibilmente il carico di watt dell’arrangiamento. I trascorsi hard and metal di Rigolli irrompono prepotenti in "Contro il tempo", canzone dominata dalle chitarre e da una sezione ritmica pesante e fantasiosa al tempo stesso; l’assolo di chitarra ci assale con una cascata di note distorte che ci trasportano alla conclusione del disco, affidata al brano omonimo "Vidocq", composizione per sola fisarmonica e la voce di Laura Conti, che descrive le gesta di Eugene Francois Vidocq, romantico furfante ribelle, insomma, tutte le caratteristiche peculiari del vero rock, quello che ci affascina e ci conquista per sempre.



Da segnalare infine che come bonus tracks, sono state inserite le riproposizioni in chiave acustica di due classici del musichiere italico: "750.000 anni fa...l’amore" del Banco Del Mutuo Soccorso, particolarmente intensa e con un’ottima performance vocale di Enrico Rigolli, e "No time no space" di Franco Battiato, la cui bellezza, in questa inedita veste, chitarra e voce, riluce ancora più eclatante nella sua nudità.



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1) Cuore Nero  
2) Polvere Da Sparo
3) Volo
4) Il Volo Del Falco
5) Frà Diavolo
6) Tanto Tempo Fa
7) Welcome (Resta Tra Gli Dei)
8) Genesi
9) Contro Il Tempo
10) Vidocq

Bonus Tracks:
11) 750.000 Anni Fa...L'Amore
12) No Time No Space