VERMICULAR INCUBATION

Chapter Of The Vermin Domain

2019 - Miasma Records/Vomit Your Shirt/Chugcore

A CURA DI
DAVIDE PAPPALARDO
08/07/2022
TEMPO DI LETTURA:
8

Introduzione Recensione

I Vermicular Incubation sono una sorta di super-gruppo internazionale nato in ambito slam/brutal death metal, e con al momento all'attivo un album uscito nel 2019 e chiamato "Chapter Of The Vermin Domain", pubblicato in collaborazione dalle etichette Miasma Records, Vomit Your Shirt, Chugcore. Parliamo di super-gruppo perché esso consiste di musicisti provenienti da altre realtà dell'area estrema legata al death metal, brutal, slam e deathcore: i francesi Thibault Tadjer (basso) e Maxime Maréchal (chitarra, batteria) provenienti rispettivamente il primo dalla band death/sludge FreeHowling e da quella deathcore Child Of Waste, il secondo dalla band deathcore/brutal death metal Hurakan e da quella brutal death metal Dimensional Decay, Wilson Ng proveniente da Hong Kong, seconda chitarra e attivo anche lui nei Dimensional Decay e altre band del versante brutal come Awaken the Misogynist, Facelift Deformation, Incestuous Impregnation, e infine il cantante portoghese Ricardo Proença presente anche nella band brutal death metal svizzera Neoplassis, e in passato voce degli Analepsy. A questi nomi si affiancano poi varie voci ospiti negli undici brani che compongono i trenta e passa minuti di durata del disco, appartenenti ad amici dei Nostri invitati a partecipare: Quentin Parsy degli Hurakan, Aiden Zhang dei tailandesi Maggot Colony, lo svizzero René Barthoulot dei Clit Commander e Slamentation, lo spagnolo John Puig dei Phrymerial e Sérgio Afonso dei portoghesi Bleeding Display. Insomma, una line-up bella ricca per un disco che mette in gioco un suono che fonde tendenze brutal death metal di stampo moderno con la variante slam legata a passaggi medi o lenti, ricchi di breakdown e di riff smorzati con il palmo della mano, ovvero il così detto palm-mute o, appunto, slam. Per comprendere esattamente di cosa stiamo parlando, occorre fare qualche precisazione per chi non è avvezzo ai generi qui citati. Il brutal death metal è una variante del death metal che già dal nome evoca tratti gutturali e atmosfere brutali sia nei suoni, sia nelle grafiche gore o horror/sci-fi degli album, e che vede i suoi capostipiti nei Suffocation e nei Cannibal Corpse; in esso troviamo profonde distorsioni, accordature basse per le chitarre e un posto di rilievo per i toni grevi del basso, l'uso dei blast beat e tempi abbastanza veloci con meno cambi improvvisi rispetto al death classico. Completano il tutto vocals inumane basate su un growl profondo e gutturale, spesso totalmente e volutamente non comprensibili. A sua volta lo slam è nato come una sotto-sezione proprio del brutal, evolvendo poi nel tempo in qualcosa di sempre parallelo a esso, ma con una propria direzione. Esso prevede come detto una maggiore concentrazione sui passaggi rallentati e i breakdown, e nel cantato spesso viene impiegata la tecnica dell'inalazione in modo tale da ottenere un suono ancora più profondo e inumano, che prende molto spunto da quello dei leggendari finlandesi Demilich; non scompaiono riff e blast beat, ma essi non compongono la maggioranza dei brani, e inoltre sono abbastanza rari gli assoli. Questa variante vede le sue origini nella scena newyorchese anni novanta, dove influenze hardcore e l'ispirazione della traccia dei Suffocation "Liege Of Inveracity" ha portato gli Internal Bleeding ha concentrarsi sugli aspetti prima menzionati, seguiti poi dai texani Devourment e dai giapponesi Vomit Remnants. Si è poi mantenuta legata a contesti underground, avvicinandosi nel tempo sempre più ad ambienti core e addirittura ad alcune tendenze legate al mondo hip-hop, cosa che naturalmente non è stata vista di buon occhio da molti puristi. Se aggiungiamo poi un'estremizzazione dei già volutamente grossolani e provocatori tratti gore, splatter, osceni del brutal secondo uno humor cinico dell'era post-internet, legato alla cultura dei meme, con tanto di riferimenti ai videogiochi e sample e commistioni con altri tratti musicali volutamente fuori luogo e ridicoli, e un vestiario ed estetica dei musicisti non dissimili da quello del mondo deathcore e nu metal, con pantaloncini bermuda, scarpe da tennis, tatuaggi tribali, lobi allargati, cappellini, felpe larghe, comprendiamo ancora meglio perché la cultura slam sia oggi ai confini della realtà metal estrema purista e che si prende più sul serio. Forti e fieri comunque di questa differenza e decisi a portare avanti fino all'estremo "lo scherzo", band come Abominable Putridity, Ingested, Kraanium, Fulci, Devouring Humanity, Extermination Dismemberment, Artery Eruption, Begging For Incest, Gravitational Distortion, Party Cannon e mille altri nomi hanno creato i propri circoli, alleanze, tour e festival, sempre ossessionati dallo slam e dall'attacco verso ogni buongusto anche nei nomi di band, album, canzoni. Un percorso non dissimile da quello del mondo grind, con il quale non a caso lo slam presenta varie commistioni, e che vede una fanbase dedicata che vuole la riproposizione di certi temi e suoni da parte delle band del genere, e dove nella quantità non sempre troviamo qualità, ma dove anche sono nascoste alcune perle di tecnica e inventiva dove i temi farseschi e ridicoli non corrispondono a pressapochismo musicali, anzi proprio il suono e il songwriting diventano il lato più serio di certi gruppi. I Vermicular Incubation non rientrano totalmente nel canone slam poiché presentano diversi tratti brutal più in bella vista come riff veloci e blast beat presenti, ma innegabilmente hanno anche diverse componenti del primo, con un buon uso delle sezioni rallentate e dei riff smorzati. La loro immagine generale inoltre non tocca i tratti porno-gore degli esempi più deliranti del genere, presentando sia nei testi, sia nell'artwork dell'artista russo Andrey Khrisanenkov connotati da horror/sci-fi largamente influenzati da blockbuster e videogiochi a tema (letteralmente, Gears Of War viene campionato nel disco), familiari per la cultura giovanile a cui quest'area fa spesso riferimento e comunque ricchi di riferimenti alla musica suonata che mantengono una certa autoconsapevolezza e "superamento del quarto muro". Abbiamo quindi un esempio di ibrido che ci offre un ottimo album che mette a frutto la presenza di diversi musicisti, e che è figlio sicuramente della sua epoca e di zone d'ombra tra tendenze contigue e adiacenti che interessano il death metal più estremo degli anni duemila.

Intro

"Intro" è semplicemente un'introduzione all'album fatta di drone onirici e versi bestiali, aggressivi, che si muovono in sottofondo evocando l' immagine dei vermi giganti che presenziano in copertina, esseri orribili che devastano intere città in una riproposizione dell'immaginario legato a cult come il film anni novanta "Tremors", o anche riferimenti più attuali come i vermi giganti rivisti nel nuovo "Dune", e l'immaginario legato al già citato "Gears Of War" e alla saga videoludica di "Monster Hunter". Come nei primi passi di un film horror, questa intro serve a stabilire un certo mood, andando poi dopo alcuni secondi a convergere con la prima traccia vera e propria dell'album, ovvero la successiva "Molecular Deformity". Un'operazione che regala una certa struttura cinematica all'album, e che da l'idea di un corso unico dove ogni traccia è un tassello in un'esperienza da vivere con divertimento, una sorta di avventura d'azione dai tratti brutali e horror, ma che mantiene il distacco della finzione e dell'intrattenimento sublimato.

Molecular Deformity

"Molecular Deformity" offre nei suoi due minuti e mezzo di durata il nostro primo contatto il death metal moderno e brutale dei Nostri, ricco anche di tratti slam. Panzer di chitarra dall'accordatura bassissima, opprimente e marciante, accompagnano versi vocali che definire in un qualsiasi modo cantato sarebbe fuori luogo; l'immagine mentale è quella di un cinghiale mutante che emette versi gutturali a metà tra un grugnito e un grido. Rallentamenti e colpi di batteria improvvisi creano un'atmosfera severa e tagliente, amplificata da riff circolari vecchia scuola che si mantengono monolitici. Impossibile capirlo senza testo davanti, ma qui si parla di creature sconosciute concepite in un laboratorio, tramite la manipolazione di feti infettati con un DNA vecchio di millenni. I movimenti lenti vengono sottolineati da una doppia cassa dai rullanti veloci, che vanno in contrasto con i tratti rallentati degli strumenti a corda. Ecco che all'improvviso trotti più concitati creano cavalcate death che mantengono una certa coerenza con i dettami e le radici del genere, mostrando la familiarità dei musicisti coinvolti con la materia trattata; abbiamo anche momenti vocali sempre brutali, ma più vicini a un growl brutal. Intanto la "trama" prosegue con le sue descrizioni: abbiamo grottesche manipolazioni di patologie malate e affascinanti e malformazioni molecolari, da cui risultano esistenze parziali non adatte alla visione da parte degli esseri umani, un trauma che investe le ossa di vita, generando un monolite astratto fatto di carne. Ed ecco che abbiamo un momento "meta", ovvero dove i musicisti si ricollegano al genere suonato, cosa tipica della componente slam; si dichiarano come vittime di queste esperienze, modificati tramite un disegno per fare della "brutale roba slam". Le analisi si concludono in una follia metamorfica, alterando l'essenza umana in un'esistenza epidemica e irrazionale dove siamo condannati a morire a causa di una mostruosità che si manifesta. L'ospite Quentin Parsy permette di aggiungere al tutto parti in scream che solcano impennate taglienti alternate da familiari momenti grevi, e improvvise esplosioni di basso (amplificate dalla produzione) offrono brutali attacchi slam ben congegnati. Bombardamenti ritmici scuotono la traccia, che va a concludersi con un climax taglia ossa seguito da alcune ultime bordate telluriche.

Shores Of Styx

"Shores Of Styx" riprende il discorso su toni non dissimili da quelli della traccia precedente, mettendo in mostra il filo conduttore stilistico che sottintende il disco qui recensito. Riff secchi e lenti organizzano bordate macilente, per poi esplodere in corse fragorose sopra le quali si elevano i soliti versi bestiali e grugnenti, seguite subito dopo da nuovi rallentamenti. La composizione prevede un'alternanza ben giostrata tra momenti più grevi e punte di riff a motosega dove albergano le grida deliranti del cantante, egregiamente diviso tra due registri. E naturalmente il testo non può che dare forma verbale a tali follie sonore, parlandoci di anomalie senza forma che sovrastano i cieli, influenzate dalla morte e con la forza di un buco nero che inghiotte la nostra luce. Un regno fatto da migliaia di anime e che viaggia veloce in mezzo al nulla, una distorsione transdimensionale che rafforza una nebbia che è spessa e fredda. Queste parole sembrano suggerire l'influenza della serie televisiva "The Mist", a sua volta tratta da un racconto di Stephen King, dove appunto a seguito di un esperimento militare andato storto, si crea uno squarcio dimensionale che permette l'intrusione nella nostra realtà di una nebbia che nasconde creature mostruose e aberranti, intente naturalmente a sbranare e fare a pezzi malcapitati. Ecco quindi che non esiste più un regno della luce, siamo intrappolati in quello delle tenebre, e qualcosa arriverà dall'altra parte con forze che non potremo mai comprendere. L'alienazione brutale è ripresa dai suoni che si muovono nell'etere come passi di creature colossali e distruttive, ora indifferenti, ora lanciate in grida violente e malevoli. Accordature basse e versi inalati ci consegnano qualcosa di greve e opprimente, che incontra cesure rallentate prima di lanciarsi in nuovi attacchi in doppia cassa. Notiamo qui la presenza di microstrutture di pochi secondi, dove si alternano velocemente momenti pachidermici e cavalcate improvvise, rendendo i tre minuti e quarantanove del pezzo come dilatati in una propria dimensione. Le sfere celesti mostrano una fiamma astrale, e la nostra destinazione è verso l'annientamento. La brama di sangue, predetta da una profezia, è senza sosta, siamo davanti a una forza interdimensionale che vuole costringerci a creare qualcosa per loro, ne consegue un'agonia dove l'anima e la carne vengono separati, in un'epurazione dove l'anima viene collezionata per riutilizzarla diversamente, nulla potrà cambiare questo e ogni cosa brucerà. Volendo continuare il gioco dei riferimenti, potremmo ipotizzare anche influenze da parte del molto bistrattato film d'animazione del duemila e uno "Final Fantasy: The Spirits Within" dove troviamo entità formate dagli spettri di razze aliene senza pace. La musica intanto prosegue con le sue folli corse brutal death metal, andando poi a scontrarsi con granitici momenti dominati da bordate grevi e abissali, destinate a collimare in breakdown asfissianti e versi degni del famoso alieno cacciatore di "Predator", ovvero lo Yautja. Si palesa un progetto perverso e malato, in un purgatorio dove l'unica consolazione è la morte. Tramite radiazioni veniamo sintetizzati e armonizzati, e la fonte della luce oscura sconosciuta viene trasferita in un monolite, e i condotti di un'antica nazione setacceranno le nostre anime sulle sponde del fiume Stige (il fiume dell'inferno, per chi non lo sapesse). Visioni quindi con accenni tanto al fantascientifico che all'occulto, in un'atmosfera da horror sci-fi fatto di altre dimensioni e creature metafisiche, e che si concretizza nei toni abrasivi della musica, destinata a concludersi sulle note di falcate in doppia cassa.

Miasma Extermination

"Miasma Extermination" ci accoglie con un montante di chitarra in levare, tagliente nei suoi giri circolari ripetuti e graziato da versi gutturali e grevi con qualità quasi cavernose. La traccia vede la presenza di Aiden Zhang dei Maggot Colony, cantante dotato di uno stile gutturale tipico della scena indonesiana, una delle più brutali al mondo; ecco quindi un'energia che sale d'intensità tramite colpi di batteria devastanti e suoni stridenti di chitarra, raggiungendo tempeste di blast coniugate con bordate di chitarra dal gusto marziale. Proseguono naturalmente le narrazioni dalle tinte horror e grottesche, in questo caso incentrare su un miasma assassino che satura l'aria. Esso è in ogni luogo, e crea un regno fatto di una sporca atmosfera, dove udiamo creature provenienti da mondi di una dimensione sconosciuta (viene quindi, almeno in parte, ripreso il tema della precedente "Shores Of Styx" fatto di esseri extradimensionali nascosti tra elementi atmosferici innaturali). Abbiamo paura anche delle ombre in questa situazione, con le lacrime agli occhi causate dal terrore, e nel mentre migliaia di buchi neri giungono, guardiani di undici anelli dimensionali. Un'invasione quindi da un'altra realtà, pronta a decimare la razza umana con uno sterminio attuato su una scala infinita. Il suono ricrea l'orrore e la pesante violenza incontrastabile delle parole, tra passi pachidermici delineati da tecnicismi striduli e toni gutturali cupi e profondi. Ci è impossibile resistere all'invasione, si tratta delle linee spettrali dell'apocalisse, e siamo solo un obbiettivo da distruggere. Una cesura cadenzata dilata il tutto in una trama dai toni sinistri, ma presto giri segaossa alternano il tutto in un passo contratto coronato da ruggiti disgustosi e versi stridenti. I tempi medi della canzone sono abbastanza rallentati, dando spazio agli aspetti più ossessivi e abissali del suono dei Nostri, dove basso e chitarra generano passaggi grevi e quasi ipnotici nei loro groove macilenti. Combattiamo in maniera vana la guerra con il nostro sangue, non perdendo tempo con preghiere che sappiamo essere inutili; rimane solo da decidere se salutare i nostri nuovi padroni o affrontare questo terribile destino. Ma tutto è inutile, le masse vengono raccolte come grano gridando pietà, e l'operazione di estinzione è quasi completata. Parole che disegnano uno scenario apocalittico, cupo, senza speranza, che trova naturale corrispondenza nella musica monolitica e brutale dei Vermicular Incubation, qui protratta per poco più di due minuti e mezzo fino all'improvvisa conclusione che mette fine a questo episodio pesante e oppressivo.

Whispers Of Savagery

"Whispers Of Savagery" è il momento più lungo di tutto l'album, traccia che supera i quattro minuti di durata (minutaggio davvero lungo per una composizione con elementi brutal, e soprattutto slam). Esso parte con un suono onirico sovrastato da versi mostruosi, un proseguimento del motivo presente nella intro del disco, e quindi una sorta di collante per la vaga e accennata trama complessiva che presiede il lato estetico-tematico di "Chapter Of The Vermin Domain". Un effetto sintetico in levare ci conduce all'inevitabile esplosione di riff rocciosi e grevi, sottolineati nel loro passo pesante da rullanti combattivi e delineati da familiari parti stridenti. La marcia brutal death incontra versi squillanti di tipica fattura slam, andando poi a collimare in una cesura sospesa scossa da colpi improvvisi di chitarra; essa fa da preambolo per un corso di rullanti e versi gutturali che tessono nuove visioni piene di orrore e conflitto transdimensionale tra la razza umana ed entità impossibili da contrastare. La bestia viene evocata tramite mani malate, la guerra è una collezione di aggressione e il panico colpisce ancora, tra scenari apocalittici redenti dalla visione di altri. Sentiamo sussurri che provengono dalla Terra, un'entità sconosciuta si è svegliata sentendo il suo antico nome, e mutanti negli abissi della maledizione s'ingraziano a loro il fato. Acqua divine si muove in un mondo vorticante. E il riffing distorto crea proprio vortici dagli andamenti ora controllati, ora lanciati in attacchi serrati di batteria e groove di chitarra, in un clima severo che mette in gioco un certo gusto per le variazione tecniche di tempo tipico della scuola brutal death metal. Suoni marcianti strutturano percorsi schizofrenici dove i versi da porco mutante si abbinano a punte gridate e maligne dal gusto core, adagiandosi su panzer che distruggono ogni cosa sul loro corso prima di essere stoppati da esercizi di basso e chitarra sotterranea. Mondi devastanti si mostrano nelle luci demoniache, soli mostruosi e tempeste bestiali creano un'armata fatta di orrore e crudeltà, si crea una religione della guerra che cavalca una risacca di rabbia guidata dalla follia, mentre i troni dei mortali cadono come foglie in una burrasca. I sussurri selvaggi distruggono i resti di Cristo, mentre la bestia viene evocata. Il finale vede quindi tratti vagamente satanici unirsi all'orrore sci-fi del mondo dei Nostri, in una suggestione che gioca con accenni che creano una certa atmosfera funzionale ai suoni brutali. Suoni che vanno a perdersi nell'etere con toni serrati e versi squillanti mettendo fine all'episodio.

The Parasitic Order

"The Parasitic Order" si apre con un campionamento preso dal gioco Gears Of War, un siparietto dove suoni orchestrali cinematici, suoni di mitra e versi mostruosi si uniscono a versi umani evocando lotte tra entità aliene e soldati umani (che poi sono effettivamente gli elementi della serie usata). Questo innesto si fonde in maniera egregiamente realizzata con l'introduzione di montanti robusti e versi gutturali gridati e dalle punte stridenti; i toni da delirio ci narrano in maniera adatta di attacchi sovrannaturali che non lasciano possibilità di salvezza davanti a stormi di mostri che decifrano l'incubo con abilità aggressive, pronti a dare battaglia. Gli umani li nutrono e incrementano le loro creazioni, divorano tutta la vita esistente dopo essere stati liberati, e nel disordine l'oscurità s'innalzerà. I creatori delle nostre malattie, che contaminano l'identità e portano una filosofia dello sterminio, con una chiara missione destinata a deformare la nostra specie, indossano cicatrici legate alla loro tradizione, ossessionati da una folle profezia. Toni rallentati si muovono con un modus operandi quasi meccanico, greve e claustrofobico, raggiungendo parti più propriamente vecchia scuola nelle loro bordate death lanciate poi in corse segaossa incontrate da versi folli tra screaming e growl gutturale. Immagini belliche di lotte tra umani disperati e mostruosità marcianti che li sovrastano e sterminano, liberate da folli che le hanno liberate in nome di un culto apocalittico, vengono evocate dai soni crudeli e brutali, forti di una salda essenza che mantiene nella modernità della proposta dei Nostri i capi saldi della musica brutal death metal. L'ordine dei parassiti terrorizza, sterilizza, con un'insanità ossessionante, obbedendo ai comandi dei suoi proprietari; trasmette la paura marciando e strisciando, con intenzioni furiose e decomponendo i nostri corpi e ossa con la sua identità parassitica. Breakdown e accordature basse saturano la struttura insieme ai versi inumani e alle urla stridule, raggiungendo un ennesimo campionamento che ricrea una messaggio radio ricevuto durante azioni di guerra. I servi della morte marciano in avanti sui campi della follia, creeranno una nuova era grazie ai loro istinti da parassiti, una razza mutante che viene nutrita inesorabilmente dall'umanità. Si chiude quindi anche questo ennesimo viaggio nei suoni brutali e temi senza speranza dei Vermicular Incubation.

Infested Colony

"Infested Colony" ospita René Barthoulot dei Slamentation, una traccia introdotta da un riffing lento e marciante, sconvolto dagli ormai familiari versi stridenti e da growl che più che vocalizzazioni umane, sembrano più i versi di mostri che cercano di imitare il parlato degli esseri umani. Si svelano parole legate a mutazioni e contaminazioni portate da batteri e virus, che con connotati body-horror trasformano i cadaveri in mostruosità abominevoli. Se la mente di chi legge va alla saga di "Biohazard", meglio conosciuta in occidente come la saga di "Resident Evil" e alla sua fortunata commistione di zombie e orrori mutanti di vario tipo, sappia che non è il solo ad aver pensato a queste influenze che volente o nolente fanno parte dell'immaginario collettivo di una generazione cresciuta tra videogiochi e blockbuster del cinema tratti da essi (spesso con qualità non proprio eccelse a livello di trama, ma ricche di moneti di azione fatti per colpire un certo pubblico). Un cadavere viene infettato quindi, il suo sangue è contaminato e nella carcassa marcia si spalma una matassa. Gli occhi bruciano con rosso fuoco, la pelle è pallida e l'infezione in atto lo tortura, l'assalto del virus è estremamente contagioso e prevalerà portando una tragedia inevitabile. Le bordate continue proseguono tra rallentamenti oscuri ed esplosioni di basso come sempre accentuate dalla produzione, seguite da improvvise corse taglienti e distorte. Il movimento si alterna con parti più contratte e pestate, prima di riprendere con le sue doppie casse e deliri tecnici, andando poi a sprofondare in pantani sonori. Calcoli maliziosi hanno previsto la morte della vittima, e apparizioni nebulose si manifestano davanti ai suoi occhi. Ombre dell'oscurità, la distruzione della pace, sono le paure più grandi degli schiavi di un sistema politico che li ha traditi e ingannati. La debolezza si avvicina, e i semi della cupezza anche, la sofferenza si manifesta nei disperati, e il Nostro ha visto tutto questo di già. Il corso sonoro prosegue con il suo death brutale e pesante, monolitico nelle sue trame asfissianti, e anche negli improvvisi breakdown che sprofondano l'ascoltatore in abissi dove incontriamo toni vocali non lontanissimi da quelli maligni di certo black metal; il tormento dell'infezione è brutale, fatale, la sua stessa creazione gode in modo grottesco del dolore senza fine, un suo proprio orrore e concezione, un nuovo numero per una colonia infetta, una blasfemia che può essere brutale. Si chiude così un episodio che viene caratterizzato dall'elemento pachidermico dei Nostri e dagli elementi slam ben calibrati e dominanti in questo caso nella composizione.

Suffocated By Maggots

"Suffocated By Maggots" non perde tempo e ci devasta con movimenti contratti fatti di riff pesanti e accelerazioni di batteria improvvise, in un gioco di lasciate e riprese che generano una tensione delirante pronta a esplodere in corse in doppia cassa e versi gutturali che sembrano ululati di esseri alieni. Proseguono gli orrori mutanti e le violazioni inumane da parte di esseri mostruosi degli esseri umani, ormai nutrimento e sostentamento per larve orribili. Un'afflitta progenie della disperazione soffoca in un dolore immenso, una donna sputa grumi acidi fatta di fluidi interni rigurgitati, il suo esofago è bloccato e non può respirare e nemmeno tossire nonostante provi a farlo. Il dolore è terribile, sta soffocando a causa delle larve che la infestano. L'incubo opprimente qui descritto viene concretizzato nella musica schizzata che sembra ricreare spasmi e tentativi di liberarsi dalle creature che ci stanno uccidendo; ma il destino è segnato e inesorabile, tanto quanto i panzer pachidermici che avanzano fino all'intervento di una cesura fatta di riff distorti. Essa ci consegna begli esercizi tecnici fatti di tratti squillanti e percorsi severi, creando un delirio death coronato da grida rauche. Riff geometrici generano claustrofobie malsane che ci infiltrano in maestosi territori brutal destinati a collimare con ulteriori bordate pesanti. Organi con emorragie scoppiano e bruciano, pezzi di carne marciscono e si rovinano, la carne infestata si contorce e si muove, mentre aghi iniettano aria nelle nostre vene. La donna soffoca, ha smesso di respirare, anche il cuore smette di battere ed è pronta a morire, soffocata dalle larve. Visioni inumane di torture indicibili, che chiudono la traccia mantenendo i toni sonori e tematici brutali dell'opera.

Upon The Throne Of Tragedy

"Upon The Throne Of Tragedy" è la nona traccia di "Chapter Of The Vermin Domain", introdotta da un nuovo campionamento cinematico dove, con toni inequivocabilmente horror, si uniscono i pianti disperati di una donna con suoni drammatici in levare e ruggiti mostruosi di creature che la stanno per divorare. Raggiunto il climax dell'introduzione, seguono riff potenti di chitarra scolpiti dai colpi secchi di batteria; dopo un ruggito prende piede una marcia strisciante e greve sormontata dai growl cui del cantato e delineata da familiari impennate di batteria spaccaossa. Sembra tornare il tema di un culto che ha orchestrato l'apocalisse per trovare la salvezza nella distruzione, in una religione delirante che non ha obbiettivo, astratta, fatta di una sorta di auto-medicazione spirituale, e dove i miscredenti sono perduti. Esso quindi conduce la propria fine con un sublime paradosso, armata del sole morente che porta il simbolo della salvezza e una convenienza fatta di bugie siglate con il sangue del loro redentore. Temi che sembrano anche toccare accenni di critica alla religione, ma non elaborate ulteriormente in tali sensi e legate prima di tutto all'impianto orrorifico che fa da perno per i temi del disco, a loro volta ossatura della brutalità concreta della musica dei Nostri. Ed è proprio qui che i Vermicular Incubation danno il meglio di sé, con passaggi death dai tempi mutevoli e dagli attacchi improvvisi, dove non mancano i soliti break e riff di chitarra severi pregni di un gusto vecchia scuola. Assalti di chitarra e batteria seguono con trotti devastanti, cesellati da esplosioni di basso che rallentano il tutto verso lidi slam non meno aggressivi, ma sospesi in un non-tempo dove versi squillanti perdono ogni velleità di umanità. Un demone che fa trofei degli uomini cavalca le nere onde degli oceani della notte, in un viaggio che è una rincorsa tra le galassie, un camaleonte che si adatta a ogni ambiente. Si ergono gli dei della guerra, e i demoni della morte, che penetrano le anime e distruggono i corpi; il narratore nascerà tramite il massacro, e sarà battezzato dal sangue. Toni occulti si fondono con miseri cosmici e orrori vari, in una suggestione che sembra seguire più il gusto dell'evocazione, piuttosto che un concreto discorso realizzato, ed è così che giungiamo alla conclusione segnata da un fraseggio di chitarra ultra-distorto, ripetuto fino alla fine.

Wormhole Transportation

"Wormhole Transportation" vede la presenza di John Puig dei Phrymerial in un episodio ancora una volta introdotto da un campionamento tratto dalla più volte citata serie di videogiochi Gears Of War; dopo quindi le trame cinematiche e i dialoghi qui presenti (in cui si parla di vermi giganti che inghiottono intere città, dimostrandosi quindi scelto con cognizione di causa dai Nostri) si fa strada un riffing granitico sottolineato da rullanti di doppia cassa alternati con momenti di sospensione. Largo quindi a un movimento controllato che fa da sfondo per il growl squillante del cantato, intento a parlarci dell'avvento di una nuova specie che si sta sviluppando sul nostro pianeta, dotata di pensieri psichici e sensi accentuati, che illumina l'eradicazione e porta la morte senza permetterci nessun passo avanti in questa vita, e nemmeno nella prossima. Abbiamo attratto questi esseri tramite dei wormhole (ovvero i portali spazio-tempo tipici della fantascienza moderna e teorizzati dalla fisica già a partire dai primi del novecento), creando vasche piene di viscosità acide e tossiche su territori desolati, partendo da un inizio pieno di illusione dove hanno incominciato a spostarsi divorando tutto per creare un'energia deviata. Si svelano quindi le origini della piaga che ora sta devastando la razza umana, provocata dall'uomo stesso come da copione per molta della fantascienza catastrofista, soprattutto se a tinte horror. I growl cupi si alternano, come in un dialogo, con alcune punte più secche, mentre la musica raggiunge punti di saturazione in cui corse death si librano prima di raggiungere nuovi stop in cui si configurano marce martellanti. Siamo tutti colpevoli per ciò che è successo, l'ignoranza si è diffusa tra la razza umana, mentre questi esseri hanno raggiunto un livello di evoluzione spirituale più alto eliminando le emozioni, incapaci di provare terrore e garantendo la condanna a morte dell'umanità. Un tema che se vogliamo andare un attimo fuori dai connotati diretti della band, sembra sublimare nell'orrore da fiction i temi dei disastri ambientali perpetrati dall'uomo con incoscienza e noncuranza; ma conviene rimanere sui binari del suono brutale e diretto qui proposto, che avanza con i suoi affascinanti tratti brutal death ripetuti in sezioni ossessive che ci trascinano verso un fraseggio greve. Seguono bordate esplosive distribuite in un trotto che va a consumarsi chiudendo la canzone.

Venomous Torment

"Venomous Torment" è la resa dei conti, ultimo atto dell'album e pezzo caratterizzato dalla presenza di Sérgio Afonso dei portoghesi Bleeding Display. Esso non perde tempo e preferisce alle precedenti introduzioni cinematiche o parti lente una cavalcata diretta che esplode subito con riff roboanti di fattura death tempestati dai colpi di batteria, creando scosse elettriche sonore. Il suono nervoso investe l'ascoltatore, raggiungendo poi gradazioni brutali sorrette anche da un growl sempre cupo e rauco, ma ben più umano rispetto alla media del disco, quasi chiaramente comprensibile. Gli stomachevoli occhi della luce guardano dentro alle nostre menti, e tramite gli sguardi dei miscredenti il veleno si diffonde, generato negli abissi più profondi. Ci chiediamo il perché mentre i segreti dell'universo ci vengono rivelati, diventando però la nostra maledizione. Sembra che l'invasione sia quindi ormai ultimata, e ci vengono ora mostrati gli atti finali della caduta del pianeta sotto la armate aliene dal numero illimitato. Uno sciame rappresentato in musica da tempi veloci e abrasioni dal groove ipnotico, in una traccia si avvicina anche nello stile a connotati quasi deathcore, senza però toccarli e rimanendo su territori saldamente brutal death. Incontriamo inevitabili break che sprofondano in suoni grevi sottolineati da rullanti, mentre una cesura sospesa avanza bordate militanti che mantengono un certo clima bellico. Legioni di creature vengono cancellate dalle specie aliene che sono perfette macchine assassine, e che considerano gli abitanti della Terra come inferiori e immeritevoli di viverci; esse catturano materia organica e distruggono e infrastrutture usando liquido plasmatico che brucia la carne. Il comparto musicale si eleva in galoppi distruttivi prima e in nuove contrazioni poi, con cambi di tempo che prevedono un abisso fatto di versi cupi e falsi stop. La caduta giungerà tramite il corso intrapreso, gli invasori mostrano il loro vero potere e distruggono ogni cosa che vedono, inevitabilmente il miserabile pianeta cadrà: la distruzione si compie tramite gli ultimi passaggi pachidermici, che avanzano possenti verso l'oblio che mette fine al pezzo, e all'opera qui analizzata.

Conclusioni

"Chapter Of The Vermin Domain" è un disco perfetto tanto per chi già apprezza certe sonorità legate al brutal e allo slam, quanto per chi già è familiare con il death metal estremo e vorrebbe avvicinarsi a un certo mondo, ma è restio a causa dell'immagine e delle tendenze delle band slam più "pure". Qui un mondo sci-fi brutale fatto di esperimenti genetici, invasioni extra-dimensionali, mutazioni, parassiti, vermi giganti, ma anche inni allo slam e rimandi alla fiction contemporanea, prende forma in suoni death metal brutali e profondi, ora marcianti e granitici, ora lanciati e spaccaossa, rallentati in breakdown severi e guidati da un growl inumano colorito man mano degli interventi più gridati, ma non meno deliranti e incoerenti, dei vari ospiti. Chitarre segaossa dal gusto old-school, panzer ritmici, blast distruttivi, parti di basso abrasive, intuizioni fortunate e passaggi di tempo che rendono il tutto vario senza entrare in territori tecnici, sono la carne e le ossa che compongono la sostanza di una creatura musicale che diverte e trascina l'ascoltatore, ma che mette in gioco un serio interesse nella composizione e proposizione dei brani presentati. La produzione seguita da Wilson Ng accentua la natura moderna e attuale della proposta, senza però cadere in suoni di plastica o momenti troppo compressi; se infatti non abbiamo artifici lo-fi o tratti raw, il tutto viene mantenuto comunque violento e pesante, dando rilevanza tanto alla parte ritmica, quanto alle corde e alla posizione dei versi del cantante, mai troppo sopra ai suoni, ma nemmeno sepolti sotto di essi. Tutti elementi importanti per il genere, dove una certa chiarezza (ma non delicatezza) è necessaria tanto quanto una scrittura e un'esecuzione competenti. Fortunatamente per noi e per la band tutto ciò avviene in questo disco, e i Vermicular Incubation si confermano come una realtà che dovrebbe essere, o diventare, familiare per gli ascoltatori del brutal death metal moderno nelle sue sfaccettature. Tratti death, tratti brutal, naturalmente elementi slam e alcune particolarità core nelle vocals degli ospiti (ma non nei suoni, distanti da ogni tentazione deathcore) si uniscono in un ensemble dove ogni componente porta la sua esperienza come musicista, contribuendo a un discorso globale fatto non di singoli, anche se ogni traccia ha una propria identità e particolarismi vari, bensì di episodi e parti in un racconto sonoro che si sviluppa e ci accompagna per poco più di trentadue minuti (durata abbastanza amplia per un album di questo genere). Molte tracce si mantengono sotto i tre minuti e solo "Whispers Of Savagery" tocca i quattro, permettendo così a ogni momento di non risultare troppo prolisso o ripetitivo, e i minutaggi confluiscono in un flusso a tratti intervallato da campionamenti posizionati in certe sezioni per contribuire al sapore videoludico e cinematico dell'album; una struttura generale che mantiene anche su questo aspetto una certo equilibrio che presenta un'opera adatta sotto ogni particolare per la musica che i Nostri vogliono portare avanti. Impossibile ascoltare l'album e non immaginare città distrutte da vermi alieni giganteschi, lotte all'ultimo sangue, orrori mutanti, catastrofi, esplosioni, fenomeni distruttivi, e quanto può venire i mente tramite la musica e guardando l'artwork del libretto, mentre le nostre orecchie vengono conquistate da toni di basso che richiedono speaker adatti per essere davvero apprezzate e riff militanti che avanzano come carri-armati futuristici su un campo di battaglia, presi alla sorpresa da esseri immondi e mostruosi, perfettamente rappresentati dalle vocals che godono dell'abilità di un cantante che ha una certa esperienza sul campo, e lo dimostra pienamente. Un debutto più che soddisfacente e assolutamente robusto, naturalmente non messo in piedi da dei principianti, ma anche con la garanzia relativa dei nomi dietro di esso, la bontà del risultato non era assolutamente scontata, soprattutto a livello così alto. Certo, se siete in vena di ascolti totalmente seriosi vicini, per esempio, ai tratti occulti e discorsivi di certo death metal o black metal attuali, o se peggio siete alla ricerca di un'esperienza metal classica con tratti melodici, magari operistici, non sarà sicuramente questo il lido verso cui guardare; ma se invece volete un album brutale e ben suonato, con dei tratti moderni, ma non plastificati, che offre un'esperienza coerente al genere, ma che rifugge pulsioni vintage in favore di un'identità saldamente fissata nel presente, e che è motivato certamente più dalla musica che dai suoi temi, i quali comunque rimangono in equilibrio tra il serio e il troppo ridicolo, questo è decisamente il lavoro che fa per voi. Una sorta di videogioco trasportato in musica, ma uno di quelli ben fatti dove grafica, giocabilità, trama soddisfano pienamente le aspettative del fruitore, la colonna sonora brutal death/slam perfetta, volendo, per una generazione cresciuta con i sparatutto degli anni duemila, le estetiche degli anime, manga, videogiochi giapponesi, lo humor post-internet, perché coerente con tutti questi temi, ma allo stesso tempo condotta con tecnica e serietà per quanto riguarda il lato musicale. Certo, non stiamo parlando dei Nile e in generale del brutal death metal più tecnico, ma nemmeno di una formazione di sprovveduti o, come avviene con certe formazioni slam, con musicisti dediti solo alla "cafoneria musicale" volutamente più spinta e rozza nel suo minimalismo. Un nome da tenere d'occhio nel panorama del death metal moderno più brutale e dalle tendenze slam.

1) Intro
2) Molecular Deformity
3) Shores Of Styx
4) Miasma Extermination
5) Whispers Of Savagery
6) The Parasitic Order
7) Infested Colony
8) Suffocated By Maggots
9) Upon The Throne Of Tragedy
10) Wormhole Transportation
11) Venomous Torment