VANDEN PLAS
Chronicles of the Immortals: Netherworld Path II
2015 - Frontiers Records

SANDRO NEMESI PISTOLESI
21/11/2015











Introduzione recensione
Sotto il vertice della piramide del progressive metal, occupato saldamente dai Dream Theater, ci sono alcune interessantissime band, che oscurate dall'onnipotenza ormai indelebile del Teatro dei Sogni, non riescono ad uscire al di fuori "del culto di nicchia", e devo dire ingiustamente, senza nulla togliere a Petrucci e compagnia cantante. Mi vengono in mente gli Shadow Gallery, la mia band progressive metal preferita in assoluto, i Threshold, i vari progetti dell'eclettico musicista olandese Arjen Anthony Lucassen ed i tedeschi Vanden Plas. Ed è proprio il nuovo disco di questi ultimi che ci appresteremo ad analizzare. I Vanden Plas nascono a Kaiserslautern nel lontano 1983. Agli esordi la band capitanata da Andy Kuntz si chiamava Exodus, poi il nome è stato cambiato, per ovvi motivi di omonimia che penso non ci sia il bisogno di stare ad approfondire. Durante una prolungata gavetta, la formazione subisce alcune variazioni. Insieme ad Andy Kuntz, i membri della formazione originale che ancora oggi fanno parte della line up del combo tedesco, sono i fratelli Stephan e Andreas Lill rispettivamente chitarrista e batterista. A completare la formazione si aggiungono il bassista Torsten Reichert ed il talentuoso tastierista Gunter Werno. Il primo sospirato lavoro in studio arriva nel 1994 con il CD autoprodotto "Colour Temple". I nostri ci propongono un progressive metal assai meno virtuoso e complicato di quello dei più blasonati colleghi già citati, puntando molto su avvolgenti atmosfere che cambiano spesso ed in maniera repentina, riportando in chiave metal, con le dovute proporzioni, le prime affascinanti sonorità marilliche. Durante la loro carriera, i Vanden Plas hanno intrapreso anche una strada parallela che li ha visti coinvolti in una serie di rappresentazioni teatrali, come Jesus Christ Superstar, The Rocky Horror Show e La Piccola Bottega degli Orrori. Ed è proprio questa seconda attività che ha dato nuova linfa ai Vanden Plas, ultimamente accusati dalla critica (ma non da chi scrive) di aver esaurito le idee compositive. Purtroppo ormai viviamo in un'epoca dove le idee iniziano a scarseggiare, sia sul fronte musicale che su quello cinematografico, è per questo che spesso ci imbattiamo in inutili cover, patetici remake oppure in abbindolanti "liberamente tratto da?", infatti sono spesso i libri l'inesauribile fonte da cui attingono registi o musicisti, quei libri che purtroppo oggi si trovano a dover lottare con la loro triste versione elettronica. Gli esempi più vincenti di trasposizioni cinematografiche ispirate a libri o fumetti sono la saga de "Il Signore Degli Anelli", trasposizione abbastanza fedele del capolavoro tolkeniano ed il recente "The Walking Dead", tratto dalla celebre collana a fumetti, che ha dato nuova vita, scusate il gioco di parole, ai nostri amatissimi zombi, riportandoli ai vertici del cinema horror. Di esempi di canzoni ispirate a poemi o racconti ce ne sono fin troppi, ma raramente ci sono stati interi concept album le cui liriche prendono spunto da un libro, mi vengono in mente "Inferno" (1973) dei capitolini Metamorfosi, ispirato al poema dantesco o il sesto lavoro in studio degli stessi Vanden Plas, intitolato "Christ 0", liberamente tratto dal "Conte di Montecristo" di Alexandre Dumas. Ed è proprio a quest'ultimi che è successa una casa strana. Lo scrittore tedesco Wolfgang Hohlbein, appassionato fan della band di Kaiserslautern, ha proposto a Kuntz e compagni di dar vita ad una trasposizione teatrale della sua trilogia horror-fantasy "Le cronache degli Immortali". Nel 2012 il progetto debutta nei teatri tedeschi, partendo da quello di casa, a Kaiserslautern. Stephan Lill e Gunter Werno fanno parte dell'orchestra suonando i rispettivi strumenti, mentre Andy Kuntz indossa le vesti dell'attore principale. Visto il soddisfacente successo ottenuto, lo scrittore Wolfgang Hohlbein, da noi ancora poco conosciuto, ma che in patria riscuote un discreto successo paragonabile a quello di Stephen King, ha proposto ai nostri di scrivere un concept basato sulla trilogia "Le cronache degli Immortali", storia fantasy dal sapore gotico che vede le gesta del cavaliere immortale Andrej Delàny, il quale dopo un lungo esilio, fa ritorno nel suo villaggio natio, sperso nelle nebbie della Transilvania, ma purtroppo lo trova raso al suolo. Frederic, l'unico superstite sopravvissuto allo scempio, lo informa che è stata opera di un cardinale che guidava tre misteriosi cavalieri dall'armatura dorata, che non hanno avuto pietà nemmeno di donne e bambini. I pochi sopravvissuti sono stati fatti prigionieri e portati verso una destinazione ignota. Appreso che fra i prigionieri c'è anche suo figlio, Andrej Delàny si mette sulle tracce dei misteriosi assassini, accompagnato dal giovanissimo Frederic. Il percorso sarà pieno di trappole ed insidie, durante le quali il cavaliere assetato di vendetta subisce poche ferite, combattendo con una sola spada di fronte ad orde di nemici, risultando immune di fronte al fuoco. Le poche ferite subite si rimarginano in poco tempo. Lo stesso cavaliere non sa dare una spiegazione a Frederic, sa solo che quello strano dono che ha, si è trasformato in una condanna che ha fatto sì che venisse allontanato dal suo villaggio natale. Indagando, scoprirà che fa parte di una stirpe di guerrieri immortali, discendenti dai terribili Vampiri che imperversano nella Transilvania. I Vanden Plas accettano di buon gusto l'allettante proposta dello scrittore proveniente dalla Turingia, dando vita ad un lungo concept che si snoda su due album ben distinti. Il primo capitolo "Chronicles Of The Immortals - Netherworld Path I" è venuto alla luce il 25 Febbraio del 2014. Le dieci tracce che lo compongono vengono chiamate Visioni, musicalmente si ricollega alle avvolgenti sonorità dei capolavori "The God Thing" e "Christ 0". Se vi siete già gustati il primo capitolo, non vi resta che inserire nel lettore CD l'attesissimo sequel.

Vision 11even - In My Universe
Con "Chronicles Of The Immortals - Netherworld Path II" (Le Cronache degli Immortali - Mondo Inferiore Parte 2) i nostri ripartono da dove ci avevano lasciato, con "Vision 11even- In My Universe" (Visione 11- Nel Mio Universo), continuando l'affascinante viaggio del cavaliere immortale intrapreso circa dodici mesi fa. Un enigmatico riff sparato dal synth viene oscurato da epiche tastiere, che anticipano di pochi istanti un potentissimo wall of sound sparato da tutti gli strumenti all'unisono. Dopo circa una cinquantina di secondi, un accordo distorto in fader ospita una struggente tastiera, scandita da alcune rullate, che aprano i cancelli alla strofa. Un bellissimo arpeggio di chitarra viene meravigliosamente ricamato dal basso ed i colpi di una articolata ritmica accolgono l'inconfondibile timbro vocale di Andy Kuntz. Una graffiante chitarra distorta ci porta verso il chorus, gli accordi aperti della chitarra rendono vita facile a Mr. Kuntz, che ci cattura con uno dei sui classici ritornelli. Un breve stacco strumentale con le tastiere in evidenza ci riporta alla strofa, interpretata in maniera magistrale dal cantastorie di Kaiserslautern. Ritornano bridge ed inciso e poi è il turno dell'assolo di chitarra, molto melodico, da brividi. La sezione ritmica alterna un 4/4 abbastanza semplice ad un tempo irregolare, seguita dalla chitarra ritmica. Successivamente incontriamo un bizzarro interludio dove Mr. Werno si sdoppia fra tastiera e sintetizzatore, dopo alcune battute Andy Kuntz entra in scena con una linea melodica che ricalca quella proposta dalle tastiere, doppiato da un suggestivo coro femminile. Andreas Lill ritma con gran classe abusando del charleston e di sporadici colpi di cassa, seguiti come un ombra dal basso. Al minuto 04:51 entra in scena l'altro Lill, con potenti accordi di chitarra, che invitano il fratello ad invigorire la ritmica, dando vita ad un epica atmosfera da pelle d'oca. Mr. Kuntz sale in alto con la voce, ricollegandosi magnificamente all'inciso. I nostri concludono con il potente unisono che abbiamo ascoltato nelle prime battute nel brano. Durante il viaggio narrato nella prima parte del doppio concept, Andrej Delàny ha appreso di appartenere ad una stirpe di guerrieri immortali, molto più vicina ai Vampiri che terrorizzano la Transilvania, che agli esseri umani. Ed è proprio per questo che era stato allontanato dal suo villaggio natio. Ora si trova al cospetto del principe Delle Tenebre, il Conte Dracula in persona, ha raggiunto il suo tetro regno, dove il sangue viene bevuto al posto del vino, dove hanno perso la vita numerosi viandanti. Ora si chiede come possa discendere da Lui, cosa ha potuto dar vita ad un essere immortale. Il Conte Dracula dona un ulteriore potere alla propria progenie, ora potrà trarre potere assorbendo le anime dei nemici uccisi. Se questo è solo l'inizio, sono impaziente di ascoltare il resto. La strofa con la chitarra arpeggiata che si intreccia con il basso è fra le migliori proposte dal combo di Kaiserslautern, da brividi l'assolo e la parte finale del brano.

Vision 12elve - Godmaker's Temptation
Una inquietante e cupa tastiera accompagnata da uno spettrale vento apre "Vision 12elve - Godmaker's Temptation" (Visione 12 - La Tentazione), Andy Kuntz quasi sussurra alcune frasi, mantenendosi fedele alla sinistra atmosfera. Poi irrompono i fratelli Lill con un potente riff ed alcune rullate che annunciano la strofa. Una ritmica articolata ed un pad di tastiera ospitano degli accordi arpeggiati che indicano la strada da seguire a Andy Kuntz. Nel bridge, la tastiera si fa più presente, Stephan Lill preme il distorsore ad annuncia l'epico chorus. Come spesso accade, Mr. Kuntz si fa guidare dai potenti accordi della chitarra, sfornando una bellissima linea vocale. Si cambia repentinamente atmosfera, come per magia ritorna la strofa, seguita dal bridge e dal bellissimo ritornello che nel finale si fonde splendidamente con l'assolo di chitarra, semplice e melodico ma d'effetto, che cresce di intensità concludendo con un breve e funambolico tapping. Per alcune battute rimangono solo a chitarra arpeggiata e la voce, poi un epico unisono di tastiera e chitarra distorta ci riporta al chorus, che stavolta si fonde con un bellissimo ed evocativo assolo di tastiera. Si chiude con un rocambolesco finale dove gli strumenti sembrano impazziti. Il nostro cavaliere immortale si trova di fronte ad un dubbio amletico molto più grande di lui: continuare ad essere una creatura immortale agli ordini del Conte Dracula, o lasciare per sempre le tenebre in favore delle colline di Dio, sposando il calore e la potenza della luce del Sole? Secondo Godmaker, un misterioso messaggero di Dio, potrebbe essere la notte giusta per cessare di essere una creatura blasfema, gettandosi tutto alle spalle e mettersi a sorseggiare la rugiada dell'Onnipotente. Il messaggero ha il potere di liberarlo dalla maledizione, sta a lui decidere se scegliere la via del Signore, o rimanere per sempre imprigionato nel Purgatorio. La mano di Dio è sempre lì, ad aspettarlo. Altro ottimo brano con una serie di sbalzi atmosferici, che punta molto sul potente ed ammaliante inciso.

Vision 13teen - Stone Roses Edge
Un'atmosfera dai sentori gotici apre "Vision 13teen - Stone Roses Edge" (Visione 13 - La Cima Delle Rose Di Pietra). Il protagonista è un triste pianoforte, affiancato da un avvolgente flauto, che dopo alcune battute in solitario si mette a duettare con Andy Kuntz. Poi, un potentissimo unisono fa piazza pulita. Günter Werno domina con un bellissimo riff di tastiera. Dopo circa un minuto si cambia di nuovo. Arriva la strofa, i Vanden Plas dimostrano che quando vogliono, non sono per niente inferiori ai Dream Theater. La martellante sezione ritmica accompagna la graffiante chitarra, alla quale s'intreccia magnificamente la tastiera. Andy Kuntz emerge a fatica dal potente impatto sonoro. Al minuto 01:42, i nostri passano con una facilità disarmante dalla strofa al bridge (è per questo che li amo NDR), ritmica articolata e dispari ed una veloce chitarra arpeggiata in modalità Police, Andy ci guida verso l'ennesimo potente chorus, dove deve vedersela con le tastiere di Mr. Werno. Ritorna la massacrante strofa, seguita dal repentino sbalzo atmosferico del bridge, che ci riporta nuovamente verso l'ammaliante inciso. Uno sporco interludio strumentale annuncia l'assolo di tastiera. Il martellante tappeto di doppia cassa costringe Günter Werno a far correre velocemente le sue falangi sui denti d'avorio della tastiera. Sulla fine dell'assolo gli accordi distorti della chitarra seguono all'unisono la tastiera, che poi lascia il campo a Stephan Lill. Per sua fortuna il fratello maggiore riduce i BPM, rendendogli più agevole il compito. Ritorna l'inciso, stavolta privo del riff di tastiera, poi veniamo catapultati in un limbo che sembra tenerci sospesi in aria. Andreas Lill percuote le pelli in maniera cadenzata, ottenendo una ritmica dai sentori tribali, Gunter Werno fa centro con un inquietante pianoforte dai sentori gotici, Andy Kuntz sul finale quasi sussurra alcune frasi, per poi esplodere nel ritornello, stavolta accompagnato dal bellissimo riff di tastiera. Il chorus funziona bene, ed i nostri raddoppiano la dose, sul finale Stephan Lill si sostituisce alla voce con un melodico assolo di chitarra. In chiusura siamo investiti dal massacrante unisono della strofa, che supporta un funambolico assolo di tastiera che va a concludere il brano. Andrej Delàny ha fatto la sua scelta, preferisce convivere con la propria maledizione ed essere immortale, in modo da continuare la sua missione. A monte di Edelvegar c'è un luogo misterioso, dove il tempo si è fermato, un posto dove le anime si perdono, un posto dove lui potrebbe diventare un Dio, acquisendo ulteriori poteri, un posto chiamato La Cima delle Rose Di Pietra, ma raggiungerlo non sarà per niente facile, bisogna essere concentrati ed audaci. Lungo il cammino le strade sembreranno tutti uguali, ma con una manciata di monete d'argento si potranno comprare preziose informazione che faciliteranno il percorso. Per completare la missione, il nostro eroe immortale ha bisogno di diventare ancora più forte, è per questo che decide di seguire la luce della costellazione sotto il Sole, alla ricerca della misteriosa Cima Delle Rose Di Pietra. Brano potente ed accattivante, con un Gunter Werno a dir poco stratosferico.

Vision 14teen - Blood of Eden
Andando avanti incontriamo la traccia più lunga del platter (e se non sbaglio la più lunga in assoluto composta dal combo teutonico, dall'alto dei suoi 13:21 minuti), la maestosa suite "Vision 14teen - Blood Of Eden" (Visione 14 - Il Sangue dell'Eden), divisa in tre sezioni ben distinte. La prima parte intitolata "All Love Must Die" (Tutti gli Amori devono Morire) viene aperta da uno struggente pianoforte. Dopo alcune battute, Werno aggiunge un emozionate pad di archi confezionando un'atmosfera da brividi, che accoglie Mr. Kuntz. Il nostro si lascia guidare dagli accordi del pianoforte, interpretando la strofa in maniera magistrale. Un crescendo di violini chiama all'appello la sezione ritmica, che con molta classe si presenta con un tempo soft, facendo attenzione a non rovinare la magnifica atmosfera ricreata. Un sognante flauto annuncia il bridge, la bellissima linea vocale di Andy Kuntz viene rafforzata dalla seconda voce femminile di Julia Steingass (presente anche sull'album precedente), che lo accompagna anche nel paradisiaco ritornello. Le due voci si intrecciano magicamente con le struggenti tastiere ed il pianoforte di Mr. Werno, dando vita ad un'atmosfera fiabesca da brividi. Ritorna la strofa, che vede ancora protagonisti Werno e Kuntz, il primo con il pianoforte e struggenti pad, l'altro con una linea vocale da pelle d'oca. Il bellissimo bridge stavolta è guidato da un melanconico tema di chitarra che magicamente ci accompagna verso il chorus, sempre cantato a due voci. Potenti accordi di chitarra annunciano la versione hard dell'inciso. Andreas Lill dimezza i BPM, mentre gli accordi del fratello Stephan spingono in alto Andy Kuntz, che con la voce vola in alto fino a raggiungere il Paradiso, accompagnato dalla tastiere di Mr. Werno. Brividi. Un melanconico pianoforte e inquietanti tastiere chiudono questa emozionante prima parte. Al minuto 05.01 una tastiera dai sentori dreamtheateriani (scusate il neologismo) dà il via alla seconda parte, intitolata "The Rite" (Il Rito), qualche battuta in solitario e la tastiera viene accompagnata da una cavalcata di chitarra e basso. La batteria entra in crescendo. L'impatto sonoro ottenuto è devastante e con la mente ci riporta inevitabilmente ai fasti di Images and Words. Un assolo di tastiera ci guida verso la strofa, dove le acque si calmano. La ritmica irregolare guida un arpeggio di chitarra, ricamato da inquietanti tastiere che sembrano provenire da un vecchio film della Hammer. L'enigmatica linea vocale viene ricamata da poche note di pianoforte che danno un leggero sentore jazz. Nel bridge, Stephan Lill preme il distorsore, una melanconica linea vocale ci porta nel verso l'inciso, dove Andy Kuntz duetta con il solo pianoforte. Irrompe l'assolo di chitarra, che spazza via la melliflua atmosfera dell'inciso, le note sparate dalla chitarra Di Stephan Lill giocano intorno alla melodia portante del brano. Gunter Werno sostituisce alla chitarra e ci colpisce con funambolico assolo di tastiera, che va a sfumare con uno struggente pad di archi, che accolgono un melanconico pianoforte, con il quale Andy Kuntz inizia a duettare con classe sopraffina, ricamato da alcuni fraseggi di chitarra. Nella seconda parte dell'interludio rimangono solo pochi accordi di pianoforte e la calda voce di Kuntz che al minuto 09:10 ci sorprende con un paio di versi cantati in italiano (??) "fiore, io ti curerò - fiore, spento sarai tu" che richiamano tutti all'appello. Kuntz vola in alto trasportato dai potenti accordi di chitarra, poi viene sostituito in successione da un assolo di tastiera, di chitarra e nuovamente tastiera. Nella parte finale di questo trascinante interludio strumentale, chitarra e tastiera si intrecciano in un vortice di funamboliche note. Si chiude con un potente unisono. Al minuto 11:25 ha inizio la terza ed ultima parte della suite, intitolata "This Is the Night" (Questa è la Notte), aperta da un inquietante pianoforte, ricamato dagli archi dal sentore Hitchcockiano. La sezione ritmica entra in scena in maniera soft, lasciando il campo a Mr. Werno che ci culla con pianoforte e tastiera. Dopo alcune battute strumentali, la ritmica aumenta leggermente di intensità, annunciando il ritorno di Andy Kuntz che con un leggero crescendo apre le porte al ritorno a Stephen Lill; il nostro, prima dona grinta con un paio di accordi distorti, poi fa centro con l'ennesimo assolo di chitarra da brividi che si collega magicamente al ritornello, lo stesso chorus da brividi che abbiamo ascoltato nella prima parte della suite. La chiusura è opera di Mr. Werno, che ci lascia con pianoforte e archi dal retrogusto fiabesco che girano intorno alla melodia portante del brano. Nelle liriche si affronta l'immancabile parte sentimentale del racconto. Ormai Andrej Delàny ha completato la sua metamorfosi, ora è una vera e propria creatura della notte, una violenta tempesta lo ha portato per sempre sulla strada delle tenebre, allentandolo dall'amore della sua vita. E' combattuto, si sente in colpa e spara che Dio un giorno possa perdonarlo. Per completare definitivamente la sua trasformazione Andrej Delàny deve compiere il rito finale, deve sacrificare una vergine e bere il suo sangue. Dopo una lunga battaglia interiore decide che la sua amata sarà la vittima sacrificale. Nella notte in cui finirà il loro amore va a farle visita, ora lei è diventata la sua rosa sanguinante, mentre sta bevendo il sangue dell'Eden e la sua verginità, può accarezzare la sua pelle vellutata di angelo, può sentire il suo respiro. Nel suo sguardo lui può leggere un arrivederci, ora i due sono legati per l'eternità. Nell'oscurità della notte in cui è definitivamente diventato un Vampiro, sente che dentro di lui è rimasto ancora qualcosa di umano, la fiamma dell'amore sta ancora ardendo, i due sono due luci fiammeggianti che arderanno in eterno. Ci sono poche parole da dire, per chi scrive questo è uno dei brani piè belli scritti dal combo di Kaiserslautern. Da pelle d'oca la prima parte.

Vision 15teen - Monster
Continuiamo l'affascinate viaggio del nostro Andrej Delàny con "Vision 15teen - Monster" (Visione 15 - Mostro), aperta da tastiere molto soft e dai sentori epici. La minacciosa linea vocale di Andy Kuntz anticipa di qualche secondo un potente unisono stoppato che si alterna al tema di tastiera, poi una serie di accordi aperti accoglie apre la strada alla strofa, la linea vocale si alterna con il potente unisono. Nel bridge una chitarra arpeggiata riesce ad emergere fra i potenti accordi distorti, portandoci verso l'inciso, dove ritroviamo l'unisono iniziale che possiamo definire il tema portante del brano, dove spicca un fragoroso coro "Monster, Monster (Mostro, Mostro)". Un breve interludio strumentale con la chitarra in evidenza e ritorna la strofa, con l'epico unisono che ricorda vagamente la celebre "Kashmir". Ritorna l'accattivante bridge, seguito dal chorus, stavolta riproposto più volte. Un accordo distorto sfuma, lasciando il campo ad un bellissimo giro di pianoforte. Entra in scena Andy Kuntz, accompagnato da epici flauti e successivamente da struggenti violini. Un potente unisono fra basso, batteria stoppati e chitarra distorta sovrasta le tastiere, Kuntz invigorisce il cantato, una serie di rullate ci porta in un nuovo interludio, dove le tastiere si scontrano con la chitarra, che poi prende il sopravvento esplodendo nell'assolo, un micidiale mix fra tecnica e melodia. Andando avanti ritroviamo il bridge, seguito dal chorus. Si chiude con l'interludio strumentale che abbiamo incontrato a metà brano. Continua la lotta interiore fra il bene ed il male che tormenta il povero Andrej Delàny. Difronte ad uno specchio demoniaco cerca di scoprire cosa è realmente, un mostro, un santo o una specie di vampiro. Lui spera che lo specchio risponda con una bugia. Nonostante il demonio stia per catturare la sua anima in maniera definitiva, sente che alberga ancora un barlume di umanità, imprigionato in uno sperduto abisso all'interno del suo corpo. Quella piccola luce in un mare di tenebra si sta facendo prepotentemente largo, guidato del desiderio d'amore di rivedere il figlio e l'amore della sua vita. Brano meno articolato rispetto allo standard dell'album, non male, ma certamente ci colpisce meno degli altri.

Vision 16teen - Diabolica Comedia
Spicca un gradito tributo al sommo poeta Dante nella successiva "Vision 16teen - Diabolica Comedia" (Visione 16 - Diabolica Commedia), aperta da cristalline note di pianoforte, immediatamente spazzate via da un epico wall of sound, dove ben presto prendono il sopravvento le tastiere di Mr. Werno. Mentre l'accordo distorto di chitarra evapora lentamente, prende vita un martellante riff di pianoforte, successivamente ricamato da sognanti flauti dal retrogusto settantiano. Andreas Lill si conferma un ottimo drummer che trova sempre la giusta soluzione, ritmando con cassa e stecca. Un potente accordo distorto rompe la quiete, un pad di archi si sostituisce ai flauti, dando un tocco epico e nostalgico ad un tema che sarà ricorrente nel corso del brano. Ritorna la calma, un bel groove di basso giganteggia sulla raffinata ritmica di Mr. Lill. Le tastiere ricamano magicamente la linea avocale del cantastorie di Kaiserslautern. Nel bridge sono ancora le tastiere le protagoniste, Kuntz ci guida verso il chorus con un ammaliante "over and over (ancora ed ancora), per poi esplodere trascinato dagli accordi della chitarra. Un breve stacco strumentale che ci ripropone il tema portante e ritorna la strofa, dove spiccano i raffinati arrangiamenti. Over and over e ritorna l'epico ritornello, seguito dall'assolo di chitarra, più tagliente e funambolico rispetto agli standard di Mr. Lill II°. La strofa successiva vede duettare per alcune battute voce e pianoforte, poi il ritorno delle sognanti tastiere apre le porte ad un nuovo assolo di chitarra che nel finale si riallaccia al chorus. Nella seconda part Andy Kuntz sale il più in alto possibile, raggiungendo i suoi massimi registri. Sul finale Andreas Lill ingrana la quarta dando vita ad una trascinante cavalcata, dove spicca un assolo di tastiera. Perso nelle viscere dell'Inferno, Andrej Delàny usa la Divina Commedia come se fosse l'antenato del navigatore satellitare. Le vie per il Paradiso sono tutte sbarrate, il suo viaggio viene paragonato a quello di Gustav "von" Aschenbach, protagonista del racconto "La morte a Venezia" dello scrittore tedesco Thomas Mann, dove il personaggio scopre aspetti nascosti della sua vita e trova sardonicamente la morte proprio sul più bello, quando sembrava aver iniziato una seconda giovinezza. E' convinto che il figlio sia la chiave di volta per la salvezza eterna e deve ritrovarlo ad ogni costo, sperando di non seguire le orme del beffardo finale della Morte A Venezia. Dopo un brano dalla struttura più semplice, i nostri ci riportano immediatamente sul Pianeta Vanden Plas, con un brano ricco di cambi ed avvolgenti atmosfere che si segnala fra i migliori del platter.

Vision 17teen - Where Have the Children Gone
Andando avanti incontriamo la "Vision 17teen - Where Have The Children Gone" (Visione 17 - Dove Sono Andati I Bambini) aperta da un pianoforte classicheggiante ricamato da struggenti archi. Kuntz entra subito in scena, accompagnato dalla chitarra arpeggiata che si intreccia a meraviglia con gli accordi del pianoforte. La dolce linea vocale sul finire si fa più aggressiva, aprendo le porte ad un potente inciso, dove domina la chitarra distorta, che lentamente sfuma con molta classe, riportandoci nella cullante atmosfera soft della strofa. Un leggero crescendo fa nuovamente da bridge al potente ritornello, Andy Kuntz esplode, trascinato dalla bella progressione di accordi. Un'appendice dai sentori epici ci guida verso un graffiante interludio dove domina la chitarra distorta. La linea vocale segue le orme lasciate dalla chitarra, Andreas Lill massacra i piatti, complicando ancora di più la ritmica irregolare. Sul finale la doppia cassa e le tastiere ingigantiscono la babele sonora che sfocia in un funambolico assolo di chitarra, che improvvisamente lascia il campo al ritorno del chorus che nel finale sfuma lentamente sotto i potenti colpi all'unisono dei fratelli Lill e compagni. Continua la guerra interiore del nostro eroe, che arriva ad invocare Dio, affinché possa riuscire vedere le anime perdute dei bambini. Ogni bambino che lascia la Terra si porta via la propria luce, rendendo il Mondo sempre più oscuro. Lui è convinto che le anime perse dei bambini possano essere liberate da una preghiera comune, in modo da porre fine alla guerra che vede coinvolti due mondi diametralmente opposti. Le anime dei bambini sono l'ultima chance per far sì che il bene trionfi sul male. Anche in questo brano sono gli arrangiamenti a fare la differenza, geniali e raffinati nella strofa a cui risponde un potente chorus, ormai marchio di fabbrica dei Vanden Plas. A giudicare dal titolo della traccia successiva siamo quasi all'epilogo di questa estenuante lotta tra il bene ed il male.

Vision 18teen - The Last Fight
Delle tastiere dai sentori fatati aprono "Vision 18teen - The Last Fight" (Visione 18 - L'ultimo Combattimento), ma vengono brutalmente spazzate via da un travolgente wall of sound dove le tastiere sembrano inseguire i graffianti accordi della chitarra. Di colpo rallentano i BPM, un paio di accordi aperti e si cambia di nuovo. Andy Kuntz viene accompagnato da un enigmatica chitarra, le tastiere sembrano porre domande ad Andy Kuntz, che risponde con una line vocale ammonente. Entra in scena Andreas Lill, seguito dal fratello che ci graffia con un potentissimo riff di chitarra, supportato da un bel tappeto di basso. Dal potente wall of sound emerge un suggestivo coro gregoriano, le tastiere crescono ed aprono i cancelli all'inciso, reso epico dalle tastiere e come sempre interpretato magistralmente da Andy Kuntz. Un breve interludio strumentale dai sentori dreamtheriani e risiamo nell'enigmatica strofa. Potenti accordi distorti danno verve alla strofa, poi il bridge inizia a pompare, guidato dalla chitarra, fino alla successiva esplosione del chorus, che mette in evidenza un potente tappeto ritmico. Il ritornello viene raddoppiato, le epiche tastiere di Werno spingono sempre più in alto Andy Kuntz. Al minuto 03:28 si cambia nuovamente atmosfera. Sono ancora una volta le tastiere protagoniste, affiancate da una chitarra arpeggiata. La fatata atmosfera viene improvvisamente spazzata via per alcune battute da un travolgente unisono, dove emerge un infernale coro che sembra provenire da una congrega di streghe. Il giochetto si ripete per due volte, poi troviamo un interludio strumentale con una bella chitarra distorta in evidenza. Si cambia nuovamente, i nostri ci portano nel medioevo con uno stacco dal sapore barocco, che successivamente si fonde a quello ascoltato precedentemente. Una bella progressione di accordi, rafforzata da un oscuro coro dal retrogusto gregoriano anticipa il solo di chitarra. Le note sparate da Stephan Lill inizialmente si lasciano guidare dal coro, per poi assumere delle sembianze assai più taglienti. Sul melodico finale del solo, una serie di interminabili corse sui tom ci porta verso l'ennesimo cambio, dove per alcune battute una potente chitarra distorta si intreccia con un ridondante arpeggio. Successivamente irrompe la sezione ritmica, seguita da Gunter Werno con uno spettrale assolo di tastiera. Ritorna il bridge, che anticipa il ritornello finale. Si chiude con un travolgente unisono simile a quello iniziale, che nel finale prima viene rafforzato da un micidiale tappeto di doppia cassa, per poi rallentare sotto i cadenzati accordi della chitarra, che mettono in evidenza le epiche tastiere, le quali ci accompagnano verso il gran finale. Il nostro Andrej Delàny si affida all'onnipotenza di Odino per affrontare il duello finale. E' rimasto l'unico guerriero immortale in grado di affrontare l'oscuro nemico. Lui è pronto a sacrificarsi nel nome dell'amore. Mentre cerca invano la sua amata, il signore oscuro sferra un attacco mortale. E' la prima volta che un uomo morendo, vince una battaglia, facendo trionfare l'amore. Con la propria morte, il coraggioso cavaliere ha rotto definitivamente la linea di sangue che lo legava al Principe delle tenebre. Penso che ascoltando questo brano, tutti coloro che accusavano i Vanden Plas avevano esaurito la vena compositiva si possono tranquillamente ricredere. Ascoltando questo potentissimo brano perdiamo la conta degli innumerevoli cambi di tempo e degli sbalzi atmosferici che ci trasportano all'interno dell'epico scontro finale.

Vision 19teen - Circle of the Devil
E siamo giunti all'epilogo di questa fantastica opera metal, che si chiude con "Vision 19teen - Circle Of The Devil" (Visione 19 - Il Circolo Del Diavolo), aperta da tristi rintocchi di una campana che suona a morto, accompagnata da un melanconico pad di tastiera. Andy Kuntz diffonde tristezza con una linea vocale cupa dai sentori gotici. Per alcune battute il cantastorie teutonico duetta con le tastiere di Gunter Werno, che aggiunge un suono dai sentori fatati allo struggente pad. Un inquietante vocoder che sembra provenire dal un altro mondo, lascia il campo ad un melanconico coro da brividi, accompagnato dalle tastiere. Andreas Lill ritma con una raffinata marcia. Lentamente le tastiere iniziano a crescere, trasportando in alto anche il bellissimo coro. Una chitarra distorta inizia a pompare, richiamando tutti all'ordine. Sotto i colpi cadenzati inferti dalla sezione ritmica, una bella progressione di accordi distorti ed epiche tastiere guidano il coro ed Andy Kuntz in un bellissimo interludio che rievoca atmosfere dai sentori fantasy. Successivamente uno struggente assolo di chitarra si sostituisce alla voce. Pelle d'oca. Ritorna Andy Kuntz, che si fa largo fra potenti accordi distorti, che ci guidano verso una seconda parte dal sapore epico. Al minuto 05:41 il coro rimane in solitario, accompagnato da una sferragliante chitarra acustica e dalle tastiere, poi si riparte con lo struggente inciso che ci ha emozionato nella Visione 14, riproposto in versione doom che lentamente ci porta verso la conclusione di questa fantastica avventura, scandita dalle tastiere che lentamente emergono dall'accordo finale. Il triste epilogo che ha visto il nostro eroe morire nel nome dell'amore, apre a sorpresa le porte ad una nuova alba. Con il suo sacrificio è riuscito a liberare tutte le anime imprigionate nelle tenebre. La coraggiosa scelta di rinunciare ad essere un dio, ha fatto sì che ritrovasse l'amore e soprattutto se stesso. In questo triste giorno di lutto, ora sono tutti pedine del Paradiso, si sono resi conto che gli dei sono loro nemici, che sfruttano le loro anime per un diabolico gioco. L'amore è la via per la luce eterna, l'amore scintilla luminose in questa triste notte, squarciando le tenebre. I nostri concludono la loro opera con un brano dal sapore epico, degno finale di un piccolo gioiello. Nel libretto illustrativo, troviamo una visione conclusiva, una sorta di profondo esame introspettivo del nostro Andrej Delàny, intitolata appunto "Insight - Visione Inside" (In Vista - Visione Interna), dove il nostro fa un profondo esame di coscienza. Sostiene che essere immortali in fondo non ha senso, in quanto ogni volta che risorge dalle tenebre, trova sempre lo stesso Mondo rovinato dal male e dall'odio, vedendo scomparire impotentemente mogli, figli e amici, che non avendo il suo stesso dono devono cedere alla natura dell'essere umano. La miriade di continui adii lo stanno uccidendo dentro. Una volta è riuscito a vedere la fine dell'arcobaleno, dove pare siano sepolti tutti i sogni degli esseri umani, ma purtroppo, non esiste una fine dell'arcobaleno.

Conclusioni
Più che ascolto questo "Chronicles Of The Immortals - Netherworld Path II" e più che mi convinco che ci troviamo di fronte ad un capolavoro. Una emozionante opera progressive metal dalle sfumature gotiche che va ascoltata tutta d'un fiato, magari insieme al precedente capitolo, dal quale per ovvi motivi non si discosta poi così molto, sia sotto il punto di vista compositivo, che musicale e lirico. L'ipotesi di uscire con un doppio concept è stata subito scartata in quanto i nostri mancavano dalle scene musicali da circa quattro anni, e la stesura completa del doppio concept li avrebbe tenuti lontani dai fans ancora più a lungo, mentre uscendo con la prima parte hanno avuto tutto il loro tempo per completare questa fantastica opera. Penso che con il doppio concept, i nostri abbiano messo a tacere tutte le malelingue che vedevano la loro vena compositiva svanita, o che cercavano di trovare per forza difetti nel cantato di Andy Kuntz, sostenendo che non era abbastanza incisivo nei momenti più vivaci. Senza ombra di dubbio il nostro dà il meglio di sé nei momenti di maggiore atmosfera, sfornando ammalianti linee vocali con interpretazioni da brividi, ma da qui a dire che ha la voce monocorde e che non sa incidere negli interludi più potenti c'è una bella differenza. Traendo ispirazione dai racconti fantasy horror dello scrittore teutonico Wolfgang Hohlbein, Kuntz ha steso tutte le liriche e firmato le composizioni delle visioni 4,7 e 9. Io trovo che il nostro Andy sia l'anima della band, assieme al tastierista Gunter Werno (per chi scrive il protagonista assoluto del platter), che con le sue tastiere ha dato una forte impronta al sound del combo teutonico, dispensando atmosfere da brividi, senza disdegnare ottimi spunti solisti e memorabili riff portanti. Il nostro ha firmato insieme a Kuntz le visioni 4 e 9, mentre la visione numero 6 è tutta farina del suo sacco. Le splendide trame della tastiera si intrecciano a meraviglia con le chitarre di Stephan Lill, mettendo un inconfondibile sigillo al sound del combo teutonico. Il chitarrista di Eitorf risulta micidiale nelle parti ritmiche, dimostrando di avere un ottimo gusto e feeling da vendere durante l'esecuzione degli assolo. Le parti di chitarra risultano potenti, taglienti o melodiche al momento giusto. Il minore dei fratelli Lill è il compositore di tutte le altre visioni che compongono l'album, mentre il fratello maggiore Andreas forma assieme al bassista Torsten Reichert una granitica sezione ritmica; insieme trovano sempre la soluzione giusta senza mai scendere nel banale, anche quando devono recitare un ruolo di secondo ordine. Il nostro "Chronicles Of The Immortals - Netherworld Path II" è venuto alla luce il 6 Novembre del 2015, registrato, mixato e masterizzato presso gli Bazement Studios di Hünstetten, in Germania. Gli evocativi cori presenti sul platter sono stati registrati presso gli FMS Studio siti in Sankt Wendel ed il suggestivo teatro Pfalztheater di Kaiserslautern. La raffinata produzione è frutto della collaborazione dei Vanden Plas con lo storico produttore Markus Teske. E' doveroso sottolineare l'enorme lavoro in fase di produzione che ha impreziosito ulteriormente questa bellissima rock opera con arrangiamenti raffinati e geniali che non risultano pesanti o eccessivi. L'artwork è opera di Stan Decker. In copertina troviamo un misterioso cavaliere incappucciato, che con la sua spada divide il tutto in due mondi ben distinti. Sulla sinistra abbiamo la versione buona del cavaliere, con il paesaggio illuminato da un caloroso Sole nascente. Sulla parte destra troviamo la parte oscura del cavaliere, immersa in un paesaggio avvolto nelle tenebre, leggermente illuminato da una pallida Luna. In alto giganteggia il logo della band, mentre in basso troviamo il titolo del platter. Le fotografie sono firmate da Dirk Weiler e Philip Galbavy. Tirando le somme, i nostri hanno dato vita ad una splendida opera progressive metal dalle sfumature gotiche, puntando molto sui molteplici e repentini cambi di atmosfera, un loro marchio di fabbrica, senza mai eccedere in virtuose parti soliste da mal di testa, spesso fini a se stesse. L'album scorre via veloce, se lo ascoltiamo seguendo la trama delle liriche ci sembrerà di giocare a Castelvania, seguendo le orme del cavaliere Andrej Delàny anziché quelle dell'ammazzavampiri Simon Belmont. Questo platter di gran classe non può mancare nelle discografie di chi ascolta progressive, rock o metal che sia, ed è indicato in maniera particolare a tutti coloro che davano i Vanden Plas ormai sulla via del tramonto.

2) Vision 12elve - Godmaker's Temptation
3) Vision 13teen - Stone Roses Edge
4) Vision 14teen - Blood of Eden
5) Vision 15teen - Monster
6) Vision 16teen - Diabolica Comedia
7) Vision 17teen - Where Have the Children Gone
8) Vision 18teen - The Last Fight
9) Vision 19teen - Circle of the Devil

