ULVER

Themes from William Blake's The Marriage of Heaven and Hell

1998 - Jester Records

A CURA DI
PAOLO FERRANTE
28/04/2015
TEMPO DI LETTURA:
8,5

Introduzione recensione

Dopo aver analizzato nel dettaglio la storica trilogia discografica degli Ulver, continuiamo a seguire questa band, ricca di sorprese, con la recensione del quarto album: "Themes from William Blake's The Marriage of Heaven and Hell". Come potevamo aspettarci dai contenuti della recensione del terzo album, il brevissimo sodalizio con la Century Media termina perché la band decide di cambiare bruscamente proposta musicale e l'etichetta la elimina dal roster, questa volta la band, o per meglio dire Kristoffer Rygg leader carismatico, decide di fare di testa propria e fonda una nuova etichetta con la quale pubblicherà i lavori del gruppo. Lo stesso Kristoffer Rygg cambia soprannome, da Garm a Trickster G. (dove "G." potrebbe sottintendere Garm), trickster sta a significare "ingannatore" e potrebbe benissimo associarsi alla figura di Loki se volessimo continuare a riferisci alla mitologia nordica che è stata tanto cara a Rygg. Nello studio della mitologia la figura del trickester definisce quella divinità ambigua che, avendo un intelletto nettamente superiore, ne approfitta per giocare strani scherzi e tenere un comportamento molto anticonvenzionale, andando contro tutte le regole; questa descrizione sembra calzare a pennello con quello che Rygg ha fatto con gli Ulver fino a quel momento. Nel catalogo della neonata Jester Records (Jester sta a significare "giullare" ed è un altro modo in cui può essere definito lo stesso Loki), l'album "Themes from William Blake's The Marriage of Heaven and Hell" è la prima pubblicazione del catalogo con codice "TRICK 001", dunque il primo scherzo ad opera del giullare Kristoffer Rygg. Pubblicato in formato doppio CD per la durata complessiva di circa cento minuti si presenta come uno scherzo molto corposo! Rygg vuole fare le cose in grande ed anche la line-up lo dimostra. La formazione si compone di Kristoffer Rygg, in arte Trickster G., alla voce, pesca dai musicisti che hanno partecipato al terzo album quali: Hugh Stephen James Mingay al basso, Erik Olivier Lancelot alla batteria, Håvard Jørgensen alla chitarra confermato sin dai primi demo della band. Manca questa volta il secondo chitarrista e viene introdotto nella line-up un programmatore, Tore Ylvisaker che continuerà a seguire la band fino ai giorni nostri. Ci sono anche celebri comparse vocali come quella di Fenriz (Darkthrone), di Samoth (Emperor, Satyricon, Arcturus, Gorgoroth?), Ihsahn (Emperor), la voce femminile di Stine Grytøyr (che non farà altre apparizioni per quanto riguarda il Metal), ed infine Fredrik Johannessen che si occuperà nientemeno che di fare scratching coi vinili. Lo stesso Rygg racconta cosa è successo (in un'intervista a "Unrestrained Magazine" del 2007) dicendo: "We spent a couple of years designing [this album], so that was by far the most serious and elaborate musical process we undertook at the time. I had started getting into computers and how you could use different softwares to manipulate sounds, and that led to the expansion of the palette, and how we made music. That was an interest which was there from the beginning. I think the whole perception that we just made a 180-degree shift towards something else is not entirely correct. I think we just wanted to leave the black metal thing because we felt it was limiting. Our perspectives on religion and society had started to become more difficult as well. That's why Blake was hugely interesting to us, because it was just so much more of a meticulous vision than the dissentient perspective we were part of at the time. You're always more angry when you're young and you become more moderate as you grow older so that's why Blake was fascinating to us. That was the start of chapter two, if you will, of our history." (Abbiamo speso un paio d'anni progettando [questo album], dunque quello era fino ad allora il più serio ed elaborato processo musicale che abbiamo mai fatto. Avevo iniziato a capire come si usano i computer e come si possono usare diversi programmi per manipolare i suoni, e questo portò all'espansione della tavolozza, e come facevamo la musica. Quello era un interesse che era là dall'inizio. Penso che l'intera percezione secondo la quale abbiamo semplicemente fatto un cambio di 180 gradi verso qualcos'altro non è interamente corretta. Penso che volessimo lasciare il black metal che sentivamo essere limitante. Le nostre prospettive su religione e società sono iniziate a diventare più difficili, allo stesso modo. Ecco perché Blake era tanto interessante per noi, perché era proprio una vision più meticolosa della prospettiva dissidente della quale eravamo parte a quel tempo. Sei sempre più arrabbiato quando sei giovane e diventi sempre più pacato quando invecchi, ecco perché Blake era affascinante per noi. Quello è stato l'inizio del capitolo due, se vogliamo, della nostra storia), lo stesso Rygg racconta un aneddoto di come, in compagnia di Ihsahn, si reca a Londra ed in una libreria dell'occulto prende una copia di "The Marriage of Heaven and Hell" di Blake e ne rimane colpito, identificandosi con la sensibilità dell'autore. L'approccio Avant-Garde e Progressive è stato anche una conseguenza dell'esperienza di Rygg con gli Arcturus, a questo vengono aggiunti passaggi Ambient - che effettivamente sono stati presenti nei primi album - ed elettronica, il tutto mescolato con Industrial Rock per formare un qualcosa di veramente innovativo. Una premessa per poter comprendere meglio i titoli dei brani: l'opera di Blake (come quelle di altri autori contemporanei della fine del 1700) era realizzata con la tecnica aqua fortis (termine che si riferiva all'acido nitrico) che consisteva, in breve, nel trattare una lamina metallica cospargendola con un coprente, successivamente si disegna con una punta che toglie via il coprente in corrispondenza del tratto; una volta immersa la lamina nell'acido questo andrà ad erodere la lamina metallica in corrispondenza dei segni (in cui il coprente è stato rimosso) creando dei solchi. Questa lamina di metallo costituirà il timbro dal quale ottenere la stampa tramite torchio o rullo. Quelle che noi chiameremmo "pagina" per l'epoca potevano essere chiamate plate (nel senso di lastra [di metallo], ma anche tavola se preferiamo), ricordiamo che Blake era un poeta ma principalmente era un pittore e stampatore. La copertina del doppio CD vuole riprendere questo stile storico, si compone di due parti divise orizzontalmente: nella parte alta c'è un qualcosa di oscuro e diabolico; mentre la bassa sembra più angelica. Il senso di questa scelta apparirà coerente con l'ascolto dell'album se si pensa che all'inizio sarà incentrato nelle vicende infernali, mentre poi, nel secondo CD, saranno approfondite le vicende paradisiache. Si vuole anche rappresentare, in modo ermetico e sperimentale, il modo "manuale" di tramandare l'arte tipico di Blake e degli stampatori/artisti del suo tempo.  Ma passiamo all'impegnativo ascolto.

The Argument Plate 2

Il primo brano è "The Argument Plate 2", già dai primi secondo rende evidente che gli Ulver sono passati nettamente ad una seconda fase: parti sintetizzate dal sapore classicheggiante con uno scratch di vinile che ritma, un mix tra qualità compositiva e suoni sintetici su cui interviene l'umanità dello scratch. Un inizio del genere ha fatto storcere il naso a molti fan fedeli del Black Metal, ma gli Ulver sono fatti così: imprevedibili. L'atmosfera sembra a tratti futuristica, per via dei suoni impiegati, ed in altri momenti sinistra, la voce che interviene ha lo stesso timbro di quella de "La Masquerade Infernale" degli Arcturus su cui Rygg ha cantato l'anno precedente. La batteria interviene con un approccio totalmente Industrial Rock e molto lontano dai blast devastanti del precedente album. La voce non è sovra incisa ma è una singola voce, come già detto, ad un certo punto interviene una seconda voce che, per un attimo, duetta con la prima in cui Rygg sembra voler rievocare atmosfere ottantiane alla Tears for Fears. Il basso è pulsante, la batteria gioca molto sui piatti mentre atmosfere sintetiche delineano la melodia, la chitarra è ancora assente; la voce è calma, con quel timbro quasi nasale, basso e strano che ha reso un successo La Masquerade Infernale. Un nuovo timbro vocale duetta e questa volta ha un'impronta da Progressive Rock/Metal, allargando ancora una volta i confini musicali del pezzo. La base sintetica rimane stabile, mentre la batteria e la voce variano di secondo in secondo, il pezzo non stanca e si evolve proponendo sempre nuovi spunti che vanno ad aggiungersi ai precedenti. A circa metà brano il pezzo esplode con l'intervento della chitarra, dal sound Rock o Progressive Metal, la chitarra gode di una produzione molto curata, si fa sentire in ipnotiche parti industrial effettate, loop melodici con arpeggi che si sovrappongono tra loro, adesso la chitarra esegue contemporaneamente tre diverse linee che si sovrappongono con distorsioni diverse, la voce si divide in due distinti timbri e poi il pezzo si conclude. Questo pezzo presenta un gruppo nuovo, è evidente, la cura dei particolari e la fantasia sono elementi che finalmente sono ritornati negli Ulver. Anche il testo rispecchia lo stesso mutamento, l'album si propone di ripercorrere l'opera cui è dedicato e lo fa partendo dal primo "ragionamento" dell'opera; questa prima parte è in versi (così come lo sarà quella finale) mentre tutto il resto è in prosa, introduce il personaggio di Rintrah, essere della mitologia di Blake, che impersona la collera rivoluzionaria. Si inizia con questa frase: "Rintrah roars & shakes his fires in the burden'd air" (Rintrah ruggisce e brandisce le sue fiamme nell'aria appesantita), si prosegue definendo il cammino di un uomo giusto che percorre un cammino pericoloso, perché "Roses are planted where thorns grow, and on the barren heath / sing the honey bees, then the perilous path was planted" (Le rose sono situate dove crescono le spine, e nella terra incolta / cantano le api da miele, dunque là era situato il cammino pericoloso), possiamo subito capire che il primo argomento ci mostra che il male ed il bene spesso convivono, coesistono naturalmente e che ogni cosa - nell'ordine naturale delle cose - deriva dalla naturale convivenza tra bene e male. Questa bestiale ribellione si ispira anche a "Paradise Lost di Milton", lo si capisce da questo passaggio: "Now the sneaking serpent walks in mild humility, / and the just man rages in the wilds where lions roam." (Adesso il furtivo serpente cammina in mansueta umiltà, / e l'uomo giusto infuria nelle zone selvagge dove si aggirano i leoni), insomma avviene la stessa inversione di valori che permea Paradise Lost. L'intera opera è anche una ironia sull'opera di Emanuel Swedenborg"De Caelo et Eius Mirabilibus et de inferno, ex Auditis et Visis" (Sul Cielo e le Sue meraviglie e sull'inferno, da cose sentite e viste [di persona]) in cui questo veggente/mistico sostiene di aver fatto un viaggio nell'al di là (un po' come Dante Alighieri), la visione di Swedenborg è molto manicheistica e dunque il bene ed il male sono dei concetti assolutamente contrapposti e tutto si può dividere nel dualismo in cui bene e male sono opposti e distinguibili chiaramente; visione appunto criticata da Blake già in questo primo passaggio. La critica ritiene che Blake abbia voluto rappresentare se stesso con Rintrah, allo stesso modo Rygg si rivede in Blake che si immedesima in Rintrah.

Plate 3

Si prosegue con "Plate 3" che è introdotta da un'atmosfera chitarristica sognante in cui si impone la delicatezza della voce femminile, mistica, eppure cantate con un timbro poco impostato: l'impostazione è semplice e sa di voce parlata, ma la cura con la quale scandisce le parole trasmette una certa gravità mistica. La base musicale, scarna e fatta di chitarre lentissime ed atmosferiche, ci fa pensare qualcosa che adesso definiremmo come Sludge Doom, che in alcuni casi rari ancora oggi si accompagna a voci femminili della stessa portata; viene in mente Jucifer che nello stesso anno, 1998, pubblicava l'album esordio "Calling All Cars on the Vegas Strip" con sonorità simili a quelle appena descritte, formula rielaborata e presa a piene mani dai The Project Hate MCMXCIX che solo due anni dopo, innestandola nell'Industrial Death Metal, ne hanno fatto il proprio marchio di fabbrica alternandola a parti molto più estreme, col loro esordio "Cybersonic Superchrist". In alcune occasioni ci sono dei cori che ricordano il lavoro fatto nel secondo album degli Ulver, soluzioni che adottate con la voce femminile aprono nuove porte. A metà brano il pezzo diventa ambient, con rumori sintetici da dungeon, e continua così fino alla fine. Il testo è breve, annuncia immediatamente l'avvento di un nuovo paradiso, che è la rinascita dell'inferno; la satira si fa forte con la frase "Swedenborg is the angel sitting at the tomb: his writings are the linen clothes folded up. Now is the dominion of Edom,& the return of Adam into Paradise;" (Swedenburg è l'angelo che sta seduto alla tomba: I suoi scritto sono il lino col quale sono confezionati i vestiti. Adesso è il dominio di Edom, ed il ritorno di Adamo in Paradiso;), mentre il passaggio su Swedenburg ha chiaro intento sbeffeggiatorio, il riferimento ad Edom merita un approfondimento. Nell'Antico Testamento il termine appare più volte sia per indicare il soprannome con cui era denominato Esaù, fratello gemello di Giacobbe, che nasce con un colorito molto rosso ed in età adulta vendette la primogenitore per una minestra di lenticchie rosse; successivamente verrà denominato così un popolo, discendente di Esaù, stanziatosi nella regione montuosa del Seir dopo averlo strappato con la violenza agli Orei; nel libro della Obadiah, o libro di Abdia, dell'Antico Testamento il profeta minore invoca una punizione divina sugli Edomiti, colpevoli di aver gioito nella distruzione di Gerusalemme e lanciando innumerevoli anatemi contro la casa di Edom, sulla quale la casa di Giacobbe troverà vendetta col favore del Signore. Anche in questo testo si ripresenta l'inversione dei ruoli che troverà ulteriore conferma nel seguente.

Plate 3 Following

"Plate 3 Following" si pone come seguito musicale e concettuale del precedente brano, torna la voce femminile e la chitarra lenta, l'atmosfera che prima era assimilabile al contesto Sludge Doom, adesso assume dei toni Psychedelic dati dagli accordi aperti e sognanti sui quali si inserisce il cantato femminile, di cui prima, con un'esecuzione canticchiata che fa pensare ad una cantilena o filastrocca che poi si fa più melodica e piena di pause. Presenti diversi elementi elettronici, il pezzo ha un basso pulsante, armonici sognanti, eco lontane che rendono la parte evocativa, mistica, confusa. Il brano è breve, il testo è la spiegazione e corollario di quanto affermato nel precedente, si coglie alla perfezione nella frase iniziale "Without contraries is no progression" (Senza contrari non c'è progressione), che prosegue con altre riflessioni dal valore altamente filosofico, in cui i contrari generano energia, vita, attrazione/repulsione, amore/odio, solo alcuni degli opposti grazie ai quali c'è esistenza. Il testo assume un valore mistico-filosofico enorme con la frase "From these contraries spring what the religious call good & evil. Good is the passive that obeys reason. Evil is the active springing from energy." (Da questi contrari sorge ciò che i religiosi chiamano bene e male. Il bene è il passivo che obbedisce alla ragione. Il male è l'attivo scaturire di energia), una discussione sul tema richiederebbe troppo tempo, eppure questa considerazione è alla base del concetto di Apollineo (severo, razionale, ligio al dovere, mansueto) e Dionisiaco (indulgente, irrazionale, folle, imprevedibile) cui, successivamente, arriverà anche Nietzsche nella sua prima opera matura: "La Nascita della Tragedia", nella quale opera fornirà una lettura rivoluzionaria partendo dal mito greco - permeato di magia e misticismo - per arrivare a ciò che nei giorni nostri rimane, sotto forma di conseguenza, negli schemi socio/psicologici che determinano la concezione di "bene" e "male" nell'individuo medio.

The Voice of the Devil Plate 4

Il quarto brano, "The Voice of the Devil Plate 4", inizia con un arpeggio clean che fa ricordare qualche spunto dal secondo album, ancora una volta ritmo sintetico e poi delle voci dal tono forse pop dialogano, facendo in realtà dei brevi monologhi, voce femminile e maschile si mischiano mentre sembrano fare delle discussioni teologiche. Il brano ha qualcosa di rap pop, nel momento in cui le parole vengono pronunciate velocemente e mentre la voce maschile parla, la voce femminile scandisce dei numeri. Dopo un minuto arriva la chitarra elettrica pesantissima e dal riffing basso, il pezzo rimane fortemente sperimentale ma a questo punto si aggiunge la componente Metal, con la batteria ed un sound più massiccio, scratch e breakdown conferiscono al pezzo anche una chiave di lettura Nu Metal. Al riffing basso e massiccio si sovrappone un riffing melodico da Heavy Progressive, se ne aggiunge un ulteriore da Industrial Rock ed è un tripudio chitarristico, Avant-Garde puro, riporta alla mente anche sonorità lontane come quelle degli Atheist. Il testo di questo brano propone le conseguenze di quanto prima affermato con un metodo espositivo vicino al mondo scientifico, enumerando gli errori contenuti nella Bibbia che sarebbero quelli di aver previsto che l'uomo ha princìpi esistenti, il corpo e l'anima; che il male è proprio del corpo mentre il bene è proprio della mente; che Dio tormenterà per sempre l'uomo colpevole di aver ceduto alle pulsioni corporali. Arrivando poi a sancire la validità dei seguenti contrari: il corpo non è distinto dall'anima, perché i sensi dimostrano come il corpo e l'anima interagiscano, energia è la vita e discenda sia dal corpo che dalla mente, è interna al corpo ed è anche esterna sotto forma di sfera d'energia, ed infine che l'energia è piacere eterno.

Plates 5-6

Si procede con "Plates 5-6" che sembra una continuazione del secondo pezzo, dell'inizio, con la voce maschile che elenca teorie teologiche su una base arpeggiata di chitarra, dal sapore onirico, di colpo il parlato diventa cantato, cadenzato, una via di mezzo, una parte sintetica dà il ritmo battendo dei forti colpi e la sperimentazione è evidente: la voce diventa un po' acida e prosegue la trattazione con rinnovato fervore, si riesce a sentire chiaramente il riferimento a Satana, al Peccato ed alla Morte. L'atmosfera si calma e torna quella iniziale, tutto è pacato e calmo, la discussione prosegue e la chitarra è un dolce arpeggio ispirato. Altro improvviso impennarsi del pezzo, doppia voce con l'intervento di una parte vocale acuta con timbrica Progressive ed ancora una volta con l'ausilio di ritmiche sintetiche per poi giungere alla conclusione. Il testo questa volta è lungo, affronta le stesse tematiche e questa volta si pone come una vera e propria recensione che tratta l'opera di Blake dall'esterno e ne spiega i contenuti e le sfaccettature. Un riferimento a Paradise Lost che viene menzionato come il libro che contiene la storia di come Satana viene usurpato, racconta di come il Paradiso sia stato creato con ciò che è stato rubato a Satana, di come Jehovah sia il "dio delle fiamme" dell'Antico Testamento che, a ben vedere, assomigli più alla descrizione di Satana. Precisando di come Milton abbia scritto la sua opera in versi (quindi regole metriche) quando parlava di Dio ed in prosa (assenza di regole metriche) quando parlava di Satana come dimostrazione del fatto che Milton stesso parteggiasse per Satana.

A Memorable Fancy Plates 6-7

Il successivo brano, il sesto, è "A Memorable Fancy Plates 6-7", inizia in modo atmosferico, si inseriscono dei suoni futuristici, scariche elettriche si susseguono; poi inizia un riff molto Industrial dai toni apocalittici per via delle melodie, la componente industrial è forte e si può sentire la voce alla Arcturus di La Masquerade Infernale, effettata allo stesso modo, parti Industrial e la voce prende un effetto alla Nine Inch Nails così come tutto il pezzo: ritmi sincopati e virtuali, effetti sonori e poi il pezzo si ferma, riprendendo in un modo molto diverso ma ancora fortemente sintetico. La componente Metal è data dalla pesantezza dei riff di chitarra, bassi, massicci e pesantemente distorti, che stanno a sottofondo del pezzo; le variazioni si alternano veloci, effetti sonori a profusioni, niente di scontato e tutto funzionale, la componente ambient è garantita dal contesto generale che vuole dipingere anche il contesto in cui avviene ciò che viene raccontato dalla voce principale; il pezzo sfuma nel finale con suoni meccanici e ritmati. Il testo, in prima persona, racconta di come questo essere si aggiri in mezzo agli angeli dell'inferno per raccoglierne gli usi e costumi attraverso i loro proverbi, in modo da poter far tesoro della saggezza infernale. Una volta ritornato nella casa dei propri cinque sensi (dunque quello appena descritto è un vero e proprio viaggio extracorporeo di tipo mistico) vede il Diavolo che emerge da una nuvola nera che, con fuochi corrosivi, incide sulla pietra questa frase "how do you know by ev'ry bird that cuts the airy way, is an immense world of delight, clos'd by your senses five?" (che ne sai che per ogni uccello che sfreccia l'aria, non ci sia un immenso mondo di delizia, rinchiuso nei tuoi cinque sensi?); insomma il Diavolo vuole in qualche modo insinuare che ci possano essere infiniti mondi oltre quelli percepibili dai cinque sensi, uno dei quali è appunto quello appena visitato dal protagonista tramite il viaggio extracorporeo prima descritto.

Proverbs of Hell Plates 7-10

Si passa al settimo brano, "Proverbs of Hell Plates 7-10" introdotto da una parte ambientale con voce a drone, l'atmosfera è futuristica; poi un ritmo semplice, quasi rap e la voce continua a declamare frasi. Tutto è futuristico, strano, il ritmo coinvolge, le parti si evolvono cambiando sempre, effetti sempre nuovi si avvicendano, quando al terzo minuto il pezzo sembra aver trovato una dimensione Metal, con dei riff di chitarra che non sono altro che una scarica elettrica, un ritmo tutto eco di rullante, la parte vocale è ancora clean in stile Arcturus; ancora una volta tornano gli anni '80 nelle scelte vocali, una voce che non smette mai di cantare parti nuove. Parte il drum'n'bass con tanto di effetti elettronici, alternati da parti rock-pop anni '80, vi sono parti che rientrano nel rap a tutti gli effetti. Il pezzo prosegue per nove minuti, alternando le parti fino ad ora raccontato pur con un testo differente. Questo brano non è davvero vincente, potrebbe considerarsi piuttosto un momento di passaggio e suona un po' come riempitivo vista l'eccessiva durata. Il testo è molto lungo, coprendo le tavole dalla 7 alla 10: c'è tutta una lunga serie di proverbi racchiusi in frasi ermetiche che, da sole, contengono enorme saggezza. Esaminarle tutte sarebbe impossibile ma peschiamone alcuni esemplari: "Prudence is a rich ugly old maid courted by incapacity. He who desires but acts not, breeds pestilence." (La prudenza è una ricca zitella corteggiata dall'incapacità. Chi desidera ma non agisce, partorisce pestilenza), questi proverbi si susseguono incessantemente "No bird soars too high, if he soars with his own wings. A dead body revenges not injuries." (Nessun uccello si innalza troppo in alto, se si innalza con le proprie ali. Un corpo morto non vendica nessuna ferita.), senza un filo logico continuano a susseguirsi e ne peschiamo altre "If others had not been foolish, we should be so. The soul of sweet delight can never be defil'd." (Se nessuno è stato sciocco, noi dovremmo esserlo. L'anima del dolce piacere non può mai essere corrotta.); le parole e le frasi continuano incessanti. Il tutto sembra riprendere, comunque, la visione che Blake aveva della religione in generale. Il Nostro autore non era di certo contro l'idea di Dio o comunque non negava che un essere superiore potesse esistere, tutt'altro. Quel che Blake mal sopportava erano i dogmi ed il comportamento austero ed eccessivamente morigerato che la Chiesa imponeva. Vivere di rinunce, vivere di stenti e soprattutto negarsi gioie e felicità, per paura di finire all' "inferno". "Castrarsi" a questa maniera era inconcepibile per William Blake, il quale invitava certamente a nutrire la propria spiritualità, ma contemporaneamente a non sacrificare la propria vita in nome dei dogmi imposti dai cosiddetti "ministri di Dio", i quali erano unicamente interessati a soggiogare il prossimo mediante suggestioni e superstizioni.

Plate 11

Si arriva all'ottavo pezzo, breve, "Plate 11", che viene introdotto da un arpeggio malinconico su cui si sovrappongono effetti e poi voci femminili fortemente effettate con eco, che sembrano continuare coi proverbi del precedente pezzo. Poi la voce femminile si sente bene, passa in primo piano con fare pop, l'atmosfera è quasi blues - merito del lavoro di chitarra che è un interminabile assolo sulla base - e la svolta è gradita quanto inaspettata. Il pezzo scorre veloce e godibile. Il testo racconta di come i poeti antichi dessero qualità divine a qualsiasi oggetto animato chiamandoli per nome e dandogli delle qualità, a questo processo non sfuggivano anche le città ed i villaggi che presto divennero divinità anch'essi. Questo processo continuò fino a quando il processo di astrazione, sempre più subdolo, non divenne un vero e proprio modo di schiavizzare il volgo e così ebbe origine la casta sacerdotale che presto iniziò a pretendere di avere l'esclusiva sull'interpretazione del volere divino, finché l'uomo non dimenticò che le divinità risiedono nel cuore di ognuno di noi. Questi sono concetti che possiamo ritrovare, rielaborati ed argomentati in modo moderno, in Nietzsche, le similitudini con questo filosofo moderno sono numerose.

Intro

Il successivo pezzo si chiama "Intro" ed è un intermezzo strumentale che inizia col silenzio, lievi rumori ambientali si fanno sentire sempre di più, un pulsare veloce come se fosse una macchina aliena, un basso mantice bitonale, effetti rumoristici e ritmi entrano in gioco nella seconda parte del pezzo, siamo nel regno dell'astratto e sperimentale puro. Nell'ultima parte i rumori si fanno più forti e dall'ambient si passa ad un industrial strumentale e rumoristico.

A Memorable Fancy Plates 12-13

Segue "A Memorable Fancy Plates 12-13", si sente un pianoforte triste che scandisce tempi lenti e dolorosi, poco dopo interviene una base fatta di batteria e suoni campionati, sintetici, il risultato è qualcosa che riesce a raccogliere passato e futuro. Il pezzo cambia di colpo e si sente una parte parlata come le precedenti, forse più veemente, e maschile; si sente una forte batteria in primo piano con degli effetti sintetici, una piccola parte con voce femminile con due voci discordanti. Una parte con degli archi, chiaramente sintetici, che disegnano atmosfere assurde. La batteria ancora in primo piano ed il ritmo viene reso anche con inserti melodici ottenuti al synth, sono ritmi su ritmi, c'è voglia di rivoluzionare e si sta mettendo in discussione anche il concetto stesso di musica. La voce diventa robotica, i tempi sincopati trascinano fino alla fine, quando c'è una parte ambient che fa terminare il pezzo. Il testo fa proseguire la storia da un altro punto di vista, ecco perché l'intermezzo di prima, e quindi il protagonista interroga i profeti Isaia ed Ezechiele domandando loro perché fossero così sicuri che Dio abbia parlato loro. Isaia risponde di non aver visto Dio in modo fisico ma che tutto attorno a lui gridava indignazione per ciò che stava succedendo, si è lasciato trasportare limitandosi a scrivere e resta convinto che fosse stato proprio Dio ad ispirargli quelle parole; dunque il protagonista mette alle strette Isaia domandandogli se è possibile che essere convinti di una cosa equivalga al fatto che sia successa davvero. Ezechiele dà una risposta più pragmatica spiegando che le filosofie orientali facevano discendere tutto quando da una volontà divina e Re Davide voleva che anche Israele avesse una propria fede, come coscienza collettiva da cui trarre ispirazione e con la quale maledire gli altri popoli nemici. Insomma il testo consiste in un dibattito filosofico e teologico svolto coi profeti citati.

Plate 14

L'inizio di "Plate 14" fa pensare a qualcosa di classico, poi parte una base ritmica che si ripete con qualche parola e variazione. Ancora parole e suoni ambientali su una base ritmata, difficilmente potrebbe definirsi musica, il livello di sperimentazione è alto però il pezzo è ripetitivo e rispetto ai precedenti aggiunge poco. Il testo inizia confermando che la tradizione che avverrà un evento apocalittico dopo seimila anni è vera, perché confermata anche all'inferno; procede dando dei dettagli su come i cherubini dalle spade fiammanti smonteranno la guardia all'albero della vita per consumare il mondo col fuoco. Si discute anche sull'importanza della percezione, sul fatto che la stessa stampa avvenga tramite la corrosione capace di svelare l'infinito che è nascosto, poi il riferimento al mito della caverna di Platone nel finale quando si riflette sul fatto che l'uomo si voglia ostinare ad avere una percezione parziale osservando il mondo dagli spiragli della propria caverna.

A Memorable Fancy Plate 15

Il dodicesimo è "A Memorable Fancy Plate 15", diversi secondi di frequenze ambientali, atmosfera soffusa, quasi silenzio per tre minuti. Dopo un lontano riff di chitarra ed una voce, che sembra parlare al telefono, continua col racconto come se lo stesse leggendo o recitando a memoria. Il riff è lontano, da quel che si può cogliere sembra essere thrash, ma dura poco. Dopo ancora il silenzio ambientale. Il testo racconta di come il protagonista, in una caverna infernale, testimonia il processo di stampa col quale si tramanda la conoscenza infernale: vede un uomo-drago alle prese con le pulizie, vipere che adornano gli scritti con lamine d'oro, uomini-aquila che costruivano palazzi come fossero strapiombi, leoni che sputano fiamme sciolgono i metalli in un'altra camera, via via tutta la filiera fino agli uomini che, nell'ultima camera, rilegano i libri.

Plates 16-17

Il tredicesimo pezzo, "Plates 16-17", conclude il primo CD, effetti scratch ed una base d'archi ripetitiva sulla quale si inserisce una forte voce robotica, aliena, che continua a pronunciare frasi e continuare il racconto nel mondo parallelo partorito da Blake. La base è più elaborata, questa volta, offre diversi spunti melodici oltre alle parole, il ritmo rimane stabile ma ci sono delle variazioni, di tanto in tanto, che mantengono la freschezza del pezzo. La batteria è in primo piano nel ritmo campionato e ripetitivo, i toni sono quelli di un epilogo? alieno. Il pezzo continua a ripetersi identico per numerosi secondi prima della fine.  Questo primo CD ci mostra un gruppo sicuramente maturato, effettivamente ora il sound si avvale di molte ulteriori possibilità che prima erano precluse, per un motivo o per l'altro, al gruppo: le nuove possibilità hanno permesso loro di sfogare tutta la voglia di sperimentare. Le tematiche sono state ben vissute ed interpretate da Rygg, si trovano bene in quest'opera che parte in modo spaventoso ma via via si arena nella ripetitività, salvo poi lasciare una ventata di freschezza, seppur parziale, con l'ultimo brano. Il concept è ottimo, si capisce che è molto ragionato seppure è una riproposizione dell'opera di Blake; il problema arriva forse quando ci sono troppe parti parlate (anche difficili da seguire) ed effetti che, alla lunga, fanno calare l'attenzione.

A Memorable Fancy Plates 17-20

 Il secondo CD inizia con "A Memorable Fancy Plates 17-20", nei primi secondi ci sono dei suoni sintetici, diversi da quelli sentiti prima, in cui si inserisce una voce acida maschile che canta e poi, dopo pochi secondi, il canto si trasforma in un cantato ritmato quasi rap. Il ritmo ormai è diventato molto simile ad una base hip-hop e la voce resta a metà tra il cantato ed il parlato, la base è industrial e la voce è effettata. Godibile e trascinante, con alcune variazioni vocali mentre la base è statica; altri effetti, pulsazioni basse e la base continua; una parte che farebbe incazzare molto i puristi del Metal, ma che può divertire chi ha una mentalità aperta. Ad un certo punto la voce, e l'atmosfera generale, ricorda i Korn quando inizia a diventare nasale e con quel particolare effetto vocale. Al terzo minuto il pezzo cambia, la voce prende vigore ed intervengono chitarra e batteria, il pezzo diventa chiaramente Nu Metal, con suoni industrial, e la voce prende il timbro usato negli Arcturus. Tornano le sonorità anni '80, il pezzo ci presenta il pezzo al meglio, la chitarra si fa più presente con un riff fischiante al quarto minuto, il basso è al meglio; è un Nu Metal con influenze industrial. Le melodie vocali sono azzeccate, ben eseguite, il pezzo coinvolge e - nonostante la lunga durata - continua ad evolversi riservando sorprese. Alcune parti in cui la chitarra dialoga con gli effetti poi il pezzo ritorna nel vivo con la voce, in alcune occasione appare una seconda voce di sostegno. Al sesto minuto il brano diventa di stile atmosferico, con effetti sintetici, ma la voce continua a farsi sentire in stile Avant-Garde, funziona molto, il pezzo è davvero complesso ed articolato, studiato bene; tornano gli archi che si aggiungono agli effetti, brevemente, poi un altro ritmo campionato e voce rappata robotica. Il testo è enorme, racconta un dialogo tra il protagonista ed un angelo: l'angelo esordisce minacciando l'uomo, ricordandogli che assaggerà il dolore delle fiamme infernali; l'uomo risponde in modo arrogante, dicendogli che se l'angelo provasse l'inferno poi potrebbe decidere se è meglio l'inferno o il paradiso. Percorrono una via che li porta attraverso un mulino a vento, poi in una caverna e di nuovo all'esterno dove il protagonista siede sulle radici di una quercia mentre l'angelo si impicca a testa in giù appeso ad un fungo gigante per poter contemplare l'abisso (è la posizione dell'arcano maggiore dell'impiccato); quindi l'uomo chiede all'angelo in quale punto dell'inferno sarebbe andato a finire, l'angelo lo individua in un punto in mezzo ai ragni bianchi e neri. D'un tratto un'esplosione ed una tempesta nera nasconde tutto alla vista, poi una figura rossa fatta di sangue e fuoco si materializza in un punto a pochi lanci di pietra; stavano vedendo la testa del Leviatano che, avvicinandosi, mostrava delle striature tigrate sulla fronte, di colore verde e viola. L'apparizione scompare ed il protagonista si trova sulla riva di un fiume sulla quale un arpista suonando canta queste parole "The man who never alters his opinion is like standing water, & breeds reptiles of the mind." (L'uomo che non cambia mai la propria opinione è come l'acqua stagnante e fa nascere rettili della mente); l'angelo trova il protagonista e si meraviglia che sia riuscito a scappare, dunque il protagonista propone all'angelo di fare una visita al suo posto, dopo aver visto l'inferno, l'angelo ride ma l'uomo si aggrappa ad esso mentre quello spicca il volo fino ad arrivare a Saturno. Nello spazio si trovavano delle case di mattoni in cui c'erano delle scimmie incatenate, le più deboli venivano divorate dalle più forti, pezzo per pezzo, finché non ne rimaneva che solo il tronco. L'angelo si lamenta dicendo all'uomo che è stata la sua fantasia a rendere così quel luogo, dunque l'uomo risponde "We impose on one another, & it is but lost time to converse with you whose works are only analytics." (Ci imponiamo uno sull'altro, e non è altro che tempo perso conversare con te i cui lavori sono unicamente analitici), questa risposta fa pensare che l'angelo in questione fosse proprio Swedenborg

Intro

Il seguente pezzo si chiama "Intro" ed è un altro intermezzo strumentale, le chitarre sono morbide, da rock ballad, l'atmosfera è liberatoria, serena, sognante e paradisiaca, romantica. Nelle note della chitarra sembra sentire l'arpa menzionata nel pezzo precedente. I suoni sintetici propongono degli sbuffi di vapore, dei suoni di marchingegni, mentre l'atmosfera si carica d'attesa. Le chitarre sono al centro dell'attenzione, proponendo arpeggi che si susseguono intrecciandosi, fino alla fine del brano.

Plates 21-22

Il terzo pezzo (del secondo album chiaramente) è "Plates 21-22", inizia con una voce maschile e continua ad esserci un ché di paradisiaco nel sound, la voce con coro sovrainciso totalizza l'attenzione e dei suoni soffusi creano atmosfera, la voce si fa più prepotente e forte. Entra in gioco la chitarra ed una batteria tribale, la voce fa venire la pelle d'oca per la qualità interpretativa, aiutata da una base semplice quando efficace: una chitarra in stile a metà tra il progressive e l'industrial, una batteria tribale, un basso basilare, suoni soffusi atmosferici. Vari cambi melodici nella voce e negli accordi di chitarra, struggente; al centro il pezzo prende ulteriore vita e la batteria si fa incalzante con colpi di rullante che aggiungono ritmo; il pezzo è all'apice e la voce assume toni epici. Sul finale l'epico diventa più aggressivo, la voce inizia a grattare ed aumenta d'intensità mentre la melodia si ripete ed il ritmo si avverte sempre più, fino alla fine. Il testo è ambientato in paradiso, come prevedibile dal testo precedente, dall'intermezzo paradisiaco e dai toni del pezzo; il protagonista esordisce dicendo "I have always found that angels have the vanity to speak of themselves as the only wise; this they do with a confident insolence sprouting from systematic reasoning, Swedenborg boasts that what he writes is new; Tho' it is only the contents or index of already publish'd books." (Ho sempre trovato che gli angeli hanno la presunzione di definirsi gli unici saggi; questo lo fanno con una fiduciosa insolenza che germoglia dal ragionamento sistematico, Swedenborg vanta che ciò che scrive è nuovo; nonostante sia solo il contenuto o l'indica di altri libri già pubblicati.), continua dicendo che un uomo che si porta dietro una scimmia può finire per convincersi di essere un saggio perché si paragona alla scimmia, continua dicendo che Swedenborg non ha scritto nessuna verità ma si è limitato a ricopiare falsità che ha trovato su altri libri. Che ogni uomo potrebbe produrre libri della stessa qualità copiando, come fa lui, da altri autori quali Dante o Shakespeare, ma poi non potrà per questo ritenersi pari o migliore a loro, perché "se lui è una candela, i maestri sono un sole!". E' chiaro come il Sole, fonte inesauribile e gigantesca di potenza, non potrebbe mai nemmeno lontanamente essere inferiore ad un lumino di cera. Certo, le candele ci aiutano in mille modi, illuminano le nostre case quando è buio.. ma mai potremmo vivere unicamente di candele. I nostri pensieri sono rivolti all'alba, al momento in cui il sole finalmente sorgerà ed in cui potremmo tornare a vedere con maggiore chiarezza, spegnendo le candele ed aprendo le finestre. Vi è dunque una bella differenza fra chi effettivamente è un'autorità nel suo campo e chi invece si limita a "vivere" di gloria riflessa.

A Memorable Fancy Plates 22-24

Il seguente brano è "A Memorable Fancy Plates 22-24" che inizia con diversi suoni campionati, molto ritmati, la voce maschile pronuncia frasi sfiatandole con ritmo per poi trasformarsi nella voce da Avant-Garde mentre la base continua a mantenersi meccanica, appare una chitarra molto modificata che esegue arpeggi ambientali. Si ritorna alle atmosfere ossessive ed oppressive del primo CD, si aggiunge un'altra chitarra pesante che fa brevi apparizioni con scariche basse, il ritmo si fa più cadenzato ed il pezzo diventa chiaramente hip-hop mentre la voce inizia a rappare con fare piuttosto da gangstah! I toni si fanno di sfida e la chitarra esegue un vorticoso assolo veloce e melodico. Uno scratch alla voce e poi il pezzo si distende per tornare alle sonorità avant-garde. Il testo racconta di come l'uomo abbia visto un Diavolo in fiamme che diceva che il culto di Dio è onorare i Suoi doni negli altri uomini; che coloro che invidiano e calunniano i grandi uomini odiano Dio; perché è l'uomo migliore ad essere Dio e non c'è altro Dio. L'angelo, nel sentire ciò, diventa blu dalla rabbia ma mantiene il controllo e replica accusandolo di idolatria, dicendo che Dio esiste e si è manifestato nel Suo figlio Gesù Cristo il quale ci ha portato i suoi comandamenti; che tutti gli uomini sono stupidi peccatori buoni a nulla. Il Diavolo risponde dicendo che nel culto di Gesù Cristo si venera un uomo, e ciò che quell'uomo ha fatto ha avuto delle conseguenze che non sempre sono state buone, fa riferimento a tutti coloro sono stati uccisi per lui, all'aver aiutato un'adultera a sfuggire alla punizione prevista dalla legge, all'essersi preso i meriti di coloro che lavoravano per lui, ad aver fatto una testimonianza reticente davanti a Pilato. Concludendo quindi che non può esserci virtù senza che vengano violati i comandamenti e che lo stesso Gesù li ha violati, che lo stesso Gesù nella Sua vita ha agito per impulso, non seguendo le regole ma piuttosto violandole sempre, ribaltandole, ribellandosi allo status quo. L'angelo viene distrutto da questa conversazione, si spegne e rinasce come Elia? poi viene precisato che Elia ed il protagonista leggeranno spesso insieme la Bibbia nel suo senso infernale. Elia è un profeta importantissimo, sia per i cristiani, ma anche per ebrei e musulmani. Per capire il motivo di questa scelta si può pensare al fatto che lo stesso Gesù Cristo, ai suoi tempi, veniva creduto essere la reincarnazione di Elia, nel Vangelo si dice che Gesù chiese ai suoi discepoli "La gente chi crede che io sia?" e questi risposero "La gente dice che tu sei Elia" (in effetti nell'antico testamento il Messia è definito come la reincarnazione di Elia); quindi si potrebbe pensare che il motivo sia proprio perché Elia, come Gesù, fosse stato un grande profeta in quanto in realtà un ribelle, caratteristica dell'angelo caduto di Milton e significato dell'opera di Blake che inizia a si conclude col desiderio di ribellione come forma di energia da cui discende la vera virtù. La vita di Elia, viene raccontata dalla Bibbia in cui è descritto come l'ultimo fedele al Dio di Abramo che uccise 450 sacerdoti di Baal, compì miracoli mostrando la potenza divina col fuoco, per poi rifugiarsi sul monte Oreb, in cui un angelo gli forniva il cibo, dove ebbe anche un dialogo con Dio. L'esperienza del monte Oreb costituisce uno dei passaggi più oscuri della Bibbia, fornisce diversi spunti cabalistici, in quell'occasione infatti "Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero." (Primo libro dei Re); in questo passaggio (in controtendenza col resto della Bibbia) si afferma che "Dio non è" nel fuoco e negli altri elementi citati, e sembra smentire la teofania che spesso caratterizza la religione, specialmente nel Vecchio Testamento. Per interpretare la frase secondo gli spunti forniti da Blake, il protagonista arriverebbe alla conclusione che Dio non è in quegli elementi, ma piuttosto Dio è nella sensibilità di Elia stesso, cioè Dio è l'anima di Elia che percepisce quei fenomeni e vi reagisce: dunque quando Elia compie i miracoli (contravvenendo alle leggi, infatti uccide ben 450 uomini alla faccia dei comandamenti!) non è Dio che li compie attraverso Elia, ma è Elia che li compie attraverso Dio; questa versione della fede antropocentrica, di evidente stampo satanico, era quella osteggiata dall'angelo nel testo, prima di convertirsi.

Intro

Un altro intermezzo chiamato "Intro", in cui si sentono arpeggi sognanti e lontani, suoni di campane tibetane, sotto un rumore ambientale di disturbo che rende l'atmosfera inquietante. Un suono basso e la batteria, le chitarre prendono corpo e l'ambiente si fa molto più vicino, incombente e rombante. L'atmosfera si distende e si torna agli arpeggi e cristallini suoni di campane tibetane, ancora una volta incombe un basso rombo; si sta facendo un viaggio mistico e l'anima è pronta a cogliere le risposte finali di questo viaggio. Tutti i precedenti pezzi sono stati la preparazione, il viaggio, per arrivare all'epilogo contenuto nel brano successivo.

A Song of Liberty Plates 25-27

Il brano finale è "A Song of Liberty Plates 25-27" e dura più di ventisei minuti; l'inizio è confuso e sembra di sentire un cronista alla radio, poi un ritmo industrial/dance tutto sintetico, meccanico. Una voce strana, quasi da propaganda bellica, scaglia parole cariche di fervore. Effetti sempre più futuristici si aggiungono al sound, poi una parte cantata da rock industrial e le prime chitarre, sembra di ascoltare una rassegna di eventi storici e mitologici, un riff da Black Metal Melodico e la rassegna continua. Un assolo veloce e melodico, virtuoso tipicamente Rock melodico. A cinque minuti il pezzo si blocca e si sente una voce demoniaca, un respiro inquietante, mentre sotto c'è una base sintetica. Dopo il Silenzio che durerà per tutto il resto dei minuti, fino all'ultimo minuto in cui ci sarà una parte con arpeggi ed atmosfere horror. Il testo racconta i gemiti della donna eterna, mentre tutto il mondo li sentiva accadono eventi disastrosi nell'antica Albione (Gran Bretagna), in America, Francia, Roma, Spagna? Ad un certo punto la donna tiene in mano il terrore appena nato, che urla (un figlio, evidentemente, l'Anticristo?). Questo essere di fiamma si lancia in cielo e fa discendere in Terra una pioggia di fuoco, stampando sulle nuvole i dieci comandamenti, libera i cavalli (dell'Apocalisse?), pone fine all'impero, e sconfigge il lupo ed il leone (i tiranni, forse si riferisce alla tirannia della legge divina). Ad un certo punto pone fine alla casta sacerdotale che decide ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tiranneggiando sui deboli, concludendo che "For every thing that lives is holy" (Tutto quel che vive è sacro).

Conclusioni

Questo album in doppio CD è spaventosamente lungo (anche escludendo i venti minuti di silenzio nell'ultimo pezzo del secondo CD), presenta innumerevoli spunti sia dal lato musicale che testuale. In realtà il primo album ci presenta l'esordio di un nuovo gruppo (e di una nuova etichetta..) che convince, alcune parti nella seconda metà del primo album convincono di meno perché - prive di freschezza - non fanno altro che riprendere ed esasperare le sperimentazioni al sintetizzatore e si traducono in cloni di altri pezzi, ma meno ispirati. Il secondo CD inizia e finisce bene, mantenendo sempre alta l'attenzione e regalando momenti molto positivi. A livello concettuale il viaggio raccontato via via nei pezzi è molto intenso, mostra una fiera voglia di ribellarsi - meno grezza rispetto a quella del terzo album, ma di certo non meno efficace - agli schemi che caratterizza la musica e le tematiche degli Ulver. Un album che merita molto, figlio di un gruppo che si sa reinventare e che mette al primo posto la propria passione artistica anche a discapito degli interessi commerciali. Un ascolto che però farà storcere il naso a molti puristi del genere, di difficile comprensione e che rende necessaria una cerca ampiezza di vedute; importante dal punto di vista storico e pieno di spunti che saranno seguiti da altri gruppi capaci e vogliosi di sperimentare. Un album, insomma, che può attirare a se caldi consensi come aspre critiche, non a caso quando uscì venne rispettivamente o stroncato o esaltato da molte riviste del settore. I più "delusi" furono senza dubbio gli amanti del Black Metal, i quali già avevano mal sopportato la svolta troppo "folk" del secondo album dei Nostri, figurarsi una decisa virata come questa, verso i più reconditi lidi dello sperimentalismo. Con il tempo, però, anche chi all'epoca distrusse di critiche questo disco dovette ricredersi, ed ammettere quanto quest'opera rimanga ad oggi un punto fermo dell'avventura Avant-Garde comune a molti gruppi. Del resto, lo ripetiamo, la grandezza degli Ulver risiede proprio nella loro volontà di volersi esprimere sempre al massimo, senza mai scendere a compromessi e, soprattutto, senza star troppo ad ascoltare "chi dice cosa". Le critiche non hanno mai fermato i Lupi, mai in carriera, e questo la dice lunga circa la differenziazione fra "semplici" musicisti e veri e propri Artisti.

1) The Argument Plate 2
2) Plate 3
3) Plate 3 Following
4) The Voice of the Devil Plate 4
5) Plates 5-6
6) A Memorable Fancy Plates 6-7
7) Proverbs of Hell Plates 7-10
8) Plate 11
9) Intro
10) A Memorable Fancy Plates 12-13
11) Plate 14
12) A Memorable Fancy Plate 15
13) Plates 16-17
14) A Memorable Fancy Plates 17-20
15) Intro
16) Plates 21-22
17) A Memorable Fancy Plates 22-24
18) Intro
19) A Song of Liberty Plates 25-27
correlati