TWISTED SISTER

The Kids Are Back

1983 - Atlantic Records

A CURA DI
ANDREA CERASI
20/07/2020
TEMPO DI LETTURA:
8

Introduzione Recensione

Di gavetta ne hanno fatta, i Twisted Sister, e pure tanta. Basterebbe guardare il bel film-documentario "We Are Twisted Fucking Sister", prodotto pochi anni fa e venduto alle tv a pagamento per rendersi conto che la gloria ricevuta negli anni 80 dalla band è stata assiduamente cercata per anni. A cavallo tra gli anni 70 e gli 80, infatti, i Twisted Sister hanno sudato parecchio, facendosi un nome nella loro città, New Jersey, diventando in breve vere e proprie star. Ai loro concerti accorrono centinaia di persone, i locali più prestigiosi della regione se li contendono per farli esibire il sabato sera, ed è assurdo pensare che una formazione di questo calibro e con questo seguito, che dalle loro parti sfiora la devozione, sia praticamente sconosciuta in altre zone degli U.S.A.. I loro spettacoli sono grotteschi e horror, pieni di energia, i musicisti sembra siano nati per calcare i palcoscenici, il vocalist Dee Snider un vero animale; insomma, attorno a loro si percepisce una sorta di magia, di destino segnato dal successo. Eppure, nonostante gli impegni, il successo tarda ad arrivare: praticamente le etichette li scansano, trovandoli troppo eccessivi, il fenomeno dell'heavy metal, proveniente dall'Inghilterra, non è ancora giunto in America, dove più che altro va di moda il funky, il punk rock, la discomusic e il primo AOR. I Twisted Sister sono troppo potenti per quel periodo, considerati eredi di New York Dolls e Kiss, ma molto più heavy. L'unico modo per sfondare davvero è spostarsi all'estero, proprio in Inghilterra, dove le loro sonorità sono più apprezzate. Grazie a un contatto, il loro manager riesce a farli imbarcare per un mini tour in UK, lì dove la N.W.O.B.H.M. è appena sorta e si sta espandendo a macchie di leopardo per conquistare il mondo intero. La band non ci pensa due volte e vola a Londra, riuscendo a far parlare di sé attraverso la mitica rivista settimanale "Kerrang!", che la pompa a dismisura, e ad attirare l'attenzione di una piccola etichetta specializzata nel punk, la Secret Records. Il ritorno in patria ha un altro sapore: le radio americane cominciano a parlare di una nuova e agguerrita band, altri li etichettano come promesse della nuova musica dura. Il primo ep "Ruff Cutts" è il biglietto da visita, un clamoroso mini-album costituito da quattro pezzoni hard rock, testi cinici, violenti, e attitudine stradaiola. Nel 1982 i Twisted Sister si affermano finalmente nel panorama musicale, l'ep vende discretamente e il primo album, "Under The Blade" (prodotto da Pete Way degli Ufo), pubblicato a distanza di pochi mesi, testimonia la grandezza dei ragazzi. Dall'America all'Inghilterra, e poi nel mondo intero, la musica dei nostri di diffonde ovunque, "Bad Boys Of Rock n' Roll", "Shoot 'em Down" e "Run For Your Life" sono hit che, se da un alto palesano una produzione limitata, dall'altro dimostrano la potenza assoluta della band, la ricercatezza lirica e il fuoco che anima i musicisti. A questo punto la major Atlantic si fa avanti e commissiona un secondo album, questa volta mettendo a disposizione un budget più elevato, per una produzione decisamente più pulita. Prodotto da Stuart Epps, già collaboratore di Elton John, Led Zeppelin e Bad Company, "You Can't Stop Rock n' Roll" viene pubblicato nel 1983, anticipato dai due singoli portanti: "I'm Me (I'm Me)" e "The Kids Are Back", due bombe nucleari che scalano le classifiche. Se il primo singolo esce a marzo, il secondo viene distribuito in aprile, facendo letteralmente il botto. La canzone scala le classifiche mondiali, imponendosi non solo come uno dei cavalli di battaglia dei Twisted Sister, ma diventando uno degli anthem hard&heavy più popolari del decennio, entrando nell'immaginario collettivo di ogni metallaro che si rispetti.

The Kids Are Back

Un riffing assassino che si abbatte sulle casse come un tuono, poi un giro di basso claustrofobico, ed ecco che la tagliente The Kids Are Back (I Ragazzi Sono Tornati) è pronta a esplodere col suo incedere plumbeo e minaccioso. Dee Snider ha una voce alcolica, frizzante, e richiama a sé i suoi scagnozzi per una parata militare. La sua band si riunisce in strada, accorsa al richiamo del leader. "Camminiamo in strada con armi sciatte, abbiamo un cuore di leone nel petto, non cerchiamo problemi, ma lo facciamo solo per divertirci. Ma siamo pronti se tu vuoi iniziare la lotta". L'atteggiamento dei ragazzi è ovviamente provocatorio, spavaldi si affacciano in strada, testa alta e petto gonfio, per sfidare chiunque si presenti. La loro intenzione è quella di spassarsela, tra locali, donne, motociclette e birra, e magari se ci scappa anche una bella rissa. Il refrain è tonante: "Allora, ricorda che i ragazzi sono tornati, guardati attorno, i ragazzi sono tornati". Rimbomba nel cervello, come una mazza che colpisce il ferro, come lo scatto di un coltello. Bisogna stare attenti, i ragazzi sono tornati in città, non bisogna farli incazzare, loro sono dei duri, mai metterseli contro. La banda vuole solo ristabilire l'ordine, divertirsi, riprendersi il territorio che ha lasciato incustodito per mesi. "Bè, puoi scusarci se stiamo vivendo i nostri sogni? Guardati attorno e vedrai il perché. Non vogliamo seguire la solita quotidianità, forse lo facciamo per niente, ma almeno ci proviamo". I sogni di questi uomini sono selvaggi, ma neanche troppo lontani da quelli che fa ogni ragazzo della loro età, con l'idea del divertimento sempre in testa. La quotidianità è un qualcosa che schiaccia e annienta il desiderio umano, la miseria della città, soprattutto dell'epoca, è davanti agli occhi di tutti, e ciò spinge i giovani a ribellarsi. Tanto non hanno nulla da perdere. La musica è coinvolgente, l'atmosfera oscura, le chitarre si sfidano in una serie di fraseggi al cardiopalma, senza mai eccedere nella velocità. L'andamento infatti è medio, letale. "Non c'è nessun problema, non vogliamo confusione, ma non vogliamo smettere di divertirci. Non ci chiedere il perché, perché non lo sappiamo. Come possiamo fermarci quando non possediamo nulla?". Ecco la condizione dei giovani, che non possiedono nulla e che forse non hanno nemmeno nulla per cui combattere, e allora il divertimento viene prima di tutto, poiché è l'unica cosa che resta. La giungla d'asfalto li assale, ma loro ci sguazzano nello smog, nel grigio dei grattacieli, nel degrado della periferia.

Shoot 'em Down

L'andamento di Shoot 'em Down (Abbatteteli) è più dinamico, nell'aria si respira meno claustrofobia, anche se le liriche non perdono una briciola di cinismo. In questa occasione possiamo ascoltare la traccia registrata dal vivo durante una data in Inghilterra, la cui versione originale è presente nel debutto "Under The Blade". Il brano viene registrato al concerto tenutosi nel prestigioso locale londinese The Marquee, il 6 marzo 1983. "Andiamo, ragazzi! Lei sembra così carina, come vino e champagne, e nessuno l'ha mai posseduta. Lei è astuta, ci prende per stupidi se la sciamo andare. Nella stanza lei osserva il buffone che cade ai suoi piedi. Se ne va via in modo tale da farlo ingelosire, portandoselo dietro come una borsetta". Ovviamente si sta parlando di una donna fatale capace di stregare tutti, di assoggettare ogni uomo. Probabilmente di una dominatrice, che lo fa per mestiere, corteggiata da tutti ma che non si concede a nessuno. "Abbatteteli, abbatteteli tutti! Come caviale o un'auto di lusso straniera, lei è una motivatrice. Indossa t-shirt e tutti loro si inginocchiano, lei è una padrona", qui il disprezzo della band è chiaro, Dee Snider cerca di spronare la sua banda a sparare a questi soggetti senza spina dorsale, sfruttati dalla donna e considerati dei tappetini senza cervello. Le asce si incrociano, sul palco suonano ancora più potenti che in studio, il vocalist incita il pubblico. "Li fa strisciare tutti e poi gode nel vederli piangere. Lo fa solo per divertimento perché sa che è considerate l'unica. Ma lui la ucciderà, prima o poi. Tutti loro non si preoccupano dei sentimenti, vogliono solo essere calpestati. E mentre uno guarisce, ecco che ne spunta un altro a farsi calpestare". La vita da strada è dura, c'è del risentimento tra le gang rivali, i ragazzacci che vivono in strada si sfidano, si insultano, ma i nostri non sono stupidi, non cadono ai piedi di una donna, seppur affascinante, perché loro hanno cuore e cervello, a differenza degli altri, privi di sentimenti. "Ora queste persone pregano per noi ogni giorno, alcuni sono malvagi, altri peggio ancora. Pensano che siamo stupidi, così impongono le loro regole, solo per farci arrabbiare. Se vogliono pagare lasciamo che paghino, poi abbatteteli con una pistola". La gang rivale è stolta, merita di essere abbattuta. Il disprezzo si concentra nella fase finale, il pubblico in delirio, la band affiatata.

Conclusioni

Nel lato A del singolo troviamo l'energica "The Kids Are Back", pezzone scritto durante il ritorno in America dopo le incisioni di Londra, patria della nuova ondata hard rock, e subito si nota l'impatto metallico e devastante del brano, più che altro una dichiarazione di intenti, dove i Twisted Sister ricordano a tutti che sono tornati nel New Jersey, questa volta vincitori, dopo tanta gavetta, per raccogliere a braccia aperte un successo a lungo cercato, e ovviamente meritato. Il lato B invece presenta la gloriosa "Shoot 'em Down", estratta dal disco di esordio e ripresa dal vivo durante un concerto eseguito proprio in quel di Londra, nella leggendaria cornice del The Marquee, prestigiosa arena che ha lanciato nel tempo centinaia di gruppi. Anche questa traccia esprime la carica pulsante della band, specialmente sul palco, tra le grida di entusiasmo del pubblico presente. La cosa interessante da notare è che le liriche costruite dalla band sono molto particolari, eccedono sempre in metrica, quasi mai puntano alla rima, ma si presentano come pura foga narrativa, per poi esplodere in ritornelli corali, costituiti da poche parole ripetute e che si stagliano subito in mente come inni alla guerra e alla ribellione. È il punto di forza della musica stessa dei Twisted Sister, così d'impatto, così travolgente. Dee Snider, Jay French, Eddie Ojeda, Mark Mendoza, A.J. Pero, cinque musicisti con le idee chiare che ora possono finalmente sfogarsi, appoggiati e distribuiti da un'etichetta importante, la Atlantic. Le coordinate stilistiche seguono quelle dell'esordio, cioè un hard&heavy cupo e pressante, che si perderà già dal seguente lavoro, il milionario "Stay Hungry", votato maggiormente alle classifiche, ma pur sempre affamato e graffiante. Eppure, nonostante il taglio musicale pesante, il disco "You Can't Stop Rock n' Roll" viene accolto bene sia dalla critica che dalla massa, vendendo solo gli Stati Unito più di mezzo milione di copie, ricevendo il "disco d'oro". Per quanto riguarda il singolo in questione, "The Kids Are Back" si piazza al quattordicesimo posto, quindi in posizione ottima, e qui vi rimane per parecchie settimane, divenendo presto un inno per tutti i metallari, entrando nell'immaginario collettivo di tutti i rockers grazie al piglio battagliero e fiero, molto goliardico, destinato a incidere sulla mente di un'intera generazione di ascoltatori. Considerati tra i pionieri del glam metal, in realtà i Twisted Sister, quelli dei primi due album, e ovviamente quelli di questo singolo, suonano uno squisito hard&heavy, dove neanche le tematiche si legano al sottogenere più colorato e festaiolo degli anni 80, visto i risvolti grotteschi e violenti toccati in quasi ogni brano. Forse il travestimento e il trucco di Snider hanno confuso molte persone, ma tra i solchi di questo lavoro non ci sono tracce di glam, solo heavy, contaminato dalla corrente inglese e dall'hard rock di fine anni 70. Pulizia sonora e un'ottima distribuzione fanno il resto, lanciando definitivamente la band nel mondo. "The Kids Are Back" rappresenta, insieme al primo singolo "I'm Me (I'm Me)", il miglior biglietto da visita possibile, e non è un caso se l'etichetta abbia scelto di aprire il secondo lavoro proprio con la traccia in questione. I Twisted Sister sono nel loro momento di maggior splendore, così fatali, così violenti, così sprezzanti e, soprattutto, così divertenti, sia su disco che dal vivo. Gli si vuole bene, c'è poco da fare, e quando i ragazzi tornano in città ne abbiamo delle belle.

1) The Kids Are Back
2) Shoot 'em Down
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