TWISTED SISTER

I'll Never Grow Up, Now!

1979 - Twisted Sister Records

A CURA DI
DAVIDE PAPPALARDO
01/07/2020
TEMPO DI LETTURA:
8

Introduzione recensione

Fine anni settanta: un periodo caldo per la politica, la società, e il mondo della musica rock e metal. Il decennio che stava per chiudersi aveva portato con sé la ribellione sia sociale che musicale del punk, nemico/alleato della musica metal che in realtà aveva già contaminato la corrente heavy metal già nelle sue radici britanniche e che avrebbe portato in futuro sviluppi che contribuiranno a dare al genere una propria forma sempre più separata dal rock tradizionale, mentre la politica conosceva in diversi paesi svolte conservatrici e reazionarie che sarebbero sbocciate proprio a fine decennio. In Inghilterra Margaret Thatcher inaugurerà una stagione politica all'insegna della censura e della privatizzazione che durerà fino all'inizio degli anni novanta e che viene ancora oggi ricordata da molti come un periodo nero, e in America nello stesso lasso temporale Ronald Reagan intraprenderà una politica altrettanto reazionaria. Un clima quindi destinato ad alimentare la voglia di ribellione delle nuove generazioni e il desiderio da parte loro di adottare riferimenti culturali nemici al potere politico; questo naturalmente anche in campo musicale. Se il post-punk e il dark decidono spesso di alienarsi dalla realtà sociale e politica lasciandosi a malinconiche fantasie, il punk sembra aver esaurito la sua carica sovversiva diventando più un modo di vestire e suonare che un movimento impegnato, e la allora nascente musica industriale è qualcosa fin troppo di nicchia e ostico sia concettualmente che nel suono, nata più nelle scuole d'arte che per strada e spesso nemmeno interessata alla massa. Il rock conosce svolte spesso commerciali e "rassicuranti", diventando sempre più un genere accettato e non più uno spauracchio sociale per genitori preoccupati, come negli anni sessanta. Sembra proprio che tocchi al suo figlio più aggressivo e scandaloso, quell' heavy metal ancora considerato musica del diavolo che porta alla perdizione, associata da molti con l'abuso di alcool e droghe, raccogliere l'eredità e diventare l'amore proibito di molti giovani e il nemico dei benpensanti. Molte sono le band che spingeranno il piede sull'Acceleratore sia a livello d'immagine, che di testi, rappresentando in parole e note la voglia di divertirsi, di andare contro le regole, di scioccare. I suoni si fanno ancora più aggressivi e graffianti, seppure ricchi di ritorneli e slogan da cantare in coro, i musicisti adottano un'estetica volutamente oscena e ambigua che tocca più di un tabù, e i pezzi prendono spunto dall'horror, dal sesso, da racconti di nottate passate a bere, insomma da qualsiasi cosa che fosse considerata riprovevole e moralmente inaccettabile dai conservatori. Un clima insomma perfetto per la storia dei Twisted Sister, una band che diventerà il simbolo della lotta alla censura musicale sia tramite la propria musica, sia tramite l'argomentazione ragionata da parte del proprio frontman Dee Snider, destinato a diventare una delle personalità più carismatiche della scena. Andiamo però con ordine: la band nasce alla fine del 1972 con la trasformazione dei già esistenti Silver Star per volontà di  John Segall a.k.a  Jay Jay French, che si era unito al gruppo hard rock creato da Mel Anderson, Billy Diamond, Wayne Brown, Tony Bunn, Steve Guarino. Nel breve Michael O'Neill avrebbe sostituito Brown come cantante e ideato il nuovo nome della band, che cambierà anche suono spingendosi verso una direzione glam, cosa che porterà anche alla variazione della line-up. Seguiranno anni di gavetta con vari concerti e diversi cambi di formazione, già caratterizzati dall'uso di costumi ispirato a David Bowie. È nel 1976 che sotto consiglio del manager Kevin Brenner la band assumerà l'ex  Peacock e Heathen Danny Snider (Dee Snider) come cantante, e dopo altri cambiamenti di formazione con l'entrata del batterista Tony Petri il loro suono si sarebbe definitivamente spostato verso un heavy metal influenzato da Alice Cooper, Black Sabbath e Led Zeppelin. I primi demo vedranno quindi sonorità più in linea con i Twisted Sister che conosciamo, e non a caso molti dei brani verranno in seguito registrati di nuovo per i primi due album. La scelta è quella giusta, in poco tempo i Nostri raccolgono molti fan grazie alle loro performance e la circolazione dei brani sulle compilation della radio rock WBAB, e alla fine della decade viene pubblicato autonomamente il singolo qui recensito "I'll Never Grow Up, Now!" contenente l'omonima traccia (in futuro usata anche in alcune versioni del disco di debutto "Under The Blade") e la futura title track del loro primo album. Non si tratta ancora in realtà della versione definitiva della band, le sostituzioni sarebbero continuate fino al 1982 con l'arrivo del batterista AJ Pero che sarebbe diventato quello ufficiale per tutti gli album del gruppo, ma in ogni caso troviamo qui un suono in linea con lo stile dei Twisted Sister, Se spesso, a causa della loro immagine, la band è stata associata con la corrente glam metal, etichetta assolutamente rifiutata soprattutto dal cantante Dee Snider, in realtà il loro è un sano heavy metal ricco di riff accattivanti, assoli squillanti, e ritornelli contagiosi. Il loro stile non a caso piacerà particolarmente in Inghilterra, dove pubblicheranno il loro primo album e il singolo "Ruff Cutts" per l'etichetta Secret Record dando inizio a una carriera che avrebbe caratterizzato quasi tutti gli anni ottanta.

I'll Never Grow Up, Now!

I'll Never Grow Up, Now! è un brano perfetto per introdurre gli ascoltatori al mondo sonoro e tematico dei Twisted Sister, presentando molte delle caratteristiche che faranno la fortuna del gruppo. Un inno giocosamente ribelle che inneggia al non accettare le regole sociali e condurre la propria vita come si vuole, anche al costo di essere ritenuti immaturi e disadattati. Il tutto espresso con suoni appassionanti e pieni di cori e ritornelli, supportati da riff di chitarra e batteria cadenzata, anticipando motivi sonori che domineranno gran parte del panorama heavy metal anni '80. Non è difficile capire la presa del gruppo sugli adolescenti dell'epoca, che sentivano un bisogno di ribellione molto semplice e diretto nei confronti dell'autorità che incontravano nella vita di tutti i giorni. Genitori, insegnanti, figure sociali, diventano nella musica dei Nostri personaggi distanti e che non comprendono la realtà dei giovani ascoltatori, che invece trovano un perfetto corrispettivo nelle parole e nell'immagine scioccante dei Twisted Sister. Vista a più di trentanni di distanza, forse possiamo faticare nel capire come la cosa potesse essere vista come pericolosa e non un semplice gioco delle parti innocuo, ma dobbiamo proprio pensare al lasso di tempo che ci separa da allora e le grandi differenze sociali. Molte cose che oggi diamo per scontate non lo erano assolutamente, e molti degli eccessi ed estremi che giungeranno tra metà anni '80 e '90, sia a livello sonoro che estetico/tematico, erano semplicemente impensabili, se non da parte di sparute realtà underground che rimarranno davvero per pochissimi. In un mondo senza internet, il passaparola e i negozi di dischi sono fondamentali per incontrare nuove realtà, così come naturalmente i vari concerti ed eventi, e il gruppo viene così conosciuto sempre di più. Questo naturalmente comporterà anche l'attenzione da parte degli adulti, che non vedranno certo di buon occhio questi musicisti vestiti in modo osceno e che invogliavano al fare tutto il contrario di quello che era considerato necessario per essere un cittadino modello e con prospettive nella buona società. Tutto fa gioco naturalmente per l'immagine della band, che negli anni saprà mantenere questa fama ribelle, ma anche mostrare un'intelligenza che molti non si aspettavano nello smontare le argomentazioni di chi li vorrà come dei pericolosi deviati. Ecco quindi un'introduzione con un bel riffing graffiante sottolineato da batteria e piatti, in grado di darci una linea che fa da ossatura a tutta la traccia; Dee Snider interviene con euforia, mettendo da subito in mostra tutta la sua energia e la sua capacità di modulare la voce secondo l'andamento del pezzo. Siamo lontani dal mondo dello screaming o del growl, si segue lo stile heavy metal con voce pulita e trascinante, pronta a creare cori e ritornelli che i giovani ascoltatori ripeteranno a squarciagola. Come un confidente del quale ci fidiamo, egli ci presenta tutte le frasi tipiche che gli adulti ripetono ai ragazzi e giovani adulti, chiedendo loro cosa ne faranno della loro vita, quand'è che metteranno la testa a posto e troveranno una moglie, ricordando come un monito che non potranno scappare dalla loro realtà, e che devono incominciare a comportarsi da adulti. Pochi versi, ma già il tema della canzone è ben chiaro, e non si perde tempo nemmeno nel partire con il semplice e accattivante ritornello: semplicemente si ripete l'unica risposta possibile, prendendo le parti dei ragazzi, ed esplicitando come non cresceremo mai. Niente tecnicismi o complicazioni, l'interesse è quello di dare un suono diretto tanto quanto il messaggio, dai suoni si aggressivi (soprattutto per i canoni dell'epoca), ma anche decisamente melodico e che rimane in testa. Il cantante riprende poi con la sua lezione, in uno stile che mostra l'influenza del buon Alice Cooper, pur aggiungendo del proprio e permettendo un'identità che caratterizzerà sempre più i Twisted Sister. Riecco le parole degli adulti, che ancora ci lanciano dei moniti: dovremmo smetterla di sognare, non stiamo andando da nessuna parte, e veniamo pure minacciati di essere sbattuti fuori casa, dove non dureremo a lungo. La scuola, il lavoro, e pure l'aspetto fisico per le ragazze, diventano argomenti rinfacciati a coloro che non seguono lo schema di vita prestabilito dalla società. Inevitabilmente il cantato riprende le redini del discorso, riproponendo la risposta che si ripete con i suoi toni melodici e incalzanti; ora sarà un ponte con un fraseggio a trotto a fare da collegamento, unito alla voce di Dee Snider che ora richiama non poco la già citata influenza. Con questo stile piacevole e suadente, delineato da parti più alte che sottolineano punti cruciali dell'andamento, il Nostro risponde in maniera più argomentata a quanto fin'ora detto dagli adulti: chiede loro di ascoltarsi, e di guardasi bene allo specchio, e di ascoltare la musica che la band propone, capendo che è meglio che se la prendano con qualcun altro. Un altro perfetto esempio di associazione tra band e ascoltatori, dove le critiche ai secondi diventano in automatico dirette anche ai primi, che si propongono come difensori di quei ragazzi che spesso non possono rispondere a tono. Un bel assolo si dilunga con le sue scale altisonanti, sottolineato da riff continui e batteria sempre sul pezzo. Ecco che i nemici della band e dei suoi ascoltatori lanciano un ultimo attacco, rimarcando come la vita non sia un giro su una giostra gratuito, e minacciando d'interrompere questa festa con responsabilità. Altre associazioni concettuali che si ripeteranno nella musica della band: la loro ribellione si manifesta come un party malvisto dagli altri, ma la loro risposta è sempre pronta e dalle poche parole, ripetendo le parole familiari del ritornello in coro, mentre il cantante incita un pubblico immaginario richiamando le loro esibizioni dal vivo. È tutto sempre una festa, un concerto con i Twisted Sister, e nel finale un assolo completa la scena mentre il tutto va a scemare in dissolvenza. Un manuale vero e proprio per le atmosfere da party e irriverenti della musica proposta dai Nostri, come detto un perfetto biglietto da visita per ciò che verrà, anche se forse rispetto alle tracce che finiranno nel loro album di debutto, qui abbiamo uno stile più hard rock e meno robusto.

Under The Blade

Under the Blade è il brano che darà il titolo al loro album di debutto, una traccia più in linea con lo stile marcatamente metal che i Twisted Sister andranno a sviluppare nei primi lavori. Troviamo inoltre anche il loro lato più "inquietante" e in qualche modo di matrice horror, pur non raggiungendo certo livelli splatter o gore che diventeranno il pane quotidiano di certe frange del metal estremo. Le atmosfere di ribellione e da party convinto nei Nostri con piccoli racconti horror che con semplici suggestioni possono dare un senso di misterioso pericolo, specie all'ascoltatore dell'epoca non ancora anestetizzato dalla proliferazione d'immagini sempre più estreme che oggi conosciamo. Il testo non a caso sarà in futuro oggetto di contestazione da parte di coloro che vorranno censurare la band e il genere in sé, preso come esempio per i testi considerati violenti e capaci di influenzare negativamente gli ascoltatori. Per ironia della sorte, in realtà le parole della canzone nascono dalla paura di uno dei membri della band, terrorizzato dall'idea di doversi operare. Un po' come le immagine occulte dei Black Sabbath o del doom nascevano dalla paura verso la magia e il male da parte dei musicisti in primis, qui qualcosa di più reale e quotidiano diventa lo spunto per darci una serie di versi capaci di dare vita agli aspetti più inquietanti della situazione che fa parte delle procedure adottate nella società. Immaginiamo di essere sul letto della sala operatoria, magari anestetizzati, incapaci di muoverci, completamente sotto il controllo di un' altra persona che sta usando una lama su di noi. La mente può molto comprensibilmente incominciare a viaggiare, prospettando scenari lugubri e mortali: e se non tornassimo vivi a casa? E se questa persona fosse un mostro, capace ora di farci quello che vuole, sottoporci a torture indicibili prima di ucciderci? Ecco la base per un pezzo che diventerà un pezzo da novanta della discografia della band. Un suono gracchiante e stridente di chitarra introduce il brano con il suo trotto secco, mentre la voce del cantante irrompe sottolineata da piatti improvvisi, come in un colpo di scena. Il Nostro non perde tempo nel rappresentare le scene evocate poco fa, tra il luccichio dell'acciaio che è come un lampo di luce, per noi presagio del fatto che non torneremo a casa, e sia che tutto questo sia nella nostra mente, o vero, non abbiamo scampo, il nostro tempo è giunto e dobbiamo accettare la lama! Ecco che le ultime parole vengono anticipate da un assolo di chitarra, prima di esplodere in una serie di riff pregni di un motivo trascinante pronto a partire. I colpi duri di batteria creano un'energia trattenuta, che si libera con una corsa metal dai riff corposi. Il cantante torna con le sue enfasi che catturano l'ascoltatore, descrivendo la scena con passione. Siamo intrappolati in un vicolo, e sappiamo di essere soli e che dovrà finire in questo modo, mentre il gelo ci entra nelle ossa. Ecco la luce che ci acceca, seguita dall'oscurità della notte in cui la lama scorrerà. Parole che suonano minacciose, e che prive del contesto riportato all'inizio della nostra descrizione, possono pure far pensare all'azione di un serial killer, magari uno dei tanti protagonisti dei film horror che domineranno gli anni '80. La musica dal suo lato si mantiene sostenuta e tagliente, capace di offrire allo stesso tempo un attacco costante, ma anche note ricche di musica, fatta per accompagnare gli andamenti vocali che si aprono a cori da cantare a squarciagola. Siamo sotto la lama, non c'è scampo: il senso d'impotenza e destino che non possiamo evitare pervade il testo, consegnandoci quel senso di paura da cui nasce il tutto. Una cesura fatta di riff e batteria cadenzata incontra un assolo squillante, serena che segna la ripresa del nostro galoppo, sul quale Snider prosegue la sua raggelante narrazione. Questa volta non si tratta di un nostro viaggio mentale durante il sonno, non possiamo svegliarci, e siamo legati al letto, mentre una luce splende nei nostri occhi e vediamo la lama di un rasoio. Apriamo la bocca per gridare, ma non riusciamo, e ora la lama farà il suo corso. Ancora scenari da incubo, presentati però come una realtà che non offre scampo, musicalmente resa dai riff affilati delle chitarre. Nuovi cori ci riportano al ritornello epico, seguito da assoli notturni, questa volta sviluppati in scale altisonanti; esercizi di chitarra non troppo tecnici, ma comunque ben strutturati, riportano la scena sui galoppi secchi dello strumento a corde, gran protagonista della traccia. Rullanti di batteria tempestano l'etere, mentre all'improvviso un nuovo assolo, dalla natura squillante, ci conduce alla ripresa del cantato quasi teatrale. Ancora una volta vediamo il luccichio dell'acciaio, consapevoli che non possiamo fuggire e che la nostra ora è giunta. Abbiamo cercato di farcela fino all'uscita, ma ci ritroviamo intrappolati in un angolo, con un mostro che si palesa davanti a noi con la bocca spalancata, mentre la luce si ripresenta e la notte esplode facendo a pezzi la nostra sanità mentale. L'intensità sale di parola in parola, e cavalcate sempre più furiose fanno da scenario per le parole del cantante, pronto a darsi nel finale a nuovi cori seguiti da cesure graffianti. Inevitabile la corsa sfrenata conclusiva, un vero e proprio tripudio di chitarre, batteria pestata, e vocals che ora ci dicono che stiamo sprofondando sempre di più. Una traccia perfetta per presentare agli ascoltatori dell'epoca il mondo sonoro e tematico dei Twisted Sister , pronti a prendere alla gola, ma anche ad ammaliare, il pubblico. Non è difficile immaginare l'energia profusa nei loro concerti con brani come questo, fatti per essere cantati in coro dalla folla esultante; un momento di heavy metal vecchia scuola offerto dalla Sorella Deviata, anticipatore di molti altri a seguire.

Conclusioni

Un singolo che mette in mostra tutta la natura sonora, stilistica, estetica dei Twisted Sister, e allo stesso tempo riassume un po' l'evoluzione che avevano conosciuto negli anni di poco precedenti. La prima traccia conserva molti elementi hard rock, che comunque non scompariranno mai del tutto dalla musica dei Nostri, mentre la seconda da il benvenuto a un heavy metal fatto per mettere in mostra i riff di chitarra e i cori del cantato, una bestia pronta per il palco, ma anche per gli ascolti di ragazzi che trovano in questa musica uno sfogo, ma anche un mezzo di ribellione contro un mondo che sentivano come ostile e lontano da loro. Certo, non dobbiamo pensare a grandi messaggi sociali, lo scopo principale della band è divertire e dare la carica, ma come abbiamo visto non sfugge loro l'importanza di mantenere sempre una sintonia con i proprio pubblico, offrendo una comprensione e identificazione che i ragazzi dell'epoca cercavano in quella che era la musica estrema dell'epoca. I semi sono gettati, e negli anni attecchiranno, anche se per ironia della sorte non subito nella loro terra d'origine, forse non ancora pronta per quel suono. Sarà invece l'Inghilterra, patria del genere da loro proposto, a offrire le prime grandi opportunità. Consigliati da due redattori della rivista Sounds, la band nel 1982 firmerà un contratto con la label inglese Secret Records, che avrebbe pubblicato il successivo "Ruff Cuts" e soprattutto il loro debutto "Under The Blade". Da qui le cose prenderanno una piega sempre più positiva, e la band saprà creare una propria dimensione, pur facendo parte senza dubbi dello scenario metal del periodo. Il loro look, che inizialmente li aveva fatti associare alla corrente hair metal, più leggera e melodica, si farà più grottesco e adatto per il loro stile più aggressivo e potente, mentre le seguenti produzioni si faranno leggermente meno sporche e più dirette a livello di produzione. Come molti sanno questo crescente successo li porterà a metà anni '80 a scontrarsi con il così detto P.M.R.C., ovvero un'associazione statunitense che è rimasta attiva fino alla fine degli anni '90 e che voleva controllare, e censurare, i contenuti ritenuti sconveniente, osceni, violenti nella musica, soprattutto nel rock e metal. Insieme a musicisti come Frank Zappa e John Denver, Dee Snider si opporrà al' azione dell'associazione, argomentando con una padronanza di pensiero e linguaggio che molti degli oppositori probabilmente non si aspettavano, e sostanzialmente uscendo vincitore dalla questione. Ora la band entrerà totalmente nell'immaginario della musica heavy metal e considerata tra i paladini del genere, e la propria carriera proseguirà fino al 1987, anno di uscita del, per molti, deludente "Love Is for Suckers" e dello scioglimento della formazione. Un viaggio relativamente breve, ma che in cinque anni circa segnerà molto l'estetica visiva e sonora della musica metal insieme a band come i W.A.S.P o i Lizzy Borden. I semi di tutto questo si trovano già qui, in queste due tracce ricche della voglia di ribellarsi alle imposizioni della società e di fare un sano e robusto heavy metal ricco di melodie, ma anche di chitarre aggressive, batteria pestate, e assoli che squarciano l'etere. Un inno per molto del pubblico che seguiva il genere, che trovava dei veri e propri eroi nei musicisti, figure che in un mondo senza internet rimanevano ammantate da un alone di mistero, conoscibili tramite le interviste sulle riviste, alla radio, o in televisione, e naturalmente tramite la loro musica e concerti. Oggi tutto questo può essere visto con un distacco che rende tutto molto ingenuo, soprattutto da parte delle generazioni nate già in un mondo interconnesso e dove molte cose sono date per scontate, e ogni cosa è a portata di click. Ma a inizio anni '80 la realtà era diversa, su certi aspetti più semplice, ma non prova dei suoi aspetti oscuri, come detto. Il vecchio mondo si accorgeva dei cambiamenti sociali in atto, e naturalmente non sempre li accettava di buon grado, i difensori dei valori della società non potevano non vedere questa musica sempre più estrema, questi musicisti vestiti in modo scioccante, come un segnale di depravazione e barbarie, una sfida contro tutto quello che ritenevano sacro. In una tera fondata su fondamentalismi religiosi come gli Stati Uniti, dove ancora oggi sopravvivono certi tipi di mentalità, e dove ancora influenzano la vita sociale e politica del paese, all'epoca il tutto era terribilmente reale. La differenza tra spettacolo e realtà era meno evidente ai più, e i musicisti si ritrovavano a dover difendere la loro arte, e a farsi anche da portavoce per il proprio pubblico, ma rimanevano prima di tutto intrattenitori. E i Twisted Sister offrivano proprio questo, con i loro brani, concerti, e video musicali, consapevoli della necessità di difendere con i denti il loro diritto a poter portare avanti il loro suono ed estetica. Oggi ci rimangono tracce che ogni vero amante della musica heavy metal conosce e dischi che rimarranno nelle orecchie dei fan a lungo, e anche questo primissimo singolo fa parte di questa categoria.

1) I'll Never Grow Up, Now!
2) Under The Blade
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