TEARS FOR FEARS

The Way You Are

1983 - Phonogram Records

A CURA DI
ANDREA CAMPANA
13/01/2020
TEMPO DI LETTURA:
6,5

Introduzione recensione

The Way You Are è il sesto singolo dei Tears for Fears, pubblicato nel novembre 1983, otto mesi dopo l'uscita del fortunato primo album The Hurting. Si tratta di un momento fondamentale per la band, la quale, reduce da un successo ormai notevole ottenuto con i celebri singoli precedenti (Pale Shelter, Mad World, Change) sta ora cercando una direzione per mantenere quel successo senza allo stesso tempo perdere la propria integrità artistica. The Way You Are è, in questo senso, un mezzo passo falso, almeno nelle parole degli autori stessi. Roland Orzabal infatti identifica questo pezzo come "il punto in cui abbiamo capito che dovevamo cambiare direzione", mentre il compagno Curt Smith non fa giri di parole, affermando come secondo lui The Way You Are sia "la peggiore cosa che [noi Tears for Fears] abbiamo mai fatto". Il singolo viene scritto durante il tour del 1983, condotto dal duo assieme al tastierista Ian Stanley e al batterista Manny Smith, e viene perciò scritto ad otto mani; un unicum per la band in quel periodo, dato che la maggior parte dei loro successi, fino a quel momento, erano stati composti dal solo Orzabal. Quando viene pubblicata la canzone è subito intesa come "tappabuchi", ossia una pubblicazione che serve a mantenere il nome dei Tears for Fears sufficientemente chiacchierato, in attesa delle uscite successive. Forse è proprio questo il motivo per il quale la band si dirà poi sempre insoddisfatta della composizione: una uscita veloce, realizzata quasi in fretta e furia, che non intende lasciare respiro ad un mercato in pieno fermento e che, i Tears for Fears lo sanno, è pronto a dimenticarsi di loro come di qualunque gruppo emerso per via di un successo tanto inaspettato quanto, per il momento, fragile. Tuttavia, nonostante la promozione e il sostegno di un videoclip promozionale girato per l'occasione, The Way You Are non riesce ad incontrare il consenso notevole dei tre singoli precedenti (Mad World, Change e la reissue di Pale Shelter) che avevano tutti raggiunto la top ten in Gran Bretagna. Invece, The Way You Are si "ferma" alla posizione numero 24 della classifica, ed è la prima pubblicazione della band dall'inizio del 1982 (dalla prima, sfortunata versione di Pale Shelter) a non raggiungere le charts di altri paesi oltre a quello natio. Il piccolo successo comunque ottenuto è dovuto probabilmente alla contemporanea popolarità della band e al riflesso del buon riscontro avuto, appunto, con i singoli precedenti. Tale sarà, poi, il "disgusto" provato dalla band nei confronti del singolo, che esso non verrà neppure inserito nel Greatest Hits del 1992, Tears Roll Down, e questo nonostante la comunque buona performance commerciale. In ogni caso, però, i due decideranno di rendere disponibile la canzone e la sua b-side, The Marauders, in diverse altre occasioni: prima di tutto all'interno della raccolta di b-sides intitolata Saturnine Martial & Lunatics, pubblicata nel 1996; questo pur non essendo The Way You Are "tecnicamente" una b-side (cioè, per approfondire, una canzone appaiata specificamente ad un singolo e non presente di solito su un LP ufficiale). Poi, il pezzo comparirà anche nell'edizione deluxe del secondo disco della band, Songs from the Big Chair, uscita nel 2006 e comprendente molto materiale bonus del periodo 1982-1983; la b-side, The Marauders, verrà ripubblicata prima, nel 1999, nell'edizione re-mastered dello stesso album. Un momento controverso, quindi, che il duo musicale preferirebbe dimenticare quasi come, per fare un esempio, i Radiohead per tutta la propria carriera hanno cercato di dimenticarsi di Creep, il loro primo successo del 1992. The Way You Are rappresenta, in questo senso, un episodio nella storia dei Tears for Fears che si rivela fondamentale nel condurli ad una riflessione sulla strada da seguire, su come elaborare il successo ottenuto e su come lavorare sul proprio suono in modo da non restare in una "comfort zone" solo al fine di incontrare un sicuro gradimento da parte del pubblico. Un punto di svolta dunque, forse involontario, forse non progettato come tale, ma che tale si rivela a posteriori, nel momento in cui Roland Orzabal e Curt Smith assurgono al successo mondiale.

The Way You Are

The Way You Are (Così come sei) si presenta fin da subito come la tipica canzone dei Tears for Fears del periodo: un pezzo fortemente synthpop, che fa uso di samples e sonorità elettroniche mescolate con ritmiche di ispirazione "etnica" e una forte presenza di tastiere. Una canzone quindi molto poco "rock", con un'atmosfera vagamente orientaleggiante (un po' come Change) e suoni prepotenti e invadenti. Una versione estesa di 7 minuti (pubblicata inizialmente su singolo 12 pollici e poi inserita nella versione re-mastered di The Hurting, uscita nel 1999) aggiunge poco o niente, cercando più che altro di "annacquare" il pezzo con l'inserimento di divagazioni strumentali. Una canzone quindi nella quale il duo si guarda bene dall'intraprendere una direzione nuova, preferendo affidarsi a suoni collaudati e a ritmi sensibili alle tendenze musicali coeve; ma, e questo è il punto, facendosi mancare l'originalità e la forza d'impatto degli altri classici singoli. Il motivo del mezzo fallimento di The Way You Are risiede forse nella sua ripetitività, e nell'uso di sonorità che appunto non destano particolare interesse se confrontate con le altre produzioni della band: manca il "carattere pop" di molte loro altre canzoni, da una parte, mentre dall'altra non si può propriamente parlare né di sperimentazione né di allargamento delle influenze. Il testo della canzone sembra toccare un tema particolare, e cioè quello del lavoro meccanico, da catena di montaggio, eseguito da operai costretti ad una routine alienante e stancante: un tema che spesso ricorre nell'arte inglese (si può citare il famoso romanzo Saturday Night and Sunday Morning di Alan Sillitoe), ma che tocca i due musicisti anche più da vicino, in quanto Bath, la loro città natale, è stata in passato un importante centro industriale e manifatturiero. Ecco il testo: "Andando lontano / Arrivando da nessuna parte / Andando lontano / Così come sei / Queste dita non sono le mie dita / Queste mani non sono le mie mani / Nessuno vede e a nessuno importa cosa si rompe / Per nessuna ragione o senso / Nel fiume il mio macchinario / Rallenta fino a un battito di cuore / Echi spettrali risparmiati / Da coloro che lavorano fischiettando / Fuori dal tempo e fuori stagione / Che cosa si rompe". Il protagonista identificato dal testo è chiaramente un lavoratore, un operaio, costretto in un lavoro con delle macchine (che rappresentano le estensioni degli arti, le dita e le mani), e che in quanto tali si possono rompere, e a nessuno importa. In un'altra accezione, più pessimista, si può pensare che gli autori guardino al lavoratore stesso in quanto macchina, e che così visto non percepisce quindi le dita e le mani come "sue", ma solo come strumenti di lavoro; essendo l'operaio solo un automa in vita per lavorare ed ottenere un prodotto, si può anche "rompere" perché è uno dei tanti, e può essere sostituito. In italiano è difficile rendere l'espressione "Not for rhyme and not for reason", che significa approssimativamente "per nessuna ragione al mondo": qui serve a spiegare la relativa inutilità del lavoro svolto, che porta infatti "lontano" e allo stesso tempo "da nessuna parte": tema trattato dai Tears for Fears anche in Broken (1985) è infatti quello del lavoro inteso non come emancipazione e ricerca dignitosa di indipendenza, ma al contrario inteso piuttosto come "prigione", appunto, situazione infinita di stallo e ristagno che conduce l'individuo, infine, all'annichilimento sia spirituale che personale (quello che oggi si chiama burnout). Gli "echoing ghosts just laid by" potrebbero essere i risparmi faticosamente accumulati dai lavoratori in questione ("to lay by" in inglese vuol dire risparmiare, mettere da parte), i quali però, trovandosi nella condizione in cui si trovano, difficilmente potranno goderne appieno: perciò, questi soldi sono solo "fantasmi". Il riferimento al fiume può facilmente riguardare il corso d'acqua che scorre a Bath, il fiume Avon, e allora di conseguenza per il "machinery" citato si può facilmente immaginare un qualche tipo di battello a vapore, che sul fiume presti servizio (sempre, si intende, attivato da operai che spalano il carbone). Un commento di impegno sociale quindi, almeno nelle intenzioni, che riesce tuttavia più come una specie di osservazione, priva di una presa di posizione o di una critica compiuta: nel video del singolo c'è una fotografa, forse una giornalista, che scatta diverse foto di operai al lavoro nell'industria pesante per poi contemplarle con attenzione documentaristica, ma senza, appunto, agire oltre.

The Marauders

The Marauders (I predoni) è la b-side associata al singolo The Way You Are, assieme al quale esce nel 1983. Come spesso accade per le b-sides dei Tears for Fears, si tratta di una composizione piuttosto atipica per lo stile del gruppo: non una canzone pop, quanto piuttosto una sorta di breve poema sinfonico, suonato tutto alle tastiere su un ritmo lento e costante. Uno strumentale che come suoni ricorda gli esperimenti più seri di Gary Numan, "l'inventore" ufficialmente riconosciuto del synthpop, ma anche alcune ambizioni più classiche di altri artisti del genere, come Peter Gabriel, gli Orchestral Manoeuvres in the Dark, gli Ultravox e gli Heaven 17. Una traccia particolare, nella quale gli autori (Roland Orzabal con il tastierista Ian Stanley) scartano la possibilità di un'altra espressione new wave per dedicarsi ad una parentesi musicale significativa e rappresentativa del loro approccio alla composizione: è come una dichiarazione, che serve a ricordare al pubblico che i Tears for Fears sono prima di tutto musicisti, artisti, compositori, e solo poi, magari, delle rockstar.

Conclusioni

Come accennato, The Way You Are è, per loro stessa ammissione, il momento nel quale i Tears for Fears cominciano a cambiare rotta. Non tanto perché la canzone sia riuscita particolarmente male (anche se non si può dire allo stesso tempo che sia riuscita benissimo), ma piuttosto perché porta con sé lo spettro dello stallo, dell'immobilità artistica, e del forse ancora più temuto oblio commerciale. Sono anni nei quali, anche grazie a MTV, esplodono come mai prima d'ora le cosiddette "meteore", artisti che hanno successo magari soltanto con un singolo azzeccato o due (successo magari dovuto soprattutto al relativo videoclip), per poi scomparire dalle classifiche ed essere costretti a risuonare all'infinito sempre quella canzone famosa per attirare un minimo di pubblico. Si faccia il caso dei Dead or Alive, gruppo celeberrimo per la hit del 1984 You Spin Me Round (Like a Record) che raggiunge le cime delle classifiche e rimane poi però l'unica canzone per la quale la band viene ancora oggi ricordata o anche solo menzionata. Un altro esempio è quello dei succitati Orchestral Manoeuvres in the Dark, famosi quasi esclusivamente per la loro hit Enola Gay del 1980, e perciò spesso considerati degli one-hit-wonders; trattasi in realtà di un gruppo validissimo, con una grande sensibilità per l'esplorazione e la re-invenzione di tutti i canoni del synthpop, ma spesso ingiustamente ignorato appunto per via del fatto di essere ricordato solo per una hit specifica. In un panorama come questo, i Tears for Fears sanno bene che corrono il rischio di restare solamente "quelli di Mad World", e sono ben decisi ad evitarlo. Oltre a questo, c'è la questione dell'immagine, che nell'epoca di MTV privilegia soprattutto gruppi dall'appariscenza "forte" come i Duran Duran, gli Spandau Ballet e i Culture Club. I due Tears for Fears non sono esattamente dei "bellocci", e perciò cercano di investire molto di più sull'importanza artistica di ciò che fanno, e sull'appeal dei ritornelli orecchiabili che riescono loro così bene. Ma sanno anche che il mondo musicale cambia di continuo, e che è loro prerogativa muoversi con esso: da qui l'urgenza, subito dopo la pubblicazione di The Way You Are, della ricerca di sonorità diverse, sempre più rock e meno synth, e allo stesso tempo sempre più audaci e sempre meno canoniche. Ecco perché, spiegato tutto ciò, l'uscita di The Way You Are si pone come un momento fondamentale nella carriera del gruppo: è il punto critico, un attimo di ebollizione nel quale il duo comprende tutta la precarietà della propria situazione, e decide di rimboccarsi le maniche per evitare il peggio (cioè, perdere tutto il successo guadagnato). Tale svolta porterà poi a Songs from the Big Chair, l'album che li spedirà verso il successo internazionale, rendendoli uno dei gruppi più venduti e famosi di tutto il mondo, nonché vere e proprie icone della musica degli anni '80. Una evoluzione dovuta in gran parte appunto al cambio di rotta ispirato dal (relativo) insuccesso di The Way You Are, che più che un insuccesso in termini di vendite viene dagli autori considerato un fallimento in termini di coerenza, in quanto composizione creata e pubblicata "sul momento", nella fretta di comunicare al proprio pubblico: "Non stiamo andando via, aspettateci". Ma, paradossalmente, è proprio questo loro goffo modo di rassicurare i fan (e sé stessi) a rimettere i Tears for Fears "sulla retta via", a renderli più consapevoli non solo delle proprie possibilità ma anche, in qualche modo, delle loro responsabilità in quanto idoli crescenti e nome fondamentale di una scena musicale. Infatti, poi il duo trascinerà un po' tutta quella scena (la new wave) con sé, verso sonorità più organiche ed universali, con le quali da un lato seguiteranno a provare cose nuove mentre però dall'altro sforneranno sempre perfetti successi da classifica del calibro di Shout, Head Over Heels, Everybody Wants to Rule the World, e compresa anche una canzone pur sempre molto atipica come Mothers Talk. Un periodo d'oro quindi, quello di Songs from the Big Chair, che senza la "sbandata" di The Way You Are forse non si sarebbe mai avverato, o perlomeno sarebbe stato certamente diverso.

1) The Way You Are
2) The Marauders
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