TEARS FOR FEARS
Advice For The Young At Heart
1990 - Phonogram Records

ANDREA CAMPANA
09/04/2021











Introduzione Recensione
Gli anni '90 sono ormai iniziati, e i Tears for Fears stanno uscendo lentamente dalla decade che ha visto il loro successo. Come molti altri gruppi coevi, i due purtroppo non reggeranno al passaggio in un'altra epoca. Dagli anni '80, colmi di synth e ritmi dance-elettronici, ai '90 governati dalle chitarre distorte e sporche del grunge e dell'alternative rock. Non che Roland Orzabal e Curt Smith non sappiamo fare rock, anzi. Ma lo spirito che anima la generazione immediatamente successiva alla loro è ben differente rispetto a quello che ha dato vita alla new wave e al post-punk (così come al punk rock in prima battuta), territori dai quali i due provengono e nei quali sono cresciuti musicalmente. Il nichilismo della generazione di Kurt Cobain sarà infatti molto distante da quello espresso da Orzabal e compagni nei primi lavori dei Tears for Fears; e, infatti, porterà ad un finale molto più tragico e quasi all'estremo opposto. Se nel caso dei Tears for Fears i motivi melanconici dei primi successi si trasformano in una sequela di hit da stadio, nominalmente inni "ribelli" rock ma in realtà perfette canzoni per le masse, i Nirvana seguiranno un percorso che andrà in tutt'altra direzione: l'annullamento, nel caso di Cobain, del futuro di un'arte che già in partenza se ne nega uno. Non è quindi il "no future" cantato dai Sex Pistols, che se pur ripreso anche dagli stessi Tears for Fears degli esordi, conduce paradossalmente invece a degli anni '80 sì vuoti di valori ma pieni di soddisfazione per i cantori di quello stesso mantra (John Lydon incluso). No, il "no future" degli anni '90 è ben diverso, e molti letteralmente non ne usciranno vivi. Questo è il panorama al quale i due Tears for Fears, reduci da anni di letterali bagordi in classifica ed emersi tra le celebrità simbolo della decade stessa (gli anni '80) si trovano di fronte, e pure con una certa impreparazione. Nel nuovo decennio per la loro musica ambiziosa e celebrativa non c'è più spazio. Anche se il 1990, l'anno in cui esce il singolo Advice for the Young at Heart di cui parliamo qui, lascia ancora spazio e respiro alle musiche aperte e allegre degli '80, le cose cambieranno molto in fretta. Complice anche la fine della Guerra Fredda, ispiratrice indiretta (ma anche diretta, in un paio di occasioni) di diverse canzoni dei Tears for Fears ma ancora di più di quel clima di colpevole (e consapevole) eccezionalismo che permea l'occidente nel corso delle amministrazioni Reagan/Tatcher. Ne scaturiscono riflessioni in musica che tendono a celebrare la superiorità (pretesa) dell'occidente, riflettendo sì sulle contraddizioni ma senza rinunciare al sistema, neanche per sbaglio. Canzoni dei Tears for Fears che seguono questo schema sono Everybody Wants to Rule the World, Shout, Mothers Talk e Sowing the Seeds of Love. Inni di protesta, più emotiva che politica, che tuttavia diventano hit nelle charts che fanno capo a quello stesso sistema capitalistico che si propongono di criticare. Questo non le rende brutte canzoni, anzi. Ma il discorso fatto fin qui serve a spiegare come questa retorica della "protesta comoda" non possa reggere negli anni '90, un periodo nel quale si diffonde un umore, in occidente, molto diverso. Nei '90 le cose si fanno serie, si apre uno spazio per l'arte impegnata che non si vedeva dagli anni '60/'70 e i gruppi "plastici" dell'epoca immediatamente precedente vi sopravvivono a fatica. Passato Reagan, passato Bush senior, inizia il doppio mandato Clinton. Alla Casa Bianca c'è un presidente che suona il sassofono e a Downing Street arriva nel 1997 (già leader dei laburisti dal 1994) Tony Blair, che da giovane ha suonato in un gruppo rock. Insomma, gli anni '80 sono finiti e se pure i Tears for Fears vi si affacciano dall'alto di una nomea ben costruita e con un successo solido alle spalle, perderanno in fretta tutto il loro prestigio e si vedranno crollare tra le mani tutto quello che hanno costruito fino a quel momento. Il culmine della crisi giungerà naturalmente con la separazione dei due: forse perché incapaci di concepire qualcosa che vada oltre ciò che hanno fatto in precedenza, forse perché troppo famosi e celebrati, non sono più in grado di gestire il loro stesso successo. Ma la colpa non è loro: l'epoca cambia e le band musicali, così come le persone, si ritrovano spesso in balia di movimenti sociali e culturali che, come onde nell'oceano, prima si credevano in grado di poter scavalcare. E invece ne vengono sommersi.

Advice For The Young At Heart
Advice for the Young at Heart (Avviso ai giovani di cuore) è il terzo singolo estratto da The Seeds of Love. Esce nel febbraio del 1990 e pur non raggiungendo il livello di notorietà dei classici metà anni '80 del duo, rimane ancora oggi una traccia abbastanza apprezzata della loro discografia. Una gemma minore, non particolarmente nota al grande pubblico ma già più apprezzata dai fan fedeli. Uno dei motivi per il quale la canzone non ottiene il successo forse sperato risiede nelle sue atmosfere molto lontane dal rock "da stadio" di Shout ed Everybody Wants to Rule the World. Inoltre la canzone non contiene particolari climax, anticipando il ritornello fin dall'inizio e riprendendolo sempre mantenendo musicalità leggere e ballabili, senza cercare ritmi concitati o sfoghi vocali inaspettati. Anche per questo i vocals del pezzo, caso unico nell'album in questione, vengono affidati alla voce di Curt Smith, più sensuale e ispirata. Si tratta naturalmente di una canzone d'amore, ma non tanto come sentimento espresso verso un'amata, quanto piuttosto come piccola lezione impartita appunto ai "giovani di cuore", chi si innamora per la prima volta e conosce dell'amore più gioie che dolori. L'autore, Orzabal (assieme al tastierista Nicky Holland) dall'alto dei suoi quasi trent'anni chiaramente ne sa di più, e in linea con le ambizioni di tutte le canzoni del disco, cerca di esprimere nella composizione un saggio sull'affetto e sull'ingenuità della sofferenza a cui conduce. Il testo si può giudicare riflessivo, ma anche diretto: "Avviso per i giovani di cuore / Presto saremo più vecchi / Quando lo faremo funzionare? / Troppa gente vive in un mondo segreto / Mentre giocano a fare le madri e i padri / Noi giochiamo a fare i piccoli bambini e le piccole bambine / Quando lo faremo funzionare? / Potrei essere felice, potrei essere molto ingenuo / Sono solo io le mie ombre / Felice nel nostro 'far credere' / Presto / E con i mastini legati / Chiamerò il tuo bluff / Perché andrà tutto bene / Camminare sulle punte ogni giorno / E quando penso a te e a tutto l'amore che è dovuto / Farò una promessa, prenderò posizione / Perché per questi grandi occhi marroni, questa non è una sorpresa / Abbiamo l'intero mondo nelle nostre mani / L'amore è una promessa, l'amore è un ricordo / Una volta donato / Mai dimenticato, non lasciarlo mai svanire / Potrebbe essere la nostra ultima possibilità / Quando lo faremo funzionare? / L'orario di lavoro è finito / E come mi fa piangere / Perché qualcuno ha mandato la mia anima a dormire".

Johnny Panic and the Bible of Dreams
Johnny Panic and the Bible of Dreams (Johnny Panic e la Bibbia dei sogni) è la prima b-side del singolo, disponibile con esso nel 1990 e ri-pubblicata poi nel 1996 come traccia d'apertura della compilation di b-sides del duo, Saturnine Martial & Lunatic, in una versione remix dei Fluke. Si tratta di un pezzo straordinariamente interessante, almeno se confrontato con il resto di The Seeds of Love e sicuramente con Advice for the Young and Hearts. Un sostenuto ritmo hip-hop (sì, hip-hop, non c'è da sbagliarsi) accompagna la prima parte della canzone, associata spesso a Shout. Dei cori femminili cantano il titolo del pezzo, legandolo a tre strofe molto melodiche. L'atmosfera è coinvolgente. Dopo due refrain segue la coda della canzone, un puro rap, affidato sempre a voci di donna, che riprende integralmente spezzoni del testo di Sowing the Seed of Love (che, infatti, già in originale non si muoveva lontano dalla contemporanea scena rap, allora nascente ed in piena emancipazione). Il risultato è quello che si può dire forse il più deciso ed audace esperimento dei Tears for Fears con l'hip hop, una musica ben al di fuori delle loro corde, ancora più degli esperimenti prog Beatlesiani e delle tonalità latin del singolo principale qui trattato. Il titolo della canzone fa riferimento ad una raccolta di racconti brevi dell'autrice Sylvia Plath, edita nel 1977; ma non sembra esserci una grande correlazione con il testo della canzone, che prima di prodursi nel programma politico enunciato e qui ripreso da Sowing the Seeds of Love, sembra concentrarsi vagamente su un'espressione di euforia mista a paura del cambiamento. Il pezzo inizia con un leggero sussurro di Roland Orzabal, che ricorre spesso nella canzone e dice: "I can't guarantee that", "Non posso garantire che". Il resto delle liriche sembra nello stesso modo seguire questa sorta di energica indecisione, una contraddizione in termini: "Johnny Panic e la Bibbia dei sogni / Sono eccitato dalle novità di oggi / Ciò che sembra instabile potrebbe affermarsi / La mia fiamma è cuore, la mia piccola fa ciò che vuole / A che serve vivere, se vivi malato? / Sogno il paradiso, è un posto celestiale / Perché innamorarti / Quando potresti cadere in disgrazia con Johnny Panic?".

Music for Tables
Un'altra b-side particolarmente riuscita questa Music for Tables (Musica da tavolo): si tratta di uno strumentale molto ispirato, che vaga attraverso un soft jazz leggero e soave, ponendo al centro della ricerca musicale qui un'indagine su suoni delicati e atmosfere paradisiache. Non si giunge ai livelli di introspezione dei contemporanei Talk Talk, ma di certo si tratta di una delle più raffinate tracce mai prodotte dal duo, e certamente di una di quelle da riscoprire.

Conclusioni
Advice for the Young at Heart è il terzo e penultimo singolo tratto dall'album The Seeds of Love. Indice di un preteso eclettismo da parte del duo, la canzone esprime quel tipo di ambizione in territorio musicale che a questo punto è propria più di Orzabal che di Smith. Quest'ultimo infatti, fin dall'inizio "secondo in comando" nella formazione, fa sempre più fatica a vedere un disegno coerente nel guazzabuglio sonoro che il compagno va dipingendo alla fine degli anni '80, come una tela di Pollock, prendendo musicalità da qualunque genere e mescolandole in un capolavoro che non diviene tale solo a causa della sua stessa presunzione di grandezza. In altre parole, Orzabal cerca di fare troppe cose (e troppo impegnative) tutte contemporaneamente: ne risulta un lavoro incerto, confuso e claudicante, che funziona per tre o quattro canzoni ma lascia più perplessità che ammirazione per la durata delle altre. Questo singolo, con le sue influenze latine ed esotiche, è una parte essenziale di questo disegno, perché trascina il duo sia definitivamente al di fuori del comodo territorio della new wave, sia al di fuori di quello ormai già ampliamente esplorato del rock da stadio. Del resto si tratta più che altro di un esperimento, compiuto nel solco della tradizione "poliglotta" dei Beatles, che però appunto ricade in un insieme incompiuto e confusionario. Detto questo, il singolo performa bene a livello di charts, grazie ovviamente all'accattivante videoclip che, come in passato, garantisce ai Tears for Fears l'adeguato airplay sulla ormai imperante MTV e fa sì da ricordare a tutto il pubblico i loro volti. Questo meccanismo però reggerà ancora per poco: negli anni '90 i videoclip si faranno strani, distorti, "sporchi": le grandi location degli anni '80 e gli ambienti seducenti alla Rio o Club Tropicana lasceranno il posto al lavoro di registi come Spike Jonze o Stéphane Sednaoui, che giocheranno su tutt'altre atmosfere. Dopo l'uscita dal gruppo di Smith ovviamente Orzabal cercherà di tenere il passo, ma le ispirazioni dei videoclip anni '80 resteranno confinate per sempre in quell'epoca. Al di là della popolarità del video, poi, Advice for the Young at Heart sarà l'ultimo singolo dei Tears for Fears ad entrare in classifica in diversi paesi, e di fatto si tratta di uno dei loro ultimi, veri successi. Non è corretto asserire che dopo questo singolo la fama per i due si esaurisce definitivamente, ma lo è dire che in coincidenza con il cambio di decennio si chiude un'epoca, quella stessa che ha consegnato i Tears for Fears alla storia della musica e che (per loro) non si ripeterà mai più. Solo altri due loro singoli, Laid So Low (Tears Roll Down) (1992) e Break It Down Again (1993) avranno ancora buon riscontro, ma tutto il resto del loro catalogo negli anni a venire (reunion comprese) mancherà assolutamente di trovare l'interesse di un mondo della musica ormai a loro indifferente. Ed è giusto affermare che Advice for the Young at Heart segna la linea di confine. L'ultimo singolo tratto da The Seeds of Love, sempre nel 1990, sarà Famous Last Words e sarà un tonfo colossale, precipitando i due alla posizione numero 83 in Regno Unito e facendoli scomparire dalle classifiche di tutto il resto del mondo. "Advice", invece, li tiene ancora saldi nella top 50 di Gran Bretagna, Francia, Belgio, Canada, Irlanda, Italia e Nuova Zelanda, regalandogli anche posizioni in classifica basse ma dignitose in Germania e negli Stati Uniti. In qualche modo, per qualche motivo legato forse all'assenza di un videoclip per il singolo successivo, o al già difficile clima all'interno del gruppo, l'impatto con gli anni '90 si rivelerà traumatico. Il 1991 vedrà infine la separazione di Roland Orzabal e Curt Smith: in qualche modo, la fine "reale" della musica anni '80, almeno di certa musica. Orzabal manterrà i diritti sul nome Tears for Fears e pubblicherà due album di scarso successo, Elemental (1992) e Raoul and the Kings of Spain (1995). Smith si dedicherà a lavori da solista sperimentali e minimali, molto d'atmosfera, lontanissimi dalle hit mondiali di metà anni '80. Quando i due decideranno infine di riunirsi per il loro (ad oggi) ultimo album, nel 2004, tutto questo sarà alle loro spalle. Musicisti ormai veterani, fuori dalle scene da un decennio e mezzo, si muoveranno come chi non dà più peso a ciò che gli altri pensano. La loro posizione sarà libera proprio perché slegata ormai da mode, tendenze e popolarità, ed affrancata da un successo eclatante perduto anni e anni prima. Advice for the Young at Heart è e rimarrà, per loro, l'ultimo spasmo prima del collasso.

2) Johnny Panic and the Bible of Dreams
3) Music for Tables


