STRATOVARIUS
Elysium
2011 - earMUSIC/Edel
DONATELLO ALFANO
28/03/2011
Recensione
La storia degli Stratovarius è sicuramente una delle più travagliate della storia della musica metal. Io sono uno dei tantissimi che li ha letteralmente adorati nella seconda metà dei nineties grazie a due capolavori come Episode e Visions (pubblicati nel biennio '96-'97) purtroppo come sappiamo tutti, un'infinità di problemi (a cominciare da quelli di salute del chitarrista e leader Timo Tolkki) hanno portato la band nel giro di pochissimi anni dal tetto del mondo a quello che sembrava il definitivo split-up. Fortunatamente i finlandesi hanno dimostrato una forza ed una determinazione più uniche che rare, altri con una minima parte di tutto quello che l hanno passato loro avrebbero mollato il colpo già da tempo, invece gli Strato hanno fatto capire a tutti che pur cadendo più volte ci si può sempre rialzare e tornare a combattere! I guerrieri Timo Kotipelto (vc) Jens Johansson (ts) Jörg Michael (bt) e Lauri Porra (bs) l'hanno fatto nella maniera migliore tornando in pista nel 2009 con l'ottimo Polaris, primo disco realizzato senza Tolkki (sostituito dal giovane e talentuoso Matias Kupiainen) un lavoro che ha segnato l'inizio di una nuova fase. Adesso per il quintetto la parola d'ordine è non fermarsi più ed è così che lo scorso gennaio è arrivato il nuovo Elysium, un passo fondamentale per il gruppo chiamato a confermare tutte le ottime impressioni ricavate con l'album precedente. Cominciamo a levarci ogni dubbio sostenendo che formalmente Elysium è un cd perfetto, un chiaro esempio di quello che dovrebbe essere il power-prog metal al giono d'oggi, suonato magistralmente e con una produzione a cinque stelle. bisogna però ammettere che c'è anche qualche aspetto negativo purtroppo, ovvero quello che durante l'ascolto più di una volta si ha la sensazione del "già sentito", è successo anche in passato ma a questo giro risulta ancora più evidente. L'opener Darkest Hours (pubblicata anche come singolo a novembre) è una traccia immediata e gradevole ma che in fondo ricalca la struttura di vecchi hit come Hunting High And Low e Eagleheart, niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da pensare. Va decisamente meglio con le successive Under Flaming Skies e Infernal Maze, due pezzi molto veloci che catturano subito, la melodia in entrambi i casi svolge un ruolo importantissimo, ascoltando il refrain del primo in testa torna automaticamente quello di Legions (uno degli highlights di Visions) il primo e vero sussulto si ha con Fairness Justified, track cadenzata e con un'atmosfera mistica, la performance di Kotipelto (coadiuvato da un imponente coro operistico) è da brividi e Kupiainen ci regala uno degli assoli più belli ed intensi di tutto il cd, sono episodi come questo che non spegneranno mai la mia passione nei confronti del gruppo. Il classico power torna con The Game Never Ends con un ritornello da cantare anche sotto la doccia e Johansson che fà fuoco e fiamme con le sue tastiere (veramente grande,dopo quasi trent'anni di carriera riesce ancora a stupire) il misticismo torna con Lifetime In A Moment, introdotta da un coro che pronuncia delle frasi in latino e che sembra provenire da un lontano monastero, pezzo ottimo ma ancora una volta ci ricorda qualcosa di familiare (chi ha detto The Abyss Of Your Eyes?). Non poteva ovviamente mancare la ballad che ci porta ad immaginare gli incantevoli ed incontaminati paesaggi della natura finlandese,in questo caso si chiama Move The Mountain, l'emotività sale vertiginosamente grazie ad un Timo profondamente ispirato e ad un pianoforte che esegue delle tristi e malinconiche melodie, gli Stratovarius in questo campo hanno sempre avuto pochi rivali. Il neoclassico si affaccia prepontemente con Event Horizon, gli scatenatissimi Matias e Jens sono i veri protagonisti, i loro strumenti viaggiano alla velocità della luce e la mente non può non tornare ai magici tempi in cui il tastierista svedese si esibiva con sua maestà Yngwie Malmsteen! Arriviamo così alla conclusiva title track, la traccia più lunga (e una delle migliori) nella storia della band, poco più di diciotto minuti dove c'è veramente tutto quello che ci si può aspettare da Timo e soci; parti puramente progressive, momenti più epici, tanto power della migliore scuola, una cospicua serie di cori indimenticabili ed un finale maestoso che poteva tranquillamente essere inserito nella soundtrack di qualche kolossal d'avventura! Questo è uno di quei classici esempi di come una sola traccia può alzare notevolmente il voto finale su un intero album. Come ho già detto l'unica critica che si può rivolgere ad Elysium è una certa ripetitività che ad esser sinceri a volte (sottolineo, a volte...) può anche far piacere perchè se siete degli inguaribili nostalgici come il sottoscritto vi riporterà con forza al miglior passato dei finlandesi. Per concludere possiamo dire che anche questa volta promuoviamo gli Stratovarius a patto che nel futuro ci riservino altre belle sorprese,seguendo le orme (senza copiare però) delle cose migliori ascoltate in questo cd.
1) Darkest Hours
2) Under Flaming Skies
3) Infernal Maze
4) Fairness Justified
5) The Game Never Ends
6) Lifetime In A Moment
7) Move The Mountain
8) Event Horizon
9) Elysium