SLAYER

Implode

2014 - Nuclear Blast Records

A CURA DI
MARCO PALMACCI
13/04/2016
TEMPO DI LETTURA:
7,5

Introduzione Recensione

"Gli Slayer sono distrutti e si dolgono dell'informarvi che il loro compagno di band nonché fratello Jeff Hanneman è deceduto alle ore undici di questa mattina. Hanneman si trovava in un ospedale della zona (la sua casa in California, ndr) quando ci ha abbandonati a causa di un'insufficienza epatica".
-Slayer, cominicato ufficiale sulla morte del chitarrista Jeff Hanneman.

"..ero seduto con Kerry e Tom, stavamo pianificando il nostro imminente tour in Australia. Ho proposto ai ragazzi un nuovo modello di business per la band, che a parer mio sarebbe stato migliore per tutti. Kerry però ha messo in chiaro che non era interessato a cambiamenti di sorta.. ed ha detto che se non concordavo circa la questione, avrebbe trovato un altro batterista. Giovedì sono arrivato alle prove nel pomeriggio, ma Kerry non è venuto. Finché verso le sei e mezza non ho ricevuto una mail dai miei avvocati, la quale mi avvisava del fatto che ero stato rimpiazzato per le date Australiane".
-Dave Lombardo circa il suo allontanamento dal gruppo.

Dichiarazioni di un certo peso, che ben delineavano quella che sarebbe stata la storia degli Slayer, dal 2013 in poi. Un lutto, ed un grave abbandono. Quest'ultimo, poi, avvenuto per motivi a dir poco futili. Il vil denaro, che distrugge amicizie lunghe più di vent'anni. Ricominciare a costruire, per l'ennesima volta, dopo aver dato vita a due bei macigni del calibro di "Christ Illusion" e "World Painted Blood". E dire che il tutto sembrava veramente avviato verso orizzonti più che positivi. Quasi come se i Nostri stessero vivendo, in questi 2000, una seconda giovinezza. Ritornare a picchiare, a shockare, a far parlare di sé. Tutto stava ri-succedendo, e la macchina targata "Slayer 666" viaggiava velocissima su di un rettilineo infuocato. Poi lo stop. Le tegole. La morte di Jeff, il litigio con Dave. E tutto quanto da rifare, a rimettere in sesto. Ci mise relativamente poco, il buon King, a rimpiazzare il suo ex(?) amico, chiamando a bordo lo "slayer onorario" Paul Bostaph. Per il posto di vacante chitarrista, invece, ben presto sarebbe subentrato Gary Holt, che già aveva sostituito Jeff quando quest'ultimo era stato messo k.o. da una violenta fascite necrotizzante. Gary, che proprio con la pubblicazione del futuro "Repentless" diverrà membro della band a tutti gli effetti. Gli anni passati dall'ultimo singolo pubblicato, ovvero "World Painted Blood / Atrocity Vendor" erano ormai divenuti 4: dal 2010 la band non aveva più dato sue inedite notizie discografiche; un silenzio che venne rotto dunque nel 2014, con il rilascio digitale di "Implode", traccia disponibile in free download unicamente per i membri del fan club degli Slayer. Primo singolo pubblicato, fra l'altro, per la nuova major che avrebbe da questo momento in poi seguito la carriera dei nostri. Risale proprio a questo periodo l'accasamento dell'Assassino presso la prestigiosa "Nuclear Blast", e l'addio definitivo al pigmalione Rick Rubin, non più presente nemmeno nelle vesti di produttore esecutivo, com'era invece accaduto in "Christ.." e "World..". Cambio di etichetta e mentori, visto che il lavoro alla consolle era stato affidato a Greg Fidelman (già produttore di "World..") e Terry Date, ex nume tutelare dei celeberrimi Pantera. Tanti cambiamenti, dunque: line up, organico, etichetta.. insomma, con "Repentless" si sarebbe scritta una nuova storia, diversa dalla precedente. Ed "Implode" avrebbe dunque assolto il compito di "capo-varo". Traccia incaricata di presentare le sonorità del nuovo album; della quale, persino gli stessi Slayer non sembravano particolarmente soddisfatti, dato si che Holt sentenziò laconico: " 'Implode' non rappresenta minimamente ciò che l'album sarà. In confronto a quel che Kerry ha scritto, è ben poca cosa!". "Leccata" al nuovo "capo", per apparire sin da subito operaio servile (quasi di fantozziana memoria)? Volontà di far crescere l'hype e l'attesa circa il disco? Non possiamo fornire una risposta attendibile al 100%. Tutto quel che possiamo fare è ascoltare, com'è nostra abitudine. Curiosità: i credits del singolo non annoverano Holt nella formazione, la quale è ridotta unicamente ad un "trio", ovvero Araya, Bostaph e King.  Quest'ultimo, accreditato come esclusivo songwriter. Tuffiamoci dunque in questo nuovo parto di casa Slayer.. pieni di dubbi ed incertezze. Let's Play!

Implode

Notiamo come l'inizio di "Implode (Implodi)non lasci presagire una cavalcata selvaggia; sembra infatti di trovarsi dinnanzi al classico brano massiccio e pesante degli Slayer, quelli alla "Seasons in the Abyss" o alla "South of Heaven", per intenderci, sfoderati quando non è ancora il momento di far del male con la velocità. La resa sonora è particolarmente ben curata, l'ascia di King non risulta rugginosa come sempre mentre la voce di Tom è più contenuta che in altri episodi. La batteria di Paul, dal canto suo, si fa riconoscere; non è il tiro di Dave, ma onestamente dobbiamo riconoscere a Bostaph i meriti degni di un professionista del suo calibro. L'andatura è dunque baldanzosa e per nulla esagerata, salvo arrivare al secondo 00:49 ed essere clamorosamente smentiti. Così come la voce di Araya, il riffing in sottofondo si inasprisce, divenendo incredibilmente più serrato e veloce. Ha dunque il via una bella marcia di distruzione: PEDAL TO THE METAL, e gli Slayer partono in quarta facendo uscire le scintille dai loro strumenti. Particolarmente efficace il ritornello, momento in cui la voce del singer diviene più acuta e demoniaca. Anche se, ad onor del vero, Tom sembra leggerissimamente al di sotto delle sue normali possibilità. L'assolo, dal canto suo, è molto ben eseguito: tosto e veloce, il solito tornado di lame pronte a sfregiare chiunque e qualsiasi cosa. Momento di ampio respiro, esteso lungo una durata considerevole, che lascia presto spazio ad una nuova strofa sparata alla velocità della luce. Ci si schianta poi contro un nuovo ritornello e contro un nuovo momento solista, questa volta più breve ma parimenti efficace, quanto il precedente. Subito dopo questo frangente, Araya torna a far sentire i suoi ruggiti ben stagliati su riff a motosega e tempi batteristici a dir poco "spacca-ossa", ed il brano può dunque concludersi. Come assaggio, diremmo che non c'è proprio male.. anche se la sensazione che manchi qualcosa è palese, come se il gruppo procedesse ancora coi piedi di piombo. Non si può tuttavia sputare su di un brano che comunque fa la sua parte in maniera a dir poco onesta. A bocce ferme, è forse un bene che Holt abbia dichiarato come "Implode" non sia "rappresentativo" in toto del futuro "Repentless".. in quanto dagli Slayer è sempre d'uopo aspettarsi qualcosa di più ispirato. Ce lo debbono, non sono divenuti leggende per caso. Fino ad ora abbiamo udito una traccia assai lineare, dalla struttura non imprevedibile ma comunque gradevole. Certo è che l'aumento improvviso di velocità del quarantanovesimo secondo ha provocato non pochi sussulti. Il testo si sforza di essere quanto più tradizionalista possibile, e di riprendere i topos fortemente misantropici / apocalittici già sfoggiati nelle release precedenti. L'implosione che ci si augura, nemmeno a dirlo, è quella della razza umana. Una razza vista come inferiore, come assolutamente non degna di tutto ciò che ha. Una razza che si è lasciata soggiogare da politici, religiosi, da chiunque avesse voluto (nel corso dei secoli) sfruttarla e ridurla in schiavitù. Abbiamo donato campo libero a chiunque; alla fine della fiera, ciò che ci meritiamo è la definitiva implosione. Non siamo un qualcosa di benedetto, nulla ci guarda benevolo dal cielo. Siamo animali intenti a sbranarsi fra di loro, privi della ragione che millantiamo di possedere. Con l'odio iniettato nelle vene, dunque, gli Slayer cercano di convincerci di quanto segue: la società verrà smembrata, al dal suo interno fiotteranno litri si sangue, conseguenze di copiose emorragie. Il plasma versato innaffierà il mondo, il quale non potrà far altro che collassare sotto determinate ed immonde cascate. Bella la citazione rimandante al 2001, quando nel testo il gruppo si dice sicuro del fatto che "si, dio ancora ci odia. Tutti!"; chiaro riferimento a "God Hates Us All", naturalmente. La morte è dunque vicina, Dio continua ad ignorarci.. e noi, poveri e miserabili porcelli, non possiamo fare altro che arrenderci all'evidenza. Maiali, ecco cosa siamo. E meritiamo di perire come loro, in una mattanza senza fine. Niente e nessuno risorgerà, non ci sarà né paradiso né inferno. Solo una fine, devastante e perentoria. Più che un'apocalisse, un atto di pulizia, in quanto l'umanità viene vista come un qualcosa di sporco e di marcio alla base. Non c'è speranza di redimere un essere umano. L'unico modo è distruggerlo.

Conclusioni

Come già ribadito in diverse altre occasioni, giudicare un album o comunque farsi un'idea di esso partendo da un singolo di lancio è quanto meno impossibile. O forse, solo difficile. Il brano ha parlato, ed a parte un buon episodio non si rivela null'altro. Una parentesi piacevole, certo, ma semplicemente una tartina in attesa dell'arrosto principale. Il quale dovrebbe avere (se non altro..) l'obbligo morale di indurci ad una bella scorpacciata, visto che stiamo parlando di un gruppo leggendario e non di una masnada di giovanotti. Metafore gastronomiche a parte, però, possiamo comunque dire che NON ci troviamo al cospetto di un qualcosa di negativo o malvagio, anzi. Sembra quasi che gli Slayer stiano prendendo le misure, mal celando una sorta di "timidezza" o meglio di "insicurezza", entrambe nate dalla difficoltà di presentarsi in pubblico in una veste tutta nuova. Sopperire a due mancanze come quelle di Hanneman Lombardo non può rivelarsi un compito da assolvere in una manciata di anni, tutt'altro. Per quanto buono potrà risultare "Repentless", ci vorrà (sicuramente) ancora un po' per trovare quell'equilibrio e quella dinamica di band atti a permettere ai Nostri di poter cominciare un nuovo corso, solido ed importante. "Implode" è il simbolo di tutto questo, il simbolo del "comunque voglio riuscirci, quanto meno iniziare a provarci". Una track semplice e diretta, che ha il pregio di svelarci un gruppo che pian piano sta ricominciando a rimettersi in gioco, per l'ennesima volta nella sua carriera. Non è mai facile, riprendersi dopo un addio. Sia esso forzato o voluto. L'alone dell' "ex" continuerà per tutta la vita a "tormentarci"; in quel caso, sta sempre e solo a noi far tesoro delle esperienze passate, sia negative sia positive. Fare in modo che "quel che fu" non risulti più un macigno od un patibolo, ma anzi una sorta di scrigno, da conservare gelosamente e dal quale attingere, qualora dovesse servire. Tenersi il buono, domare il negativo tenendolo al suo posto. I fan, tanto, chiacchiereranno sempre e comunque. Si può essere la band più grande al mondo, niente e nessuno potrà salvarci dalla teatrocratica inquisizione. Prendendo spunto da questo, tanto vale allora far la propria parte con dignità e coerenza, lasciando stare le voci e non facendo caso al loggione intento a fischiare per puro divertimento. Gli Slayer sembravano averlo capito, ed è stato proprio questo lo spirito con il quale si sono rimessi in carreggiata, pronti ad andare avanti, per non tradire i loro ideali e non smettere di proporre al mondo la loro musica. E' dura, difficilissima, accettarli con Holt Bostaph.. ma il passato è il passato ed il destino ha voluto ciò. Non possiamo fare altro che prenderne atto, non privandoci della possibilità di apprezzare quanto seguirà ad "Implode". E' proprio per questo che conviene lasciare da parte il cinismo e giudicare il brano con obbiettività ed onestà. Ammettendo il buon lavoro svolto dall'Assassino. Non eccezionale, ma pur sempre buono. 

1) Implode
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