SLAYER
Eternal Pyre
2006 - American Recordings
MARCO PALMACCI
08/04/2016
Introduzione Recensione
A volte ritornano. E quando lo fanno, pestano terribilmente duro. E' il caso degli Slayer del 2006, i quali sembravano essersi lasciati totalmente alle spalle i problemi sopraggiunti durante e dopo la pubblicazione del comunque buono "God Hates Us All". L'abbandono di Bostaph, i problemi a livello di produzione.. tutto sfumò quando (e nemmeno troppo per caso..) tornò in casa il figliol prodigo, al quale Tom, Kerry e Jeff decisero di offrire il più grasso dei loro vitelli. Dave Lombardo decise infatti di tornare a percuotere i suoi tamburi per gli Slayer, e dalla sua risalita a bordo tutto cominciò incredibilmente a migliorare, diradando le nubi dell'incertezza e del dubbio. Tornare a collaborare con il loro eterno amico, per i Nostri, fu infatti una manna dal cielo: e fu proprio in questo clima di entusiasmo che "Christ Illusion" poté vedere la luce. Assente da "Seasons In The Abyss", Lombardo restituì agli Slayer il loro trademark, quel sound di batteria violento, tecnico e personalissimo al contempo; un sound che (il seppur ottimo) Bostaph non seppe replicare in maniera totale, pur mostrandosi comunque un professionista adatto al ruolo. Per tornare ad essere grandi, dunque, occorreva un prodotto degno dei Grandi. Si tornò a jammare assieme, come ai vecchi tempi, e già a partire dal 2003 gli Slayer avevano ultimato un paio di demo pregne di nuovo materiale, tutto registrato in casa di Dave Lombardo. La voglia di fare era tornata, l'aria divenne ben presto elettrica, anche se l'anello debole della catena risultò essere, nuovamente, Rick Rubin. Un sempre più impegnato ed occupato Rick Rubin, il quale ancora una volta rifiutò di produrre il disco in uscita, a causa dei suoi troppi impegni. Stesse motivazioni avanzate nel 2001, quando egli rispose picche ai suoi amici circa la possibilità di produrre "God Hates Us All". Tuttavia, più che impegnato, Rubin sembrava semplicemente annoiato ed interessato a dedicarsi ad altro; visto che, proprio quando i lavori di registrazione di "Christ.." iniziarono, egli accordò ai Metallica la sua disponibilità di produrre "Death Magnetic". Un gesto che King prese come "un vero e proprio schiaffo" e che portò tutta la band a nutrire profondi dubbi circa la serietà di Rubin, il quale mantenne comunque (come in "God Hates..") il suo ruolo di produttore esecutivo, consigliando un nuovo produttore (Josh Abrahams)) e mise sempre a disposizione la sua "American Recordings", pur ritardando di fatto l'uscita di "Christ..". Il quale sarebbe potuto uscire almeno due anni prima del 2006, ma fu costretto ad attendere fin quando la "American.." non avrebbe risolto alcune grane burocratiche, dovute alla distribuzione dei suoi prodotti. Quest'ultimo aspetto era appannaggio totale della "Columbia Records", tuttavia Rick decise di cambiare distributore e di optare per la "Warner Bros.", dovendo di fatto avviare una lunga trattativa che si risolse unicamente nel 2005. Con esito, fortunatamente, positivo. "Beghe" produttive e distributive a parte, "Christ Illusion" segnò comunque un ritorno importante per gli Slayer, i quali non erano così carichi sin dai tempi di "Seasons..". Uno spirito che portò il combo a trionfare nella billboard, in quanto il loro nuovo disco (uscito ufficialmente l'otto Agosto del 2006) raggiunse immediatamente il posto numero cinque della classifica, il secondo risultato migliore mai raggiunto dall'Assassino; il quale tornò addirittura ad aizzare le folle mediante provocazioni mirate e studiate, pensate ad hoc per irritare il popolino. A cominciare dall'artwork di "Christ..", rappresentante un Cristo dalle sembianze "zombifiche" e fuoriuscente da un lago di sangue, nel quale sono immersi differenti crani umani (fra questi notiamo anche quello della Madonna). L'opera, realizzata dal fido illustratore Larry Carroll, generò non poche polemiche, tanto che si dovette addirittura optare per una raffigurazione alternativa, meno violenta e provocatoria. Non solo l'apparenza, anche la sostanza: in quanto il pomo della discordia venne rappresentato in maniera maggiore dal contenuto musicale e lirico. Fra le canzoni dell'intero lotto, quella maggiormente presa di mira fu sicuramente "Jihad", brano incentrato sulle vicende dell'11 Settembre 2001. Un tema delicato, spinoso, assai difficile da trattare senza generare polemiche.. le quali, of course, non tardarono ad arrivare. Gli Slayer vennero presto accusati di apologia di reato, nonostante si sforzarono di spiegare che il testo della canzone era narrato secondo il punto di vista dei criminali, e dunque assolutamente non apologetico. Spiegazioni che non convinsero molte associazioni Cristiane, tanto che queste ultime fecero in modo che il disco (anche per via dell'atwork) subisse pesanti censure e boicottamenti. I più fomentati ed arrabbiati risultarono essere i membri della "Catholic Secular Forum", associazione cattolica presente a Bombay, la quale obbligò di fatto la "EMI India" non solo a non immettere sul mercato alcuna copia di "Christ Illusion" ma anche a distruggerne ogni copia. Atto violento e di pesantissima censura.. gli Slayer erano tornati a shockare come ai vecchi tempi. Poco prima dell'immissione sul mercato dell'intero platter, comunque, il gruppo decise di donare ai propri affezionati un singolo anticipatore, intitolato "Eternal Pyre" (uscito il 06/06/06.. a buon intenditor..) e contenente il brano "Cult", apripista pressoché perfetto. Di supporto al brano venne inoltre inserito un video riprendente un'esecuzione live dell'eterno classico "War Ensemble" più un piccolo backstage della durata di appena un minuto e trenta secondi, nel quale vediamo i nostri in studio di registrazione. Cominciamo dunque a prendere confidenza con quel che sarà "Christ Illusion", sparandoci questo bel singolo come degno antipasto di un album possente e violentissimo.. Let's Play!
Cult
L'incedere oscuro e nero di "Cult (Culto)" dà dunque il via a questo singolo, il quale si dipana mediante melodie tetre e cupe, ben sorrette dall'ottimo lavoro di piatti svolto dal redivivo Lombardo, la cui qualità è tornata finalmente al servizio dell'assassino. Rullata di crash ed i toni cominciano ad inasprirsi: l'incedere iniziale viene ripreso in chiave più aggressiva e violenta, le asce di King ed Hanneman cominciano a mordere e rombare, con un bel sottofondo batteristico efficace e perentorio, contenuto come il ritmo generale. Riff improvviso al minuto 1:11, precisi e ripetuti stacchi di Dave e si può dunque partire a folle velocità, con le sei corde che macinano note devastanti ed il cantato di Araya efficace e rabbioso quanto serve. Un vero e proprio tripudio di violenza, con Tom che ripete ogni singola parola in maniera talmente serrata da sfidare seriamente le nostre capacità di comprendonio. Non abbiamo nemmeno il tempo di renderci conto di cosa stia accadendo che subitamente ci viene proposto un breve assolo al fulmicotone, ed in una splendida mattanza di strofe e ritornelli non possiamo far altro che abbandonarci al moshpit più selvaggio, cominciando a spintonare violentemente le pareti della nostra casa. Minuti 2:47, dopo in bel "666!!" urlato da Tom entriamo in un frangente molto più composto del pezzo, nel quale si continua comunque a picchiare duro. Il tutto si risolve in un climax che presto sfocia nella violenza verbale di Tom ed in uno splendido gioco di assoli. L'ennesima grande prova di uno dei duo chitarristici migliori della storia dell'estremo, con King a recitare la parte del leone ed Hanneman quella dello spietato e freddo esecutore. Termina dunque l'espressione solista, Araya torna per svolgere il suo ultimo compito e la conclusione è dunque affidata ad un nuovo, bellissimo assolo. Rasoiate in pieno volto, ferite che bruciano e ci fanno lacrimare sangue.. ma Signori, questi sono gli Slayer. E sono ufficialmente tornati, nonostante tutto e tutti. Il singolo che prefigura all'orizzonte l'album che tutti aspettavamo da un po' di tempo. Il testo di "Cult", quasi come avveniva nei proclami squisitamente deliranti di "Show No Mercy", sembra di nuovo calare gli Slayer in una dimensione di crasso satanismo di chiara matrice Venomiana. Tuttavia, l'eccesso è questa volta funzionale ad un messaggio ben preciso. Liriche estreme solo in apparenza, in quanto nascondo una forte critica al sistema religioso. La Chiesa viene vista come terribilmente corrotta e marcia alle sue basi, e quel che fa più paura è tutto ciò a cui i fedeli arriverebbero, pur di compiacere il loro "dio".. o meglio, chi dice di farne le veci. I Nostri identificano nella religione settarile ed organizzata un male da estirpare, un sistema sbagliato, una grande organizzazione a delinquere; ossessionata dai soldi delle offerte, più che dai peccati. Propaganda e solo propaganda: far tutto quel che si vuole giustificando ogni nefandezza con la scusa della "volontà di Dio" non è un qualcosa che il gruppo approva. Per questo, scelgono l'altra via, quella dell'avversario. Gli Slayer preferiscono mille volte la cattiveria manifesta di Satana che quella mal celata e a tinte ipocrite degli uomini di fede. Che a loro volta abbracciano il credo del Male, essendo però bravi a celarlo agli occhi dei loro fedeli ciechi e sordi. Perché dunque fidarsi della parola di Cristo, in nome della quale si uccide e si commette ogni tipo di reato? Perché fidarsi di chi protegge ed insabbia crimini gravi contro la pedofilia? La religione è il male, la religione è il dolore, l'accecamento della coscienza. Satana è dunque il grido all'unisono del gruppo, il quale lo sfrutta solamente per rimarcare la propria indipendenza dal credo cattolico. Un po' come faceva Anton LaVey, d'altra parte.
War Ensemble
Giungiamo così al secondo pezzo del lotto, un bel video riguardante una versione live dell'eterna "War Ensemble (Ensemble di Guerra)", indimenticabile open track dello storico "Seasons in the Abyss". Siamo in Germania, al "Full Force Festival" ed è il primo Luglio del 2005. E' subito una bella panoramica del pubblico ad accoglierci: quella mandria di ragazzacci brutti, sporchi e cattivi, un tripudio di braccialoni borchiati ed urla, di criniere al vento e tanta voglia di pogare. Dimenticatevi dei desolanti "fustacchioni" pseudo vichinghi tanto di moda oggi, i modelli dall'addominale scolpito e dal visino ben curato. Niente di tutto questo, il pubblico degli Slayer mostra fiero la rozzezza e la voglia di far casino tipiche del vero fan di questa corrente musicale; quello che se ne frega dell'apparenza e che ama la sostanza, fatta di riff a motosega e violenza sonora, non certo di ciondoli e vestiti alla moda. L'immagine si sposta in seguito su di un King concentratissimo ed impegnato a ripassare i suoi riff, intento a raggiungere lo stage. Un bel dito medio di Hanneman alla telecamera, ed in seguito un'inquadratura di Tom Araya, il quale sembra avere lo sguardo stranamente perso nell'aere. Il pubblico urla e scandisce il nome degli Slayer, mentre le ultime inquadrature di Kerry e Lombardo lasciano dunque il posto alla ripresa della performance. Luci blu e nebbia, i nostri sono appena saliti sul palco, l'emozione si taglia col coltello (e non solo quella). E' Tom quindi a scaldare definitivamente gli animi, aprendo la performance in maniera semoplice e diretta: "Are you ready for war??? ..are-you-ready for WAAAAR????? ?'WAR ENSEMBLE'!!!!!". Prontissimi per la guerra, ed il pezzo può dunque iniziare per la gioia di tutti i fan accorsi al festival. Riffing serratissimo della coppia King / Hanneman ed è subito tempo di partire in quarta, fra batterie devastanti e telecamera anch'essa frenetica, che di quando in quando riprende "tremolante" la folla in delirio. Gli Slayer non si capiscono finché non si vedono sul palcoscenico, a parer di chi scrive. E sfido chiunque, CHIUNQUE a non esaltarsi come un maledetto fomentato, osservando i due chitarristi approcciarsi al pezzo con quel loro fare bellicoso e truce; vedendo Lombardo picchiare come un forsennato, vedendo Tom immerso nella nebbia, intento a ruggire ed a percuotere il suo basso. Un immagine che spaventerebbe persino Leatherface, che fa apparire Satana come un pulcino, che riscrive il concetto di estremo e ce lo pone, definitivamente, davanti agli occhi. Il pezzo viene resto il doppio più crudele che in versione studio, e posso tranquillamente affermare quanto QUESTA sia, senza timore di smentita, la versione DEFINITIVA di "War Ensemble". Tutto funziona, tutto scorre a meraviglia. Dalle cavalcate infernali ai momenti più ragionati, dagli assoli alla tenuta scenica. Volete una definizione esaustiva del termine "Thrash"? Guardate questo video, fatelo vostro, salvatelo sul computer.. non ve ne pentirete, statene certi. Una tempesta di sangue dall'inizio alla fine, un pubblico adorante ed un'attitudine unica nel suo genere. GLI SLAYER. Non si deve o può aggiungere altro. A livello testuale ci si muove invece sugli stessi binari di "Seasons..", rispettando e riproponendo in toto il testo originale. Si parla dunque la guerra; situazione della quale gli Slayer vogliono sottolineare la forte negatività, denunciandone gli orrori a suon di immagini forti e shockanti. Parliamo di bombe e di plotoni di soldati fatti saltare in aria, parliamo di uomini che si uccidono l'un l'altro senza rendersi conto di star ferendo mortalmente un proprio fratello. Parliamo degli innocenti massacrati, delle città devastate, delle famiglie distrutte. Delle morti nel fango e nel sangue, degli arti amputati, dei proiettili, dei bombardamenti a tappeto. Tutta una serie di immagini allucinanti che ben si sposano con i ritmi frenetici e che sottolineano l'attitudine anti-bellica di un gruppo che, per metterci dinnanzi alla negatività del contesto cantato, sceglie la via della terapia d'urto. Molto spesso, noi comuni "borghesi" non abbiamo l'esatta dimensione di cosa sia un conflitto. Scegliamo di sostenerlo o meno a seconda di ciò che dice il giornale, maturando la nostra visione delle cose dinnanzi ad una tazza di the.. mentre migliaia di soldati muoiono per cosa, ancora, non ci è dato saperlo. King e soci dipingono dinnanzi ai nostri occhi l'atrocità di un conflitto bellico, condannando i media e l'informazione nonché la politica. Organi rei, secondo gli Slayer, di aver "spettacolarizzato" le varie guerre rendendole unicamente un elemento di propaganda. Sostenere un conflitto o meno è ormai elemento di campagna elettorale, un mero espediente accumula-consensi. Nulla importa, ad un politico, cosa succeda su di un campo di battaglia. Quanti soldati, quanti civili muoiano.. per il potere è importante che il tutto continui esattamente così. Spargimenti di sangue mascherati da "missioni di pace", non è certo difficile scorgere in queste liriche anche un attacco alla scellerata politica estera statunitense, da sempre volta all'arrembaggio privo di vergogna nei riguardi di tante potenze definite per lo più "scomode" dalla Casa Bianca. Slegandoci dal contesto testuale, notiamo come il video presenti una piccola appendice, un finale assai più tranquillo e morigerato di quanti abbiamo visto, il quale ci mostra una sorta di "backstage", un esiguo minuto e trentacinque in cui gli Slayer sono intenti a cimentarsi nell'effettiva verifica dei riff e dei pezzi dell'incombente "Christ Illusions", mostrandosi come i degni professionisti che sono sempre stati. Con un King, manco a dirlo, che sembra il più concentrato di tutti, anche quando lo si vede beatamente sdraiato sui divanetti dello studio di registrazione.
Conclusioni
Cosa dire, dunque, di questo singolo? Innanzitutto che il ritorno di Lombardo, detto senza ipocrisie, è cosa assai ben gradita. Non ce ne voglia Paul Bostaph, ottimo professionista e musicista senza dubbio degno di tal calibro.. ma un batterista, per spiccare definitivamente, non può affidarsi solamente alla mera tecnica. E Dave, questo, lo sa molto bene. Il batterista deve essere necessariamente un musicista a tutto tondo, avere un buon orecchio, saper distinguere ciò che potrebbe funzionare da cosa no; filtrare il tutto attraverso una sua conoscenza musicale, mutuata dopo anni ed anni di ascolti. Soprattutto, un ottimo batterista deve saper, prima ancora di "tenere il tempo", insinuarsi nel sound dei suoi compagni. Per fare in modo che questo non sia solo "accompagnato", ma anche e soprattutto arricchito. E Lombardo, come cesellatore, risulta forse il migliore. Attualmente, e già negli anni '80. Dunque, la sua risalita a bordo ha ridonato agli Slayer una preziosissima fonte di genialità ed estro. Un musicista inimitabile che, col suo tiro, è riuscito a riportare la band verso un livello compositivo di incredibile qualità. Non fu un caso che "Christ Illusion" sia tutt'ora il disco più apprezzato degli Slayer ultima maniera. I quali, nel 2006, seppero ritirare fuori quella loro anima killer e mai sopita, rendendola comunque per nulla noiosa o stucchevole. La lontananza di Lombardo fece si che la band decidesse di testare nuove soluzioni, riuscendo comunque a tirar fuori dei dischi più che discreti. "God Hates us All", in questo senso, risultò senza dubbio una bella uscita.. priva, tuttavia, di quel piglio mordace che solo un musicista del livello di Dave sa apportare. Il nativo di L'Havana ha dunque fatto centro, riconducendo i suoi amici su di una via ancora più retta. Sarebbe infatti quasi impossibile parlare di "smarrimenti", nominando gli Slayer. I quali, e tutti siano testimoni di ciò che dico, non hanno mai e dico MAI realizzato un brutto disco. Appena sufficiente, forse, non esaltante, magari.. ma mai brutto. Il che, qualcosa, vorrà pur dire. "Christ Illusion" fu dunque il successo meritatissimo, tornato dopo un periodo un po' "così e così". Il disco che risvegliò gli animi selvaggi e mai sopiti di questi demoni del Thrash Metal, mai scesi a compromessi e mai ridicolmente propensi ad accontentare il gusto mutevole delle masse. A dimostrazione di ciò, lo splendido video piazzato "tatticamente", il quale funge sia da divertissement sia da pesante monito per chiunque. La belva si è risvegliata, più crudele che mai, più cattiva ed arrabbiata di prima. Gli antichi fasti erano dunque in procinto d'esser rivissuti, a ritmo di Thrash Metal e di scellerata violenza sonora. Proprio come doveva essere, così fu. Che si dica, gli Slayer sono pur sempre gli Slayer. Non c'è modo di cambiarli, non c'è modo di domarli, non c'è modo di sconfiggerli. In tanti ci hanno provato ma nessuno è mai riuscito in questa impresa. Ed è un bene, in quanto di gruppi del genere, oggi come oggi, c'è bisogno più che mai. Sempre pronti a colpire duro, i Nostri.. mediante gli stilemi a loro più consoni. Tante facce, un solo intento: la guerra più totale!
2) War Ensemble