QUEEN

A Night at the Opera

1975 - EMI - Elektra

A CURA DI
MARTINA VILLA
15/11/2021
TEMPO DI LETTURA:
9,5

Recensione

"Scrivevamo come pazzi, c'era un desiderio, una spinta. Avevamo tanto da far emergere". Così afferma Freddie Mercury mentre ricorda quel periodo. In questa frase si racchiude il desiderio che era nato da una serie di cambiamenti professionali e personali che si stavano verificando all'interno e attorno ai Queen. La band era riuscita a sottrarsi da una gestione alquanto soffocante  che aveva portato il gruppo a scoraggiarsi e a perdere le speranze, cosa che poi denunceranno con "Death On Two Legs (Dedicated to...)", canzone che apre l'album di cui parleremo. Trovata una nuova gestione, i Queen si sono sentiti finalmente liberi di fare la musica che più gli andava "a genio" potendo focalizzarsi sul lavoro senza preoccuparsi troppo. A Night At The Opera è stato registrato in quattro mesi in differenti studi di registrazione (non meno di sei) per lavorare in modo più efficiente e per ottenere il massimo risultato. Si presenta come un album abbastanza complesso sotto il punto di vista della produzione poiché abbraccia vari generi musicali; possiamo infatti trovare ballate, hard rock, progressive rock, music hall e stili riconducibili al folk, jazz e opera. Per non farsi mancare nulla, i Queen oltre al loro classico equipaggiamento, nella produzione musicale hanno aggiunto altri strumenti come il contrabbasso, il banjo, l'arpa e l'ukulele. Per quanto riguarda la grafica, la copertina dell'album è stata ideata da Freddie Mercury che si ispirò allo Stemma reale del Regno Unito, ponendo al centro su sfondo bianco l'iniziale del nome della band, attorno alla quale sono raffigurate due Vergini, due leoni e un granchio posto sulla cima della lettera che stanno a indicare i segni zodiacali dei componenti. Lo stesso logo verrà usato su sfondo nero per il seguente full length, "A Day at the Races". L'album esce il 21 novembre del 1975 vendendo oltre 6milioni di copie nel mondo, aggiudicandosi dopo 45 anni il centoventottesimo posto nella lista dei 500 migliori album secondo la rivista Rolling Stones. A Night At The Opera è stato un'esplosione di creatività e rock'n'roll che ha fatto cantare le generazioni di ieri e che farà sognare i bei vecchi tempi le generazioni di oggi. Il disco si compone di 12 canzoni, le quali presentano caratteristiche different tra durata, genere e composizione. L'album si apre con Death On Two Legs (dedicated to...), che come detto in precedenza è una chiara denuncia alla gestione tossica del loro primo manager. È una canzone con dei chiari e curiosi riferimenti a Bohemian Rhapsody dove Freddie guidò Brian May nella composizione strumentale. Il mitico Freddie compone altre quattro canzoni per l'album: Lazing on a Saturday Afternoon dove in un minuto e sette secondi si racconta la routine  forse un po' particolare - di un ragazzo londinese innamorato e amante dell'arte. È una canzone composta da un pianoforte, cori, campanelli e tanta allegria, un'emozione che va messa da parte se si ascolta Love of My Life, una bellissima ballata che Freddie ha composto e dedicato a Mary Austin con cui ebbe una relazione negli anni '70 e con la quale rimase in ottimi rapporti di amicizia dopo il coming-out. Il buon umore torna con Seaside Rendezvous, una delle canzoni più belle dell'album. È un insieme di allegria e riff vocali tra Freddie e Roger Taylor che rendono il pezzo molto orecchiabile. Nel brano oltre ai classici strumenti della band, Freddie imita gli strumenti in legno, mentre Roger Taylor fa uso di tube, trombe e kazoo. Infine, signori e signore, Freddie scrive il capolavoro dei capolavori: Bohemian Rhapsody! È stato il singolo dei Queen più acclamato e venerato sia dalla critica che dal pubblico, è l'opera magna di Freddie. Questa opera fruttò al singer il suo secondo Ivor Novello Award nel gennaio del 1976 e di conseguenza tutti gli altri premi possibili e immaginabili che esistono nel mondo della musica. È un brano diviso in varie sezioni: c'è un intro, un segmento di ballata, un passaggio d'opera, una parte hard rock e una coda. È una composizione che nella sua poesia e nel suo equilibrio ricorda le tragedie greche: i cori trascinano la voce di Freddie, con un'emotività che segue i battiti di Roger e l'esecuzione di May. Si ritiene che il gruppo abbia speso tantissimo per la composizione del brano, con frequenti spostamenti da uno studio all'altro e 12 ore al giorno di prove e registrazioni. Sono senz'altro i 6 minuti più belli in assoluto, un'opera d'arte che difficilmente scorderemo. La canzone è stata ricantata da innumerevoli cantanti che ahimè non sono mai riusciti ad arrivare ai livelli di Mercury. Bisogna aggiungere che le canzoni dell'album non sono state scritte solo ed esclusivamente da Freddie; di fatti anche il resto della band prende la propria parte nella stesura dei testi. Nel caso di Brian May c'è da dire che mette in vista a 360 gradi le sue capacità musicali. Compone e canta '39, dove il chitarrista si orienta verso uno stile folk e country americano, caratterizzato dalla voce e dalla predominanza della chitarra classica, che consentono all'ascoltatore di dar vita all'immaginazione di un lontano e vecchio west. Questa canzone verrà cantata da Brian solo nell'album, poiché verrà sostituito dalla voce di Freddie durante i Live. Ma non è finita qui! Brian May compone anche Sweet Lady, ricordata dal batterista per la sua velocità e per la difficoltà che lui ha avuto nel suonarla a causa dei 3/4. Si aggiungono alla lista anche The Prophet's Song e Good Company. La prima si aggiudica il titolo della canzone più lunga dell'album (8 minuti e 21 secondi), composta dal chitarrista a seguito di un sogno che fece. È stata una composizione abbastanza complessa, soprattutto nella "sistemazione" della voce di Freddie e, se si presta attenzione, durante l'ascolto si può intuire che le emozioni che trasmette sono piuttosto tormentate. Per quanto riguarda Good Company, Freddie in un'intervista a Kenny Everett del 1975 parla della canzone dicendo: "È un brano alla George Formby, con sassofoni, trombone e suoni di clarinetto, tutti creati dalla chitarra di Brian. Non crediamo nella necessità di avere dei musicisti sessionisti. Facciamo tutto da soli, dai falsetti più acuti alle più inavvertibili scorregge che sentite; siamo sempre noi ". È una canzone complessa dove Brian oltre alla parte strumentale, ricorrendo anche all'uso di ukulele e banjo, incide anche le parti vocali. Ma non dimentichiamoci di John Deacon e Roger Taylor! John - bassista della band - compone You're My Best Friend, brano che uscì nel giugno del 1976 come ultimo singolo dell'album in questione. La canzone ha mostrato il lato più  morbido della band, poiché i singoli precedenti erano orientati verso il rock. È un brano che Deacon da buon ultimo romantico, ha dedicato alla moglie che aveva sposato quell'anno. Dall'amore nei confronti delle persone, si passa all'amore verso le macchine e i motori. È così che Roger Taylor, batterista della band, scrive e canta I'm in Love With My Car. La canzone è stata dedicata al roadie della band Johnathan Harris e alla sua passione senza freni per la sua Triumph TR4, mentre il rombo che si sente a fine canzone è quello dell'Alpha Romeo di Roger. Un tocco di "tamarraggine" che sicuramente rimane impresso nelle menti e nelle orecchie di chi ascolta questa canzone dalla cadenza molto Hard Rock rispetto a tutte le altre. Questo pezzo, uscito come singolo, diventò una colossale hit mondiale restando per nove settimane al primo posto in classifica nel Regno Unito e raggiungendo i primi posti anche in altri Paesi, smentendo così anche lo scetticismo di Freddie che aveva su questo brano. Quindi se avete anche voi la passione per le macchine e siete innamorati della vostra, questa è la canzone giusta da dedicare al vostro gioiellino a quattro ruote! L'album si conclude con God Save The Queen, l'inno del Regno Unito versione rock che verrà usato per la chiusura di ogni loro live. Non è stato semplice "tenere a bada" le emozioni che ho provato durante l'ennesimo ascolto di questo capolavoro e non è stato altrettanto semplice impostare il testo quando si vorrebbe scrivere all'infinito, perché come dice Voltaire "la scrittura è la pittura della voce" e io con il mio "pennello" ho cercato di rendere omaggio nel migliore dei modi a questo album. Queste quattro regine hanno fatto la storia, perché oltre ad essere dei musicisti ben formati, sono riusciti a rendere ogni loro canzone un capolavoro di inestimabile valore e duraturo nel tempo, ricca eredità per ogni generazione che vuole approcciarsi nel mondo del rock e della buona musica. Ci tengo a fare anche un ringraziamento a Freddie Mercury, che oltre ad essere stato un meraviglioso frontman, è stato anche fonte d'ispirazione per molte persone, cosa che difficilmente scorderemo.

A Night At The Opera è e sarà per sempre l'erede della prima Arte, riuscendo a far venire la pelle d'oca a chiunque lo ascolti senza farselo mai venire a noia.

Tracklist: 
1. Death on Two Legs (Dedicated to...)
2. Lazing on a Sunday Afternoon
3. I'm in Love with My Car
4. You're My Best Friend
5. 39
6. Sweet Lady
7. Seaside Rendezvous
8. The Prophet's Song
9. Love of My Life
10. Good Company
11. Bohemian Rhapsody
12. God Save the Queen (instrumental)

Line-up

Freddie Mercury - lead vocals, backing vocals, piano
Brian May - electric guitar, backing vocals, acoustic guitar, lead vocals, koto, harp, ukulele
Roger Taylor - drums, backing vocals, percussion, lead vocals, electric guitar 
John Deacon - bass guitar, electric piano, double bass

correlati