PSYCHOTIC DESPAIR
Words For Empty Spaces
2013 - l'Inphantile Collective
DONATELLO ALFANO
16/04/2013
Recensione
Oltre ad essere una delle capitali più affascinanti del Vecchio Continente Praga ha anche una tradizione caratterizzata da svariate leggende; una lunga serie di storie colme di mistero ed inquietudine. Tra queste mi ha colpito in particolar modo quella risalente al XVII secolo legata all'ingegnere che cercò di ricostruire sul ponte Carlo l'arcata dove morì il sacerdote Nepomucemo (il suo corpo fu gettato nel Moldava durante l'impero di Venceslao IV). L'uomo dopo aver assistito ogni notte al crollo dell'arcata, decise di stringere un patto col diavolo per completare l'opera, in cambio era disposto ad offrirgli l'anima della prima persona che lo avrebbe attraversato dopo il restauro, convinto di aggirare l'ostacolo facendo passare un gallo prima di chiunque altro. Il diavolo scoperto l'inganno con un astuto stratagemma riuscì a far cadere nella sua trappola la moglie dell'ingegnere (si presentò travestito da muratore e le disse di precipitarsi dal marito perchè aveva avuto un brutto incidente) la donna corse immediatamente sul ponte, la sua anima e quella del bambino che aspettava finirono così nelle mani di satana, sempre secondo la leggenda l'anima del piccolo fu liberata anni dopo da un turista che dopo aver sentito un suo starnuto esclamò: salute! Ora vi domanderete: cosa c'entra questo preambolo con la recensione di un cd? La risposta è semplice... Se un normalissimo lettore rimane colpito da un racconto del genere possiamo solo immaginare l'enorme influenza che queste leggende hanno esercitato sugli artisti nati e vissuti a Praga, un'ispirazione che probabilmente sarà stata una delle basi di partenza nella realizzazione del suono violento e potente di una delle realtà più interessanti della scena estrema del nuovo millennio, una realtà chiamata Psychotic Despair! La carriera della band comincia nel 2002 nell'underground della capitale ceca col nome Anal Grinder, con il cambio del monicker (decisamente più raffinato ed originale) verrà segnato l'ingresso ufficiale nel music business grazie al rilascio del debut omonimo nel 2007 per l'etichetta L'Inphantile Collective, a cui seguirà tre anni dopo l'ancora più convincente Personal Identity, con questi due lavori gli intenti dell'act erano stati marchiati a fuoco in modo completo, ovvero quelli di proporre un brutale mix tra grindcore e death metal contraddistinto da testi che portano a riflettere su come la società stia diventando sempre più vuota, immobile ed incapace nel trovare una qualsiasi via d'uscita, temi che come ben sappiamo riguardano un'altissima percentuale della popolazione mondiale. Da pochi giorni il combo ha tagliato il fatidico traguardo del terzo full-length; con un nuovo contratto firmato per la genovese Nadir Promotion, Dan (voce) Petr e Prewith (chitarre) Stefy (batteria) ed il nostro connazionale Adriano Neri (basso,con un passato nei prog-deathsters romani Another Day) tornano ad aggredire con il micidiale Words For Empty Spaces, un album che oltre a confermare in pieno tutti i giudizi lusinghieri ricevuti dai suoi predecessori ribadisce una costante crescita artistica nel quintetto. L'apertura del platter è affidata allo strumentale "Ruins Of Humanity", i cechi conducono l'ascoltatore nel loro universo attraverso un monolite cadenzato guidato da una sinistra melodia chitarristica ripetuta in modo ossessivo (l'ombra del leggendario doom settantiano è ben presente) delle voci sofferenti e tormentate rendono il clima estremamente teso fino ad arrivare all'esplosione degli ultimi secondi segnata da un blast beat forsennato, non poteva esserci preludio migliore alla furia incontrollata della successiva "Km 0", l'ensemble colpisce senza pietà con una killer track che fin dalle battute iniziali riporta alla mente la storica scena death floridiana, nel primo minuto è la velocità senza compromessi a dominare la scena, nella parte centrale il ritmo viene leggermente rallentato ma l'impatto come da copione resta immutato, l'operato di Adriano e Stefy è incisivo e letale, i due guitar players mostrano una notevole perizia strumentale a colpi di impetuosi riff (messi in risalto da una produzione efficace e dalla marcata impronta live). Dan riversa una rabbia primordiale con un devastante concentrato tra growl e scream, le liriche rivelano una personalità profonda e decisa, il suo pensiero può essere sintetizzato così: "le influenze da terre sconosciute, ricche di storie mistiche hanno spiegato gli arcani della nostra filosofia. Adesso mi è tutto così diverso, questo è il mio Km 0 , le bugie e le incomprensioni del passato sono oramai alle spalle”. In "Greed" la band rivela una devozione totale nei confronti dei padri/fondatori del grindcore Napalm Death, le ritmiche serratissime (in alcuni momenti si arriva perfino a sfiorare il tribale) ed il cantato a due voci sembrano provenire direttamente dalle recording sessions di uno degli ultimi lavori di Shane Embury e soci, la presenza di un breve ed oscuro accenno melodico modellato dalle chitarre dona al pezzo un'aura a dir poco angosciante. L'avidità del titolo è una visione oscura e malata di come l’umanità in tutti gli aspetti della vita sia corrotta e malvagia: “denti bianchi scintillanti attraverso un sorriso da cacciatore, un incubo, un'aberrazione, una visione di follia”. Il dinamismo dei Psychotic Despair emerge in toto nella combattiva "The Room Of Wrong Dreams", introdotta da un rimbombante giro di basso (vero dominatore in questo episodio) la traccia in pochi secondi assume le sembianze di un ciclone sonoro composto da un'irrefrenabile serie di accelerazioni e rallentamenti da lasciare frastornati, le urla del frontman nel break centrale sono cupe e lancinanti, un'interpretazione perfetta nel descrivere il protagonista delle liriche; un uomo che ha un piccolo angolo della sua camera chiamata “la stanza dei sogni sbagliati” dove tiene custodite le sue speranze, i suoi sogni , idee divertenti ed errori. Si chiede se mai ritornerà in questo angolo remoto della sua esistenza, se il “custode” gli permetterà ancora di sognare e di entrare in questo mondo virtuale. In "Normality For Sale" è il guitar sound pieno e tagliente a salire in cattedra, le corde di Petr e Prewith non concedono un attimo di tregua, si viene letteralmente investiti da un'incontenibile cascata di note eseguite ai limiti delle possibilità umane, da porre in evidenza anche un rapido e travolgente coro gridato da Dan destinato a diventare un anthem per tutti i fans del combo. Il testo di questo brano parla di come sia difficile vivere la propria esistenza in un mondo finto fatto di figure rarefatte. “Quello che era buono, ora è raro. Quello che era naturale ora affronta la tragedia dell’esistenza. Nessuno ricorda le origini, raramente usiamo gli occhi per vedere. Il sole è lontano ricordo, un pallido saluto al mondo morente”. Il primo minuto di "Words For Empty Spaces" consente di tirare il fiato dopo l'uragano degi episodi precedenti, la title track è aperta da un incipit strumentale cadenzato in cui riemerge la vena melodica della prima traccia ma si tratta della classica "quiete prima della tempesta" infatti subito dopo l'act riprende a picchiare violentemente sugli strumenti con una bordata in puro death metal style, negli stacchi chitarristici vengono riprese in modo lieve delle inquietanti melodie accompagnate da una devastante doppia cassa pronta a distruggere anche una montagna, nelle parole di questo episodio si parla delle difficoltà di comunicare in un mondo caotico e schizzofrenico : “questo silenzio così caotico mi fa paura, c’è troppo spazio intorno a me ho bisogno di calmare questi timori. Ora devo dirti che questo silenzio tra noi è un abisso vuoto”. La sezione ritmica torna a dettare legge in "World Behind The Door", altro numero spezzacollo con un Adriano semplicemente straordinario (la sua abilità nel dominare la struttura del brano è sbalorditiva) la componente tecnica riveste un ruolo notevole nella musica dei Psychotic Despair, bastano questi due minuti e cinquantatré secondi per averne un'ulteriore conferma, l'urlo di Dan è un esplicito invito a come l'uomo “dietro la porta” non debba aver paura di uscire e di provare le proprie esperienze, che possono essere di gioia o dolore, paura, violenza o amore. “Fa un passo oltre (la porta) e vivi la tua vita, non avere pentimenti sulla tua scelta. Attraverso le proprie esperienze si appezza anche il divenire del tempo, dietro una porta chiusa c’è solo un mondo che muore”. In "Apathy" i cechi si lanciano in una travolgente girandola di cambi ritmici, tra parentesi furibonde alternate ad altre più ragionate la band compie l'ennesimo massacro tramutato in note, nessuno potrà uscire indenne da un pugno così feroce e fulmineo. La traccia parla appunto di come “l'apatia” consumi la vita di chi la vive quotidianamente : “ L’apatia opprime i miei pensieri, mi consuma. L’apatia mi ruba la vita”. Un mood grondante sensazioni forti come ira ed ansia viene scaraventato attraverso l'indemoniata "False Philosophy", la struttura articolata prosegue sugli stessi sentieri del brano precedente, il growl del singer (un irruente assalto fin dal primo secondo) è sconvolgente per il furore e l'ossessione che riesce a trasmettere . Il protagonista del testo è una persona che crede ciecamente in un “falsa filosofia” di vita. Non è chiaro se si riferisca alla religione, nelle parole non c’è nessun riferimento nemmeno celato. In ogni caso leggiamo che “la tua falsa filosofia ti porta alla follia , forza e potere falliscono, la tua ignoranza è la mia forza , sogni e fedi ti portano alla distruzione”. I Psychotic Despair puntano con determinazione all'essenza del metal estremo nei due minuti scarsi di "Ariadne's Thread", non c'è tempo per riflettere ma soltanto lasciarsi trascinare da una scheggia impazzita sorretta da un inarrestabile drum work caratterizzato da una forza paragonabile a centinaia di raffiche di mitragliatrice. Il filo d’Arianna mi guida nel labirinto delle emozioni , le mani che mi tengono in piedi mi aiutano a partire”. Credo, al di là dell’immagine mitologica che si possa parlare di qualcuno di importante che ci aiuti a “sconfiggere il male che ci reclama” e ci guidi verso la maturità esistenziale. Il messaggio di Dan può essere interpretato come una metafora della nostra esistenza. "Freedoom" rappresenta un convincente trait d'union tra la scena statunitense e quella britannica; l'attacco iniziale è una sfuriata impietosa figlia diretta del suono forgiato dai big del genere, al cinquantesimo secondo l'incedere diventa lineare e morboso, una parentesi oscura arricchita da una piccola dose di tecnica inserita appositamente per prepararci ad un finale tiratissimo. Il testo ci descrive la “la libertà” come una chimera impossibile da raggiungere : “una sommità impossibile da scalare , tanto da essere temuta da chiunque voglia tentare di farlo. Un disegno di come sarà il destino dell’uomo, un perenne scherzo della natura. Un autopunizione per i nostri errori, il nostro innato tallone d’Achille, il nostro masochismo. La nostra vita è niente”. "Professional Disease" è una devastante scalata ritmica che col trascorrere dei secondi diventa sempre più veloce e crudele, partendo da battute cadenzate i cechi in pochi secondi arrivano a sfiorare il caos primordiale, un vortice stilistico governato dal timbro carico di odio del singer (non così lontano da quello di Burton C. Bell dei Fear Factory). Il protagonista della traccia ambisce ad essere “la macchina del sistema”, uno dei pochi che sopravviverà alla “malattia professionale”. Un riffing deflagrante e possente costituisce la base sui cui si muove "Killing Innocence", attrverso le bordate di un violentissimo death metal la band continua a mostrare la sua propensione nell'elaborare un suono torrenziale corredato da passaggi intricati che confermano in pieno l'inventiva del five-piece. L'interpretazione delle liriche è molto aperta, con un pizzico di fantasia si può decifrarla così : in ogni istante delle nostra vita, inconsapevolmente “ uccidiamo l’innocenza” nel nostro modo di vivere senza pensare, apatico ed egoistico". “Vittime che non vediamo, in questa illusione , distanza e differenza. Nascondiamo le nostre colpe". I cechi concedono una suggestiva pausa di riflessione con lo strumentale "Lost Words", avvincente mid-tempo trascinato dal magistrale lavoro dei chitarristi, i due offrono un saggio delle loro qualità nell'eseguire una melodia malinconica e delle penetranti armonizzazioni ispirate dalla forma più classica del metal, potrebbe essere l'epilogo ideale dopo la devastazione delle tracce precedenti ma il gruppo come colpo finale riprende ad annientare l'ascoltatore con la cover di "Carnicero", brano estratto da Corridos De Muerte, album del 2002 degli Asesino, folle side project grindcore ideato da Dino Cazares in compagnia di Tony Campos e Raymond Herrera nascosti sotto gli assurdi pseudonimi di Asesino, Maldito X e Greñudo. Dan cede il microfono al collega Jari per quest'ultima distruttiva incursione, la versione proposta dall'act segue in maniera fedele la struttura dell'originale, le uniche differenze sono da ricercare in un ulteriore aumento della velocità d'esecuzione (può sembrare impossibile ma è così) e nella voce nettamente più gutturale rispetto a quella di Tony, a rendere lo scenario macabro e delirante ci pensa il prepotente cantato in spagnolo... "El gran sabor de tu dolor/Por el terror/Que yo te doy cuando saco el moledor", parole da autentici terroristi del pentagramma. Tutti gli adoratori delle sonorità più brutali ed articolate non potranno lasciarsi sfuggire un album come Words For Empty Spaces, l'operato dei Psychotic Despair è da elogiare senza tentennamenti, i cinque pur seguendo la via tracciata anni fa dai precursori dell'estremo mostrano in ogni brano una spiccata attitudine nel distinguersi dalle decine di cloni presenti sulla scena, rivelando così una personalità destinata a rinforzarsi sempre di più in futuro, continuando su questa strada i consensi continueranno ad aumentare in maniera esponenziale. Accanto ai monumenti, le leggende ed i suoi misteri adesso c'è un altro motivo valido per scoprire e apprezzare Praga...
Recensione scritta in collaborazione con Diego Piazza.
1) Ruins Of Humanity
2) Km 0
3) Greed
4) The Room Of Wrong Dreams
5) Normality For Sale
6) Words For Empty Spaces
7) World Behind The Door
8) Apathy
9) False Philosophy
10) Ariadne's Thread
11) Freedoom
12) Professional Disease
13) Killing Innocence
14) Lost Words
15) Carnicero