PORCUPINE TREE

Fear of a Blank Planet

2006 - Atlantic Records

A CURA DI
FRANCESCO PASSANISI
13/01/2012
TEMPO DI LETTURA:
8

Recensione

Nella seconda metà degli anni '60 il progressive rock inizio la sua storia che, per quanto breve, un segno indelebile nella storia della musica con band come Pink Floyd, Genesis, Yes e altre centinaia di meravigliose band che, con il loro talento e la loro musica complessa risultano ancora oggi attuali e apprezzate. Ma i tempi cambiano e le mode cambiano a velocità ancora maggiori e fu così che l'easy-Listening degli anni '80 e la rabbia seminale del punk diedero un duro colpo al prog, mentre il grunge degli anni '90 sembro addirittura ucciderlo.



È quindi morto il Prog? Che spazio può trovare dopo 40 anni, in un mondo che corre sempre di più e la musica perde di importanza diventando materiale da vendere digitalmente a bassa qualità, accendendo il proprio iPod mentre si pensa a tutto tranne che alla musica e gli stessi musicisti scrivono 2 accordi in croce e ci mettono sopra testi insulsi facendo lo stesso una fortuna grazie ad un pubblico ormai disabituato all'ascolto?



La risposta che viene subito in mente è un perentorio "Nessuno".... Eppure, ci sono ancora musicisti che amano questo meraviglioso genere e cercano di tenerne alta la bandiera. Tra questi troviamo il geniale Steven Wilson, un uomo che se ne frega di IPod, generi, classifiche e via dicendo e mette la musica sempre al primo posto.



Ed ecco che con i suoi Porcupine Tree sforna una nuova uscita che sicuramente farà parlare di se.



Ad aprire la strada troviamo subito la lunga Titletrack dove Wilson si scaglia contro la società di oggi che confonde i giovani e li lascia senza punti di riferimento di vero valore. Musicalmente il pezzo è di meravigliosa fattura, complesso ma mai noioso che merita un ascolto attento e approfondito per goderne di tutte le sfumature. L'etereo intro di "My Ashes" ci regala una ballad densa di sfumature diverse dove Wilson flirta con la musica cantautoriale aggiungendo tastiere e arrangiamenti da Oscar per un pezzo che cresce ad ogni ascolto. "Anesthetize" è un altro grande capolavoro, una suite di circa 18 minuti che ci riporterà alla mente i Pink Floyd della migliore annata con il suo incedere nebuloso e ricco di atmosfera che rapisce l'ascoltatore e lo trasporta in lontane dimensioni dove la musica assume consistenza fisica e visiva.

Degli accordi di pianoforte introducono "Sentimental", una ballad scritta con rara finezza che cattura lo strato più profondo dell'anima dell'ascoltatore e lo trasporta in un'atmosfera onirica grazie al meraviglioso lavoro di Gavin Harrison dietro le pelli che sottolinea con eleganza l'ottimo songwriting che permea l'album. "Way out of here" ci permette di notare l'ottima produzione "Vecchio stile" che sottolinea con delicatezza ogni strumento senza aggredire l'ascoltatore con volumi esagerati come purtroppo accade sempre più spesso. Sintetizzatori e ipnotici suoni elettronici introducono "Sleep Together" una semi-ballad che mostra l'attenzione riposta da Wilson nei suoi testi e il suo occhio cinico sulle società odierna.



Si chiude così un album intenso e complesso che cresce ad ogni ascolto. Se pensate che la musica non sia solo il motivetto da cantare sotto la doccia o da ascoltare mentre si pensa a tutt'altro, questo è il vostro album. In caso contrario l'ultimo album di Lady Gaga è in offerta alla Feltrinelli.


1) Fear Of A Blank Planet
2) My Ashes
3) Anesthetize
4) Sentimental
5) Way Out Of Here
6) Sleep Together