PHOBOS PREACHER

Humanos

2013 - Buil2Kill Records

A CURA DI
FRANCESCO PASSANISI
05/06/2013
TEMPO DI LETTURA:
6

Recensione

Per quanto poco conosciuta a livello internazionale, la scena Death metal spagnola continua a sfornare ottime band ed ottimi album che la rendono una delle scene più interessanti da seguire. A confermarlo ci pensano anche gli esordienti Phobos Preacher, band di Borja (Saragozza) formata da musicisti che vantano una lunga militanza nell'underground metal. "Humanos" si apre con un Intro che incrocia sintetizzatori elettronici a fiati sinfonici creando un'atmosfera malsana che, complice la bella copertina, ci introduce nel mondo distopico rappresentato dalla musica dei Phobos Preacher. "Preludio" trova la sua (in)naturale prosecuzione in "Agonia" che, con la danza tra chitarra e batteria iniziale, ci introduce il primo pezzo death dell'album che mostra fin da subito la peculiarità principale della band, ovvero la scelta di concepire i propri testi nella loro lingua madre, lo spagnolo. Musicalmente il pezzo si muove agevolmente su binari Technical Death Metal riportando alla mente, forse eccessivamente, gli italiani Sadist. Fortunatamente, a scongiurare un'eccessiva ripetitività, arriva "La Perdicion", traccia che rappresenta una vera mazzata per l'ascoltatore e che mette in risalto soprattutto la capacità tecnica del cantante Dany Carmona, dotato di un growl molto gutturale ma al tempo stesso molto intelligibile che ci riporta alla memoria il grande Glen Benton degli anni d'oro. Il pezzo si sviluppa in una schizofrenia di accelerazioni e ripartenze, inserzioni melodiche ed una splendida "battaglia di assoli" che divide il pezzo a metà, mostrandoci un songwriting eclettico ed ispirato oltre che un'ottima capacità strumentale della band. "Hipocresia" ci mostra il lato più thrash della band, con forti influenze da parte di un'altra band di lontane origini ispaniche, i Sepultura. Queste influenze risultano comunque ben amalgamate nella personalità della band, impedendogli di diventare troppo derivative da chi ha già percorso questo cammino prima di loro e mettendo in mostra una certa voglia di sperimentare pur rimanendo coerenti col genere (menzione d'onore per i due assoli di basso, strumento spesso "dimenticato" nel genere, che troviamo in questa traccia) che i Phobos Preacher si sono prefissati. L'influenza dei Deicide torna a farsi sentire nella brevissima titletrack "Humanos", traccia condita da un riffaggio delle chitarre puramente death metal dalle quali si eleva un solo di pregevole fattura nel quale si sente l'influenza del mai troppo compianto Chuck Schuldiner. L'intro di "Lagrimas de Arena" ci porta finalmente una bella novità nel sound della band di Borja sotto forma di un assolo iniziale dalle chiare influenze spagnole che anticipa la successiva cavalcata di chitarre e batteria che sorregge il violentissimo cantato di Dany nel raccontarci l'ennesima storia violenta proveniente dal futuro distopico nel quale è ambientato l'album. Dopo aver assistito all'eccidio di poveri innocenti narrato in "Lagrimas de Arena" giungiamo a "La Ultima Cena", traccia che risente estremamente dell'influenza del già citato gruppo di Glen Benton, ma che riesce comunque a mantenere un certo grado di personalità che allontana la sgradevole sensazione di "già sentito" che spesso colpisce gli esordi di band underground. L'intro di "Abre tu Mente", ottava traccia dell'album, ci colpisce con la violenza di un treno in corsa grazie all'azzeccato alternarsi di Tremolo picking e powerchord offertoci da Diego e Tatìn che in seguito sviluppano un bel riff che accompagna il violentissimo growl di Dany, sorretti da una sezione ritmica precisa e potente che dona ancora più incisività al sound dei Phobos Preacher. Dopo la veloce "Abre tu Mente", la band tira il freno a mano con "Ahogado en mi Addiciòn" imbastendo un midtempo dai toni oppressivi e dall'andamento marziale dove ogni powerchord suona come una martellata prima che i due chitarristi lancino le loro asce in un velocissimo e trascinante assolo. Ad aiutare i Phobos Preacher ad imbastire un sound così violento ed intenso c'è sicuramente l'ottima produzione curata dagli Aggressive Studios che donano al disco un sound pulito ma estremamente potente e lo impreziosiscono con trovate geniali, come l'ottima gestione delle backing vocals di Diego che fanno capolino in questo pezzo. A chiudere il disco troviamo l'ennesima bordata di violenza con "Doctrina Odiada", traccia che sembra nata in un'ipotetica jam tra Morbid Angel e Deicide (entrambi negli anni d'oro della loro carriera) chiudendo ottimamente un album che, sebbene non presenti novità in grado di cambiare il mondo del death metal, è in grado di regalarci 32 minuti in compagnia di ottimo death metal e soprattutto, ci regala un nome molto interessante da seguire nel futuro.


1) Preludio 
2) Agonia 
3) La Perdicion 
4) Hipocresia 
5) Humanos 
6) Lagrimas de Arena 
7) La Ultima Cena 
8) Abre Tu Mente 
9) Ahogado en mi Addicìon 
10) Doctrina Odiada