PERPETUATE
Perpetuate (Ep)
2011 - CDN Records
A CURA DI
SAMUELE MAMELI
15/02/2012
SAMUELE MAMELI
15/02/2012
TEMPO DI LETTURA:
8
Recensione
Bellissima sorpresa, quasi a riflettere le stesse emozioni di quando, preadolescente, adoravo rompere le uova di Pasqua per trovare regali idonei ai miei gusti personali e sfoggiarli con entusiasmo ai cari compagni. Medesime sensazioni che questo prodotto mi ha recato senza batter ciglio, soprattutto per una canzone in particolare pervenutami all'orecchio in maniera fortuita ma in grado di spalancarmi gli occhi e bloccare ogni movimento che potesse anche di poco, interferire con l'ascolto.
Stiamo parlando di un gruppo emergente dal nome PERPETUATE e mai avrei pensato provenissero dal Canada, avrei scommesso fior fiore di quattrini sul fatto arrivassero dalla Scandinavia e invece, sorpresona, giungono dallo stato dell'acero per eccellenza e ci propongono un progressive gothic metal con female voices eccezionale, sulla falsa riga di Delain, Coronatus, Evanescence, Flowing Tears et similia con massicce dosi di chitarre maideniane e inserimenti tastieristici che conferisce un aspetto tutto sommato personale.
Formatisi nel 2009, esordiscono nel 2011 con l'attuale Ep omonimo, confezionato in edizione scarna e povera, non si riesce a dar ragione alla qualità sonora presente, percependo a primo impatto, un pizzico d'infelicità ma come si suol dire, non facciamoci ingannare dall'apparenza e rendiamo giustizia alle ottime liriche per nulla banali, curate dalla cantante Kim Mclnnis da cui fuoriesce buio e paura, morte e rinascita, sogni e angosce di una società ormai in declino, del male insito in ognuno di noi che si espande e sussurra alla maniera di un compagno di viaggio, elementi che si rispecchiano metaforicamente nell'eclissi lunare raffigurata nell'artwork, intenta a decretare la fine di tutto che come un occhio, cattura le ultime immagini e stati d'animo per opprimerli definitivamente nell'ombra. In cinque tracce più cover, siamo irradiati da delicatezza e malinconia, potenza e tecnica in un connubio interessante da lasciarmi impaziente per il futuro, contando la giovane età dei ragazzi che si aggira sulla media dei 22 anni.
Andiamo al nocciolo della questione, partiamo con la prima in scaletta "Above And Beyond" e mettiamoci subito in piedi, leggiadre note di tastiere accarezzate da una passionale chitarra solista alzano il sipario a riff inframmezzati sorretti dall'incantevole voce simil operistica di Kim che assume sempre maggior vigore col passare dei minuti,estratto dall'ossatura ben elaborata che alterna partiture sostenute a cadenzate,riservando ritornelli accattivanti dall'ottima presa ricchi di energia e rabbia,sino a farmi perdere la testa nel bridge quando guitars incalzanti iper melodici accompagnano cori maschili pregni di pathos... rimango in silenzio e assaporo il calore sprigionato.
Ritmi sincopati per "Inside Out" e iniziamo ad assaporare la perizia scrupolosa dei nostri, song folle e furibonda composta in maniera certosina, cambi di tempo e variegate armonie vocali risaltano la bravura della singer enfatizzando un brano progressivo che mescola dinamismo a melodie ricercate... da brivido.
Rapito dalla musicalità raffinata, continuo a godere con la successiva "Chrisalis", refrain ipnotici slegano una track power oriented, diretta e lineare si esaltano i solos dei due chitarristi James Hush e Chris Rafinski che rispondono all'altrettanto fantastica esibizione dietro le pelli di Michael Wiznuk, preciso e dinamico nelle sue svariate tessiture.
"The Last Stand" è una canzone congrua di mordente, in circa quattro minuti mi sconquassa dal cranio ai piedi, riff solidi e compatti tolgono il velo a un esempio accostabile suppergiù agli Evanescence, ricoprendosi di leit motiv anthemici e trascinanti nella sua aggressione sonora, prestazione vocale incisiva e sopra le righe... encomiabile. Arriviamo così al pezzo incriminato che mi ha aggredito sino a lasciarmi tramortito sul pavimento,"Medusa" è una suite di puro prog gothic fuso al metal classico, sinfonie, tecnica, cambi di tempo, vagonate di tristi note che si rincorrono, accelerazioni, trame ragionate ed elaborate, un intreccio di strumenti che pare un tutt'uno, una forma artistica che nasce dal niente e assume l'aspetto completo di una figura leggiadra pronta a essere ammirata nelle sue espressioni... evocativa e spietata lacera il corpo,senza forze e la vista annebbiata lascio i bellissimi arrangiamenti leggiadri fluttuare nell'immensità del tempo... meravigliosa.
Chiude il cd, la cover degli Iron Maiden "The Trooper" che a parer mio si sarebbe potuto anche evitare sia perchè non aggiunge nulla di nuovo e sia perchè l'impostazione vocale di Kim non è adatto in questo contesto, tant'è che nella prima strofa sembra debba essere soccorsa con una bombola di ossigeno, spiace veramente ma non ci voleva, infatti, le altre strofe sono cantate dallo special guest Jeff Klingbeil dallo stile aggressivo e massiccio, peccato.
Termino cari lettori invitandovi a procurarvi questa piccola perla, registrato con tocco perfetto, può solo accendere una breccia nel vostro spirito metallico, senza alcun dubbio. Se il prossimo full lenght si assesterà su queste indicazioni, sarà una bomba.
Tracklist:
1. Above And Beyond
2. Inside Out
3. Chrisalis
4. The Last Stand
5. Medusa
6. The Trooper
Stiamo parlando di un gruppo emergente dal nome PERPETUATE e mai avrei pensato provenissero dal Canada, avrei scommesso fior fiore di quattrini sul fatto arrivassero dalla Scandinavia e invece, sorpresona, giungono dallo stato dell'acero per eccellenza e ci propongono un progressive gothic metal con female voices eccezionale, sulla falsa riga di Delain, Coronatus, Evanescence, Flowing Tears et similia con massicce dosi di chitarre maideniane e inserimenti tastieristici che conferisce un aspetto tutto sommato personale.
Formatisi nel 2009, esordiscono nel 2011 con l'attuale Ep omonimo, confezionato in edizione scarna e povera, non si riesce a dar ragione alla qualità sonora presente, percependo a primo impatto, un pizzico d'infelicità ma come si suol dire, non facciamoci ingannare dall'apparenza e rendiamo giustizia alle ottime liriche per nulla banali, curate dalla cantante Kim Mclnnis da cui fuoriesce buio e paura, morte e rinascita, sogni e angosce di una società ormai in declino, del male insito in ognuno di noi che si espande e sussurra alla maniera di un compagno di viaggio, elementi che si rispecchiano metaforicamente nell'eclissi lunare raffigurata nell'artwork, intenta a decretare la fine di tutto che come un occhio, cattura le ultime immagini e stati d'animo per opprimerli definitivamente nell'ombra. In cinque tracce più cover, siamo irradiati da delicatezza e malinconia, potenza e tecnica in un connubio interessante da lasciarmi impaziente per il futuro, contando la giovane età dei ragazzi che si aggira sulla media dei 22 anni.
Andiamo al nocciolo della questione, partiamo con la prima in scaletta "Above And Beyond" e mettiamoci subito in piedi, leggiadre note di tastiere accarezzate da una passionale chitarra solista alzano il sipario a riff inframmezzati sorretti dall'incantevole voce simil operistica di Kim che assume sempre maggior vigore col passare dei minuti,estratto dall'ossatura ben elaborata che alterna partiture sostenute a cadenzate,riservando ritornelli accattivanti dall'ottima presa ricchi di energia e rabbia,sino a farmi perdere la testa nel bridge quando guitars incalzanti iper melodici accompagnano cori maschili pregni di pathos... rimango in silenzio e assaporo il calore sprigionato.
Ritmi sincopati per "Inside Out" e iniziamo ad assaporare la perizia scrupolosa dei nostri, song folle e furibonda composta in maniera certosina, cambi di tempo e variegate armonie vocali risaltano la bravura della singer enfatizzando un brano progressivo che mescola dinamismo a melodie ricercate... da brivido.
Rapito dalla musicalità raffinata, continuo a godere con la successiva "Chrisalis", refrain ipnotici slegano una track power oriented, diretta e lineare si esaltano i solos dei due chitarristi James Hush e Chris Rafinski che rispondono all'altrettanto fantastica esibizione dietro le pelli di Michael Wiznuk, preciso e dinamico nelle sue svariate tessiture.
"The Last Stand" è una canzone congrua di mordente, in circa quattro minuti mi sconquassa dal cranio ai piedi, riff solidi e compatti tolgono il velo a un esempio accostabile suppergiù agli Evanescence, ricoprendosi di leit motiv anthemici e trascinanti nella sua aggressione sonora, prestazione vocale incisiva e sopra le righe... encomiabile. Arriviamo così al pezzo incriminato che mi ha aggredito sino a lasciarmi tramortito sul pavimento,"Medusa" è una suite di puro prog gothic fuso al metal classico, sinfonie, tecnica, cambi di tempo, vagonate di tristi note che si rincorrono, accelerazioni, trame ragionate ed elaborate, un intreccio di strumenti che pare un tutt'uno, una forma artistica che nasce dal niente e assume l'aspetto completo di una figura leggiadra pronta a essere ammirata nelle sue espressioni... evocativa e spietata lacera il corpo,senza forze e la vista annebbiata lascio i bellissimi arrangiamenti leggiadri fluttuare nell'immensità del tempo... meravigliosa.
Chiude il cd, la cover degli Iron Maiden "The Trooper" che a parer mio si sarebbe potuto anche evitare sia perchè non aggiunge nulla di nuovo e sia perchè l'impostazione vocale di Kim non è adatto in questo contesto, tant'è che nella prima strofa sembra debba essere soccorsa con una bombola di ossigeno, spiace veramente ma non ci voleva, infatti, le altre strofe sono cantate dallo special guest Jeff Klingbeil dallo stile aggressivo e massiccio, peccato.
Termino cari lettori invitandovi a procurarvi questa piccola perla, registrato con tocco perfetto, può solo accendere una breccia nel vostro spirito metallico, senza alcun dubbio. Se il prossimo full lenght si assesterà su queste indicazioni, sarà una bomba.
Tracklist:
1. Above And Beyond
2. Inside Out
3. Chrisalis
4. The Last Stand
5. Medusa
6. The Trooper