PAUL GILBERT
Fuzz Universe
2010 - Shrapnel Records
PAOLO FACCHINELLO
14/06/2011
Recensione
"Questo è il mio terzo album strumentale. Mi ha quasi fatto impazzire in parecchie occasioni. Sentite tutte quelle note? Prima ho dovuto trovarle e poi ho dovuto metterle tutte assieme nell'ordine giusto. Mi ci sono voluti letteralmente dei mesi, che lavoraccio! Ma io amo le note!"
E' con queste parole che PAUL BRANDON GILBERT, uno dei più acclamati e virtuosi shredders della chitarra hard n heavy degli ultimi decenni, si presenta alla stampa musicale per esporre il suo ultimo album da solista intitolato FUZZ UNIVERSE.
Per il membro dei Mr. Big e Racer X si tratta del terzo full lenght suonato completamente in modo strumentale e in senso generale del suo 11^ album in studio al di fuori delle sue band principali.
Direi quindi di andare immediatamente a esaminare questo disco, tentando di scandagliare tutte le caratteristiche essenziali appartenenti a questo cd.
Innanzitutto per questo lavoro il nostro beniamino si avvale della collaborazione di Craig Martini al basso, Jeff Bowders alla batteria, Ryan Giammo alle percussioni, e infine Emi Gilbert (moglie dello stesso Paul con un background da pianista classica di tutto rispetto) alle tastiere.
FUZZ UNIVERSE, uscito per la Shrapnel Records nell'estate 2010, contiene 13 tracce davvero cangianti e molto variegate fra di loro.
Si inizia con la titletrack, che parte con una cavalcata elettrica in string skipping per poi tramutarsi in una rock song dai tratti epici con la molteplicità di ritmiche multiformi combinate a furenti scale policromatiche.
Si passa alla 2^ traccia, Olympic, pezzo molto intenso che inizia con degli arpeggi particolari e ricercati che sembrano rievocare in qualche passaggio lo stile di Pete Townshend degli Who per via dell'effettistica con ampio uso del distorsore, feedback e sustain. Da sottolineare anche il gran lavoro del basso di Martini che fa da perfetta spalla alla chitarra del nostro Paul.
Count Juan Chutrifo, 3^ traccia, scatta con un mezzo assolo intervallato con pedale wah-wah dove poi si sussegue un ispirato hard rock di vecchio stampo, con l'accompagnamento costante del possente drumming di Bowders.
Arriviamo alla 4^ traccia, Bach Partita In Dm, che come lascia intendere il titolo è una delle cover del cd che Paul Gilbert dedica alla musica classica. Infatti il pezzo è una rivisitazione elettrica dell'opera del famoso compositore tedesco Johann Sebastian Bach che faceva parte di una raccolta di partite e sonate elaborate dallo stesso autore nel 1720!
Anche qui il nostro eroe della 6 corde si dimostra largamente all'altezza del non facile compito di emulare in chiave rock una sinfonia del Settecento riadattandola sapientemente con tutti i crismi del caso avendo un risultato finale davvero ottimo.
Blue Orpheus, 5^ traccia, è anch'essa una cover ma questa volta di un autore decisamente più contemporaneo: si tratta di Todd Rundgren, eclettico e geniale musicista americano attivo nella musica rock dalla fine degli anni 60.
Il brano scorre via in maniera assai piacevole, dimostrando tutta la frizzante verve creativa di Paul Gilbert con frequenti inserimenti chitarristici in delay, flanger e riverberi vari che danno una connotazione suggestiva e vibrante al pezzo.
In Will My Screen Door Stop Neptune, il nostro Paul ci delizia con una miscela originale di riff e power chords accattivanti intervallati da assoli molto veloci che rendono il brano molto interessante e avvincente.
Propeller, 7^ traccia, è un brano dove rieccheggiano atmosfere dal sapore funk e jazz soprattutto nella sezione ritmica, dove trovano spazio un assolo di tastiere di Miss Gilbert e un altro di basso ad opera di Martini.
Don't Rain On My Firewood, 8^ traccia, è un pezzo orecchiabile che si lascia ascoltare dal primo all'ultimo secondo, mentre Plastic Dracula, 9^ traccia, si basa su un riff dalle reminiscenze ottantiane, con intervalli ritmici molto azzeccati e confacenti e con un finale davvero pirotecnico.
Si prosegue con la 10^ traccia, Blowtorch, pezzo molto intrigante e coinvolgente con potenti scorribande ritmiche che non fanno altro che ricordarci la grande capacità virtuosistica del nostro amico e del suo gruppo.
Mantra The Lawn, 11^ traccia, si presenta come un brano rock blues fervido e pimpante, mentre invece Batter Up, 12^ traccia, rimanda al surf rock dei Beach Boys con notevoli inserzioni di pedale wah suonato in maniera eccelsa dal nostro Paul. A concludere il disco ci pensa la bonus track Leave That Junk Alone, cover di Johnny Cash, con un divertito e ironico Paul che si congeda suonando un country blues d'annata.
Come considerazione finale possiamo dire senza indugi che questo FUZZ UNIVERSE rappresenta indubbiamente un tassello importante nella carriera di Paul Gilbert ed evidenzia tutta l'energia e la passione che il nostro beniamino ci mette in ogni suo lavoro.
Un ulteriore conferma che non toglie minimamente nulla al suo background ma che al contrario non fa altro che alimentare l'assoluta garanzia del nostro amico sia sul piano tecnico compositivo sia sul versante emotivo.
Disco consigliato a tutti i virtuosi della chitarra elettrica ma anche agli amanti della musica che si vogliono avvicinare al rock genuino eseguito in grande stile. Una cosa è certa: l'ascolto di questo cd non lascerà indifferente nessuno, nemmeno il critico più scettico e reticente. Con il nostro Paul non possiamo che congratularci per l'ennesimo episodio di grande maestria tecnica e dirgli 2 semplici parole: missione compiuta!
1) Fuzz Universe
2) Olympic
3) Count Juan Chatrifo
4) Bach Partita In Dm
5) Blue Orpheus
6) Will My Door Stop Neptune
7) Propeller
8) Don't Rain On My Firewood
9) Plastic Dracula
10) Blowtorch
11) Mantra The Lawn
12) Batter Up
13) Leave That Junk Alone