PANTERA

5 Minutes Alone

1994 - Eastwest

A CURA DI
FABRIZIO IORIO
04/02/2017
TEMPO DI LETTURA:
8

Introduzione Recensione

ll 1994, così come il precedente, è stato un anno molto prolifico per i texani Pantera. Dopo l'uscita di "Vulgar Display of Power" nel 1992, nei due anni successivi i Nostri immisero sul mercato una buona quantità di prodotti, spazianti dagli ep ai singoli, fino ad arrivare alle compilation. Un gruppo che sembrava voler viziare i propri fan, consapevole del fatto di possedere delle qualità indiscusse (vedasi il successo strepitoso degli album del "cambiamento", "Cowboys From Hell" "Vulgar Display of Power" appunto); desideroso di rimanere attivo, intento a proporre sempre qualcosa di stuzzicante in attesa del tanto sospirato nuovo album. E difatti, in questo singolo dal titolo "5 Minutes Alone", troviamo finalmente incluso un brano inedito che andrà a far parte del nuovo lavoro dal titolo "Far Beyond Driven", annunciato qualche mese più tardi. "Cemetery Gates" (contenuta nel full lenght "Cowboys From Hell") è l'altra song presente in questo singolo, mentre "The Badge" (cover omaggio ai Poison Idea) è appunto il rifacimento "panterizzato" di un brano del 1990, contenuto nell'album "Feel the Darkness" di questo gruppo americano Hardcore punk nato nel 1980 e scioltosi nel 1993. Non è un caso che i Pantera abbiano scelto questa band; il motivo sta nel fatto che essa è stata fonte di ispirazione per molti gruppi metal e non, tra i quali Machine HeadNirvana, giusto per citare qualche nome. Trivia: dopo lo scioglimento, i membri dei Poison Idea si ritrovarono a lavorare nuovamente insieme, rilasciando nel 2006 un disco dal titolo "Latest Will and Testament", il quale si rivelò il canto del cigno definitivo. Dato che, pochi giorni prima dell'uscita di questo platter, il membro fondatore Thomas Robert morì per cause del tutto naturali. Altra annotazione decisamente importante sta nel fatto che questo brano divenne una delle song che andarono a far parte della soundtrack del film The Crow. Questo meraviglioso film dai toni decisamente dark è tristemente ricordato per la morte dell'attore protagonista Brandon Lee (figlio della leggenda delle arti marziali Bruce Lee), deceduto proprio durante le riprese. Personalmente ritengo quest'ultima una grande pellicola, densa di interpretazioni incredibili, uno scenario deprimente ed una colonna sonora spettacolare. Alla domanda "Qual'è il tuo film preferito di sempre" non esito un secondo a rispondere "Il Corvo", poco da aggiungere. Anche perché, oltre ai Pantera, parteciparono alla OST ufficiale molte altre band di grande calibro come The Cure, Nine Inch Nails, Rage Aganist The Machine Stone Temple Pilots. Chiusa questa piccola parentesi, parliamo del contenuto di questo singolo, ed ovviamente l'attenzione è tutta rivolta verso il nuovo brano "5 Minutes Alone". L'origine di questo brano è piuttosto particolare e risale ad uno show tenutosi a San Diego nel quale la band si stava esibendo. Pare che, durante il concerto, un ragazzo infastidì parecchio Phil Anselmo al punto da esasperarlo all'inverosimile. Il "buon" Phil decise quindi di incitare la folla a spaccargli la faccia pur di farlo stare zitto. Il padre di questo ragazzo denunciò la band per incitamento alla violenza; e lo stesso singer, venuto a conoscenza di questo episodio, replicò all'uomo dicendogli proprio, testuali parole: "Dammi 5 minuti da solo con lui, e gli spaccherò il culo!". Lasciando da parte le curiosità e gli aneddoti ridanciani, la domanda da porci ora potrebbe essere la seguente: dato che dopo tre album Glam i Pantera decisero di cambiare genere sfornando due capolavori del Groove Metal, avranno mantenuto quella grinta, oppure ci saranno delle sorprese? Visto il successo finalmente ottenuto, tutti potevano stare più che tranquilli! Curiosa la cover del singolo, dove si vede un minatore scolpire con il proprio martello pneumatico il logo Pantera su di una parete rocciosa, e tale logo risulta praticamente e volutamente ossidato ed arrugginito; prova che i Nostri sembrano voler appesantire ulteriormente la loro proposta proprio con la pubblicazione del nuovo disco.

5 Minutes Alone

Partiamo dunque proprio con il nuovo brano, "5 Minutes Alone (5 Minuti da Soli)". Colpi insistenti di rullante introducono una chitarra ed un basso molto stoppati, ma dotati di una potenza incredibile. Piccolo refrain e parte subito il cantato di Philip, che non solo si adagia molto bene a queste sonorità pesantissime, ma ci mette del suo per renderlo ancora più cattivo mediante una prova vocale ruvida e profonda. La batteria di Vinnie viaggia sorprendentemente tranquilla e rilassata, mentre il fratello ci lancia dei macigni pesanti tonnellate ad ogni singolo accordo. Rex , con il suo basso, rende questi macigni intrisi di lava, in modo tale che tale frana non solo schiacci l'ascoltatore come se la forza di gravità fossa triplicata, ma addirittura lo bruci letteralmente vivo. Fin da subito la band mette in chiaro le proprie intenzioni, in maniera anche un po' ironica: "Noto che siete piuttosto felici.. voi, luridissimo e patetico gruppo di falsi". Inizialmente si parla a livello generale, come a voler dire che alcune persone sono venute ad assistere allo show indossando una maschera; un maschera che apparentemente sembra felice, rendendo tutti contenti di assistere allo spettacolo.. ma sotto sotto, i vermi stanno covando qualcosa per poterlo sabotare. Per la band questo sentore inizia a divenire sempre più forte man mano che si prosegue con lo svolgimento del concerto. Giustamente infastidito da ciò, il frontman sembra rivolgersi alla folla dicendo "Non è forse credibile la mia canzone?",  dove il Nostro sta cercando di capire il perché questo individuo continui a rompergli le scatole. Sì, adesso il testo si rivolge in prima persona, attaccando proprio questo disturbatore. La seconda strofa è legata alla prima nell'immediato con solamente una piccola variante strumentale che vede usare in maniera molto intelligente i crash ed il charleston da parte del drummer, ed una chitarra che viene brevemente sciolta da quelle meravigliose stoppate che hanno contraddistinto l'inizio; mentre la voce in questa seconda parte è ancora più potente rispetto alla precedente. La band non va tanto per il sottile e la maniera in cui si esprime nel rivivere quei momenti (quelli riferiti allo show televisivo del quale parlavamo nella intro) ci mostra esattamente la scena, ci sembra di viverla in prima persona; Anselmo legge negli occhi del suo avventore e capisce che questo tizio si è montato la testa, e quindi si chiede se per caso lo stia prendendo per uno "stronzo". Cerca quindi di indebolirlo, ma in realtà non fa altro che rafforzarlo ad ogni insulto da egli ricevuto. In questo frangente si capisce che tra le due parti è in atto una sorta di guerra psicologica che evidentemente la band (almeno inizialmente) perde, salvo poi uscirne vittoriosa in quanto a grinta mostrata. Il ritornello sembra quasi cantato in sofferenza, ma è una sofferenza mista a rabbia, dove ecco che fanno la loro comparsa le parole citate in fase di introduzione e che hanno dato lo spunto per la creazione di questa song: "Vi chiedo di lasciarci 5 minuti da soli". Al termine di questo primo chorus assistiamo ad una prima parte strumentale bellissima introdotta in contemporanea da timpano e rullante che aumentano gradualmente di volume, dove il riff di chitarra è semplicemente splendido e va a riprendere per i capelli proprio la parte vocale che annuncia il titolo della song, espressa ancor di più in maniera furiosa. Altra parte totalmente strumentale dove si sente finalmente il solo di Dimebag, il quale è risulta sferragliante ed aumenta sempre di più di intensità, supportato da un basso incredibile che ne asseconda perfettamente la pazzia. Niente di trascendentale sia chiaro, ma funziona benissimo e fa da collante per un'altra parte ritmica che prelude nuovamente il ritornello con una esplosione di piatti incredibile. Si arriva dunque alla conclusione, e la chitarra a briglie sciolte, contribuisce ad enfatizzare la rabbia finale del cantato che si fa sempre più esasperato. Primo assaggio del nuovo disco, e che assaggio. Un pezzo bellissimo che di certo non ha fatto fatica a diventare uno dei migliori della loro intera discografia. La fonte di ispirazione è stata decisamente particolare, ma non ci si aspettava tuttavia un risultato del genere. I riffs qui uditi sono incredibili e la voce di Phil sembra diventare più profonda, facendoci dimenticare per sempre di quegli acuti che si potevano trovare su "Cowboys From Hell"

The Badge

E' il turno della cover dei Poison Idea dal titolo "The Badge (Il Distintivo)". Nella sua versione originale troviamo naturalmente quel tipico sapore punk che si respirava specialmente negli anni ottanta; mentre, nella sua controparte rivisitata dai Nostri, si dimostra decisamente più pesante, senza però perdere quel sapore ribelle che ne caratterizza l'anima. Il cantato ovviamente è molto più aggressivo ed il riffing è decisamente heavy nel suo progredire. La sezione ritmica non si discosta moltissimo dall'originale, ma alcune variazioni e funambolismi da parte di Vinnie Paul rendono il tutto molto azzeccato, in modo da far sembrare il brano di proprietà dei Pantera. Le battute iniziali sono ovviamente un fiume in piena, e ci viene raccontato sommariamente di come e che forgia sia l'ingenuità di chi è fresco di accademia. Un'accademia, quella della polizia, dove si cerca di forgiare quelli che poi dovranno essere i tutori della legge. Il problema è che il protagonista del brano è ovviamente giovane, ingenuo ed anche un po' stupido, se vogliamo. Gli si fa notare che non è l'atteggiamento arrogante che fa grande un uomo di legge, e soprattutto non deve credere che qualsiasi tipo di corruzione si possa in qualche modo fermare. Volano i ricordi di una sera in cui i lampeggianti rossi inondavano l'interno della propria casa; poi una tempesta di piombo incombette su di lui attraversando le pareti come burro, mentre la madre piangeva per i propri figli cercando in tutti i modi di proteggerli. Il brano sale e scende di tono assecondando la voce di Anselmo, il quale si dimostra a tratti furioso e pieno di sé. La chitarra diventa veramente pesante ed in sottofondo si lascia udire in maniera molto leggera una sirena che tenta di avvicinarsi. La seconda strofa ci riporta un po' sui binari della corruzione, dove si fa l'esempio di trasportare una prostituta qualsiasi per portarla in caserma e toglierla dalla strada, ma lei proporrà al nostro giovane "sbirro" una bella succhiata per fare in modo da fargli chiudere un occhio. E' un circolo vizioso a cui non ci si può sottrarre, e prima o poi tutti cadranno in qualche piccolo tranello. Il momento dell'assolo da parte di Dimebag è un momento a cui noi tutti teniamo particolarmente, e la curiosità di sentire come avesse personalizzato il "suo momento" è ovviamente molto alta. Le aspettative non vengono infatti deluse, e dopo una bella dose di riff belli massicci, ci troviamo un solo dal sapore punk ma dotato di grande personalità e profondità. Il fratello si limita a supportarlo con ride e rullante senza strafare troppo, ma il basso di Rex è assolutamente spettacolare. Lo si può sentire esibirsi quasi come un secondo assolo, dove le frequenze bassissime ottenute dal suo strumento sembrano vivere di vita propria. Si riprende in maniera lineare con tanto di accelerazione al fulmicotone che si protrae fino alla conclusione del brano, che si rivela una gran bella sorpresa. "Il distintivo significa schifo" e le forze dell'ordine non sembrano impietosirsi nemmeno davanti ad un bambino morto. Non si può parlare con loro, perché la loro forza risiede nell'avere la pistola; quest'arma che sembra donare loro un potere infinito. Quindi si arriva ad una riflessione vera e propria, ovvero: "Cosa c'è dietro il distintivo?". L'uomo desideroso di far rispettare la legge nella maniera più trasparente possibile, o un individuo che crede di avere chissà quali poteri e si sente libero di ammazzare la gente come più gli pare? Diciamo che questa "The Badge" è una bella sorpresa. Inserito in un contesto interessante e rischioso come questo, che sostanzialmente serve a presentare un nuovo brano del disco che verrà. 

Cemetery Gates

Passiamo ora a "Cemetery Gates (I Cancelli dei Cimitero)" la quale ormai (e fortunatamente) è diventata come "Walk" immancabile sia in ogni show dei Pantera, sia in quasi tutte le loro uscite che non siano composte da inediti. Introdotta da un bellissimo e toccante arpeggio di chitarra, presto la song si fregia di un cantato che ha più le sembianze di un bel parlato pieno di effetto, conferendo un'anima emozionante in questo primo e sentito avvio di brano. I due fratelli iniziano a farsi sentire con decisione pur non spingendo mai il piede sull'acceleratore. Il brano sembra decollare definitivamente, ma con grande sorpresa ritorniamo ad udire quel magnifico arpeggio iniziale con tanto di voce molto emotiva che esplode inaspettatamente così come tutta la strumentazione. La prestazione vocale di Anselmo, così intima e sofferente, trova il suo apice proprio nel testo di questa magnifica canzone, dove viene raccontata la storia di un individuo il quale ha da poco perso la propria amata. Affranto ed abbattuto da questo terribile fatto, chiede al proprio parroco e confessore se ora potrà avere degli obbiettivi nella sua vita e soprattutto chiede quali questi potranno essere, ora che è rimasto completamente solo e svuotato. Improvvisamente diventa tutto così irreale, ed il suo pensiero va a chi è stato crocifisso senza aver compiuto alcun peccato. Come del resto la sua compagna, morta così, senza meritarselo. Il reverendo allora si rivolge a lui senza versare una lacrima, e si ricorda dell'amore infinito che lui e la sua dolce metà si erano giurati. Il nostro protagonista si rende conto che l'unica cosa che riesce a vedere è solamente la pioggia, e non ci sarà mai un raggio di sole per lui, che lo possa in qualche modo sollevare, ed immagina che questa pioggia possa dipingere in cielo il viso della sua amata. Vinnie Paul decide che è arrivato il momento di fare sul serio: brevissimo stop strumentale ed il ritornello arriva nella sua stupenda veste di accompagnatore, dove la parola "Gates" viene ripetuta con tonalità sempre più alte con tanto di chitarra altissima che funge un po' da seconda voce creando un effetto incredibile. Da qui in poi è un tripudio di rara bellezza, un manifesto musicale che andrebbe insegnato a scuola per far capire realmente come le emozioni possano essere trasmesse attraverso un pentagramma. Il brano si assesta praticamente sempre su queste coordinate e quei fraseggi, quegli arpeggi così delicati ma intrisi di dolore e quei cambi di ritmo sono da tramandare ai posteri. Il finale è molto ma molto riflessivo, e vede sempre il nostro uomo così affranto chiedersi se la sua giovinezza gli sia stata in qualche modo rubata, così come la sua voglia di continuare a vivere. L'amore, questo sentimento così forte che fa battere il cuore, all'improvviso si tramuta in un altro sentimento altrettanto forte, la rabbia. Una rabbia così profonda che, come nel caso del parroco, non fa scendere nel protagonista nessuna lacrima perché in cuor suo ha deciso di non rassegnarsi all'idea di aver perso la persona più importante della sua vita. Come raccontato nelle recensioni precedenti, pare che il testo sia venuto fuori dall'esperienza personale del singer Anselmo, il quale nel 1989 dovette subire un lutto derivante dalla scomparsa di una sua cara amica morta suicida in circostanze misteriose, lasciando lo stesso Philip rimase tremendamente scioccato.

Conclusioni

Per concludere, siamo di fronte ad un gran bel singolo dove i Pantera non si limitano ad inserire brani già sentiti o presenti in altre situazioni; anzi troviamo una gran bella cover e soprattutto un brano inedito che (parlando con una mentalità "a posteriori") riesce nell'impresa di incuriosire non poco circa il nuovo lavoro. Ma partiamo dalla fine, a ritroso: "Cemetery Gates" è un brano talmente bello che se riproposto mille volte in un ipotetico altro singolo non stancherebbe mai e poi mai;, anzi, toglierebbe il fastidio di continuare a premere il tasto rewind per riascoltarlo. Un pezzo che ha vari volti, un brano che si presenta piuttosto triste e rilassato, cupo. Anche potente, certo, pur senza perdere mai quella malinconia di cui dicevamo poc'anzi. La cover dei Poison Idea, "The Badge", è una bella sorpresa. Un brano il quale è stato sicuramente rivisitato con molta personalità ed intelligenza. La versione originale era già interessante, con quel suo essere punk e ribelle come voleva la tradizione degli anni ottanta e novanta, e bisogna riconoscere che i Nostri sono riusciti nell'intento di non far perdere l'arroganza originale del pezzo, anzi, se possibile sono riusciti ad estremizzarla ancora di più. Complice un testo piuttosto riflessivo e di denuncia verso le forze dell'ordine che fanno dell'abuso di potere una loro prerogativa per farsi per così dire rispettare. Il brano, come dicevamo in fase di introduzione, fu inserito come colonna sonora del bellissimo film "Il Corvo", dove in verità era presente un poliziotto (Darryl Albrecht, interpretato dall'attore Ernie Hudson) ma era tutt'altro che presuntuoso o arrogante. Era un agente onesto che faceva rispettare la legge come da regolamento, ma il contesto in cui era inserito non si sposava con la sua voglia di correttezza, e per questo veniva deriso e declassato. Solo la forte volontà tipica di chi non ha niente da perdere lo portò ad aiutare Eric Draven a fare giustizia per i torti subiti. Tocca quindi al piatto forte di questo prodotto, ovvero quella "5 Minutes Alone" che fa da apripista per il nuovo lavoro. Un brano in pieno stile Pantera, dove chitarra e sezione ritmica si intersecano benissimo creando un sound esplosivo ma al contempo mai violento o fine a se stesso. E' un brano che si fa ascoltare più e più volte e che di fatto diventò una delle song di punta dell'intero lavoro. La voce di Phil Anselmo è in linea con la strada intrapresa mediante la pubblicazione dell'album "Vulgar Display of Power", abbandonando di fatto ogni tipo di vocalizzo su tonalità alte. Anzi, diciamo che a volteil frontman rasenta il growl quando prepara il pre- chorus, ma riesce sempre a non uscire mai fuori strada incanalando una rabbia primordiale la quale viene esplosa nelle orecchie dell'ascoltatore, facendo lui capire cosa ha dovuto passare durante quello sciagurato episodio che vi abbiamo raccontato. Se volgiamo trovare delle differenze rispetto ai lavori precedenti, possiamo dire che il brano è prodotto benissimo ed i suoni sono belli corposi e mai impastati malamente tra di loro. Questo tipo di produzione esalta la pesantezza della sezione ritmica ed arricchisce il suono della chitarra, creando un vortice sonoro incredibile. Insomma, brano promosso a pieni voti ed operazione sicuramente riuscita per i Pantera.

1) 5 Minutes Alone
2) The Badge
3) Cemetery Gates
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