PAIN OF SALVATION
Remedy Lane
2002 - InsideOut Music
FRANCESCO PASSANISI
03/02/2012
Recensione
"Can You see him?
Lying alone on that hotel room
but with her still present
in the warm of the sheets
and the taste in his mouth
and the sweet on his skin
Si apre così "Of Two Beginnings", opening track di "Remedy Lane", un complesso concept sui sentimenti e sulla sessualità di un protagonista senza nome. A raccontarci quest'interessantissima storia sono i Pain of Salvation, formazione Progressive Metal svedese che, con quest'album, conferma quanto di buono mostrato nei tre album precedenti e raggiunge l'apice della sua produzione artistica.
"Of Two Beginnings" scorre con velocità nelle nostre orecchie per lasciare spazio alla meravigliosa "Ending Theme", perfetto biglietto d'ingresso per l'album con il suo sound progressive che unisce la potenza e la melodia delle chitarre distorte ad evocativi arpeggi acustici sui quali l'ottimo Daniel Gildenlow si appoggia per mostrarci le sue strabilianti doti vocali. "Fandango" è un pezzo oscuro e confuso che rapirà la mente dell'ascoltatore con il suo andamento schizofrenico e il suo ritmo sincopato.
I never saw your face and now you're gone without a trace
Except the trace of blood that's deeply scarred into my eyes To fill your place
It'll never be the same but I will love you just the same
I was prepared to be your father How can I ever prepare for that again?
Arriviamo a "A Trace of Blood" e ci troviamo di fronte ad un intenso ed emozionantissimo capolavoro, che ci racconta la triste storia di un aborto spontaneo vista con gli occhi del padre del bambino in modo struggente. Il sound si avvicina ancora di più al prog rock anni '70 con "This Heart of Mine (I Pledge)", una meravigliosa dichiarazione d'amore sotto forma di power ballad dove a far da padrone sono la voce e le chitarre acustiche del buon Gildenlow.
Il mood pacato dell'album continua con "Undertow", uno dei capolavori dei Pain of Salvation, pezzo di squisita fattura che riesce a trasmettere perfettamente le emozioni che i nostri svedesi vogliono inviarci con questo pezzo. L'energia delle chitarre distorte torna a farsi sentire con l'ottima "Rope Ends", traccia complessa e tecnica in puro stile Prog metal che risente dell'influenza dei Dream Theater mantenendo comunque un sound emozionante e personale che crea un flusso di emozioni dritto al cuore dell'ascoltatore. La maestria dei Pain of Salvation nel ritrarre l'animo umano con la loro musica e i loro testi diventa palese in "Chain Sling", dove ci inoltriamo nelle amare riflessioni di un uomo che ha perso il suo unico vero amore fino a sentirle quasi nostre.
Un lunghissimo intro acustico ci introduce il meraviglioso strumentale "Dryad of the Woods" che si collega direttamente al secondo strumentale dell'album, ovvero l'ipnotica "Remedy Lane" che con i suoi sintetizzatori ci guida fino a "Waking Every god", velocissimo pezzo che racchiude in se un purissimo concentrato del sound Prog metal che i Pain of Salvation hanno contribuito a codificare con 3 album di assoluto valore. "Second Love" è un perfetto specchio delle condizioni che si attraversano dopo la fine di un amore importante. L'album si chiude con "Beyond The Pale", pezzo che riassume i contenuti lirici e musicali dell'album con maestria assoluta, risultando un altro dei capolavori che questa pietra miliare del prog metal contiene.
Un album veramente indimenticabile!
1) Of Two Beginnings
2) Ending Theme
3) Fandango
4) A Trace Of Blood
5) This Heart Of Mine
6) Undertow
7) Rope Ends
8) Chain Sling
9) Dryad Of The Woods
10) Remedy Lane
11) Waking Every God
12) Second Love
13) Beyond The Pale