MESHUGGAH

The True Human Design

1997 - Nuclear Blast

A CURA DI
FABRIZIO IORIO
29/03/2017
TEMPO DI LETTURA:
7

Introduzione Recensione

Torniamo a parlare dei Meshuggah, ovvero di quei cinque pazzoidi che nel 1989 iniziarono a cambiare (non poche e) determinate regole in ambito metal, proponendo inizialmente un sound molto vicino al thrash più classico ma che denotava già una personalità spiccata. Personalità che via via andò a palesarsi e delinearsi con il proseguo della loro carriera, distribuendo lavori mai banali e dotati di una qualità a dir poco eccellente. Che sia un ep, un singolo, od una compilation, i Nostri sono sempre riusciti nell'intento di proporre al proprio pubblico dei prodotti di livello incredibile. Con l'album "Destroy Erase Improve" i Meshuggah si impossessarono e fregiarono di una personalità praticamente ineguagliabile, con brani che sono diventati assoluti protagonisti di una intera carriera costellata di sperimentazioni. Non si ponevano (né si pongono tutt'oggi) alcun limite i ragazzi di Umea, e di certo non fa eccezione questo ep oggi recensito, dal titolo "The True Human Design". Per questo lavoro dobbiamo segnalare una novità importante a livello di line up, ovvero la dipartita del precedente bassista Peter Nordin, che lascia il posto al nuovo entrato Gustaf Hielm, qui presente solamente nella traccia live del brano "Future Breed Machine", inserita appositamente per presentare al grande pubblico proprio il nuovo entrato. Dato che i Nostri non si limitano a rilasciare del materiale giusto per farlo, scopriamone il contenuto. In primis troviamo tre versioni della pluri acclamata "Future Breed Machine": una prima ripresa appunto dal vivo in terra madre durante un concerto avvenuto nel 1996, una denominata "Mayhem Version" (dove compare come voce di supporto il singer e tastierista degli ClawfingerJocke Skog) la quale risulta essere sostanzialmente una versione remixata della stessa e registrata presso i Concrete Studios di Stoccolma; e l'ultima denominata "Frutile Bread Machine", che già dal titolo sembra essere volutamente una presa in giro dello stesso brano (risultando pressoché demenziale) rivisitato in versione acustica. Il primo brano contenuto in questo ep voglio menzionarvelo appositamente alla fine, e si tratta di "Sane". E' importante osservarne l'andamento perché è un gustoso e succulento antipasto di quello che poi sarà il nuovo disco di inediti dal titolo "Chaosphere". Infine troviamo anche due pezzi strumentali che sono totalmente di stampo drum 'n bass. Questa operazione si configura quindi come il definitivo avvicinamento ad un flavour elettronico che caratterizzerà alcune future produzioni, ma al contempo si mostra come un'operazione molto rischiosa. Pr tutta una serie di motivi: la singolarità di alcune proposte, alcune sperimentazioni assai particolare, un sostanziale clima di "bizzarria" sonora forse presentato in maniera "svergognata"; giustamente non importandosi di ciò che il pubblico avrebbe potuto pensare. Dato che però i Nostri hanno sempre dimostrato di essere sempre aperti a nuove soluzioni, dobbiamo solamente constatare se questo tipo di operazione sia effettivamente valida o meno, senza curarci di ulteriori dettagli. Conosciamo, ormai, i Meshuggah. Da loro non potevamo, non possiamo né mai potremo pretendere un qualcosa di "rigorosamente standard", privo di mordace e composto giusto per andare sul sicuro, per accontentare qualche fan poco esigente ma dalle tasche piene. La cover, come di consueto, è enigmatica e fuori da ogni schema, dove viene messo in mostra un volto, sembrerebbe alieno con fattezze umane, cosparso di fasci di luce con uno sfondo verde che sembra voler simboleggiare un vortice dal quale appunto spunterebbe siffatto volto. Ora, l'opener del disco precedente è stata giustamente lodata a più riprese, e quindi il vero piatto forte, e quindi protagonista, è questa "Sane" che sarà presente sul nuovo prossimo album.

Sane

E' proprio "Sane (Sano)" che ci introduce a questo ep, trasportandoci per mano verso quello che è a tutti gli effetti la vera natura dell'essere umano, ovvero quella di credersi superiore e di raggiungere i propri scopi con qualsiasi mezzo a disposizione. Le battute iniziali lasciano poco spazio all'immaginazione e veniamo accolti da suoni contorti che non fanno altro che accrescere questa voglia di primeggiare. Nel momento in cui la ritmica spinge violentemente sull'acceleratore, con un cantato che rasenta il rap per velocità di esecuzione ma con una rabbia intrinseca impressionante, il nostro ego inizia a provare piacere nel perpetrare ogni tipo di inganno e menzogna. Ci si professa addirittura degli stupratori di verità, per fare in modo che questa si adatti alla nostra folle causa. La menzogna umana è di fatto la base - formula chimica triste di tutte le cose vili che siamo in grado di compiere; e del compimento di azioni assurde, credetemi, siamo maestri. Un leggero rallentamento sonoro permette giusto quell'attimo di respiro prima di un secondo assalto da parte della band, dove emerge un altro aspetto fondamentale e poco gratificante che ci riguarda e qualifica: il tradimento. Il tradimento perpetrato ai danni delle persone che ci stanno a cuore, il tradimento verso gli amici, e cosa più terrificante, verso la stessa razza umana. La cosa terribile non è proprio l'atto in sé, che seppur spregevole, trova il suo apice nella preparazione di tale azione. Il momento migliore infatti, risiede nel manipolare la mente altrui proprio nell'attimo di maggiore gioia, dove l'essere umano si trova in uno stato di debolezza. Ed è proprio in questo momento che la vulnerabilità mostra il fianco, facendoci rimanere scoperti ed attaccabili. In questo istante assistiamo a delle urla disumane da parte di Kidman, ma soprattutto assistiamo ad un lavoro di doppia cassa chirurgicamente ineccepibile con tanto di chitarre imponenti ed esplosive. L'assolo che ci viene proposto da Thordendal è come al solito alienante e disturbante, precedente altrettante disturbanti urla disperate. E' giunto il momento di giocare a carte scoperte, di rivelare le vere intenzioni mostrando lo schema di questo piano tanto allucinante quanto purtroppo vincente. Fare in modo che, una volta conquistate tutte le menti, si possano gettare dei fili per far in modo di comandare chiunque come fossero burattini; il tutto solamente per i nostri scopi. Il lavoro chitarristico assume connotati lugubri, come se qualcuno si avvicinasse di soppiatto per poi mostrarsi lentamente ai nostri occhi. E in sostanza è questo che accade, con la sette corde che rimbalza da una cassa all'altra prima di proclamarsi la guida del futuro, dove non rimarrà altro che seguire questo dio autoproclamato portatore di dolore e sofferenza. "Sane" è una gran bella sorpresa, se sorpresa si possa considerare. E' un dato di fatto che i Meshuggah siano una band particolare, fatto provato e comprovato dagli album che precedono questo ep. In questo frangente, però, i Nostri sembrano volersi spingere ancora oltre, con un sound sempre ben riconoscibile ma portato quasi all'eccesso. Un brano grandioso, ben suonato e ben strutturato nel suo essere contorto, ma efficace.

Future Breed Machine (live)

"Future Breed Machine (live) - Futura Razza Meccanizzata" parte ovviamente a razzo, ma dobbiamo notare che viene sacrificata l'introduzione sintetizzata, che viene qui inspiegabilmente omessa. La band si muove molto bene anche dal vivo, ed i suoni sono praticamente perfetti. La voce è l'unico elemento che fa pensare ad un live a dir la verità, perché gli strumenti sono fin troppo equilibrati, sentendosi benissimo. La potenza sprigionata è di altissimo livello, ed anche quando ci troviamo di fronte all'assolo offertoci da Thordendal, non possiamo non notare una spiccata vena distruttiva anche nei momenti meno concitati del brano. Tra soluzioni al limite dell'umana concezione e rasoiate che lasciano cicatrici profondissime, senza dimenticare un drumming che spaventerebbe chiunque per precisione e potenza; ci si concede al pensiero del prossimo passo evolutivo che vede una sorta di simbiosi tra uomo e macchina. I nostri corpi si sentono svuotati per permettere entro i loro confini l'ingresso di una nuova tecnologia atta proprio a sostituire l'animo umano. Per il protagonista del brano però, questo processo avviene esattamente al contrario, ovvero, inizia a prendere coscienza di sé ed inizia a combattere questi umanoidi. Le menti di questi "esperimenti" non hanno una entità autonoma e vengono di fatto controllati in remoto per far si che ubbidiscano sempre e vengano portati come cani al guinzaglio. In certi passaggi avvertiamo dei suoni artificiali che sembrano voler sottolineare la disfatta umana, mentre la band macina riff a ripetizione concentrandosi molto sulla sostanza. Anche le urla di Kidman si fanno bestiali, quasi inumane, e quando la song sembra volgere al termine, ecco che l'imprevedibilità colpisce come un uppercut micidiale. La band si scatena con una furia tale da spazzar via i presenti in sala, per poi tornare su binari più ragionati e terminare con quei suoni artificiali che purtroppo non abbiamo potuto ascoltare all'inizio del pezzo. La produzione di questi umanoidi che vogliono essere la copia artificiale dell'uomo ha inizio. In termini pratici dovrebbero essere le macchine ad adattarsi alle abitudini umane, mentre qui accade proprio il contrario. E' l'uomo a doversi ora adattare alle macchine, perché arrivati ad un certo punto, non saremmo più fatti di carne, ossa ed organi ma bensì di acciaio e fibre. Il tono fantascientifico di questo brano è il pensiero del drummer Haake che ipotizza un futuro passo evolutivo dell'uomo, mettendo appunto la propria visione in questo splendido brano. Brano che, essendo un live, dovrebbe far sentire la partecipazione del pubblico. Solamente che quest'ultimo viene tirato in ballo solamente quando la song termina. Un peccato perché sarebbe stato bello sentire le emozioni ed il legame che sicuramente si sarà instaurato tra la band ed i propri fan.

Future Breed Machine

"Future Breed Machine (Mayhem Version)" è in sostanza una versione remixata della suddetta song. Un inizio apocalittico dato da synth imponenti, introducono l'ormai riconoscibilissimo incipit che nella sua forma originale dà effettivamente il via alle danze. Il suono è continuo e possiamo sentire il riff di chitarra appesantito all'inverosimile che da effettivamente una maggior profondità al tutto. Ad un tratto andiamo ad ascoltare un intermezzo di suoni artificiali dal sapore "alieno" per poi sentire le urla del singer che vengono filtrate per farle risultare ancora più malate. Il risultato è buono ed almeno in questo inizio non va a rovinare questo splendido brano. Uno stacco improvviso vuole indurci a pensare che questo esperimento volga già al termine, ma ecco che puntualmente arrivano ancora le urla di Kidman che risvegliano in noi antiche paure. Il testo è il medesimo della sua versione originale, e quindi si va ad ipotizzare una futura evoluzione della specie umana che dovrebbe (secondo il pensiero dello stesso batterista) fondersi con la tecnologia. Purtroppo però le cose (come da copione) sfuggiranno di mano e le macchine da noi create prenderanno il sopravvento e ci schiavizzeranno. La song prosegue in un marasma sonoro che inizia a diventare troppo caotico, fino al momento in cui si riesce a respirare un po' grazie a delle soluzioni più tranquille che cercano di tenere comunque alta l'attenzione. Il problema principale però, è che per più di metà esperimento (si parla di otto minuti abbondanti di durata) si va a ripetere ciò che fino ad ora abbiamo sentito per poi scadere nuovamente in stacchi che possono andare bene una volta, ma che poi sembrano esser piazzati lì per allungarne il brodo. Si continua comunque con questo furore sonoro che a tratti è anche discreto e non disturba più del dovuto; ma come detto, l'eccessiva lunghezza penalizza di molto un esperimento che sarebbe potuto essere anche un piacevole diversivo.

Futile Bread Machine

Passiamo alla versione più anomala di questo brano, ovvero la rinominata "Futile Bread Machine (Campfire Version) - Macchina Inutile del Pane" che sembra, anzi è, la versione parodistica proprio del cavallo di battaglia dei nostri svedesi. Ci mette infatti pochissimo tempo a spiazzare l'ascoltatore, con un ritmo blues incalzante ed una voce femminile intenta a decantare il testo. Il ritornello è cantato con l'aiuto dello stesso Haake ed è furbescamente stonato per dare quell'aria festosa che il brano vuol proprio trasmettere. Le chitarre acustiche si muovono morbide, mentre il basso è il vero protagonista, complici virtuosismi di grande livello. Il drumming dal canto suo è costante, ed è in perfetto stile anni '50/'60. Anche in questo caso il testo è invariato rispetto al brano originale, ma è proprio l'interpretazione che dona quella svolta che davvero non ti aspetti. In effetti, ascoltando questa strana e particolarissima versione, potrebbe sembrare di trovarsi di fronte ad un testo da sagra di paese, udendo il quale ci si immagina all'interno di un'osteria a ballare fino allo sfinimento tra una brocca e l'altra di vino. Ed invece leggendo, si rimane di stucco per come viene resa leggera una imminente evoluzione che potrebbe portare alla distruzione della razza umana per come la conosciamo. Ricordiamo il fatto che i Meshuggah han sempre cercato di stupire proponendo un sound sempre diverso ma riconoscibile, sperimentando sempre in funzione di come dovrebbe essere ad esempio un passaggio atto a personalizzare un certo tipo di proposta. Qui invece si rasenta la follia, nel senso che questo brano viene volutamente stravolto, denudato ed appositamente rivestito per essere messo in ridicolo. Ed il bello di tutto ciò.. è che incredibilmente funziona. Funziona l'intento della band di non prendersi sul serio e far vedere che posso e vogliono fare qualunque cosa. C'è poco altro da segnalare in questo brano, se non il fatto che arrivati alla conclusione riesce a strappare sicuramente un sorriso.

Quant's Quantastical Quantasm

"Quant's Quantastical Quantasm" è il primo dei due brani strumentali che vanno a chiudere questo lavoro. Rumori digitali molto cupi hanno il compito di dare inizio al pezzo, con l'incedere che si fa sempre più corposo con l'aggiunta di stringhe sonore. Anche se, ad un certo punto, veniamo accolti da una calma apparente dettata da un sound molto rilassante. I campionamenti percussionistici cercano di emergere, ma vengono spinti nelle retrovie da queste soluzioni "aliene" e rilassanti che riescono nell'intento di non rendere in nessun modo il pezzo caotico. Abbiamo detto che si tratta di una soluzione strumentale, ma dobbiamo anche aggiungere che ogni tanto, si possono ascoltare dei brevissimi versi proprio di "Future Breed Machine" sapientemente filtrati, riuscendo a dare un anima "spaziale" anche alla voce di Kidman. Le coordinate non si spostano più di tanto da quanto descritto fino ad ora, salvo qualche picco digitale qua e là che comunque si sposa bene con una soluzione certamente particolare per la band di Thordendal e soci. Sul finale troviamo un ulteriore effetto vocoder di piacevole fattura, ma negli oltre sette minuti di durata non ci sono cambiamenti di nota che possano far spiccare questo esperimento, il quale è comunque decisamente piacevole all'ascolto.

Friend's Breaking and Entering

"Friend's Breaking and Entering (Sospetto e Complicità di un Amico)" è l'ultimo esperimento drum 'n bass, e vede un continuo lavoro digitale di accompagnamento con sfumature piuttosto intriganti. Il sound si fa molto oscuro, l'atmosfera diventa pesante e ci rende per qualche breve istante leggermente spaesati. Un piccolo e leggero suono approfitta di questa nostra debolezza per permettere all'accompagnamento di spingere un po' di più sull'acceleratore con relativo aumento di volume; il tutto, per permettere alla voce del singer di fare una breve e grintosa incursione prima di venire assaliti da soluzioni cibernetiche di buona fattura. Le parti brevissime di testo, questa volta, provengono dall'inedito "Sane", e la cosa interessante è che trattandosi sostanzialmente di una sola frase e di una porzione di ritornello, tali elementi vengono integrati perfettamente in un contesto molto più elaborato rispetto al brano precedente. La song in sostanza viaggia su questi binari, con qualche leggera variazione nel procedere con particolare attenzione a non diventare un calderone sonoro che potrebbe stancare durante l'ascolto. Infatti, anche questo episodio è piuttosto piacevole all'ascolto, e si conclude con un suoni apocalittici che aumentano ancora di più la sensazione di oscurità che pervade praticamente tutta l'intera durata.

Conclusioni

In definitiva, siamo al cospetto di un ep molto particolare per quanto riguarda il contenuto. Se da una parte stuzzicava l'idea di sentire un nuovo brano, nella fattispecie "Sane" (il quale andrà a fare parte della tracklist ufficiale del nuovo "Chaosphere"), dall'altra non possiamo non notare degli episodi particolari ed al tempo stesso anche interessanti. La già citata "Sane" è un brano in pieno stile Meshuggah, dove la componente stilistica rispecchia a pieno il voler consolidare uno status personalissimo iniziato con il precedente e sorprendente "Destroy, Erase, Improve". Un album stupendo dove la band ha trovato definitivamente la propria strada da percorrere, mostrando un sound decisamente originale che non teme confronti. Questo brano non fa altro che confermare questa attitudine, proponendosi come un pezzo schiacciasassi dotato intrinsecamente di una tecnica disumana e sopraffina. La versione live di quel capolavoro rispondente al nome di "Future Breed Machine" (il quale è anche la prima testimonianza dal vivo messa su disco, da parte della band) ci consegna un gruppo che sa muoversi molto bene davanti al proprio pubblico, e riesce a non sacrificare quell'impostazione distruttiva resa ottimamente in studio. Anzi, probabilmente in live i Meshuggah dimostrano di essere ancora più spietati, e questo può solamente far onore ad una proposta di non facile ascolto. Questa versione, come ovvio, è sostanzialmente atta a presentare il nuovo bassista Gustaf Hielm al grande pubblico, con risultati decisamente incoraggianti. Le due versioni alternative di questa song, invece sono l'una opposta all'altra: se da una parte troviamo in sostanza un buon remix che non regge comunque il confronto con la versione originale (ma che vuole abbracciare la "tecnologia" inserendola per creare un bel diversivo), dall'altra ci troviamo dinnanzi ad un episodio estremamente goliardico che ci consegna una band che fortunatamente non si prende troppo sul serio, proponendoci con grande leggerezza una versione acustica e molto simpatica del loro cavallo di battaglia. E' anche vero che a conti fatti sembra di ascoltare un'altra canzone, ma è proprio questo il loro intento e lo è sempre stato: spiazzare continuamente l'ascoltatore. I due brani strumentali invece possono considerarsi degli altri esperimenti elettronici che tutto sommato non risultano certo malvagi, e che confermano quella voglia di sperimentare senza star troppo a badare alle critiche. E' chiaro che dopo un album mostruoso ci si aspetta l'ennesima conferma da parte della band di Umea, ma detto in tutta sincerità, questo ep stravolge le nostre aspettative. Se ci fermiamo a pensare anche solo un momento in quale direzione i Nostri vogliono trasportarci, saremmo rinchiusi in qualche istituto psichiatrico. E questo perché al momento non possiamo dire se il nuovo disco segua le coordinate di "Sane" o se si tratti di un qualcosa di estremamente elettronico. Eppure, ne sono sicuro, il bello deve ancora venire e avremo solo da goderne i risultati.

1) Sane
2) Future Breed Machine (live)
3) Future Breed Machine
4) Futile Bread Machine
5) Quant's Quantastical Quantasm
6) Friend's Breaking and Entering
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