Mütiilation
New False Prophet
2000 - End All Life Productions
GIOVANNI AUSONI
26/09/2020
Introduzione recensione
Nel 1996, l'anno successivo alla pubblicazione di "Vampires Of Black Imperial Blood", i Mütiilation, gruppo di spicco delle Légions Noires, terminano un percorso musicale di culto. Meyhna'ch comunica, a un parterre ristretto, una morte annunciata: in un delirio dal sapore grottesco e sintomo di una mente a dir poco confusa, il líder máximo della formazione d'Oltralpe si autodefinisce l'incarnazione di un vampiro nato nel 1666 che, dopo esattamente tre secoli di sofferenza, sceglie la strada della polvere e del silenzio perpetuo. Tuttavia, nel 1999, l'uscita di "Remains Of A Ruined, Dead, Cursed Soul", album includente antico materiale mai edito, segna il comeback dell'ora one man band transalpina: all'interno del libretto che accompagna il CD, l'artista si dichiara deceduto una seconda volta, sdegnato da un black metal che, agli albori del XXI secolo, sembrava ormai lontano dai furori primigeni delle origini. Nel booklet a corredo del terzo LP in studio, "Black Millenium (Grimly Reborn)" (2001), l'occitanico preciserà che le asserzioni passate riguardavano, in realtà, uno stato dormiente, durante il quale aveva atteso che la propria radicale misantropia crescesse a un punto tale da spingerlo a riprendere la scrittura e la composizione. La spiegazione razionale di questo zibaldone psicologico si può facilmente tradurre con un progressivo smarcamento da una tossicodipendenza che, tra le altre cose, costò a Roussel, a voler seguire la vulgata comune, l'espulsione dalle Legioni Nere. Evidentemente, il miglioramento delle condizioni di salute permise al francese di riversare tutto l'odio accumulato nel lungo periodo di pausa in nuove canzoni che rispecchiassero il buio di quei momenti, e allo stesso tempo, ne siglassero la distanza, con relativa rinascita spirituale a corredo. Attenzione, però: trattasi di una resurrezione da cui non germinano fiori colorati e sorrisi. William, adesso, non si piega alla vita, ma la combatte, non cerca di ottundere il dolore, ma lo abbraccia, non tenta di fuggire il vuoto, ma vi entra dentro. Imbevuto di cattolicesimo sin dall'infanzia, il Nostro, poscia una precoce caduta nell'angoscia e nella disperazione, inizia a considerare la vita un'illusione di felicità imposta da un Dio sadico e crudele. Quando emerge appieno la coscienza, per esperienza diretta, dell'uomo-marionetta creato a uso e consumo dei trastulli divini, l'occitanico sceglie con convinzione la strada di un satanismo non tanto oppositivo, quanto allegorico e rivelatore. Ambasciatore della Verità, strumento di distruzione inviato inconsapevolmente dall'Onnipotente medesimo, Meyhna'ch decide, al suo ritorno, di divulgare il messaggio con lo scopo di svellere menzogne e ipocrisie attraverso lo strumento a lui più consono: la musica. Così, nel 2000, viene alla luce l'EP "New False Prophet", sulla cover del quale, significativamente, appare il primo piano dominante del volto di Meyhna'ch, ritratto con i classici toni del bianco e del nero, mentre il moniker del progetto soffoca in fondo alla mangiatoia, quasi a voler sottolineare una rentrée che ha molto, moltissimo del personale. Anche il sound - specialmente per la title track - comincia a mutare, malgrado la forte persistenza delle abituali linee guida: una produzione migliore (per i vecchi parametri), una pronunciata meccanizzazione della drum machine, una voce dal pitch maggiormente controllato, uno stile in generale grezzo, eppure dalla foggia meno istintiva. Una sorta di professionalizzazione (sui generis, s'intende) che, se da un lato sbiadirà i contorni underground dei Mütiilation, dall'altro ne lascerà affiorare aspetti inediti e, a tratti, finanche sorprendenti. Ricordiamo che, nonostante il cambio momentaneo di label, con la firma per la locale End All Life Productions, la circolazione resta - e resterà in futuro - comunque elitaria; a ciò aggiungiamo la particolarità che, a fronte di una parziale canonizzazione espressiva, l'act di Grabels rimase sempre avulso dalle influenze della fiamma oscura coeva, sottogeneri compresi, serbando la trimurti norvegese Burzum/Darkthrone/Mayhem (versione old school) come modello di riferimento affettivo e sonoro inattaccabile. Benché ancora convalescente, il falso profeta è pronto a diffondere un caustico e temibile Vangelo.
New False Prophet
Una delle piste migliori in assoluto a firma Mütiilation, "New False Prophet", ovvero "Nuovo Falso Profeta", segna una sorta di nuovo inizio, sotto tutti i punti di vista, nella carriera della one man band transalpina. Ci accorgiamo immediatamente del cambiamento dal tipo di produzione, incredibilmente chiara per gli standard abituali, e che contribuisce all'emersione in superficie di una morbosità battente alla porta del grandguignolesco e della demenza. Dall'attacco della pista, inoltre, sembra evidente la sterzata verso un black metal leggermente più canonico, benché declinato secondo la visione di un Meyhna'ch interessato a trasfondere venefici cascami di putredine su una scena diventata ormai logora e di tendenza. Idea, quella della piega trendy del BM, che, a un esame oggettivo, corrisponde al vero soltanto in parte; destiniamo tale esegesi e le relative glosse, però, al momento opportuno, quando analizzeremo il brano durante il prossimo track by track di "Black Millenium" (Grimly Reborn)", e dirigiamo la lente d'ingrandimento su un'interpretazione contigua al testo. Il pezzo parte con inusuali scie elettroniche di sintetizzatore raddoppiate da un riff circolare e particolarmente accattivante: la voce di Roussel, filtrata da un rudimentale vocoder, suona viscida e robotica, mentre la drum machine appare programmata su un mid-tempo da marcetta che, a cadenza regolare, viene infranto dal fragore asciutto dei piatti. Le prime parole articolate dal singer sono inequivocabili: una salma risorge dalla propria tomba, pronta, da Cristo rovesciato, ad annunziare la triste novella. Lui, burattino della notte, sopravvissuto al tempo e alla morte e seppellito troppo in fretta, diventa ora lo strumento apocalittico del divino, impegnato a sconcertare l'umanità intera e a recidere i tenui fili della vita sulla Terra. Le atmosfere richiamano quelle di un horror movie artigianale di terza fascia, tanto bizzarro quanto spaventoso, con la descrizione di un revenant che porta ancora i segni di un'esistenza mondana trascorsa tra angosce e dipendenze: la bocca insanguinata eiettante un odio velenoso, le orbite annerite e vuote, la droga che ancora brilla negli occhi spenti. Il tema musicale, impostato sul pedale di una monotona sospensione ritmica in procinto di esplodere, subisce effettivamente l'accelerazione epica così attesa attraverso un tremolo collerico e un'orgia di crash i cui scopi principali risiedono nel battezzare l'arrivo trionfale del falso profeta del titolo, lo zombie tossico dalle unghie nere e spezzate desideroso di guidare le masse verso l'autodistruzione, il morboso giocattolo che corrompe l'anima innocente dei bambini. Poi si torna al motivo iniziale, con un'ulteriore profilo fisico del vate oscuro, descritto alla stregua di un uomo (?) coperto da fango e stracci e avvolto nel cadavere di un angelo; segue la ripetizione integrale della seconda strofa, sino ad arrivare a una conclusione priva del classico trambusto cacofonico e nella quale si avverte l'odore insano della malattia e della decomposizione. La canzone, molto semplice nella struttura, ma particolarmente efficace grazie alla limpidezza dello screaming dell'occitanico e all'orecchiabilità generale, rappresenta una dichiarazione d'intenti di un Neue Kurs che non tumula il passato, anzi, se ne serve per rendere il messaggio messianico della traccia penetrante e capillare. Funebre e melodico, "New False Prophet" distilla pus e cancrena come ingredienti fondamentali di una rinascita singolare e di certo poco lenitiva.
Glorious Evil Time
Un tuffo nel passato per l'altro frammento del mini, ai tempi di "Remains Of A Ruined, Dead, Cursed Soul", a quei brani contrassegnati da odio e livore cacofonico che esacerbavano la lezione dei Darkthrone conducendola nel Maelström più abietto e asfissiante. Eppure c'è qualcosa di diverso questa volta: a parte il testo, orientato sulla falsariga divinatoria di "New False Prophet", la musica, dietro le apparenze raw e lo-fi, palesa, se attentamente ascoltata, una ricerca del lato catchy del black metal decisamente maggiore rispetto a un periodo predente comunque non scevro di orecchiabilità melodica. L'avvio di "Glorious Evil Time", ossia "Glorioso Tempo Del Male", un titolo che già parla da sé, non sorprende poi molto, con l'accoppiata drum machine/tremolo, la prima ipercinetica e amante dei crash, il secondo tagliente e circolare, che in ventitré secondi ci proietta nella dantesca Dite: chiusa da cinta di mura dalla foggia ferrigna, munita di torri affumicate dal fuoco infernale, con legioni di diavoli poste di guardia e la palude dello Stige intorno, la città viene trasferita sulla terra, diventando la roccaforte del profeta della conoscenza e del disvelamento. La classica transizione colma di rumore e barcollamenti ubriachi permette allo screaming semi-rotondo di Meyhna'ch di scolpire nella pietra maledetta parole dettate da un'esaltazione invasata, tanto che sembra sì di presenziare a un discorso formulato con occhi vitrei e gesti inconsulti, ma orrendamente lucido e ficcante. Gli fa compagnia un arpeggio fuori scala, continuo, ipnotico, insistente, avviticchiato a corde piangenti ed esangui, da cui pende una batteria improvvisamente nascosta a un volgo condannato alla crocifissione. Il feedback sferraglia senza pietà a corroborare innanzitutto il ricordo di un mondo falso, vessato dagli inganni perpetrati ai danni dell'umanità da un Dio falsamente benevolo, poi il saluto all'avvento glorioso dell'età del Male, con blast beats e pennate concessi a rotta di collo e chiamati a strigliare i deboli e gli illusi. A tal proposito, le parole di Elena Meis nell'introduzione al pamphlet teologico "Satanisti contro l'uomo" vergato di proprio pugno, sembrano quasi rappresentare l'eco delle azioni intraprese dal protagonista durante il brano: "Il satanismo è il progetto globale di una umanità antitetica a quella della rivelazione biblica, il quale ha preso corpo e consistenza organica e sociale e intende imporsi in tutto il mondo come il vero umanesimo usando per questo i suoi propri metodi. Per imporsi sulla religione cristiana non ha esitato - e tanto meno in futuro esiterà - ad eliminare ogni oppositore, ad estinguere ogni forza contraria, a corrompere ogni ragione e diritto, per quanto sacrosanti possano essere. Anzi, non ha avuto e non avrà nessuno scrupolo ad eliminare popoli interi che gli siano contrari: e il più contrario di tutti è, si sa, il popolo cristiano, e soprattutto la Chiesa Cattolica. Profetizzare per la Chiesa Cattolica una nuova era di persecuzioni non è un azzardo, ma previsione realistica". Al netto di una disputa teologica che qui risulterebbe fuori luogo, occorre evidenziare come l'ultima frase dell'estratto getta luce (o tenebra) sugli obiettivi futuri di Roussel, malgrado la furia misantropica e l'iconoclastia del transalpino si proiettino oltre le varie confessioni religiose, compreso lo stesso satanismo, abbracciato quale modello di condotta individuale e non al pari di un insieme dogmatico da digerire e attuare rigidamente. Il galoppo dissonante dei due minuti finali termina bruscamente, lasciando in bocca il sapore ambiguo di un pezzo, che in realtà, e a ragione, anticipa lo spirito di rivalsa alla base di "Black Millenium (Grimly Reborn)": assalita da bambocci incompetenti, la scena nera necessitava del ritorno di uno dei suoi migliori e più orgogliosi portabandiera, i Mütiilation appunto, troppo presto dati per finiti, e non soltanto artisticamente. "Glorious Evil Time", e l'EP tutto, ne costituisce l'iniziale e terrificante rientro dalla porta principale.
Conclusioni
Forse non è un caso che Meyhna'ch abbia scelto il 2000 quale anno di pubblicazione di "New False Prophet". Eccetto la raccolta postuma di "Remains Of A Ruined, Dead, Cursed Soul", l'autoimposto silenzio discografico del progetto Mütiilation durava praticamente da un lustro, e un ritorno all'alba del XXI secolo manifestava la volontà del francese di intraprendere una strada certo non troppo lontana dal passato originario, ma comunque caratterizzata da impulsi differenti. Non ci troviamo più al cospetto, infatti, di un artista sommerso dalle droghe che, nei pochi momenti di lucidità, riusciva a creare un sound malato e putrescente effetto di un animo devastato sin dalle fondamenta. Pur ancora in via di guarigione dalla tossicodipendenza, l'occitanico mostra tra le righe neanche nascoste dell'EP quello spirito di rinascita che si compirà, attraverso una sua visione grottesca e obliqua degna figlia dell'espressionismo tedesco, nel terzo lavoro sulla lunga distanza "Black Millenium (Grimly Reborn)". Da non sottovalutare, poi, un altro elemento importante, ovvero il disprezzo profondo nutrito per l'universo black metal coevo, genere ormai privo di spina dorsale e svuotato degli aspetti che ne decretarono, al tempo, la venuta al mondo e l'eccitante e proficua esistenza underground. Ecco che allora, scomponendo il titolo del mini, appare evidente l'obiettivo del songwriter transalpino: il nuovo falso profeta emerge tale perché si incarica sia dell'ufficio di illuminare l'umanità di fronte alle bugie del divino e traghettarla di conseguenza alla distruzione sia di infondere ex novo al metallo nero una linfa primeva da eoni pallida e sopita: "In realtà esiste ancora una piccola speranza per alcune persone che seguono la fiamma nera. Questo è anche il motivo per cui sono tornato. Non c'era motivo di occuparmi soltanto dei parassiti che invadevano la scena. In alcuni anni hanno cambiato le loro opinioni sulla musica e nessuno le ricorderà. I veri rimangono, il resto segue solo la tendenza". E lo fa davvero, non dimenticando il bagaglio tossico delle Légions Noires di cui, a ragione, ne rivendicherà sempre l'orifiamma (significativa la conservazione del logo nel monicker durante l'intera carriera) e adeguandolo a un contesto temporale e personale totalmente diverso. Diciamo la verità, il Nostro, musicalmente, non arretra di fronte a una proposta meno ostica: si concede svisate elettroniche, robotizza la drum machine, conforma a uno standard decente la produzione, amplifica il cotè melodico. In sostanza tutto diventa maggiormente accattivante, e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che i sermoni escatologici da veicolare devono, per forza di cose, assumere una veste "cordiale" al fine di insinuarsi nelle menti degli astanti in maniera convincente. Nondimeno, se la forma si normalizza, la sostanza resta spaventosamente lugubre e pregna di lerciume e, soprattutto, passa da un significato individuale a uno universale; scioltasi l'enclave delle Legioni Nere, scarso senso avrebbe avuto riproporre in toto quei cliché da cenacolo intellettuale molto fumo e poco arrosto. Da endogeno, il messaggio si estroflette, benché la componente egocentrica rimanga a ogni modo ben viva, principio lampante in primis nella scelta di continuare il percorso come one man band: "Non ho mai trovato persone in grado di essere coinvolte quanto volevo. Ciò non significa che non riesco a trovare musicisti di sessione, ma non è la stessa cosa. Tuttavia, essere un progetto one man non è un problema per me e nel tempo ho visto che mi porta più orgoglio, e questa sensazione non può essere condivisa con nessuno". Conosciamo la piega futura degli eventi: "Black Millenium (Grimly Reborn)", "Majestas Leprosus" e "Rattenkönig" preciseranno e amplieranno i concetti di vaticinio e resurrezione espressi in "New False Prophet", mentre "Sorrow Galaxies" li guiderà a una saturazione cosmica di scoraggiante nichilismo. Da lì, da quelle altezze vertiginose e infinite, l'annunciatore di un'era di consapevolezza e distruzione guarderà in basso, scoprendo che la natura, l'essenza del dolore risiede nella materia stessa, animata e inanimata. "Quando sarò morto, brucia la mia bara e non versare una lacrima perché non mi sento bene in questo mondo, comunque": tremendo epitaffio tombale per un uomo perennemente inquieto. I Mütiilation ringraziano.
2) Glorious Evil Time