METALLICA
Whiplash
1983 - Megaforce Records
MARCO PALMACCI
12/09/2015
Introduzione Recensione
8 Agosto 1983, senza tregue né soste, la storia continua. Dopo tante salite, fortunatamente in discesa per i nostri Metallica, che esattamente due settimane prima (il 25 Luglio) avevano presentato al mondo il loro tellurico debutto, quel "Kill 'em All" che ancora oggi, nonostante le polemiche circa il loro cambio di stile e la conseguente svolta, fa a dir poco tremare le pareti. La formazione, allora composta dai giovanissimi James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammett ed il compianto Cliff Burton, si ritrova dunque a subire in pieno il motto per aspera ad astra, vedendo dopo mille difficoltà e dopo mille sacrifici il loro lavoro finalmente pubblicato e distribuito, un disco che in un ristretto lasso di tempo già cominciava a fare ampio proselitismo, mostrando al mondo un'attitudine nuova, violenta e fortemente "incazzata", un vero e proprio concentrato di velocità e potenza. Se forse è impossibile dire come effettivamente un qualcosa sia nato, intendiamo in maniera secca e lapidaria, possiamo altresì affermare in tutta onestà e sicurezza che "Kill 'em All" sia stata e sia tutt'oggi una pietra miliare del Thrash Metal, uno degli album che più ha consentito di codificare questo nuovo genere, concentrato di rabbia e potenza. Un ascolto imprescindibile che, quell'8 Agosto, veniva nuovamente presentato e diffuso al mondo grazie al primo singolo ufficiale estratto, omonimo di una delle canzoni simbolo del leggendario platter. "Whiplash" ci mostra come l'estate dei Metallica si preannunciasse, in quegli anni, ancor più torrida di quanto tutti potessero immaginare. Un Agosto flagellato da correnti calde e metalliche, da bollenti soffiate di cicloni infuocati, che permisero al disco di farsi conoscere ancor di più grazie appunto a questa promozione mediante singolo, bissata nel Gennaio dell'84 con "Jump in the Fire". Dicevamo appunto di "Whiplash", forse IL brano per antonomasia, di questo importantissimo disco. Più che una semplice canzone, un vero e proprio inno per tutti i metallari, una song capace di esprimere col massimo della schiettezza e della sincerità le sensazioni che pervadono ogni buon metalhead durante l'ascolto del suo disco preferito, o di un concerto memorabile. L'adrenalina, la voglia di distruggere tutto a suon di pogate mastodontiche, l'headbanging.. un vero e proprio trionfo di pelle e borchie, di criniere al vento, la semplicissima volontà di potenza tramutata in energia allo stato puro, palpabilissima durante una delle "nostre" serate. Di quelle buone, quando i volumi sono al massimo e la birra scorre a fiumi. Il singolo ci propone, oltre la titletrack, anche altri tre pezzi, sempre ripresi dall'album madre. Troviamo quindi un altro monumento, "Jump in the Fire", che completa il Lato A del vinile, lato denominato "Studio Side": il lato B, denominato invece "Live Side", contiene due versioni apparentemente live di "Phantom Lord" e "Seek and Destroy". Apparenti, perché in realtà si tratta delle due canoniche versioni in studio con l'aggiunta di una folla urlante, come semplice rimaneggiamento ed orpello aggiunto in corsa. La copertina si caratterizza per un artwork essenziale ma molto di impatto: campeggia nell'alto, come sempre, il minaccioso logo dei Metallica, stanziato sopra una fotografia di James Hetfield impegnato in un'esecuzione live, foto che immortala persino i movimenti del nostro frontman, andando a "crearne due copie", creando l'illusione ottica di una sua "moltiplicazione" proprio per mostrarci l'incredibile carica energica che tutto il gruppo scatenava durante i concerti. Instancabili, scatenati, potenti e pungenti: questi sono i Metallica e questo è il primo singolo estratto dall'immortale "Kill 'em All". Let's Play!
Jump in the Fire
A darci subito un caloroso benvenuto, nel vero e proprio senso del termine, è la possente "Jump in the Fire", presentata in pompa magna da uno dei riff per antonomasia della storia del Metal. La coppia Hammett-Hetfield dona vita ad un riffing incalzante e dal sapore più prettamente british, figlio di una N.W.O.B.H.M. che tanto ha appassionato i nostri giovanissimi Metallari e molto ha contribuito a spingerli verso il sound che ora stiamo udendo. Qualche spruzzo di Hard Rock (Deep Purple in primis) e questo inizio può dunque dirsi definitivo, facendo partire il brano spedito e donandoci uno dei primissimi saggi di potenza in studio di questo (allora) giovanissimo quartetto. Un sound duro, sferragliante, che sa di Acciaio praticamente in ogni nota proposta, il tutto grazie anche alle grandi capacità di una sezione ritmica praticamente perfetta. Cliff suona con la naturalezza e la scioltezza che lo hanno sempre contraddistinto, quelle tipiche di un ragazzo sinceramente appassionato ed amante della sua musica, cesellando le note di James e Kirk in maniera superba, mentre Lars ci presenta un drumming non troppo elaborato ma funzionale alla causa. Il danese è un batterista perfetto per lo stile dei nostri, capace di garantire un andamento solidissimo e di tenere molto bene il tempo, risultando non propriamente un Dave Lombardo o un Nicko McBrian, ma anzi riprendendo in pieno lo stile di batteristi come Phil Rudd. Granitico e frontman in seconda, in quanto la foga con la quale picchia le sue pelli lo fa assurgere a coprotagonista assoluto della scena, sia in studio che in sede live. La voce di James è anch'essa praticamente perfetta per il genere proposto dai nostri, ed il brano può dunque beneficiare anche dell'ugola del frontman, oltre che di un'andatura Hard 'n' Heavy irresistibilmente estremizzata da questo nuovo che avanza. E' come se la Stars and Stripes si fosse unita alla Union Jack, andando a fondere due tradizioni magnificamente complementari e di pari passo importanti. Udiamo il primo solo di Kirk verso il minuto 2:10, quando il chitarrista comincia dapprima ad emettere una sequenza di note assai rugginose ed in seguito sfocia in una splendida "tosta" melodia che molto deve al maestro Blackmore ed un po' sembra riprendere, in alcuni frangenti, lo stile dell'asso più famoso del Rock, mr. Ace Frehley. Nel tutto, i rocciosissimi Hetfield e Burton aiutano l'amico in sede di ritmica, andando a rendere ancora più corposo il suo sound. Cliff è il valore aggiunto, James un grande chitarrista ritmico, e giungiamo dunque al secondo assolo, questa volta ancora più intenso e diretto del primo, verso il minuto 3:46, momento in cui Kirk decide che è giunta finalmente l'ora del definitivo pedal to the Metal, donando vita ad un velocissimo turbinio di note, taglienti come rasoi e magnificamente melodiche e squillanti. Uno stile che, unito a quello dei suoi compagni, va a delineare uno dei brani definitivi dei Metallica. Il ritornello irresistibile (vi sfido a non urlare per giorni, in seguito all'ascolto, "jump in the fire!!" a mo' di emuli di James), il sound metallico e fendente, la batteria incalzante, le chitarre ruvide e potenti, il basso che arricchisce.. tutto è perfetto, nulla è fuori posto, il primo brano si presenta dunque in grande stile, facendoci capire subito perché esso sia stato inserito in questo singolo. Il testo sembra quasi recitato dal diavolo in persona, in quanto è proprio una strana figura abitante di una "casa infuocata", a parlare. Una sinistra campana presto risuona, e capiamo immediatamente come il tentatore per antonomasia sia interessato a farci cedere ad ogni tipo di tentazione, tentando di circuire l'intero pianeta e facendo in modo che tutta l'umanità si tramuti in una bolgia di schiavi al suo servizio. "Induco in tentazione sia te sia tutto il pianeta, vi invito ad abbracciare la mia peccaminosa stirpe", queste le parole del demonio, che ha spalancato una voragine al centro della terra, una voragine bollente i cui soli vapori sono in grado di sciogliere qualsiasi tipo gelo dovuto all'esitazione. Il nostro Arcidemone non teme la nostra titubanza, sa bene che sin dall'alba dei tempi siamo inconsciamente dei suoi servitori e che lui e solo lui sarà il dominatore di questo universo. "Non esiterò, è il momento di compiere il vostro destino.. per cui, SALTATE NEL FUOCO!!", queste le sue infernali parole, questo il suo invito, anzi, il suo ultimatum: dobbiamo compiere quel gesto per assicurarci finalmente la vera libertà, la vera sensazione di potenza.. dobbiamo diventare suoi amici e non essere suoi nemici, a discapito dei racconti paurosi dei nostri genitori o del prete della parrocchia. Il demonio ha comunque un aspetto effettivamente spaventoso: "l'Inferno nei miei occhi, l'odio nelle mie vene", questa la sua descrizione, i suoi seguaci sono giunti sulla terra per procacciarsi anime e per stanare tutti coloro i quali hanno deciso di nascondersi, per evitare di far parte delle schiere dannate. Nessuno potrà sfuggire al volere definitivo, qualora ci ribellassimo verremmo presi con la forza.. e dunque, non ci resta da fare altro, se non saltare nel fuoco. Perché, in fondo, è proprio il diavolo a dirci che egli è un po' in ciascuno di noi, perso in una piccola porzione dei nostri cuori. Non deve far altro che essere liberato, saltando appunto nel cerchio infernale. Un testo che potrebbe anche essere letto in chiave allegorica, nel senso della nascita di un nuovo tipo di sound molto più violento e crudele che mai.. il Thrash Metal, che con le sue perentorie urla ci sta invitando a buttarci nella mischia ed a prendere confidenza con questa nuova creatura nata in casa Metal.
Whiplash
Giunge dunque il momento della canzone che dà il nome al singolo tutto, "Whiplash", altro emblema della discografia tutta dei Metallica ed in questa sede presentato come "Special Neckbrace Remix", anche se la differenza con quanto già udito in "Kill 'em All" sembra essere minima. Proprio ad essere pignoli, notiamo magari un contesto più grezzo e leggermente più "estremo". Un brano che ha goduto della considerazione di molti importantissimi colleghi e precursori della band americana, venendo omaggiato tramite numerose cover da molti gruppi differenti. Primi fra tutti i sempiterni Motorhead, autori nel 2005 di una loro personalissima rivisitazione di "Whiplash", inserita in una compilation denominata "Metallic Attack: The Ultimate Tribute", uscita proprio nello stesso anno della cover. Una scelta, quella di Lemmy e soci, che li tramutò per un momento da tributati (nessuno dei Four Horsemen ha mai nascosto la pesante influenza che i Motorhead hanno avuto sul loro sound) a tributanti, e che addirittura gli portò fortuna, in quanto l'esecuzione del brano gli valse addirittura la vittoria di un Grammy, nella categoria "Best Metal Performance". La lista non si ferma qui, anche un altro gruppo ha deciso di compiere un "salto nel fuoco" proponendo una sua versione di "Whiplash": parliamo dei Pantera, in quell'occasione addirittura coadiuvati da Jason Newsted (in futuro, dopo la dipartita di Cliff, nuovo bassista dei 'tallica). Il quartetto, ribattezzatosi per l'occasione "Pantallica", decise durante un live di suonare il brano, addirittura proponendo una formazione "stravolta", con il già citato Newsted al basso più Phil Anselmo e Dimebag Darrell a ruoli invertiti; Phil alla chitarra e Dime alla voce. Potremmo continuare citando addirittura il quartetto formato dal chitarrista Billy Milano (Stormtroopers of Death, M.O.D), il suo collega axeman degli Stormtroopers of Death Scott Ian (più noto per essere il membro fondatore degli storici Anthrax), più Philip Soussan ed il batterista Vinny Appice (Black Sabbath, Dio, Heaven & Hell). Un vero e proprio supergruppo, autore di una propria e personalissima versione in seguito inserita in un'altra compilation registrata da musicisti famosi in onore dei Metallica, intitolata "Metallic Assault: a Tribute to Metallica". La lista è ben lunga dall'essere conclusa, necessariamente vanno nominati anche i possenti Destruction, alfieri del Thrash teutonico, anch'essi cimentatisi con "Whiplash" nel contesto della compilation "A Tribute To The Four Horsemen", datata 2003. Una cover anche presente, in seguito, in diverse ri-edizioni del loro album "All Hell Breaks Loose", nelle vesti di bouns track nascosta. Ed ancora, gli Stone Gods, anch'essi tributanti questo meraviglioso brano, per non parlare le comparse di "Whiplash" in vari altri contesti (il videogame "Tony Hawk's Underground 2", il film "That's my Boy" con Adam Sandler). Dulcis in fundo, secondo una dichiarazione di Kirk Hammett, un certo Kurt Cobain avrebbe a più riprese affermato di considerare questo brano come il suo preferito dei Metallica. Basterebbe questo piccolo excursus - amarcord per capire quanto l'eco di questo brano e di tutto Kill 'em All sia stata letteralmente devastante. Destinata fin dalla nascita a riecheggiare nell'eternità. E' un rapido riff dal sapore british metal (rimanendo fedeli anche a quanto già detto nella descrizione di "Jump..") a dettare l'inizio delle danze, notiamo come i Metallica cerchino di creare una discreta suspance, stoppando e riavviandosi nell'arco di pochissimi secondi, prima dell'avvio definitivo al fulmicotone. Le chitarre proseguono a suon di stop and go, presto le plettrate divengono maggiormente incisive ed il tutto diviene più legato e meno spezzato, con in sottofondo il battere incessante di un Lars decisamente sugli scudi. Secondo 00:30, il climax raggiunge il suo culmine e si può dunque aumentare la velocità, ma sempre rimanendo un attimo in sordina.. salvo poi assistere ad uno stacco imponente di Lars, segnale definitivo per la coppia Hetfield / Hammett. I due partono sfoderando un riff velocissimo e torrenziale, speed-thrash allo stato puro, un lavoro di chitarre a di poco egregio, il quale ci mostra i Metallica nel pieno della loro follia metallara, donandoci un brano a dir poco straripante ed esplosivo. Cliff e Lars, dal canto loro, dimostrano non solo di trovarsi a meraviglia, ma anche e soprattutto di avere una grande personalità, che li erge non a personaggi secondari ma anzi a veri e propri comprimari, assieme agli amici James e Kirk. Già da questi solchi si può capire perfettamente come mai Burton sia diventato, nel corso degli anni, un bassista di riferimento per intere generazioni, mentre dal drumming di Lars, come già sostenuti, forse non percepiamo la tecnica di un virtuoso dei tamburi.. ma in quanto a carica e presenza, il piccolo danese non ha nulla da invidiare proprio a nessuno, e ce lo dimostra a suon di bacchettate comunque precise e ben inserite nel contesto di aggressività generale. Piccola pausa prima del ritornello e James urla letteralmente la parola "Whiplash!!", la struttura del brano si ripete sempre a suon di riff thrash-speed; ottima la prova vocale di James, che con la sua voce per nulla scontata o da "urlatore della domenica" dimostra grande personalità e soprattutto si rende capace di donare al pezzo ancora più carattere. Minuto 2:39, notiamo un certo rallentamento, si adottano tempi più cadenzati.. ma è solo una brevissima quiete prima di una tempesta, visto che dopo l' "here we go!!!!" di James si parte con un assolo magistrale, trasudante Acciaio da ogni singola nota. Veloce, preciso, devastante, coinvolgente.. sembra proprio di essere lì sotto il palco, in questo momento posseduti dal demone Metallico, che metterà a durissima prova il nostro collo e ci farà lanciare in un rabbiosissimo air guitar, tanto veloci sono le note che udiamo, disposte a raffiche di mille rasoi al minuto. Tagliano, tagliano e tagliano, note che distruggono letteralmente ogni minimo dubbio circa la nostra volontà di fare un po' di sano "casino" assieme ai Metallica. Minuto 3:19, dopo un rallentamento udiamo una pausa durante un nanosecondo, è subito James a distruggere la quiete urlando nuovamente il titolo della canzone, per far si che un nuovo assolo anche più aggressivo del precedente faccia prepotentemente la sua comparsa, distruggendo le nostre ultime difese e lasciandoci attoniti, stanchi ma terribilmente soddisfatti e vogliosi di continuare ancora ed ancora. Terminato l'ultimo assolo, ci accingiamo dunque ad udire un'ultima strofa ed a sentire il brano spegnersi poco a poco, quasi i Metallica dovessero riprendersi da una fatica bestiale, ovvero quella di suonare più forte di quanto si possa. Musica manuale, e testo da brividi, un titolo scelto in funzione di quel che i Nostri hanno voluto trasmetterci tramite le loro note: adrenalina allo stato puro. Del resto, non è forse questa la sensazione che il colpo di frusta è capace di procurarci? Siamo lì, sotto al palco, l'attesa è spasmodica e la fame di musica è ormai alle stelle. Siamo incontenibili ed incontentabili, gli amplificatori iniziano a ruggire e finalmente i Nostri sono pronti ad infiammare il palco, pronti a farci divertire come se non ci fosse un domani. L'adrenalina scorre nelle nostre vene, il nostro fisico non risponde più alle imposizioni del raziocinio; siamo liberi di urlare, sfogarci, farci pervadere dalla musica più potente del mondo, più calda dell'inferno e sicuramente ben più imponente! E questo, i nostri Metallica, lo sanno fin troppo bene! Forse una delle canzoni più auto celebrative del lotto (l'unica in cui viene citato direttamente il nome della band, forse strizzando l'occhio al modus scrivendi dei loro tanto odiati / amati Manowar), in quanto descrive appieno sia le nostre sensazioni di pubblico sia ciò che loro, i Nostri ragazzi, provano ogni volta che sono su quel palco ed i loro strumenti sembrano poter prendere fuoco da un momento all'altro, tanta è la devastazione sonora che Hetfield e soci riescono a trasmettere tramite il loro "armamentario". Gioventù e rabbia, quella dei nostri Thrashers, che non conoscono sosta e non vogliono affatto fermarsi: la loro vita è il palcoscenico, vivono per donarci determinate gioie e suonano per sentirsi vivi, per mostrare al mondo la loro rabbia, per farci vedere cosa sia veramente l'Heavy Metal: una colonna di Marshall, birra e tanto divertimento. E così via, di città in città, albergo dopo albergo, palcoscenico dopo palcoscenico (riferimenti non tanto velati, nel testo, al brano "(We Are) The Road Crew" dei già citati Motorhead), sempre portando metallo e distruzione in ogni dove. Un testo quasi commovente, risentendolo oggi, in questo 2015 che ha forse cercato di portarci via certe gioie sincere, schiette e genuine, ma a quanto sembra non è riuscito a strapparcele via del tutto. Alziamo il volume, o meglio ancora andiamo ad un concerto.. non dimentichiamoci di quanto potere ci sia, in quello schiocco di frusta.
Seek & Destroy
Il penultimo brano è nientemeno che "Seek & Destroy", altro inno di casa Metallica da cantare a dir poco a squarciagola. Siamo nel lato "Live Version", ma come già detto ad inizio articolo, quella che udiamo è una semplice versione studio con l'aggiunta di un coro a simulare l'esecuzione durante un concerto. Un brano anch'esso destinato come "Whiplash" a divenire in seguito uno dei più amati in assoluto dalla famiglia metallicana, un pezzo che gode di una storia e di una genesi molto particolari. "Seek.." fu infatti una delle primissime canzoni scritte da James il quale rimase particolarmente affascinato da un brano dei suoi amati Diamond Head, ovvero "Dead Reckoning", originariamente contenuto nell'EP"Four Cuts", datato 1982. Hetfield rimase talmente colpito dalla struttura del pezzo che, da lì a comporre un qualcosa di ispirato, il passaggio fu molto breve: in un'intervista rilasciata al celebre magazine Guitar World, egli disse di aver composto il riff principale nel suo camioncino, subito dopo aver terminato il turno lavorativo nella fabbrica di adesivi dove all'epoca lavorava, in quel di Los Angeles. Sempre parlando di ispirazioni e sempre seguendo le dichiarazioni della band, le parti soliste sarebbero state ispirate in minima parte, a loro volta, dal brano "Princess of the Night" (dall'album"Denim and Leather", 1981) dei Saxon. "Seek.." è inoltre un brano pregno di valore affettivo, in quanto sempre nell'intervista citata James dichiarò che fu proprio questo il primo pezzo inciso dal combo, una volta giunti per la prima volta in uno studio di registrazione. Il frontman conserva ancora la chitarra con la quale lo incise, una "Flying V" bianca. Grande tradizione alle spalle e dolci ricordi annessi, nonché grande apprezzamento da parte dei fan. Stando ai calcoli, risulta essere il terzo brano più suonato dai nostri lungo tutta la loro carriera, con un totale di 1.343 esecuzioni, seguita solamente da "Creeping Death" (1.367) e "Master of Puppets" (1.416). Parlando del lato più prettamente strumentale, si parte "calmi", le note hanno un che di ossessivo e marziale nel loro incedere ed i Metallica cercano di creare un'atmosfera pesante e claustrofobica, adottando sempre quella cadenza "assassina" che non fa assolutamente rimpiangere la velocità selvaggia e senza quartiere di altri pezzi. Lars e Cliff ci spingono letteralmente a marciare, compatti come tanti soldati, ed anche il cantato di James risulta secco e tagliente, di impatto, non aggressivo in maniera esagerata ma anzi più controllato e dosato. La ritmica riesce ad imporsi magnificamente, e traina Kirk e James lungo tutto il percorso; il duo chitarristico dosa bene le energie, decidendo sempre di rimanere più "ipnotico" che violento, mirabile il modo in cui James scandisce il titolo del brano, quel "searchiiiiiiiiiiiiiiin.." esteso e protratto per qualche secondo ed infine il "seek-and-destroy!" ben scandito grazie anche ai colpi della batteria di Lars, uno dei momenti più famosi dell'intero disco. Proprio Lars, con il suo instancabile drumming, compie uno stacco verso il minuto 3:11 circa, accelerando vistosamente e dettando tempi nuovi, porgendo il fianco ad un aumento sostenuto di velocità (ma non troppo) che prelude la rottura dello schema "riffone ipnotico" e preannuncia un ottimo assolo eseguito da un Kirk più ispirato che mai, il quale fa notare lungo tutte queste note il suo amore per la N.W.O.B.H.M e si fa ancora una volta apprezzare per capacità esecutive. Si ritorna poco dopo al riff iniziale e viene ripresa la struttura portante del pezzo, il quale prosegue esattamente come era iniziato. Continuiamo a marciare imperterriti, compatti, fianco a fianco, senza paura e sprezzanti del pericolo. Un brano che, nonostante non brilli per varietà e conservi praticamente quasi inalterata la sua struttura, dall'inizio alla fine, non riesce proprio ad annoiare ma anzi, coinvolge sempre di più, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto. Un brano da cantare tutti in coro, destinato a fare sfracelli in sede live, come ampiamente dimostrato dai "contatori" citati poco prima. Un brano particolare, magari non sparato ai massimi livelli ma nemmeno da trascurare, ANZI, una piacevolissima (seppur non troppo marcata) variazione sul tema che ci presenta i Metallica in grado di "far del male" anche se non viene tirata in causa la violenza sonora figlia di una velocità senza limiti. Da apprezzare, ammirare e non dimenticare mai. Il testo, poi, è uno dei più "tosti" mai scritti dalla band: si parla infatti di una banda pronta a mettere a ferro e fuoco una città intera si perlustra la metropoli palmo a palmo, i nostri ragazzacci sono in cerca di divertimento e per questo sperano di incrociare in qualche vicolo i loro rivali, per sfoderare i coltelli e battersi fino alla morte, per la supremazia del territorio. Similmente a quanto narrato in un altro brano presente in "Kill 'em All", nella fattispecie "No Remorse", anche in questo caso i Metallica si riuniscono in coorte alla ricerca di una guerra da combattere, anche se il contesto diviene molto più "urbano" e legato al mondo delle gang. I Nostri ragazzi sono mossi da "pensieri malvagi", nulla di nuovo, ci dicono, tutti noi sappiamo che sono degli sbandati e che incrociarli di notte in un qualsivoglia quartiere può voler dire solo una cosa: battersi valorosamente, o essere schiacciati. Un testo che sembra rimandare a molte pellicole e libri trattanti questo argomento, le parole di "Seek & Destroy" sembrano proprio palesare dinnanzi a noi l'irruenza dei Guerrieri del film"The Warriors", o il perfido sadismo dei Drughi del romanzo-film "A Clockwork Orange"; insomma, i ragazzi sono sulla strada, per "cercare" ed, una volta trovato ciò al quale sono interessati, "distruggere" senza alcuna pietà. I nemici non possono scappare, i nostri "drughi guerrieri" sono spinti solamente dalla volontà di uccidere e quest'ultima non se ne andrà finché i loro desideri non saranno soddisfatti. Sfuggirgli è impossibile, nostro malgrado dovremo accettare.. una partitina ai nozh-coltelli. La rabbia urbana esplode, dunque, in tutta la sua violenza e non c'è modo di arginarla, le gang si quieteranno unicamente con il sorgere del sole, quando tutti torneranno nelle loro case a riposarsi, in attesa che l'astro tramonti ancora una volta, per uscire nuovamente a cercare sangue fresco con il quale abbeverarsi. Un'escalation di violenze e di furia, che non troverà mai pace ma anzi, se possibile si inasprirà ancora di più.
Phantom Lord
Chiude le danze l'ultimo "finto live" di questo singolo, ovvero "Phantom Lord". Pezzo dalla genesi "altisonante", in quanto firmato da Dave Mustaine e già presente nella già citata demo dei Metallica intitolata "No Life 'til Leather", del 1982. Una canzone che affonda le sue radici molto indietro nel tempo, visto e considerato che il titolo fu anche scelto da James Hetfield, in origine, come monicker per la sua terza band (all'epoca composta da Jim Mulligan alla batteria e Hugh Tanner alla chitarra, con James a ricoprire il ruolo di chitarrista e cantante; ben presto, al terzetto si sarebbe aggiunto un certo Ron McGovney come bassista, quando la band aveva ormai definitivamente cambiato nome in Leather Charm..).Il "pubblico"(?) ci dà il benvenuto rumoreggiando, sino a quando il brano parte rivelando la sua definitiva essenza "studio" . Comunque un gran buon inizio per spianare la strada alle chitarre di James e Kirk, che non tardano ad arrivare, scandendo le prime note in maniera netta e precisa, coadiuvate dai tamburi di Lars.. la precisione marziale non è comunque destinata a durare per molto, e subito il nostro speed commando si lancia in un vero e proprio assalto che, da lì a poco, avrebbe ispirato un numero incalcolabile di band. Thrash allo stato puro, che strizza l'occhio ai padri fondatori della N.W.O.B.H.M., andando a ripescare un gusto per la composizione tipicamente Heavy British ma al contempo esagerandolo, velocizzandolo e donandogli un'irruenza tipicamente a stelle e strisce. I nostri giovani guerrieri del metallo pesante voglio dimostrare di esserci, sono affamati ed incazzati, ognuno pretende il massimo dal suo strumento: Ulrich si fregia della tipica veemenza che ha sempre contraddistinto il suo drumming, non eccelso a livello di tecnica ma comunque assai "presente" e trascinante, dal basso di un genio come Cliff non si può veramente pretendere di più, mentre le asce di Kirk e James danno vita ad una prova concreta ed assai convincente, suonando sporche e taglienti quanto basta per metterci di fronte ad un fatto ormai, a questo punto, conclamato. Dinnanzi a certe galoppate non possiamo non assistere, rapiti, ad una delle teorizzazioni / concretizzazioni definitive del Thrash Metal, giunta sin da noi a colpi di Raven e Motorhead, artisti che lungo le note di questa "Phantom Lord" riusciamo a scorgere ben più di una volta. Una tempesta di velocissimi e possenti riffoni, i quali sfoceranno in seguito in un possente assolo, il quale dispenserà velocissimamente tutta una serie di note taglienti come rasoi. Ottimo gioco di solistico e ritmica, in quanto i nostri due chitarristi riescono a sorreggersi ed aiutarsi l'uno con l'altro, proprio per impreziosire il momento, donando al solo una solida base sulla quale stagliarsi in tutta la sua potenza. Minuto 2:30 circa, dopo tanta violenza il posto dell'assolo viene preso da un melodico arpeggio, assai particolare ed evocativo, che si protrae abbastanza da farsi ammirare ed assaporare. Il tutto non sembra comunque dover durare troppo. Le chitarre tornano a carburare ed il drumming di Lars torna ad essere ossessivo, il basso di Cliff torna a ruggire come un leone mentre le chitarre di Kirk e James tornano a picchiare durissimo. Nuovo assolo e ripresa dei riff portanti delle strofe già udite in precedenza, sentiamo ancora di più l'influenza dei fratelli Gallagher e di un certo tipo di N.W.O.B.H.M. più veloce ed arrabbiata, mentre il pezzo si appresta a terminare con rapidissimi giri di tamburi compiuti da mr. Ulrich e la grattata / rugginosa voce di James che emette il suo ultimo urlo. Riff conclusivo e dunque giungiamo alla definitiva disfatta del genere umano, proprio perché il testo riprende alcune tematiche "sovrannaturali" già scorte in "Jump In The Fire", mescolate a del sano orgoglio "metallaro". Il Re Fantasma, catene e pelle, metallo pesante, un armamentario che effettivamente ci fa pensare ad una sorta di entità giunta sino a noi per convertirci a suon di acciaio musicale: "Quel suono che squarcia le tue orecchie, l'assordante suono del Metallo è qui vicino.. i corpi attendono le sue fruste, il sapore della pelle sulle tue labbra..", questo mitico signore della guerra, in un abbigliamento che sembra ricordare molto da vicino il look "sadomaso" dei Judas Priest (pelle e fruste divennero ben presto una prerogativa di Halford e soci, sin dai tardi '70), giunge quindi su questa terra brandendo una spada ed intonando un grido di guerra mai udito prima. Più forte, più intenso, più violento. Sono le urla belluine del Thrash Metal, l'ultimo arrivato in famiglia, che ha intenzione di piombarci addosso con il suo destriero e di sbaragliare le nostre difese con il suo esercito. Non possiamo neanche pensare di respingerlo, la sua avanzata è inarrestabile e ben presto gli schiocchi delle fruste comporranno la sinfonia della nostra disfatta. Una guerra a suon di Metallo, che perderemo soccombendo sotto la spada del signore dei fantasmi. Il signore dei Fantasmi può dunque solo vincere, del resto era scritto, visto che questo terribile generale non aveva mai perso una guerra in vita sua. Macerie e vapore salgono dal suolo, adesso è tempo di dominare la realtà a suon di Metal, sparato rigorosamente a tutto volume, senza stare a preoccuparsi di lamentele o vicini troppo "sensibili". Questa terra è ormai patria dei muri sonori infranti, decibel su decibel che scuotono il terreno e permettono agli eletti di poter sfogare tutta la loro passione per questo genere musicale. I metallari hanno vinto, sul pianeta Terra non ci sarà più spazio per nessuno eccetto che per loro!
Conclusioni
Siamo così giunti alla fine di questa piccola avventura, un singolo godibilissimo ed estremamente ben confezionato, soprattutto per quel che concerne la scelta dei brani. Quattro perle fra le più memorabili di "Kill 'em All" (del resto, cosa potremmo mai escludere da quel capolavoro?), quattro canzoni splendidamente servite calde, anzi bollenti, proprio per farci capire immediatamente qual è il punto di forza dell'opera tutta. Il nuovo che avanza, spinto a gran forza da una tradizione che i Metallica hanno giustamente voluto tributare, non dimenticando mai le loro radici e, d'altro canto, non facendo mai nulla per nasconderle. Siamo di fronte ad un lavoro inciso da quattro ragazzi giovanissimi che si accingono a presentarci quello che per loro è il punto di forza del loro album, incarnato in quattro tracce una più possente dell'altra. Magari la scelta di inserire dei veri live sarebbe stata vincente il doppio, ma possiamo accontentarci di quel che già abbiamo. "Whiplash" non è un semplice orpello per collezionisti, una nota di raro in più su di uno scaffale, tutt'altro: è il perfetto sunto di una Storia che proprio in quegli anni stava nascendo forte e fiera, pronta a dominare le menti ed i cuori di milioni di appassionati, che sin da quel momento sentirono di poter pronunciare la famosa frase.. "è nata una stella". Una stella a cinque punte, capovolta, ricoperta d'acciaio e pendente sulle teste di James, Kirk, Lars e Cliff, quattro amici amanti della musica e della birra, dei volumi alti, del casino in famiglia. Dei ragazzi come noi, che smaniavano per acquistare il nuovo album della loro band preferita, che nonostante i rimproveri dei genitori lasciavano crescere le loro criniere e mettevano in musica tutta la rabbia accumulata contro una società cieca e sorda, intenzionata unicamente a salvaguardare "il buon nome" piuttosto che ad esaltare le doti individuali dei singoli componenti. Non possono e mai potranno fermare il metallo, questo è un fatto appurato, ed i nostri Metallica ce lo dimostrano, sfornando canzoni capaci di farci entrare in contatto con la nostra metà più selvaggia e primordiale. Ascolteremo il richiamo? Sicuramente si.. sarà il momento che tutti i nostri avversari temeranno maggiormente, il giorno in cui SALTEREMO NEL FUOCO!
2) Whiplash
3) Seek & Destroy
4) Phantom Lord