METALLICA
I Disappear
2000 - Hollywood Records
MICHELE MET ALLUIGI
11/06/2016
Introduzione Recensione
E dopo la svolta teatrale intrapresa con il doppio live album "S&M" giunse per i Metallica quella cinematografica con il singolo "I Disappear", brano che venne scelto come colonna sonora del film "Mission Impossible 2" con Tom Cruise. Voi potrete pensare: "Beh, non è certo la prima volta che i Four Horsemen girano un videoclip, è dai tempi di "One" che compaiono davanti delle telecamere, senza contare le riprese live". Verissimo, nulla da recriminare in tal senso, ma bisogna sottolineare che questo singolo, proprio perché incluso nei brani appartenenti ad un film vero e proprio, vide i nostri lavorarci in qualità di attori veri e propri oltre che di musicisti: ci troviamo nel 2000, la band di James Hetfield, ancora fresca del successo e dello sfarzo dei lavori immediatamente precedenti, si trova ora a dover elaborare un prodotto che oltre ad essere convincente dal punto di vista musicale lo sia anche da quello squisitamente cinematografico. Ma c'è di più; la fama dei 'Tallica ormai è tale che ha reso il gruppo un mastodontico galeone nel mare della musica del nuovo millennio, e come tutte le grandi navi trasportanti a bordo delle vere e proprie ricchezze sonore, è anch'essa soggetta al rischio di pirateria. Mentre i quattro californiani erano alle prese con le registrazioni di pre produzione di questo singolo, una delle prime versioni grezze venne schiaffata direttamente in rete, a disposizione di tutti i "downloadofili" del globo ancora prima della pubblicazione ufficiale, dando così avvio alla nota controversia legale che vide i Metallica far causa al sito Napster.com; il tema dello sciacallaggio digitale della musica non è certo argomento da trattare in questa recensione, fatto sta che "l'emorragia" informatica che accusò la band a seguito delle persone che si scaricavano i loro album fu talmente estesa da minacciare i loro guadagni sulle vendite, e possiamo dunque farci un'idea di quanto questo fenomeno fosse sgradito ed al tempo stesso pericoloso per un nome che nel 2000 era ormai di casa nell'Olimpo del Metal. Trattandosi di un brano da colonna sonora comunque, i Metallica trascorsero un anno intero non solo a suonare live come da programma, ma a partecipare alle diverse premiere (di cui quella ufficiale fu il 4 maggio di quell'anno) in vari show a tema, esibendosi unicamente con questo pezzo, in pratica, i quattro di San Francisco assunsero per questa speciale occasione il ruolo di stereo ambulante che portava in giro la canzone unicamente come tappa fondamentale della promozione del film diretto da John Woo. Inoltre, i Metallica ebbero da condividere l'onere con un'altra band della scena Nu Metal, un genere che proprio in quegli anni stava vivendo la propria età dell'oro, i Limp Bizkit, che giunsero alla ribalta con la loro "Take A Look Around". Entrambi i video risultarono immediatamente assai spettacolari, in quanto, come si diceva, calarono gli stessi musicisti in ruoli d'azione alla stessa stregua degli attori professionisti: gli autori di "Chocholate Starfish And The Hot Dog Flavored Water" si trovarono in mezzo ad una vera e propria trama di spionaggio, dove un improbabile Fred Durst veniva assoldato da un committente anonimo per recuperare un floppy disk da una valigetta di due uomini in smoking, mentre i Metallica si trovavano ognuno inseriti in varie trame personali assolutamente mozzafiato, seguendo quindi fedelmente il leitmotiv della pellicola hollywoodiana. Ma "I Disappear" rappresenta anche una tappa buia per i Four Hrsemen: essa infatti è l'ultima pubblicazione che vede in formazione il bassista Jason Newsted. Conclusa infatti la campagna promozionale del videoclip, nel 2001 il "new kid" lasciò il gruppo, ormai esausto delle continue vessazioni e controversie con i dittatoriali Hetfield ed Ulrich. Come tutti sappiamo infatti, fin dal suo ingresso nella band, il musicista di Battle Creek dovette sempre subire il pesante ruolo di sostituto indegno di Cliff Burton, scomparso nel noto incidente che coinvolse il tourbus dei Metallica in Svezia nell'86, lasciando così al bassista dei Flotsam & Jestam unicamente la funzione di basso umano che evitasse ai restanti tre membri della band l'utilizzo dei campionamenti. Le fiamme che costituiscono l'artwork di questo disco, sul cui giallo penetrante spicca il logo dei 'Tallica con sotto il titolo e la sigla del film scritti con il relativo font da locandina, sembravano così anticipare una nuova fase tenebrosa nell'illustre carriera dei quattro: nel luglio di quello stesso anno infatti Hetfield dovrà allontanarsi dalla band per disintossicarsi dall'alcool, minacciando seriamente l'unità ed il futuro della band. Per un anno infatti i Metallica sospesero la loro attività, aspettando che il loro frontman potesse tornare a spaccare culi come solo lui è in grado di fare, ma il travagliato periodo le cui difficoltà portarono alla luce il controverso (ed abbastanza misero) "St. Anger" fecero capire a tutti, anche a coloro che quell'album se lo fecero piacere forzatamente per autoconvincersi che i Four Horsemen erano di nuovo in pista, che la luce alla fine del tunnel era ancora ben lontana. Ma facciamo un provvisorio passo indietro, andando ad analizzare il singolo che può ritenersi il congedo definitivo di Newsted dalla band di San Francisco.
I Disappear
La prima traccia che troviamo nella tracklist è "I Disappear" (trad. "Scompaio"), brano del quale abbiamo modo di godere di uno dei filmati più "spettacolari" mai realizzati dai Four Horsemen. Da punto di vista compositivo, il brano è più hard rock che thrash metal, ormai si sente che i Metallica hanno definitivamente perso quella verve che li ha sempre contraddistinti fino al black album. La canzone di per sé vanta un discreto tiro ed orecchiabilità, su questo nulla da opinare, ma i fasti gloriosi degli anni passati sono ormai uno sbiadito ricordo. In apertura troviamo la chitarra di Hetfield tenere un costante re sostenuto dallo shredding, sul quale, inoltre, viene applicato un effetto flanger per dilatarne le frequenze e conferire il classico effetto "vai e vieni" al riff. In parallelo troviamo la sei corde di Hammet intenta ad eseguire degli accenti effettati in wah wah mentre la batteria di Ulrich ed il successivo ingresso dei powerchords avviano il crescendo atto a far salire l'adrenalina prima dello start ufficiale. A spezzare il tutto troviamo poi un proverbiale break, un provvisorio istante di silenzio prima della mazzata in faccia che dopo averci colpiti ci trascina nel pieno della canzone. Il tema della strofa è costituito da una serie di terzine aperte alternate da alcune cesure in palm muting, sostenute da un lineare e semplicissimo quattro quarti della batteria. A dare dinamismo all'intera sequenza è infatti la linea vocale di Hetfield, unico elemento a concedersi dei cambi di tonalità che rappresentano una variazione in una struttura che, per quanto coinvolgente, resta comunque abbastanza standard. Il cambio avviene poi nel pre ritornello, dove dopo un primo stop seguito da una momentanea ripresa e successione di accordi più serrati si arriva ad un nuovo break, che riporta tutto alla calma dopo la prima sferzata; ora la chitarra di Hammet esegue dei semplici armonici sulle corde alte, affiancate da un arpeggio di quella di Hetfield e da un passaggio sulle corde alte del passo di Newsted, la batteria invece accompagna il tutto con un tempo disco rock eseguito unicamente con il charleston e la cassa, per poi lanciarsi in una rullata secca sul rullante per avviare la strofa seguente. Focalizzandosi provvisoriamente su questa specifica parte del set di Ulrich, dobbiamo purtroppo constatare che già da questo singolo viene adoperato aperto, suonando così con quel suono ovattato che ahimè caratterizzerà tutte le parti di batteria del successivo St. Anger. Non ci troviamo più di fronte a quel bel rullante secco e limpido che ha sempre suonato sui grandi dischi Metallica, bensì, e duole ammetterlo, ad un rullante le cui frequenze vanno bene giusto per i pezzi reggae, quindi viene spontaneo chiedersi cosa mai sia passato per la testa del batterista prima di adottare questa soluzione. Il brano comunque riparte con una nuova strofa, la cui struttura ricalca esattamente quanto fatto nella prima, con la differenza che cambia il registro vocale di Hetfield, il quale, adesso, canta con un tono più spavaldo ed energico, lasciandoci intuire che durante lo scorrimento della traccia la tensione raggiungerà delle nuove vette. Questo passaggio infatti è più corto, ma più deciso, e senza quasi accorgercene ci troviamo nuovamente ad un pre ritornello basato sugli armonici, questa volta sostenuto da una leggera rullata a conferire un tocco più marziale. Il vocalist di Downey ora riprende la linea melodica più leggera per riportare tutto a livello zero, ma arrivati al nuovo vertice di suspense questa volta il restart è decisamente più esplosivo. A lanciare il finale del pezzo, sostenuto dagli accordi principali del main riff troviamo ora l'assolo di Hammet, la cui esecuzione ormai non ha quasi più nulla di thrash ma anzi, si orienta sul Rock più classico: sembra quasi che lo spirito di Jimi Hendrix sia provvisoriamente ritornato tra noi per registrare questa parentesi solista sul brano dei Four Horsemen. In chiusura della canzone troviamo un'ultima sferzata, una ripresa con il rullante che passa dai quarti agli ottavi per ricalcare con maggior enfasi l'incedere ritmico e scandire inoltre l'ultimo ritornello cantato su Hetfield, per andare poi a chiudersi in maniera netta sulla parola "disappear" (trad. "scomparire") seguita da una rullata in terzine rapidissima, lasciandoci quasi vedere davanti ai nostri occhi il gruppo scomparire in un lampo. Il testo del brano vede James Hetfield vestire i panni di un solitario individuo intento a riflettere sulla sua posizione all'interno dell'immenso calderone del mondo, il quale, rivolgendosi ad un ipotetico interlocutore, evidenzia notevolmente come noi umani non siamo altro che un qualcosa di passaggio all'interno della realtà che ci circonda. Il continuo intercalare "Hey", rivolto all'entità con cui sta parlando il protagonista, pone ancora di più l'attenzione sul fatto che quest'ultimo sia notevolmente spaesato, quasi come se sulla terra il Padre Eterno lo avesse messo improvvisamente contro la sua volontà, ed una volta aperti gli occhi egli si sia trovato a fare i conti con la marea di difficoltà ed ostacoli che quotidianamente ci si presentano sulla nostra strada. Il tono di chi parla è il proverbiale "hic et nunc" (trad, "qui e adesso"), una condizione di istantaneità che lo rende al tempo stesso dolore, speranza e sofferenza di sé stesso e della sua stessa essenza primordiale; dal punto in cui si sveglia aprendo gli occhi non può far altro che intraprendere il cammino dell'esistenza che lo attende, la lirica è strutturata come se un bambino appena nato fosse già cosciente del calvario che lo attende durante la sua esistenza, una visione molto leopardiana del mondo, dove però lo sfortunato nascituro è già consapevole ancora prima di emettere il primo vagito. Le domande cruciali del pezzo sono essenzialmente due: una richiesta all'interlocutore che gli spieghi come mai il nostro sventurato protagonista si trovi nel luogo in cui effettivamente è, e la seconda, molto più mistico filosofica, che riguarda se mai questi lo potrà seppellire una volta che egli sarà deceduto (metafora che nel testo viene resa con il termine "gone", ovvero "andato", immagine di movimento che rende ancora di più l'idea di transizione). Le richieste diventano sempre più ossessive nel finale della traccia, a simboleggiare che la voce narrante si sta alterando proprio a causa delle mancate risposte ai suoi quesiti, che nel mentre si sono fatti sempre più ossessivi; la conclusione di "I Disappear" consta dunque di un climax ascendente dove, una volta giunti all'apice, il tutto si perde in una chiusura istantanea.
"I Disappear (instrumental)
La seconda traccia che troviamo in questo singolo è "I Disappear (instrumental)", (trad. "Scompaio"), ovvero la stessa identica traccia di prima, ma senza la linea vocale di James Hetfield. Se proprio quest'ultima era l'elemento in grado di conferire un po' di varietà e dinamica alla composizione, non sarà difficile intuire che senza di essa, la canzone risulterà molto più piatta e monotona, specialmente se ormai vi siete abituati a sentirla completa. L'unico vantaggio di questa versione alternativa sta nel consentirci di apprezzare meglio il groove ricreato dal main riff di chitarra, ma salvo questo piccolo dettaglio, non vedo una particolare utilità dell'inserimento di essa nel singolo, se non forse quella di fornire ai fan acquirenti una buona base per un eventuale karaoke. Veniamo ora però al vero e proprio elemento di spettacolarità di "I Disappear": il videoclip, una delle produzioni cinematografiche più spettacolari e ricche di effetti speciali che i Four Horsemen abbiano mai realizzato per promuovere una loro canzone. A livello di sceneggiatura troviamo una principale bipartizione: la prima vede la band suonare in cima ad una delle montagne rocciose delle arcinote Badlands in Nevada, le famose montagne rosse irte su una distesa sconfinata di sabbia. In questo frangente i quattro suonano sulla vetta che teoricamente verrà poi raggiunta da Tom Cruise/ Ethan Hunt nella parte iniziale del film; qui troviamo i 'Tallica in un vero e proprio look da rockstar: James Hetfield in jeans chiari e giacca leggera di pelle, con tanto di occhiali da sole, Hammet in camicia e pantaloni di pelle, tutto monocromaticamente in nero ed Ulrich anch'egli intento ad indossare gli occhiali da sole ed una camicia che di thrash ha veramente poco. L'unico che ancora veste un po' più alternativo, quasi stonando con i colleghi, è Newsted, con addosso dei pantaloni mimetici, una maglia a maniche lunghe ed un cappello nero; con questo vestiario sembra quasi che il bassista americano voglia metaforicamente separarsi dai compagni di gruppo ancora prima di annunciare ufficialmente la sua uscita dalla band. A livello di strumenti, il biondo frontman sfoggia la sua Esp Ltd Explorer nera, Hammet una usurata Fender Stratocaster bianca e verde acqua, e Newsted il suo canonico basso Fender a cinque corde. Il set di Ulrich compare in versione ridotta, complice anche il fatto di doverlo allestire in cima ad una montagna, composto unicamente da cassa, rullante, charleston, due crash ed il timpano, giusto l'essenziale che serve al drummer per eseguire questo pezzo. Ad attrarre maggiormente la nostra attenzione però è il secondo ramo della sceneggiatura, quello che vede ognuno dei quattro thrasher protagonista di una rocambolesca azione costituente una trama personale. Hetfield ed Ulrich devono infatti salvarsi da una misteriosa onda d'urto che in seguito ad una gigantesca esplosione sta radendo al suolo tutto ciò che si trova intorno ad essa; mentre il biondo vocalist corre su una auto sportiva giù per le celebri discese di San Francisco compiendo delle manovre da stuntman, il batterista di origine danese si trova maggiormente in difficoltà: egli è infatti seduto in una stanza collocata ad uno dei piani più alti di un grattacielo della skyine americana, ed appena vede arrivare questa enorme rifrazione distruttiva non può fare a meno che concludere la propria fuga lanciandosi disperatamente da una finestra infrangendo una vetrata, condannandosi così ad una morte certa. Ben diverse sono le storie di Hammet e Newsted: il primo, abbandonato in una pianura desertica ed intento a cercare qualche punto di riferimento per tornare alla civiltà, viene improvvisamente inseguito da un aereo bi-alare, che si lancerà in picchiata su di lui, costringendolo ad una rondata acrobatica per sfuggire all'impatto. Il bassista invece si trova da solo nell'atrio di un enorme e sfarzoso palazzo, probabilmente un edificio governativo, ma la sua solitudine verrà improvvisamente spezzata da l'improvviso arrivo di una massa di persone in giacca e cravatta che lo travolgeranno fino a camminargli sopra mentre egli cerca invano di opporre resistenza: una eloquente metafora di come il sistema cerchi di unificare tutti i suoi schiavi per controllarli travolgendo ogni minimo accenno di pensiero indipendente. Trattandosi di un video per la colonna sonora di Mission Impossible 2 non poteva mancare la famosa scena in cui il protagonista del film, Ethan Hunt, scala la roccia senza alcuna corda o fune di sicurezza, ma utilizzando unicamente le sue braccia, le sue gambe ed un po' di gesso per aumentare la presa sull'arida superficie, fino all'assai spettacolare momento in cui, dopo essere scivolato, si ritroverà appeso per una sola mano e sospeso nel vuoto. A rendere il tutto più emozionante e coinvolgente è senz'altro la velocità dei cambi di inquadratura, che dalle suggestive riprese aeree delle Badlands passa dall'uno all'altro personaggio tenendoci sempre con il fiato sospeso. A concludere il tutto, rendendo oggettivamente visibile il senso di scomparsa di cui si è accennato sopra, sopraggiunge una tempesta di sabbia che avvolge letteralmente la band, lasciando come scena conclusiva l'arrivo di Tom Cruise sulla vetta della propria scalata.
Conclusioni
Non si può certo dire che "I Disappear" sia una brutta canzone, anzi, essa è dinamica e trascinate in ogni suo passaggio. A minarne però la resa complessiva intervengono sostanzialmente due fattori: il primo è che la canzone è sì avvincente, ma se poi realizziamo che ad averla composta sono i Metallica, forse, visto quanto hanno saputo creare in passato, a conti fatti ci troviamo di fronte ad una performance un po' sottotono. Pensare che gli autori di questa canzone siano gli stessi che hanno composto, giusto per fare un esempio, "Master Of Puppets", lascia quell'amaro in bocca, ciò fa presumere che i Four Horsemen non stiano vivendo un periodo particolarmente brillante della loro carriera. Ipotesi poi confermata col senno di poi dall'uscita di "St. Anger", con tutte le problematiche ad esso collegate. La post produzione della canzone stessa inoltre, come anticipato prima riguardo al rullante, introduce quella scelta di caratura dei suoni che costituirà il successivo full lenght del 2003, dove apparirà lampante lo squilibrio tra i volumi della batteria e delle voci e quello delle chitarre e del basso, questi ultimi totalmente eclissati e lasciati indietro, dando così un tiro veramente mediocre ai pezzi. Altro elemento che penalizza "I Disappear" come brano è un videoclip super spettacolare, addirittura troppo per una canzone che, senza nulla togliervi sia chiaro, non possiede momenti epici o di spicco tali da giustificare un video così cinematografico. Ovviamente è la canzone scelta per Mission Impossible 2, ed il fatto che debba essere accompagnata da un video spettacolare risulta quasi ovvio. Proprio per questo, magari, per rendere più accattivante questo singolo, oltre alla canzone, sarebbe stato meglio inserire il videoclip al posto della sterile versione strumentale. Tirando quindi le somme, dopo l'eccellente lavoro "strategico" compiuto dai Metallica nei singoli relativi ad "S&M", dove vi era una oculata scelta di brani e contenuti atti a far sì che ognuno di essi fosse appetitoso per i collezionisti, i 'Tallica scadono di stile mettendo sul mercato un singolo che, dal punto di vista dei contenuti, non sa né di carne né di pesce. Ad una canzone "standard" per i loro canoni, ma tuttavia ascoltabile e gradevole, si affianca una versione senza voce che sa totalmente di filler. La canzone costituita dalla sola musica rappresenta una delle ultime fasi della lavorazione in studio, una pre produzione quindi, che forse Hetfield e soci hanno voluto inserire per rendere il fan partecipe della lavorazione del brano. Sappiamo bene però quanto siano lunghe le fasi di lavoro in sala di incisione, e forse alla stragrande maggioranza del pubblico premeva ascoltare il pezzo concluso. Piazzata così invece anche la versione strumentale essa poteva allora, a rigor di logica, essere affiancata anche dalla sola traccia di batteria, o di chitarra o di basso, rendendo però il prodotto una chicca per i collezionisti di una nicchia troppo ristretta. Il videoclip finito o, eventualmente, un making of del video, similmente a quanto fatto sul singolo di "No Leaf Clover", avrebbero reso il singolo di "I Disappear" decisamente più interessanti, ma di fronte ad una tracklist come questa, viene da chiedersi perché mai dover comprare questa pubblicazione, se non giusto per poter dire di avere tutto dei Metallica; un prodotto pensato dunque quasi esclusivamente per i fan puristi della band, ma che va comunque ad infarcire ulteriormente la già enorme discografia della band americana.
2) "I Disappear (instrumental)