METALLICA
Harvester of Sorrow
1988 - Vertigo
PAOLO FERRANTE
13/09/2015
Introduzione recensione
La storia dei Metallica è così importante che anche un singolo come "Harvester of Sorrow" (Vertigo, 1988) merita un'attenzione particolare. Siamo proprio in un periodaccio per il gruppo che, mai ripresosi completamente dopo la prematura dipartita di Cliff Burton, realizza un album con tematiche incentrate sulla (in)giustizia: "?and Justice for All"; lo stesso anno il gruppo decide di estrarre un primo singolo da quell'album e si tratta proprio di quello che andiamo ad esaminare con la presente recensione. La lineup è composta da James Hetfield alla voce e chitarra ritmica, Jason Newsted al basso, Kirk Hammett alla chitarra solista e Lars Ulrich alla batteria. Possiamo immediatamente anticipare che il ruolo del nuovo bassista è decisamente ridimensionato in questo album, dunque anche nel singolo in questione, l'ingegnere del suono ha dichiarato di aver ricevuto queste indicazioni: "Take the bass down so you can just hear it, and then once you've done that take it down a further 3dBs." (Tieni il basso così a basso volume che riesci appena a percepirlo, dopo aver fatto questo abbassalo ulteriormente di 3dB.); da questo emerge in modo evidente il ruolo che adesso ricopre il basso, a dispetto di quanto succedeva prima quando Cliff Burton era di fatto il leader del quartetto. Questo singolo è stato pubblicato per la prima volta in edizione vinile 12'', quindi si poteva trovare il singolo al lato A e poi due cover al lato B; erano i bei tempi in cui non si sprecava nulla dello spazio disponibile del supporto audio, abitudine che ha influenzato le abitudini commerciali facendo continuare ad includere brani di contorno nei singoli alle etichette (anche perché la gente continuava ad aspettarseli) per molto tempo ancora. "?and Justice for All", lo sappiamo, ha segnato l'inizio di una deviazione di rotta che diverrà più plateale con il successivo album, questo singolo è l'elemento che meglio testimonia questo cambiamento. La grafica del singolo richiama pienamente quella dell'album: viene rappresentato un pugno che sfonda un cranio, sulle nocche del pugno sono state scritte delle lettere che compongono la parola "hope" (speranza), su questo teschio poggia l'ago della bilancia con i piatti che stanno andando in frantumi. Sullo sfondo una texture che sembra un foglio accartocciato, sul nero, si capisce bene che il teschio ed il bendaggio lungo la spina dorsale sono un disegno, così come la bilancia, si apprezza anche il particolare horror dei canini eccessivamente sviluppati del teschio. E' molto evidente il valore simbolico di questa grafica che vuole addirittura rincarare la dose rispetto al concetto espresso con la grafica dell'album e rappresentare anche tutta l'amarezza propria di questo specifico brano. Traspare il sentimento di rabbia e di violenza, accompagnato dalla tristezza e dal sentimento di ingiustizia; questa copertina potrebbe sembrare indice di un brano particolarmente violento ma questo non è il caso, come vedremo a breve.
Harvester of Sorrow
Andiamo ad ascoltare "Harvester of Sorrow" (Mietitore Della Sofferenza), veloci stoppate in cui le chitarre vanno all'unisono con una batteria in primo piano, si sentono scanditi i colpi di rullante che coprono perfino le chitarre che lasciano una coda; dopo una parte in chitarra clean, un arpeggio mentre i piatti sfumano e scattano dei colpi di rullante. Successivamente l'arpeggio diventa un riff che viene riproposto con la chitarra elettrica, in una versione più ritmata - ancora del basso non c'è traccia perché è molto penalizzato dal missaggio - che prosegue fino ad uno stacco grintoso che porta ad una variazione più graffiante del riff in cui il tempo si fa leggermente tribale. C'è un altro stacco ed il sound si apre con un riffing ad accordi lenti ed aperti, mentre la batteria continua l'opera pestando forte sui tom, il basso è dimenticato da qualche parte; fantasiosa parte in cui chitarra e batteria si alternano in controtempo, in una sorta di veloce scambio di botta e risposta. Riprende il pezzo con un riffing fatto di stoppate e vibrato finale, arriva la voce che segue il ritmo stoppato e si arresta di colpo a fine frase continuando a seguire il riff per poi vibrare alla fine (così come fanno le chitarre). La struttura continua con delle variazioni alla tonalità, una breve parte strumentale melodica, poi prosegue il riff, altra parte melodica e dopo il ritornello in cui la voce scandisce il titolo del brano e risponde un coro lontano ed effettato con riverbero. C'è una piccola variazione strumentale e poi una rullata in crescendo dinamico che riporta ordine e fa riprendere col riff stoppato, i colpi di cassa sono ben distinti, la strofa si ripete senza intoppi, assieme ai passaggi strumentali in cui la voce tace e ci sono questi crescendo di rullante. Si arriva nuovamente al ritornello, quello che piace è il sapiente uso delle dinamiche in crescendo che fanno salire la suspense. Dopo il secondo ritornello a sorpresa scatta un assolo acuto, prima melodico e ripetitivo poi prende uno scatto di velocità (non eccessiva) senza intenzioni violente, un assolo non particolarmente virtuoso ma perfettamente incastrato e funzionale rispetto al pezzo; non uno sfoggio di tecnica e velocità, quindi, ma una melodia malinconica ben contestualizzata rispetto al tema. Si riprende con la strofa stoppata, rinforzata dall'intervento di una seconda chitarra che innesca una serie di variazioni strumentali che portano ritmiche vorticose che si intrecciano tra loro, ancora una volta una stoppata e poi un'altra, si riprende con la strofa e ci sono questi crescendo di rullante che mettono al primo posto il ruolo della batteria. Dopo della strofa riprende il ritornello, che questa volta prosegue più vivace e continua a ripetersi con l'intervento dell'arpeggio pulito di prima che si sovrascrive. Un pezzo non particolarmente veloce, ritmato ma non violento, grintoso ma non aggressivo; c'è la voglia di far passare un messaggio e le prime avvisaglie della volontà di approfondire il lato melodico della loro proposta musicale, peccato che abbiano deciso di farlo relegando in un angolo dimenticato il basso. Il testo, come anticipato, è triste ed anche introspettivo: parte con delle considerazioni circa la vita che inizia a soffocarlo, pianta i semi dell'odio e dunque se un tempo amava adesso inizia ad odiare, intrappolato dal proprio destino. Dà la propria vita, che abbandona, tradito della propria giovinezza la vita ha trasformato questa bugia in realtà. Rabbia, infelicità, infliggeranno sofferenza in lui; il mietitore della sofferenza che parla il linguaggio del pazzo. Un nero puro e pulito, i pestaggi possono cominciare, un distributore di dolore in cui la perdita degli altri diventa un suo guadagno. Dopo che tutti hanno detto le loro preghiere invade i loro incubi, nei suoi occhi alberga l'omicidio, l'infanticidio. In questo testo si descrive un sentimento triste in cui una persona viene colpita da un fato malevolo che lo trasforma e pianta in lui i semi dell'odio sostituendo alla gioia il dolore; questa condizione farà cambiare notevolmente l'uomo portandolo a covare ed infine sfogare la propria rabbia sugli altri raccogliendo, appunto, il dolore che è cresciuto dai semi dell'odio. E' un testo amaro, che mostra la sofferenza del mostro, che suggerisce una similitudine (probabilmente non intenzionale ma pur sempre valida) con la vicenda del "mostro di Düsseldorf": un film tedesco del 1931 che, ispirato da una storia vera, parla del terrore della popolazione verso un maniaco che aveva l'abitudine di adescare i bambini con dei dolci per poi ucciderli (l'infanticidio di cui parla anche il testo). All'inizio del film la figura del mostro è presentata in tutto l'orrore con le scene in cui il maniaco, pedofilo ed assassino, "adesca" una bambina che poi uccide; a dargli la caccia è sia la polizia che la malavita (il maniaco ha fatto intensificare la presenza delle forze dell'ordine disturbando quindi gli affari criminali) e dunque il predatore si trasforma in preda. Da questo momento, a ruoli invertiti, si inizia a percepire il dramma della malattia mentale che divora questo uomo (nel testo il mietitore della sofferenza "parla il linguaggio del pazzo), spingendolo a compiere questi crimini atroci, e quando infine viene catturato sta per essere linciato dalla folla - composta da criminali e prostitute - pronta a condannarlo a morte, ma questo si difende con un monologo memorabile presentando il dilemma se sia giusto o no punire chi non è padrone delle proprie azioni. In questo testo, dunque, viene ripresentato lo stesso dilemma in cui i semi dell'odio crescono su una persona, un tempo buona, e la trasformano in un essere sofferente che dispensa altra sofferenza al prossimo; allo stesso tempo vittima di un fato malevolo e responsabile di altri mali.
Breadfan
Passiamo a "Breadfan" (Ventaglio di Grana), cover dei Budgie gruppo Hard Rock britannico tra i precursori delle sonorità Heavy Metal, primo pezzo dell'album "Never Turn Your Back on a Friend" (1973). Riff Rock in stile anni '70, molto vivace ed arricchito di sfumature ai piatti e poi uno stacco che porta ancora più ritmo, un pezzo molto vivace. La strofa è molto veloce e gioiosa, scanzonata, c'è molto groove, le stoppate arrivano spesso, il basso si riesce a sentire meglio questa volta, si ripete la strofa tra stoppate e rincorse di chitarra. Poi una parte Rock/Blues di chitarra in cui si sente un veloce assolo accompagnato da stoppate, che poi prende una lunga rincorsa e diventa sempre più veloce e squillante mentre la chitarra ritmica stoppa, la parte strumentale è particolarmente ricca e si riempie di parti più aggressive fino a sfumare nel silenzio e passare a degli arpeggi misteriosi, il rullante è leggero e la chitarra solista fa uscire una melodie dolce ed acuta che cattura tutta l'attenzione, il basso scandisce pochi ed importanti colpi. Il pezzo si fa dolce, alcune variazioni ritmiche ci ricordano che è pur sempre Rock, intanto la melodia prova altre soluzioni e si evolve, poi si accompagna di un parte più distorta e continua con delle stoppate forti in crescendo che fanno un bel casino, poi riparte il riff nel pieno della potenza, poi arriva la strofa veloce ed inarrestabile. La voce è molto a proprio agio nella parte, è un pezzo nelle sue corde e comunque la parte cantata è davvero piccola e sempre uguale, la conclusione arriva con un crescendo e stoppata finale. Il testo è particolarmente significativo, viene dall'album "Never Turn Your Back on a Friend" (Non Voltare mai le Spalle ad un Amico) e già possiamo capire quanta importanza abbia questo significato se rapportato alla scomparsa di Cliff Burton. Questo pezzo in particolare parla del "ventaglio di grana", quindi di una persona piena di soldi, questo viene descritto come una persona che ottiene tutto coi soldi, che è avaro e non regala mai nulla di ciò che ha e si potrebbe fare una zecca con tutti i soldi. Comportandosi così però, questo avido ricco perderà tutti i propri veri amici ed alla lunga si renderà conto di essere lui il perdente, una volta rimasto solo. Mai restare con uno pieno di denaro sporco, bisogna essere ribelli, guidare la moto e conservare la propria libertà. Insomma questo testo parla di come gli amici veri non siano quelli che vanno dietro all'uomo coi soldi, gli opportunisti adulatori del denaro; ma piuttosto i ribelli, i "bad boys" che sono indipendenti e che quindi rimangono fedeli per autentico affetto.
The Prince
Si conclude con "The Prince" (Il Principe), cover dei Diamond Head, anche questo gruppo di spicco dell'Heavy Metal britannico, pubblicato nell'album "Lightning to the Nations" del 1980 che molto ha ispirato i Metallica. Colpi di piatto ed un ritmo veloce e carico di groove, il basso si riesce a seguire bene assieme alla chitarra ritmica, belli pesanti, la chitarra solista si sgancia ed è più lenta, la batteria è scatenata sul rullante, assolo di chitarra molto veloce, vorticoso, acuto e con delle parti stridule. Ci sono tutti i semi del Thrash Metal in questo sound, un Hard Rock/Metal scatenato, la voce di Hetfield irrompe con grinta, sembra un coro per via del riverbero, la parte è ancora veloce e graffiante, molto ritmata e la voce lo è altrettanto. La batteria è un tupa tupa continuo, variazione strumentale con stoppate a sorpresa e basso in vista, riprende la strofa con una batteria inarrestabile e sempre in primo piano con un suono secco e pieno di attacco specie sul rullante. La voce si lascia andare in urli nel coro, un groove pazzesco per un pezzo che coinvolge dal primo secondo, altre stoppate con una cavalcata veloce, poi la chitarra scandisce da sola il ritmo, sotto un drum'n'bass dal sapore Jazz, poi delle melodie più propriamente Heavy Metal, con delle chitarre che si sovrappongono in una melodie epica, dopo uno stacco si riprende con la strofa principale e quindi si fa sentire di nuovo anche il cantato, il charleston è sempre presente e si alterna frequentemente col rullante. Una serie di stoppate ed il pezzo si conclude bruscamente. Il testo racconta di una sorta di principe oscuro, si vede la sua faccia ed il suo sorriso, i suoi occhi raccontano storie morbose del suo cuore nero, delle sue imprese in ere passate, ma ora è tempo di morire. Un angelo che viene dal basso, capace di cambiare i sogni, quindi il narratore dice di preferire la gloria e la ricchezza, di voler vendere la propria anima e rinascere, di preferire le ricchezze in questa vita piuttosto che una corona di spine; poi si rivolge al diavolo chiedendo di prendergli l'anima e ripagarlo in diamanti perché non gli importa niente del paradiso e vuole vivere bene finche vivrà. Anche questo testo può avere una particolare interpretazione per i Metallica, infatti tende a sottolineare l'ingiustizia a stupidità di una vita fatta di sofferenza e sacrifici per avere dei premi nell'al di là; quando invece questa vita è unica ed irripetibile ed andrebbe vissuta al massimo.
Conclusioni
Un singolo che si conclude bene, senza infamia e senza lode, è stato estratto un pezzo particolarmente malinconico dell'album, malinconia che viene parzialmente stemperata dalle cover che si mostrano più grintose. La scelta di penalizzare così tanto il basso nel missaggio non ha molto giovato il gruppo, che si ritrova così un sound molto carente nei bassi, anche perché la cassa stessa è molto incentrata sulla presenza ed attacco, quindi anch'essa difetta di bassi; circostanza che, con due chitarre, non è davvero il massimo. L'ascolto è gradevole, anche perché la batteria ha un volume molto forte, un sound secco e preciso, però si perde quel groove che invece il basso ha saputo dare alle cover. Il merito di questo singolo è quel di racchiudere in sé il germe di quello che sarà il futuro dei Metallica, fatto di attenzione in ogni singolo passaggio, melodie malinconiche e più curate a discapito della velocità e dell'irruenza che hanno caratterizzato i primi album del gruppo. La grafica è davvero un'ottima presentazione: racchiude in sé elementi che richiamano indubbiamente l'album appena uscito - dal quale è stato estratto il singolo - ed allo stesso tempo mette in gioco anche elementi da Hard Rock britannico anni '70 che lasciano intendere che ci saranno anche pezzi di quel genere, come effettivamente ci sono nel lato B. L'esecuzione delle cover è stata onesta e riuscita, i Metallica hanno saputo rivivere quei pezzi mettendoci del proprio senza snaturarli, si capiva bene che c'era divertimento nel suonarli e questo approccio genuino traspare e viene avvertito anche dall'ascoltatore. Questo singolo, parliamoci chiaro, è una chicca da collezionisti appassionati sfegatati dei Metallica, non ci sono state ristampe recenti ma solo due edizioni di lancio (CD e vinile) ed una ristampa del 1990 in vinile blu che raccoglie 3 dischi con altrettanti singoli (una specie di cofanetto che raccoglie tutti i singoli del periodo). E' però un singolo del quale può essere interessante parlare perché rappresenta, come già detto, la svolta che cambierà il corso della storia discografica dei Metallica che, anche per via del recente lutto, sono rimasti influenzati da questa malinconia che ha colpito musica e testi. Un singolo che può essere valutato positivamente ma che ancora non ha in sé tutte le belle caratteristiche e cura propria di altri lavori malinconici che usciranno dal gruppo.
2) Breadfan
3) The Prince