METALLICA

Enter Sandman

1991 - Vertigo

A CURA DI
ZULEIKA CIRIO
08/10/2015
TEMPO DI LETTURA:
9

Introduzione Recensione

C'è chi l'ha lanciato fuori dalla finestra come una stereotipata rockstar avrebbe fatto con quel vecchio modello di televisoredella sua lussuosa camera dell'albergo; c'è chi l'ha ascoltato e, chi invece ha ascoltato quell'amico che, con tanta imprudenza, nel 1991, gli disse "E' uscito il nuovo disco dei Metallica!! Compriamolo in società, anticipami i soldi, poi te li do!!" ? Non ha mai ricevuto quella metà e il disco, sperduto in qualche scaffale della soffitta, si è ben mimetizzato in qualche antro buio come la sua copertina, rischiarita solo dai tre cm di polvere. C'è qualcuno che, troppo giovane, si è avvicinato ai thrasher statunitensi scoprendoli solo con questo lavoro, innamorandosene, difendendolo a spada tratta meglio di come potrebbe fare Peter Paterno. Amore e odio. Due sentimenti antitetici eppure così affini. D'altronde l'odio non genera amore? Si, in teoria? Ma quando si parla del Black Album, i due concetti sono lontano quanto la Terra dal Sole. Insomma o ti piace o lo interpreti come la rovina di quella che fino a poco tempo prima era la tua band preferita. E' infatti di dominio pubblico l'opinione generale del disco: E' un lavoro fatto per i soldi? E' colpa di quel mentecatto truffaldino di Bob Rock? Il sound thrash dove è finito? ... Ma i Metallica si son messi a fare hard rock? Li vedremo a sventolare parrucconi e scarpe pitonate per il prossimo album? Per i fan di vecchia data è sicuramente stata una batosta non trascurabile. Eppure, checché se ne dica, dopo 24 anni siamo ancora qui a parlarne, a chiederci cosa ci sia in questo album che non funzioni, a domandarci quale sia la vera ragione per cui i 4 ragazzi, (capitanati, per altro, da un omone che va a caccia di orsi, quale il buon James, una mancata promessa del tennis quale Ulrich, che potrebbe fare un servizio vincente con la sua pallina infuocata di rabbia, il poliedrico Hammett che, ditemi se è poco, è stato allievo del talentuoso Satriani, e poi Newsted, colui che fu scelto come il migliore bassista tra i 40 musicisti che si proposero per sostituire il compianto Cliff) siano riusciti a perdere tutta quella aggressività degli album precedenti. Eppure i Metallica sono stati i pionieri del genere. Insieme agli Slayer, i Megadeth e gli Anthrax formano i fantastici 4 del thrash metal. Ma con questo album, molti sono dell'idea che del thrash non rimanga altro che trash, spazzatura. Sicuramente, i Metallica si resero immediatamente conto di aver prodotto un lavoro diverso dal solito, almeno, inconsciamente, forse. Insomma, quella copertina così nera? Quel serpente in un angolino che pare pronto ad attaccarti alle spalle? Forse non è un frutto del caso. Forse quello che fin da subito volevano dirci è: "Miei cari fan, questo è un album a scatola chiusa, uno di quelli oscuri, di quelli che segnano un passaggio di crescita (o di decrescita, vedete un po' voi), quelle transizioni buie della vita che ognuno di noi ha, o ha avuto, essenziali per il cambiamento. Necessarie. Anche se fanno soffrire, sono necessarie. Oppure, volevano semplicemente esprimere, in modo fin troppo palese, che anche loro stessi si erano resi conto di non suonare più come un tempo, di non possedere più quella grinta e di essere caduti nel baratro. Eppure, zitti zitti, nonostante l'esplosione di critiche subìte, ci sarà pure un buon motivo per cui questo maledetto Black Album ha venduto, fino ad oggi 16 milioni di copie negli Stati Uniti (aggiudicandosi di conseguenza parecchi dischi di platino) e 30 nel mondo; seha mantenuto i primi posti delle classifiche statunitensi e inglesi per diverso tempo. E certo, mi diranno i fan più radicati al passato, con questo disco si sono venduti pure le mutande sporche, e inoltre le hanno pulite sulla faccia di chi una volta bramava per un loro concerto spaccaossa, per un assolo da ciocche alle dita dei piedi. Con questo album hanno raggiunto tutto il pianeta, persino la vostra nonna che era tanto dedita all'ascolto di un valzer. I numeri parlano chiaro: dalla sua release, il lontano 12 agosto 1991, il Black Album ha venduto, forse, ha anche (s)venduto i Metallica, portando un bel guadagno alla Elektra e a Rock. Potremmo continuare a "spendere" parole sul Black Album e, alla fine, rimanere al verde, probabilmente senza una risposta certa, una spiegazione che metta l'anima in pace a tutti quanti. Purtroppo, non è questa sede. Ciò che ci interessa ora è, da come avete notato dal titolo, il singolo prodotto dai 'Tallica, ovvero Enter Sandman, uscito due settimane in anticipo rispetto all'album. Il singolo è offerto al pubblico statunitense in questo modo: Enter Sandman come prima traccia e la "Regale" Stone Cold Crazy. Differente la produzione su scala internazionale, che prevede anche una versione demo della prima. Sul vinile da 12", invece, commercializzato in tutto il mondo, è stata inserita anche la terza traccia del Black Album, Holier Than Thou.

Enter Sandman

Il singolo Enter Sandman, edito nel caldo 29 luglio del 1991 si presenta con un artwork semplice quanto sospetto: la cover, di fatto, non è altro che una miniatura dell'angolo in basso a destra del Black Album, quello in cui risalta un serpente ingrigito arrotolato su se stesso e che svetta verso l'alto. Se la copertina dell'album vi faceva storcere il naso o vi trasmetteva, velatamente, un subdolo senso di angoscia, il primo singolo estrattovi, già dal titolo, dovrebbe farvi accapponare la pelle. "Sandman" non presenta una equivalenza in italiano, perché non appartiene alla nostra cultura. Il suo mito è radicato nel folklore del nord d'Europa. Secondo la leggenda, "L'uomo della sabbia" era uno stregone che faceva sprofondare nel mondo dei sogni i bambini che non volevano dormire, cospargendo i loro occhi di sabbia magica. Non so voi, ma io lo trovo abbastanza inquietante. Un mago che mi getta sabbia dentro gli occhi non è proprio il massimo della gentilezza. E.T.A. Hoffmann mi precedette in questo pensiero, dissacrandolo senza mezzi termini, allontanandolo dalla figura di pacato e amorevole maghetto alla Harry Potter, finendo per traumatizzare, da allora, tutte le generazioni a venire. Sandman è cattivo. Lancia sabbia nei vostri occhi per accecarvi. Non volete dormire? Volete tenere aperti gli occhietti? Sandman è pronto ad attaccarvi, facendovi sgusciare fuori dalle orbite i vostri bulbi oculari per donarli ai figli in un lauto banchetto. Come detto in precedenza, un poco inquietante? Io correrei a dormire. Ma non è finita qua. Neil Gaiman, fumettista di origine americana, produsse proprio in quegli anni (precisamente dal '89 al '96) un serie di fumetti, The Sandman, narrante la storia di un Signore dei Sogni, un essere che vive perennemente tra il sonno e la veglia e che influenza l'esistenza degli esseri umani senza che essi ne siano consapevoli. Sandman fa parte di una schiera definita dei 7 Eterni (Death, Desire, Destiny, Despair, Delirium, Destruction, Delight e ovviamente lui, Dream), composta da essenze atemporali e a prescindere dall'esistenza umana. Enter Sandman: titolo spiazzante quanto i suoi risultati. Nonostante le critiche a Metallica, fin dalla sua uscita, il singolo ha riscosso moltissimo successo, vendendo negli soli States ben 500,000 copie nell'anno stesso, sgraffignandosi il titolo di disco d'oro. Ironia della sorte, tutto questo successo non sarebbe mai dovuto esistere, per un semplice motivo: non doveva uscire come primo singolo. Holier Than Thou era destinata a sobbarcarsi il peso di opening track, scalata in seguito al terzo posto. Rock e i 'Tallica erano convinti che l'album possedesse almeno 5 o 6 canzoni che sarebbero diventate dei classici, e tra queste, Holier Than You godeva della maggior grinta per procacciarsi il titolo citato. In verità, non proprio tutti erano così persuasi dall'idea? Ulrich sosteneva ancor prima della fase di registrazione, avvenuta tra l'ottobre del '90 e il giugno del '91, che Enter Sandman avesse le qualità ideali per addossarsi questo peso. Alla fine nessuno aveva torto. Enter Sandman ha avuto successo come singolo quanto è vero che, di Metallica, quei 5-6 brani sono diventati storia. Il primo estratto dal loro quinto albumsi mantiene su un tempo di 123 battiti per i 5 minuti e 32 secondi, leggermente al di sopra della media generale delle altre canzoni. L'intro si insinua armoniosamente, senza fretta, prima, con la chitarra pulita di James attraverso il classico riff che guida tutta la canzone, successivamente, accompagnato dal wah-wah di Kirk della durata di pochi secondi. Ulrich accarezza i piatti fino al secondo 0.15, quando comincia a crescere la potenza grazie all'aggiunta dei tom mentre Newsted, al basso, crea un graffiante sottofondo. Da lì a poco l'intro soft si fa esplosivo grazie alla chitarra distorta di Hetfield; le plettrate ricordano un avvitatore pneumatico. Il tutto contornato dal senso di sbandamento provocato dall'inconfondibile effetto di Hammett. La batteria si trattiene, però, fino a 0:56, quando il ritmo, più denso,va in crescendo. Il main riff trionfa con le chitarre aperte e il basso sempre ben presente. Gli strumenti sono finalmente ben livellati tra di loro andando a creare il ritmo predominante di uno dei brani simbolo della band. Dopo un'attesa di circa un minuto ecco che udiamo la voce di Hetfield introdurre la prima strofa del singolo. Presenta una voce sicuramente più impostata rispetto agli album precedenti, nonostante rimanga inconfondibile e incalzante come sempre. Durante la strofa, James pare porre l'attenzione sul cantato verso la fine di ogni verso, risaltando, così, il ritmo martellante e trafittivo.Al minuto 1:27 gli strumenti rallentano all'improvviso unanimemente per permettere la riuscita del pre chorus, che non è altro che lo stesso riff in un'altra tonalità. La batteria rallenta per poi sfociare al massimo nel ritornello, che riprende il main riff e viene accompagnato da un secondo chorus non cantato, ma seguito, questa volta, dall'effetto di Hammett che ripropone anche nella strofa successiva. Il ritornello è potente, assillante. E' uno di quelli che basta ascoltare una sola volta per rimanere in testa per giorni. Buona scelta Lars. La strofe successive presentano la stessa struttura delle prime, con l'aggiunta del wah-wah e i cori di Jason fino a che gli strumenti, chitarra esclusa, vanno ad ammutolirsi lasciando modo alla voce solitaria di Hetfield, di introdurre l'assolo, scritto ed eseguito dal buon Kirk. Il solo, seguito dal ritornello strumentale che ne crea il tappeto sonoro, ha modo di aggradarci per quasi un minuto prima di lasciare il posto all'intro reprise al minuto 3:28, composta da una sezione parlata da James e dal figlio di Rock, che li vede interpreti di un famosa preghiera, confluendo nuovamente nel refrain per tre volte, di cui una, l'ultima, priva della traccia vocale. La canzone termina con la ripresa dell'intro, contornata dalle ormai mitiche interiezioni di James, finendo per dissolversi insieme a tutti gli strumenti finché del brano non rimane che la chitarra pulita, qualche parola sussurrata e una leggera batteria che vanno a sfumarsi. Insomma, Ulrich aveva ragione, la song è strutturata sulla base di un solo riff che però a quanto pare è stato ben sfruttato e non rende mai troppo evidente la sensazione di monotonia. Riff, che tra l'altro, venne descritto dallo stesso James come un "Muro di chitarre" in quanto vennero utilizzate tre tracce di chitarre ritmiche suonate da lui stesso per dare il tipico impatto del brano sul cd. Inizialmente il riff di Hammett durava solamente due battute ma Ulrich suggerì di suonare la prima battuta per tre volte, rendendo il brano più corposo. Anche il suono della batteria ha richiesto moltissimo lavoro. Lars dovette fare circa una cinquantina di registrazioni. Questa, infatti, non venne mai registrata dall'inizio alla fine. Vennero selezionate alcune parti e in sostanza "appiccicate" tra loro per riuscire ad ottenere quella potenza di impatto tanto bramata. Ma non finisce qui: i microfoni di studio vennero posizionati e combinati in giro per la saletta in 50 posizioni diverse, soprattutto per la registrazione di chitarra e batteria, allo scopo di fornire un audio da live. Un'operazione di mixaggio lunghissima tale da richiedere ben dieci giorni per il solo brano. Tutto questo diviene molto più credibile se pensiamo che, essendo stata registrata per prima, Enter Sandman forniva la base per tutti i suoni del Black Album. Ed ora, possiamo addentrarci nel livello testuale. Diverse fonti indicano cometema principale la morte. Tema completamente rivalutato dal barbino Rock, perché a sua detta, "La morte non vende". Eppure in Enter Sandman il concetto di morte, benché sottinteso, è presente. Il brano si apre con la figura di un bambino, coricato nel letto ed avvolto in calde coperte, che riceve la buonanotte. Ma prima di appisolarsi, per proteggersi dal peccato durante il sonno, deve pregare. Sarà poi "L'uomo della sabbia" che lo trascinerà nel mondo dei sogni. Ma una voce, che proviene forse dall'inconscio, gli consiglia di dormire con un occhio aperto in modo da stare sempre all'erta, di stringersi al suo cuscino per non staccarsi dalla realtà. Le luci si spengono, il buio sovrasta l'ambiente circostante. Morfeo gli tende la mano, portandolo nel paese immaginario, nel mondo di Peter Pan, nel mondo dell'eterna giovinezza. Ma il fanciullo fatica a rimanere in quel mondo, c'è qualcosa che non va, bisogna ritornare alla realtà, c'è bisogno di luce. Quella oscurità fa paura. Non c'è, in quel mondo sognante, Biancaneve ad attenderlo come potrebbe immaginare ogni pargolo. Ci sono visioni di guerra, di menzogne, di draghi malvagi e di mostri. La preghiera è l'unica salvezza. Tramite essa è al sicuro, è al riparo dai mostri sotto il suo letto, dentro il suo armadio e dentro alla sua testa. Alla fine, il piccolo non è altro che un granello di sabbia nell'universo. Il testo appare chiaro, non risulta difficile immaginarsi la scena. Eppure dietro a questo semplice ritratto, Hetfield ci racconta molte cose. Enter Sandman non è un semplice racconto di un bambino che fatica a dormire perché preferirebbe giocare o fare altro. Non è solo una storiella da usare come scusante per far recitare le preghierine al proprio figlioccio tanto ribelle. Enter Sandman parla di incubi, di sogni e soprattutto di paure. Paura di dormire, paura di sognare cose orrende, paura della morte e di tutto ciò che è incarnazione materiale del diavolo, del male. Paure alle quali non viene mai data soluzione per resistergli, il coraggio non viene menzionato. La paura è un sentimento intrinseco nella natura umana, è un peccato che può essere scacciato attraverso la preghiera, ossia, rifugiandosi in un mondo parallelo che crea una sorta di barriera protettiva dal male, dal timore stesso. Questa barriera è il sogno, ovvero, l'ignoranza. Nessuna preghiera,però, permetterà mai all'uomo di essere libero, felice, inconsapevole. Le paure profonde sono incarnate da una figura ancora incosciente, ancora pura, intaccata da questo sentimento. Il bambino è simbolo dell'innocenza. Bambino che, per quanto innocente sia, sarà costretto a crescere e in maniera drastica, senza fasi mediane e progressive. Passerà dal farsi leggere la favola di Biancaneve al conoscere gli orrori della guerra, la falsità del mondo in cui vive. L'angoscia comincerà ad insediarsi nella sua testa. E allora vorrà ritornare fanciullo, inerme, innocuo, quando tutto si riduceva al timore di un mostro inesistente dentro un armadio o sotto un letto (chi da bambino ha mai messo quel piede fuori dalle lenzuola?); mentre, da adulto, le paure saranno ben radicate nella sua mente, ma sempre e solo nella sua testa. Paranoie. Voci nella sua testa. Allora, per fuggire dagli incubi della realtà gli toccherà rifugiarsi nel mondo dei sogni, nel mondo delle bugie, in quel mondo dove tutto pare perfetto e bello. Tutto questo, non senza alcuni problemi, d'altronde, il sonno della ragione, genera mostri. Il bambino che viene messo a riposo, peraltro, potrebbe essere una mera personificazione dell'uomo che mette a tacere la propria mente e la propria consapevolezza. Perché quando sei ben cosciente di tutto ciò che accade diventi un individuo pericoloso per la società. Chi dorme, invece, accetta tutto senza porsi domande e senza darsi riposte a causa della paura di prestare la sua voce in capitolo, di svegliarsi, tra la massa di addormentati. La strofa parlata da James e recitata dal figlio del buon Bob, ("Now I lay me down to sleep, I pray the Lord my soul to keep, If I shall die when I'm wake, I pray the Lord my soul to take"), è unatrasposizione di un'orazione realmente esistente già dal 18° secolo, apparsa per la prima volta in forma scrittanello Spectator di Addison. (Anche i "compari" Megadeth la parafrasarono,utilizzandola in "Go To Hell"). Hetfield, qui, assume il ruolo di sacerdote, di confessore, guidando il bambino nella redenzione. La scena, alimentata dal tono un po' inquietante di Hetfield, costringe la nostra mente a immaginare l'innocente bambino nell'atto di professare un giuramento con il diavolo. Insomma, Rock gli aveva proibito l'utilizzo di temi passati come morte, droga e demoni, ma i Nostri sono riusciti ad aggirarlo in modo tacito e con l'astuzia, recuperandoli senza troppa fatica. Piccola curiosità: il brano è stato riprodotto live la bellezza di 1,133 volte, finendo per apparire in tutti i CD e DVD live successivi (E, in occasione dell'entrata nella Rock and Roll of Fame nel 2009, hanno eseguito nuovamente il brano con Newsted). Il live più rappresentativo del brano risale sicuramente a quello di Mosca del settembre del 1991, il Monsters of Rock, al quale parteciparono per la quarta volta. Un semplice gruppo di quattro ragazzi, chiamati Metallica, sono riusciti in pochi minuti a far sciogliere la pesantezza del clima circostante, formato da militari sovietici pronti a manganellare invece di fraternizzare. Son riusciti a saldare le crepe generazionali, a rimettere, anche se per il tempo di un concerto, dei cerotti su ferite aperte di circa 500 mila persone (anche se fonti non ufficiali stimano anche 1 milione e seicento mila). Il successo del pezzo portò alla coverizzazione, dello stesso, da parte di moltissimi artisti; inoltre divenne utilizzata in diversi ambiti sportivi, dal wrestling al baseball e persino in alcune missioni della Nasa. Merita una nota anche il videoclip che va ad alimentare quella sensazione di sbandamento sopracitato grazie alle sue frenetiche immagini che seguono la trama come se ci trovassimo in una discoteca. Siamo disorientati, spaventati dallo sguardo torvo del Sandman, interpretato da R.G. Armstrong, quanto il bambino.  Il regista è Wayne Isham, che produrrà altre nove clip per i Nostri; venne presentato in anticipo di due settimane rispetto all'uscita di Metallica e nel 1992 guadagnò il titolo di Best Hard Rock Video.

Stone Cold Crazy

Seconda traccia del singolo, la celebre "Stone Cold Crazy". Impossibile non averla mai sentita, anche nella sua versione originale, pubblicata dai mitici Queen. Risale al lontano 1974, anche se Freddie Mercury la compose già nel '70 e si trova nell'album Sheer Heart Attack. Ebbene, nel 1990, per festeggiare i suoi 40 anni di attività, l'Elektra propose una compilation di cover elaborate dai musicisti allora sotto contratto, per omaggiare tutti i grandi nomi del passato sotto la loro etichetta. La raccolta recava il nome di Rubáiyát: Elektra's 40th Anniversary. I Queen avevano abbandonato la Label nel 1983. In adolescenza, James era stato influenzato dai Regina e l'amore venne rievocato dalla possibilità di poter scegliere un loro brano da coverizzare. Hetfield scelse quindi Stone Cold Crazy e questa venne poi inserita, prima come B-side del singolo Enter Sandman e successivamente, nel secondo disco di Garage Inc. La canzone ottenne moltissimo successo riuscendo ad aggiudicarsi un Grammy Award come Best Metal Performance e venendo suonata durante tutto il tour del Black Album, tra il 1991 e il 1993. Stone Cold Crazy è un brano particolare quanto il titolo che reca. Tradurlo letteralmente è impossibile e in inglese non esiste nemmeno. Partiamo quindi dal presupposto che se "stone cold sober" voglia dire "totalmente sobrio", il brano possa voler dire "completamente pazzo" oppure, estremizzando, un "pazzo estremamente lucido di testa". Il testo, che nella versione dei Metallica è reso più aggressivo tramite l'utilizzo di un linguaggio più colorito (differisce, in effetti, in alcune parti) che porta il marchio di fabbrica di James, si avvia con la figura di un uomo che racconta una storia. Non ci è dato sapere se questa sia realmente accaduta o se sia solo frutto dell'immaginazione (o della digestione) causata da quel vecchio film gangster visto la sera precedente. E' domenica mattina e l'uomo sta dormendo profondamente quando, all'improvviso, sogna di essere Al Capone. Immagina di impersonare il noto criminale statunitense di origini italiane, è anch'egli un gangster o semplicemente una persona comune? Non è chiaro. In ogni caso, l'odore di pesce dei suoi vestiti sta appestando la camera, questo vuol dire che si trova lì da troppo tempo, deve fuggire da quella città. La polizia gli è alle calcagne. Deve scappare per l'ennesima volta prima che le sue orecchie sentano quel frastuono familiare di poliziotti che salgono le scale di corsa, di pugni che sbattono contro la porta fino a che questa, distrutta dalle randellate, non urta fragorosamente il pavimento, lo stesso su cui, ora, si trova nel raro momento di lucidità, dopo una sonora sbronza. La seconda strofa è complessa dal punto di vista interpretativo. E' difficile capire cosa stia effettivamente accadendo al protagonista. E' un pomeriggio piovoso e si trova in casa con una donna che suona malinconiche note col trombone. La sua indole distruttrice lo incoraggia ad uscire da lì e a fare una strage paragonabile ad un tifone. Il personaggio dei Metallica è pericoloso. Non possiede un'arma giocattolo, ad acqua, come quella che Freddie aveva immaginato nelle mani del suo fantoccio, è effettivamente armato. Scende per strada e comincia a sparare sulla folla, finché un poliziotto si avvicina a tal punto da costringerlo alla fuga. Il suono assordante della sirene è spiegato, si apre una corsaalla caccia all'uomo che termina per quest'ultimo in una inevitabile cattura. Ha finito la benzina. Deve rassegnarsi alla realtà, ora finirà in cella. E' certo che non andrà in paradiso ma ha addirittura paura che non potrà accedere all'inferno, perché anche se i due mondi sono "vivibili" solo nell'aldilà e solo una volta, l'inferno lo ha già vissuto sulla Terra. Sotto il profilo musicale, la canzone si apre con la chitarra di Hammett che pare urlare.L'ascoltatore è assalito dal drumming forsennato e infuriato di Ulrich che dà il via al giro principale alla canzone,accompagnato dalle chitarre e dal basso che vanno a tessere una vigorosa trama sonora. La voce di Hetfield, per quanto estremamente diversa da quella di Freddie, si ambienta subito nonostante la velocità del cantato, quasi parlato a raffica, dando l'impressione di non trovare grandi difficoltà nell'esecuzione incalzante del brano.Già nella canzone originale dei Queen, anticipatrice di quello che sarà lo speed metal, la ritmica pare davvero esagerata. Tuttavia, i Metallica la estremizzano ulteriormente, inserendo degli stacchi spaccaossa come da 0:29 in avanti. Le parti di batteria di Ulrich s'arricchiscono di qualche passaggio di doppia-cassa assolutamente inesistente nella traccia originale (come a 1:04). Per quanto riguarda le chitarre, oltre al potente riff che caratterizza ogni attimo della canzone, abbiamo anche l'assolo di chitarra di Hammett, a 0:49, breve ma molto efficace. In sostanza, la canzone è un continuo susseguirsi di strofe, ritornelli e altri cambi vari, come quello che porta al secondo assolo di chitarra, leggermente più lungo, ma ugualmente rumoroso e scanzonato. Dopo questo momento la canzone trova ancora il tempo per un'ultima strofa, arricchita da una prolungata schitarrata smorzata. Infine, il chorus che va a chiudere in maniera semplice e netta la composizione. Il brano è incisivo e tutta la sua carica esplosiva viene concentrata in poco meno di 2:20 minuti. Stone Cold Crazy è la genesi dell'heavy metal, prima ancora che il termine potesse essere coniato. E' impressionante pensare alla quantità di canzoni che i Queen hanno prodotto avvolgendo un pubblico vastissimo, riuscendo ad accarezzare le orecchie di grandi e piccini. Ma è decisamente sconvolgente ascoltare un brano del genere e rendersi conto che, alla fine, non è poi così diverso dalla versione dei Metallica. Di certo hanno fatto una scelta coraggiosa, non tutti possono permettersi di manipolare un gruppo come i Queen e mostrarsi comunque naturali. Insomma, i quattro thrasher hanno scelto un vestito che non sta loro affatto stretto. Se avete l'occasione, guardatevi il video del Freddie Mercury Tribute Concert risalente al 1992, quando il Wembley Stadium venne infiammato dall'esibizione del brano da parte di Hetfield e dei Queen. La scena in cui James scuote su e giù la testa di fronte a Roger Taylor è imperdibile. Avreste mai detto di poter vedere uno dei Metallica fare head banging insieme ai Queen??

Enter Sandman (Demo Version)

Come detto in precedenza, su scala Internazionale, venne aggiunto un brano al singolo: la versione demo della prima traccia. Rispetto al motivo originale, il demo non varia solo nella sua lunghezza (5:37 contro i 5:05 di quest'ultimo). Venne prodotto un anno prima del rilascio del Black Album, il 13 agosto del 1990.Appare perciò differente dal punto di vista musicale. Ascoltandolo, difatti, abbiamo l'impressione di trovarci fuori dalla saletta prove dei Metallica, con una fresca birretta in mano. I suoni sono ovattati e questo potrebbe essere indice del fatto che i ragazzi stessero registrando in saletta ogni eventuale idea. Il basso è praticamente inesistente, le chitarre sono grezzissime, sulla stile dei vecchi 'Tallica. La batteria, così come le chitarre appaiono impastate, non potenti come le conosciamo. L'incipit dell'assolo ricorda quello attuale ma meno elaborato, e lontano dallo stile di Hammett, probabilmente improvvisato da James, con lo scopo di tastare una papabile parte solistica adatta al contesto generale, che invece pare già abbastanza consolidato. L'assolo pulito è formato da diversi passaggi e scale ora inesistenti ed è privo del wah-wah. Anche il finale è provvisorio. In sostanza dà l'impressione di essere un buon abbozzo, con una qualità audio inferiore, del brano che tutti noi conosciamo oggi. La voce non è presente per tutti i 5 minuti. Enter Sandman venne scritta prima di tutte le altre canzoni ma fu l'ultima a ricevere un testo. La sezione lirica che cantiamo a squarciagola non èquella originale. Hetfield pensava che la melodia suonasse un po' troppo orecchiabile e per questo decise di raccontare, nel testo, di una famiglia perfetta custode di un segreto che si sarebbe rivelato orribile, tanto da distruggerla. Rock e Ulrich non furono d'accordo e per la prima volta nella storia della band venne consigliato a Hetfield di cambiare tema. Cosa che fece.

Conclusioni

Ed ecco, allora, le conclusioni di questo singolo. Per quanto i più tradizionalisti possano non amare l'album, è sicuramente innegabile la potenza di alcune canzoni, tra cui quelle incluse in Enter Sandman. Il brano viene considerato una delle pietre miliari della musica metal e nel 2012, sancito come uno tra i ritornelli più esplosivi di tutti i tempi. Molti sono convinti del fatto che la propria band preferita, mezza sconosciuta, cominci a riscuotere successo solo perché svenduta alla propria etichetta o perché in tasca, quell'anno, gli sono entrati più soldi di quanto gliene siano usciti. E' difficile giudicare questo album in maniera oggettiva ma è altrettanto facile giudicarlo drasticamente. Ogni gruppo passa le sue fasi, come giusto che sia e nel bene o nel male, quando si hanno risultati effettivi, sono i dati alla mano a parlare. Enter Sandman ha ammazzato il cuore dei pure thrasher, ma ha portato al seguito dei Metallica una schiera di seguaci vastissima, che li ha conosciuti in quella sede ma che li ha poi amati anche per gli album precedenti, indubbiamente. Quindi, forse, dobbiamo ringraziare anche un pochino il Black Album se riusciamo a pronunciare "Metallica!" senza che il nostro interlocutore, non proprio appassionato di metal, brandisca il suo cellulare con la ultima App per ascoltare gli inediti di Justin Bieber in modo da farci correre dallo spavento, suo e nostro. Se lo avete scaraventato nella pattumiera, non importa, ma se lo avete conservato in uno scatolone, forse potreste dargli una seconda chance e permettergli di rivedere la luce, d'altronde non è un vampiro.

1) Enter Sandman
2) Stone Cold Crazy
3) Enter Sandman (Demo Version)
correlati