MEGADETH

Wake Up Dead

1986 - Capitol Records

A CURA DI
MAREK
10/03/2016
TEMPO DI LETTURA:
10

Introduzione Recensione

Cosa sia stato e cosa ancora rappresenti, un capolavoro come "Peace Sells..", è fortunatamente noto a qualsiasi appassionato di Metal che si rispetti. Dai Blackster agli Heavy metallers, senza compromessi o differenze, tutti siamo (fortunatamente!) concordi nell'affermare come questo disco sia stato un punto di svolta fondamentale non solo della Storia del Thrash Metal, ma anche e soprattutto della nostra musica in generale. Come giustamente affermato dai colleghi Lorenzo e Davide nell'articolo atto a trattare il suddetto album in toto, "Peace.." ha segnato inoltre la decisiva evoluzione del sound dei Megadeth, i quali trovavano (ieri come oggi) la loro definitiva e fondamentale incarnazione le turbinio di idee del geniale Dave Mustaine. Un Mustaine, in quel 1986, ancora amareggiato ed arrabbiato per il trattamento riservatogli da quelli che credeva essere suoi amici fraterni; quei Metallica che non esitarono a buttarlo fuori dal gruppo senza nemmeno un "grazie", dimenticandosi di tutto l'impegno che il buon Dave aveva profuso nella causa. Dati di fatto inoppugnabili, la sua esperienza (seppur breve) è stata di fondamentale importanza per i Four Horsemen, i quali hanno potuto apprendere dall'estrosità compositiva del rosso tante idee e tanti preziosissimi segreti chitarristici in seguito trasposti nei loro album di maggior successo. Una rabbia che ribolliva e che dapprima era stata sfogata in un vortice di violenza "in your face", chiamato anche "Killing is My Business.. and Business is Good!", primo parto della (de facto) one man band di Dave, il quale aveva riunito attorno a se collaboratori adatti ad aiutarlo in fase di realizzazione del disco citato pocanzi. Alla sua causa si erano aggiunti il talentuoso David Ellefson (basso) e Chris Poland (chitarra), seguiti a ruota dal compianto batterista Gar Samuelson. La formazione diede dunque vita ad un assalto sonoro come "Killing..", mostrando velleità estreme che in seguito avrebbero fatto scuola e proseliti soprattutto presso i gruppi divenuti in seguito più intransigenti ed inclini allo speed / thrash privo di velleità melodiche. Sarebbe seguito, appena un anno dopo ("Killing.." è un album del 1985), un lavoro molto più ragionato e tecnico come "Peace Sells.." appunto, nel quale i Megadeth e Dave Mustaine decidono di continuare a premere sull'acceleratore ma in maniera più chirurgica e sicuramente meno prevedibile: grandi sfoggi di tecnica, passaggi complessi, brani articolati in maniera molto più ricca e variegata che nei precedenti pezzi.. insomma, dimostrare ai Metallica di essergli superiori anche e soprattutto in fase di songwriting, non solo sul "rettilineo". Tutti possono suonare veloci ma ben pochi possono effettivamente dar vita a quelle esplosioni "ragionate" che si, deflagrano in detonazioni da non pochi megatoni, ma al contempo riescono a stupire per eleganza e passaggi in grado di attirare anche il più puntiglioso degli strumentisti. La chiave di volta per comprendere il successo di "Peace.." fu difatti questa: grande tecnica e grandi capacità. Dave Mustaine si era trasformato nell'archetipo definitivo del Metalhead, la figura che tutti volevano imitare e che ammiravano. Suono incazzato e veloce ma pregno di melodie inaspettate ed assoli irripetibili, attitudine da strada unita ad un grande gusto per il tecnicismo.. questo era Dave, questi erano i Megadeth del 1986. Nei "Music Grinder Studios" di Los Angeles era avvenuto qualcosa di grandioso, che i nostri amici forse nemmeno erano riusciti a percepire come tale. Un capolavoro, difatti, dalla genesi assai travagliata: all'epoca Dave Mustaine e David Ellefson erano da considerarsi a tutti gli effetti come degli homeless (non proprio "barboni" ma comunque persone senza fissa dimora) mentre Poland e Samuelson avevano diversi problemi dovuti alla dipendenza da eroina. Dipendenza che li portava a sparire per diverso tempo, disertando show e prove. Nonostante tutto, il combo riuscì a sfruttare al meglio i 25.000 dollari messi a disposizione dalla "Combat", loro etichetta; grazie all'aiuto di Randy Burns in sede di produzione, "Peace Sells.." potette finalmente vedere la luce.. non prima, però, di essere stato remixato da Paul Lani. Proprio a lavori ultimati, difatti, i Megadeth riuscirono a concludere un accordo molto più vantaggioso con la "Capitol", la quale si dimostrò fortemente intenzionata a mettere sotto contratto questo gruppo così sbandato ma assai talentuoso. L'occasione era di quelle ghiotte ed il cambio di scuderia fu dunque repentino. "Peace.." fu così pronto per vedere alla luce, debuttando ufficialmente il diciannove Settembre del 1986 (per l'appunto remixato da Lani, per far si che nulla del passato reclamasse circa qualsiasi cosa). I primi singoli estratti furono "Wake Up Dead" e "Black Friday"; quest'ultima, nel 7'' (intitolato semplicemente "Wake Up Dead") oggetto di questo articolo, risulta  privata della sua "intro" molto melodica e pacata, in favore di una sua riproposizione live (registrata a Londra appositamente per il "Tommy Vance Show" in onda su "Radio One") distruttiva e capace di mostrarci appieno le grandi potenzialità dei Megadeth, presentatici in tutto il loro fulgore metallico. Bando dunque ai preamboli e tuffiamoci appieno in questo piccolo assaggio di "Peace Sells.. but who's Buying?", degnamente rappresentato da due delle tracce più belle dell'intero platter.

Wake Up Dead

Si parte immediatamente con "Wake Up Dead (Ti risvegli morto)", open track anche del disco dalla quale è estratta. E' il rullante scalpitante di Samuelson a darci il benvenuto, il quale spinge sull'acceleratore ricamando un tempo assai sostenuto ed in grado di dettare per bene i tempi ad un bel riff violento ed incalzante. Le chitarre di Mustaine Poland si dimostrano già più "scientifiche" che in passato, andando a ricercare un effetto più "straniante" che meramente distruttivo. Certo, il loro riffing in queste fasi iniziali non è certamente un trionfo di calma serafica, tuttavia pur nella sua sostenutezza riesce a colpire non tanto per la violenza sonora, tanto quanto per via di quell'oscurità della quale queste note sono permeate, un tipo di atmosfera pesante ed incombente magistralmente creato dal combo; il quale, dunque, non è intenzionato a presentarci solo della pura e "semplice" violenza "in your face". Anche la voce di Dave è per certi versi "demoniaca", si limita a sussurrare - declamare in maniera "buia" i primi versi del testo, dando comunque sfoggio di una teatralità non certo da sottovalutare. I dialoghi fra i due axemen, poi, sono a dir poco strepitosi: veniamo quasi in maniera subitanea (poco dopo le prime battute) accolti da un assolo di Mustaine, momento solista realmente degno di tal nome. Le note emesse dal bravo chitarrista stridono ed urlano in maniera metallica, rugginosa e disperata. Sembra quasi che stiano soffrendo, deflagrano in continue esplosioni che continuano a mantenere quel flavour oscuro anche coadiuvato dall'incalzante riff che Poland tiene meravigliosamente vivo, sostenendo degnamente il suo compagno. Dal canto loro, Ellefson Samuelson si dimostrano eccellenti in fase di ritmica. Il primo si fa notare per grande personalità, il secondo per mantenere il tutto su binari estremi ma precisi. Passaggi tecnici e veloci, carichi d'atmosfera ma anche impeccabili musicalmente parlando: questi sono i nuovi Megadeth, abbastanza lontani dalla violenza senza quartiere (ed a tratti sregolata, ma non è certo un male) di "Killing..". Si opta come già sostenuto nella intro per un qualcosa che suoni dunque si "fracassone" ma anche incredibilmente valido: non più violenza e basta.. ma anzi, potenza e tecnica. Contando poi il fatto che il primo minuto non è neanche passato e già i Nostri hanno avuto modo di mostrare tutte le loro potenzialità. Subito dopo l'assolo di Dave si avvia una parentesi strumentale incalzante e coinvolgente, nella quale i Megadeth giocano col ritmo ed il guitar work sembra stagliarsi su di un incedere più accattivante e scorrevole, fin quando un nuovo assolo di Mustaine interviene a dilaniare l'atmosfera, riportando in auge la tanto amata ultraviolenza. L'assolo del Nostro sembra essere di nuovo un coro in cui sibili acutissimi si rincorrono per poi sprofondare in un turbinio ben più "confuso" e sporco, un autentico uragano di note che ci mostra quanto Dave sia a dir poco geniale. Velocità, potenza, atmosfera e gusto per l'estremo; quest'ultimo mitigato da un'eccellente dose di tecnica ed estro compositivo. Chi potrebbe anche solo avere il coraggio di chiedere di più? Dopo l'esaltante espressione solista di mr. Mustaine i tempi divengono ben più acri e tirati, Samuelson comincia a picchiare mentre Ellefson è nitidamente e meravigliosamente distinguibile, grazie al suo sound roboante. Su questa impennata da pagina 4 del "manuale del Thrash Metal" si prosegue dunque a vele spiegatissime, finché Dave riprende a cantare questa volta adoperando linee vocali ben più acute che in precedenza. La vera sorpresa, però, giunge al minuto 2:38. Si decelera improvvisamente, adottando una cadenza assai quadrata e ritmi molto più semplici e precisi. Un battere ossessionante e quasi marziale, sul quale la chitarra di Dave dà vita ad un riff anch'esso pesante ed incedente. Finalmente possiamo sentire all'opera anche Chris Poland, il quale dà anch'egli prova delle sue grandi abilità. Un assolo non al fulmicotone come quelli di Mustaine né parimenti pesante.. ma, sicuramente, degno d'essere ricordato. Poland sfoggia infatti un'attitudine ben più melodica del suo compagno, rendendo i suoi passaggi molto più "eleganti" per certi versi, donando vita ad un dipanarsi di note le quali riprendono appieno dalla tradizione Heavy. Note chiare e squillanti, le quali ben si snodano lungo un tempo precisissimo e si amalgamano alla perfezione con la pesantezza di Dave in sottofondo. Si prosegue con questa andatura anche quando il solo termina, con il frontman impegnato a ripetere il titolo del brano, coadiuvato anche degli ottimi cori posti per un momento nel background. Termina dunque così questo pezzo a dir poco strepitoso, degno rappresentate di un album perfetto sotto tutti i punti di vista. Se musicalmente abbiamo trovato di che discorrere, viceversa le liriche di "Wake Up Dead" non sono pregne di chissà quanti e quali significati. Poche parole atte a descrivere una situazione molto comune a molte persone, ovvero quella di trovarsi a nascondere un adulterio. Fa comunque sorridere che la genesi di queste liriche risieda in un'esperienza di vita vissuta. Come già specificato, infatti, ai tempi della realizzazione di "Peace Sells.." Dave Mustaine era ufficialmente senza fissa dimora. Proprio per questo, accolse con grande gioia l'offerta della sua fidanzata dell'epoca, ovvero quella di potersi accasare presso la sua abitazione, di fatto convivendo. Più per utilità che per amore, Dave accettò di buon grado l'ospitalità offertagli. Tutto sembrava andare per il verso giusto, almeno fin quando il rossocrinuto non si invaghì di un'altra donna, cominciando con lei una relazione clandestina. Dovette fare in modo di prendere più di mille accorgimenti, dissimulando ogni qual volta la sua Lei cominciava ad avanzare sospetti.. ma tutto presto naufragò e la verità venne a galla. Dave dovette così lasciare l'abitazione dell'ex fidanzata, perché lei non solo lo aveva buttato fuori ma aveva addirittura minacciato di ucciderlo, furiosa com'era. Da qui il titolo del pezzo, che descrive appunto una scena tipo di quel periodo. Dave, soddisfatto dopo una bella.. "conoscenza in senso biblico" con la sua amante (la quale prende il nome di Diana), rientra in casa abbastanza stravolto e ad un orario improponibile (le quattro del mattino). La versione "ufficiale" dei fatti è quella che lo ha visto passare una notte con gli amici.. di fatto, invece, è stato fuori a spassarsela con un'altra. Proprio per questo cerca di fare meno rumore possibile, in modo tale da raggiungere il bagno, mettersi il pigiama ed intrufolarsi subito a letto, fingendo di dormire da ore per gabbare la sua compagna. Dovrà far tutto con l'abilità e la maestria di un ninja.. perché sa perfettamente che, se sveglierà la sua Lei, si caccerà in un bel guaio. Manesca, la ragazza.. in quanto Mustaine teme per la sua incolumità ed è appunto convinto di andare incontro alla morte. Piano piano, svelto svelto.. raggiungere il letto e fingere di dormire. Questo è il piano.. ma riuscirà ad attuarlo? Chi vivrà (è proprio il caso di dirlo..) vedrà. E parlando di disavventure, piccola nota in coda: questo brano fu anche scelto per la realizzazione di un videoclip, il quale lo ricordiamo tutti come uno dei più rappresentativi nonché famosi dei Nostri. Solo che un piccolo problema sorse in fase di registrazione: pare infatti che i fan, troppo scalmanati, abbiano imbrattato una parete del luogo delle riprese. Un conto salato fu, pochi giorni dopo, consegnato ad un incredulo Mustaine, il quale dovette farsi carico delle spese di pulizia.

Black Friday

 Proseguiamo con l'ultimo pezzo del singolo, la riproposizione live di "Black Friday (Venerdì Nero)", privata della parentesi "Good Morning". Si comincia con una folla scalpitante e la chitarra di Dave intenta ad emettere una lunga e distorta nota. D'improvviso il silenzio, le urla del pubblico si fanno immediatamente più scalpitanti ed il frontman inizia a parlare, introducendo di fatto il brano. Riff maestoso e velocissimo, sporco quanto basta, immediatamente seguito dalla tonante batteria di Samuelson; il quale, a mo' di generale, suona letteralmente la carica per permettere ai Megadeth di partire con il loro assalto. Come dei veri e propri caccia bombardieri, i Nostri spiccano spediti il volo assaltandoci con riff taglienti e ritmi serratissimi, con un Mustaine bravissimo anche in fase di cantato. Cosa avrebbe dato, chi vi scrive, per essersi trovato lì in quel preciso momento: ascoltiamo per bene ed immaginiamoci una folla in delirio, pogo, headbanging, un pazzo moshpit creato dalla velocità incalzante e sferzante dei un gruppo di giovani che, all'epoca, voleva letteralmente mangiarsi il mondo crudo, senza condimenti. I giri del contatore aumentano, i dialoghi fra Dave Poland sono assolutamente esaltanti mentre la ritmica riesce a mantenere egregiamente degli standard qualitativi altissimi. Samuelson ed Ellefson riescono infatti nell'arduo compito di mantenere sempre costante il livello di violenza e velocità, certo mostrando una notevole tecnica ma anche dando sfoggio di attitudine estrema niente male. Idem Poland Mustaine, che in questo senso esagerano notevolmente il contesto andando a premere decisamente sull'acceleratore. Abbiamo dunque il primo assolo, magistralmente eseguito e sparato anch'esso a mille allora, senza comunque lasciare da parte un bel gusto per le melodie taglienti ed opprimenti. Si prosegue ancora con il cantato, i tempi si fanno (se possibile) ancora più devastanti e concitati, fino ad una breve pausa che vede Dave cantare in solitaria. Questione di pochissimi secondi, in quando di lì a poco si ritorna a correre e correre, a macinare km, a distruggere, a travolgere il pubblico a suon di decibel. Fortunelli i metalheads delle prime file che hanno potuto beneficiare di cotanta crudeltà. Il finale, poi, è da Oscar: Samuelson accelera ancora di più trascinandosi dietro tutto il gruppo, con Dave che canta disperato e le chitarre che sembrano poter esplodere da un momento all'altro; senza scordarsi di Ellefson il quale è ancora lì a tenere magnificamente botta. Il finale giunge dunque perentorio, lasciandoci ad una folla adorante ed al fischio del microfono. Che bomba.. che bomba e non vi è altro da aggiungere. Se volevate una testimonianza attendibile di quanto i Megadeth del 1986 fossero la formazione PERFETTA del Thrash made in U.S.A.. ebbene, eccovela qui. Nuda e cruda, e tutta intera. Anche liricamente parlando, il testo è in linea con quanto di estremo abbiamo sentito sino ad ora. Direttamente ispirato da una vecchia conoscenza di Dave, il batterista Dijon Carruthers (arruolato dapprima che Samuelson giungesse in pianta stabile), le liriche si rifanno al gruppo di appassionati d'occultismo e satanismo che Carruthers era solito frequentare. Ben sappiamo che la storia dell'occulto è spesso sconfinata in tragedie sanguinose e totalmente avulse a quella che, in fin dei conti, è solamente una disciplina atta a formare lo spirito di ognuno di noi. Il cosiddetto "satanismo acido", cioè quello incentrato sulla violenza e sui sacrifici umani (ampiamente osteggiato anche da uno dei satanisti più importanti di sempre, Anton LaVey), rivive dunque nelle gesta dello psicopatico descritto da queste parole. Un pazzo che sembra richiamare diverse figure in bilico fra l'horror e la cronaca nera (il "Venerdì" è anche il "giorno del serial killer Jason Voorhees; di contro, il verso "disegna il diavolo sul muro" è un chiaro riferimento agli efferati omicidi della "famiglia" di Charles Manson), amante della violenza e sadico / avido divoratore di paura. Egli ama il sangue, è attratto da ogni tipo di situazione che concerna strangolamenti, sgozzamenti, arti amputati, volti sfigurati. Similmente allo psicopatico cantato in "Kill Again" dagli Slayer, il pazzo non agisce per un motivo ben definito. Egli agisce per conto del diavolo, è come posseduto da un'entità malvagia in grado di fargli compiere anche gli omicidi più abietti e meschini. Asce, coltelli, mannaie.. tutto fa brodo. Egli è solo interessato a lasciare dietro di se una lunga scia di cadaveri (o varie parti anatomiche), divertendosi a sviscerare malcapitati che come unica colpa hanno avuto quella di incontrarlo casualmente. Un pazzo da fermare, prima che la sia di sangue lungo il suo cammino divenga di un cremisi sempre più acceso e soprattutto fresco. Un testo che, più che dai racconti di un gruppo di pazzi e fanfaroni, sembra essere stato ispirato nientemeno che da un film di Lucio Fulci. Impossibile non apprezzare il connubio musica estrema / testo ai limiti del parossismo.   

Conclusioni

Arrivati dunque alla fine di questo breve viaggio, ancora sconquassati dal potere "live" della seconda ed ultima traccia, non possiamo fare altro che alzarci in piedi ed applaudire. Un singolo che ben mostra quella che, in toto, è l'idea di fondo - chiave di volta - trama principale di un disco come "Peace Sells..": la compresenza di tecnica e crudeltà. Un album che avrebbe dovuto significare l'evoluzione in fieri di una band intenta pian piano a raggiungere vette di perfezione sempre più elevate, non lesinando comunque violenza ed impatti sonori degni di tal nome. I Megadeth sono un gruppo Thrash, e su questo non si discute. Il Thrash è uno dei generi più viscerali mai esistiti, ispirato direttamente dalla foga del punk e da quelle band Metal fra le più veloci e pesanti di sempre (MotorheadTank, Venom etc.). Impossibile snaturarlo promuovendo un qualcosa di troppo distante dal concept; possibilissimo, d'altro canto, migliorandolo trasportando in esso pazzia ed estro compositivo. Amore per le trame complesse, per la velocità ma anche per la ricercatezza tecnica. Stando attenti a non rendere il tutto un qualcosa di troppo asettico, chiaramente. Se oggi possiamo constatare l'esistenza di un'ampissima scena cosiddetta "Technical Thrash Metal", dobbiamo tutto questo all'importantissima ed imprescindibile esperienza di Dave Mustaine, innovatore mai troppo celebrato ed -a parer di chi scrive- eccessivamente "macchiettizzato" in nome della sua presunta "tirannia" o "caratteraccio". I Megadeth sono la storia, inutile star lì a guardare le classifiche di vendita o comunque il numero di sold out: dalla sei corde del grande Dave è EFFETTIVAMENTE nato qualcosa, un qualcosa che i biglietti strappati non possono mai testimoniare in toto. Sia con i Metallica sia con i Megadeth, il nostro rosso preferito è riuscito nell'arduo compito di trasmettere qualcosa ai suoi coetanei e (a posteriori) alle generazioni future. Prima del suo palesarsi, il Thrash non era ancora inteso in determinati modi. La sua comparsa sulla scena, e lo diciamo con tutta onestà ed oggettività, ha quindi smosso le acque mostrando come non solo l'attitudine prettamente metallara, ma anche il genio, l'estrosità, le capacità compositive DEBBANO trovare spazio all'interno di un movimento come quello Metal. Uno dei generi, a detta di chiunque, più malleabili e disposti ad accogliere dentro di sé notevoli quantità di suggestioni e sensazioni. Continuare a "correre", certo.. ma anche sviluppare un discorso al contempo uguale e differente, più ricco di dettagli. Questo, frullava nel cervello di Mustaine. E questo è stato realizzato, anche grazie al prezioso apporto del trio Ellefson - Poland Samuelson. Impossibile dunque non godere appieno di un disco come "Peace Sells.." e non rimanere colpiti da questo singolo; il quale, ripetiamo, mostra in toto i due volti dei Megadeth: feroci ed arrembanti, ma anche amanti della tecnica e delle strutture complesse.

1) Wake Up Dead
2) Black Friday
correlati