KRYPTS
Unending Degradation
2013 - Dark Descent Records
FABIO MALAVOLTI
20/11/2013
Recensione
I Krypts sono una formazione originaria di Helsinki nata nel 2008 e dedita ad un death metal opprimente e pesantemente "old school oriented". In pochi anni si sono fatti conoscere principlamente nelle lande scandinave, prima con la demo "Open The Crypt" nel 2009 e poi con l'omonimo ep "Krypts" nel 2011 per un totale di sei brani, decisamente pochi per giudicare in maniera esaustiva l'operato di una band che, nonostante qualche difetto assolutamente giustificato sotto l'aspetto della qualità audio, aveva dimostrato di avere un enorme potenziale in vista del futuro. Per questo quando si sono presentati nei primi anni del 2013 con "Unending Degradation" si erano create forti aspettative dal punto di vista di chi si era avvicinato alla loro musica e da quello della critica. Aspettative che sono state rispettate fino in fondo, visto che come scopriremo più avanti nell'analisi track by track, il full di debutto del quartetto finlandese é stata una delle più grandi novità dell'anno. Novità é un termine da prendere con le pinze, dato che come ho accennato in precedenza, lo stile dei Krypts si rifà notevolmente alle sonorità dei primi anni novanta, quando proprio nel paese dei mille laghi stavano nascendo entità come Demilich, Amorphis e Demigod. Gruppi che, nel loro breve corso, hanno scritto significative pagine di storia generando un trademark ben preciso e differente dal più noto e diffuso movimento dell'adiacente Svezia. Un trademark fatto sì di una primordiale e grezza violenza, ma anche di una tetra e lugubre atmosfera che la andava spesso e volentieri ad incorniciare forgiando un alone tetro e soffocante. Ecco, i Krypts nascono proprio per omaggiare e riprodurre questo schema musicale, e lo fanno alla grande: le chitarre di Ville Snicker ed Otso Ukkonen sono pesanti come macigni immersi in un fiume di lava incandescente, impostate su un downtuning consistente ma non esagerato che contribusce a renderne il suono cupo ed angosciante; la sezione ritmica (composta da Antti Kotiranta al basso e dallo stesso Ukkonen alla batteria) detta i tempi ramificando il proprio operato fra terrificanti rasoiate e passaggi orientati verso un doom metal sulfureo e pachidermico, fra opprimenti slowdown e brucianti accelerazioni. I Krypts vanno così ad aggregarsi al nuovo filone finnico in ambito death, che sta diventando senza dubbio fra i più importanti a livello europeo, insieme ad act come Lantern, Stench Of Decay, Maveth ed Ascended (anche se ora sciolti). L'atmosfera cupa ed asfissiante viene ben evidenziata da una produzione davvero di spessore (registrazione e mixaggio ad opera del tuttofare Ukkonen), che bilancia in modo ottimale il suono avvolgente ed ipnotico quando non catacombale, come se fosse insediato proprio all'interno di una cripta. Kotiranta non é solamente il bassista, ma si occupa sia delle liriche (per cui merita più di un plauso) e dell'esecuzione delle vocals, compito a cui ovvia grazie ad un growl cavernoso e gutturale, ma per nulla forzato e perfettamente adattato al contesto musicale. Potrei avere tranquillamente tralasciato tutti questi discorsi sulle qualità e caratteristiche della band dicendo soltanto che i Krypts si sono da poco accasati alla Dark Descent Records, più che un'etichetta una garanzia in grado di scovare in ogni parte del globo band dalle grandi potenzialità, e che vede fra le band affiliate anche i bravissimi connazionali Desolate Shrine, gli Statunitensi Father Befouled, ed il famigerato combo canadese dei Paroxsihzem, tutte nuove leve che negli ultimi anni stanno contribuendo in modo essenziale a portare nuova linfa al death metal. Unending Degradation si avvale inoltre di un minutaggio tutto sommato contenuto (sette brani più intro) per un totale di quasi trentanove minuti assolutamente godevoli e senza cali di attenzione. A completare l'opera un artwork, ad opera di Timo "Davthvs" Ketola (autore di bellissime copertine come "Abomination Echoes" degli Asphyx o "Si Monumentum Requires, Circumspice" dei Deathspell Omega), ineccepibile nel trasformare in arte visiva il concetto sonoro che i Krypts hanno in serbo per noi. La intro "Introeon: Perpetual Beyond" ci introduce nei meandri freddi ed oscuri della dimensione del trio finnico. Riff morbosi e pachidermici si adagiano su un tessuto ritmico scarnificato ma di grande impatto dove il basso incombe su di noi come un vento maligno, mentre la batteria pare un orologio pronto a scandire i nostri ultimi attimi di vita. Inutile dire che l'atmosfera si fa subito tesa ed opprimente dinanzi a questa sorta di massi di lava solidificata pronta ad investirci. Sulle ultime note dissonanti dell'opening track parte "Blessed Entwinement", la quale ci permette di definire in modo migliore le peculiarità del songwriting dei Krypts, che innestano magistralmente passaggi mastodontici che affondano le proprie radici in territori di matrice doom metal a repentini cambi di tempi sfocianti in accelerazioni devastanti. Al primo vero e proprio brano siamo dinanzi ad un macigno che non ci concede possibilità di scampo, le chitarre non propongono certo niente che non abbiamo già sentito, ma lo stile con cui sciorinano le linee scure e fredde é assolutamente personale e senza cadute di qualità, anche nei caotici e fugaci assoli che si concedono qua e là. Il trio é una macchina che fa dell'affiatamento il proprio punto di forza principale, infatti le chitarre non sono le uniche a prendersi la scena di Blessed Entwinement, dato che Ukkonen si dimostra abilissimo nell'intrecciare un bosco di pattern nel quale sezioni di autentico doom bilanciano passaggi in cui non disdegna blast beat e doppia cassa come se non ci fosse un domani. La lirica appare coerente con l'andamento del brano sotto l'aspetto musicale, si caratterizza infatti per poche, scheletriche battute concettualmente esaustive che ci rendono l'idea di venire avvinghiati dalle radici della morte ed inesorabilmente trascinati verso le lande infernali. Unending Degradation si tinge di arcano con le prime battute della maestosa "Open The Crypt", sei minuti che confermano le impressioni scaturite in noi con il brano precedente, ma le esprimono in maniera ancora più convincente ed inanellando una serie di riff da pelle d'oca (a partire da quello che parte a 01:12). Antti Kotiranta si rivela, oltre un abilissimo ed estroso bassista, un ottimo vocalist il cui cavernoso growl ci sconquassa letteralmente il cervello tanta é la sua profondità e la sua cattiveria. I suoi vocalizzi catacombali sono un'invocazione alle forze del male di fuoriuscire dalla cripta in cui sono intrappolate, per seminare la devastazione e scatenarsi in terribili piaghe fino all'annichilimento totale. Il songwriting, come già detto, segue la stessa impalcatura di Blessed Entwinement, anche se i cambi di tempo sono più razionali e meno estremi. Ciò che rimane intatto é la magniloquenza dell'atmosfera generata dai Krypts, che ci avvolge in tutta la sua malignità e ci fa sprofondare in un cupo baratro infernale. Il drumming incalzante e preciso é la perfetta cornice del magma sonoro emesso dalle corde di Ukkonen e Snicker, che finisce spesso e volentieri per sfumare in melodie ancestrali ed extratemporali. In sintesi, un vero capolavoro di old school death metal perfettamente adattato ad un contesto attuale. Il disco si tinge di lovecraftiano con "Dormancy Of The Ancients", che come si intuisce facilmente é un brano dedicato alle antiche divinità che il buon Howard Philip cita in "Chtulhu Mythos", divinità che sarebbero addormentate per tutta l'eternità in un mondo sotterraneo a noi sconosciuto. Mentre l'atmosfera surreale si addensa, i Krypts ci mandano un altro ispiratissimo pezzo meno complesso per quanto concerne il songwriting, contraddistinto da un loop di chitarra arcano e sulfureo incrociato con sfoghi melodici perfettamente inseriti all'interno del brano, ed a tremende fucilate dove chitarre e batteria scatenano tutta la loro ira con riff fulminei ad elevati bpm. L'occulta e primordiale atmosfera non viene comunque mai messa in disparte, ed é proprio questo uno dei punto di forza del disco, che mantiene costantemente quel sapore ancestrale senza tempo nelle varie situazioni musicali che la band propone. L'evocativo e melodico finale in fade out ci traghetta nella nerissima traccia strumentale "Inhale...". Si parte con le classiche, pachidermiche linee di chitarra distese sul funereo tappeto ritmico imbastito da basso e batteria, uniti nel loro scopo ma entrambi ben udibili e distinguibili. Incredibile come ad ogni brano che ci scorre davanti i Krypts riescano a rendere l'atmosfera sempre più cupa, la nebbia maligna sia sempre più bassa ed incombente sulle nostre teste. Il ritmo cresce, ma rimaniamo ugualmente in un contesto di mid tempos e circondati dal muro sonoro soffocante delle tre cripte fatto di un death fangoso e denso, impantanato in un fiume di doom metal. Neppure il tempo di riprenderci dalla colata asfissiante di Inhale... che la intro fulminante di "The Black Smoke" scatena un puro armageddon sonoro con un loop semplice ma efficace che si stampa nel cervello sin dal primo ascolto. E' praticamente impossibile non notare il filo conduttore sonoro/lirico fra questo brano e la magniloquente "As The Magma Mammoth Rises" del secondo album post-reunion degli Asphyx "Deathhammer", un pachiderma di death/doom che narrava di gorgoglii magmatici e nuvole di fumo vulcanico. In seguito al ferale loop del quale vi parlavo prima, The Black Smoke sfuma in morbosissimi fraseggi innestando frequenti eruzioni sonore incontrollabili e sfoderando man mano un'escalation di melodia ed evocatività (sì, sanno fare anche questo...). Il muro eretto dalla sezione ritmica non pare costituito da solidi mattoni, bensì da massi di lava solidificati molto più consistenti ed inscalfibili. E che dire di Antti e della sua timbrica omogenea e nerissima, ideale per parlare dell'effetto soffocante di una fuoriuscita di gas dall'utero vulcanico che toglie il respiro e conduce direttamente all'aldilà. "Day Of Reckoning" é un brano assai piacevole nella sua configurazione complessa, un brano che in molti si sognerebbero di scrivere ma che a noi non sorprende più di tanto dopo aver già assaporato gran parte di Unending Degradation. La lenta apertura portatrice di morbo si evolve in un assolo di chitarra desolante e tragico, prima di deflagrare in un intermezzo di puro death metal farcito di fulmicotonici cambi di tempo, riff stoppati e assoli terrificanti. Il finale orientato verso coordinate doom sancisce dunque la resa dei conti, presentandoci un outro atmosferico totalmente privo di luce che spalanca le porte alla spettacolare "Beneath The Archaic", un gioiello di death/doom che si caratterizza di strepitosi riff frutto di una perfetta combinazione di atmosfera ed incisività. Siamo al centro della terra? No, i Krypts scavano una fossa ulteriormente più profonda mostrandoci una dimensione a noi sconosciuta dove tutto gira intorno alla morte ed ogni elemento costituisce un'insidia sotto il controllo di divinità ancestrali che é meglio non disturbare. Le improvvise accelerazioni ci schiantano al suolo letteralmente, prima di rituffarsi nella fanghiglia tipica della musica dei Krypts facendoci soffocare in un mare di negatività. Perfetto il posizionamento di questo colossale megalito in fondo alla tracklist, probabilmente il mio brano preferito in assoluto del disco sin dai primi ascolti. Il finale si divide in due parti con un bellissimo riff marziale e solenne che viene risucchiato in maniera progressiva ma non troppo dall'atmosfera sulfurea dalla quale il brano si era originato. Beh, che altro c'é da dire? Sfornare un simile capolavoro al debutto penso sia un fatto che parla da sé. I Krypts sono pronti ad avvinghiare il mondo con il loro rovente e viscoso death/doom portandolo al degrado eterno, e sono certo che in pochi riusciranno a scamparvi. In fondo a noi piace così. Per il momento gustatevi questa opera, non prenderla in considerazione sarebbe un grave errore. Rivelazione dell'anno? Senza dubbio. Disco death dell'anno? Chissà...
1) Introeon: Perpetual Beyond
2) Blessed Entwinement
3) Open The Crypt
4) Dormancy Of The Ancients
5) Inhale…
6) The Black Smoke
7) Day Of Reckoning
8) Beneath The Archaic