KISS

Destroyer

1976 - Casablanca Records

A CURA DI
LUIGI TIZZANI
18/05/2011
TEMPO DI LETTURA:
8,5

Recensione

Negli anni 70, il gruppo newyorchese dei KISS sembrava davvero una sorta di "Re Mida", poichè qualsiasi cosa facessero era baciata dalla fortuna. Nel 1975 avevano pubblicato "Dressed to Kill", un album che di certo non si può definire un capolavoro (molte delle sue composizioni risalgono al periodo acerbo in cui la band si chiamava ancora "Wicked Lester"), ma Neil Bogart, direttore della loro etichetta, la"CASABLANCA RECORDS", credeva ciecamente nella band, tanto da produrre personalmente il disco(!!!).

Nello stesso anno la band pubblica anche il monumentale "ALIVE!", che consacrerà il "bacio" come uno dei gruppi Rock piu' importanti degli anni 70. Incoraggiati dallo strepitoso successo del live, i Kiss capirono che bisognava dare un sound piu' energico ai loro lavori, quindi chiamarono alla consolle il canadese Bob Ezrin (famoso per i suoi lavori con Lou Reed, Alice Cooper e Pink Floyd!!!) per dar vita, dopo appena un anno, nel marzo del 1976, ad uno dei loro capolavori assoluti:"DESTROYER"!!!

Il disco, registrato e mixato a New York nei "Record Plant Studios", ha una durata di circa 34 minuti per nove traccie di puro, energico heavy/rock, di cui, almeno la metà, a distanza di piu' di 30 anni, sono ancora delle hit immortali della band...

Si comincia con la celeberrima "Detroit Rock City", co-scritta da Stanley che canta, ed Ezrin (che recita anche il breve intro..), una delle piu' belle canzoni dei Kiss, dotata di una carica di energia che pochi altre rock-hit possono vantare, di cui è superfluo parlare, poichè se non l'avete ascoltata almeno una volta (non contando l'infinità di gruppi che l'hanno coverizzata..), non potete dirvi amanti dell'hard rock!

La canzone fu dedicata ad un loro fan che perse la vita recandosi ad un loro concerto, ottimamente sintetizzata nella strofa che dice "Vado veloce, tocco i 95... Sono al massimo ma è ancora troppo piano...", quasi una sorta di avvertimento ai giovani sui rischi della velocità, sopratutto se unita ad alcool e droghe... Davvero inusuale per un gruppo che nei suoi testi ci ha sempre parlato solo di temi assai ben più frivoli(!), terminando con il rumore inequivocabile di uno schianto automobilistico.

La seconda traccia è "King Of The Night Time World", altra botta di energia che però vanta delle lyrcs molto più easy ("Sono il re del mondo notturno... E tu sei la mia regina luminosa...") i nostri ritornano a giocare con la sottile ambiguità a sfondo sessuale,che li aveva caratterizzati sin dagli esordi. Anche quì canta Paul.

Si cambia registro con "God Of Thunder", brano mid tempos, cantato da Simmons, che ci narra le gesta di un ipotetico essere mitologico che si fregia del titolo di dio del tuono e del rock&roll. Davvero una delle song piu' affascinanti del gruppo, capace di mettere i brividi addosso, anche grazie alle voce roca e catacombale di Gene!

"Great Expectations" è, invece, un brano piu' lento, assai melodico, dove sembrano fare capolino i Beatles, almeno è questa la mia impressione... Vocals a cura di Gene.

"Flaming Youth", cantata da Paul, ritorna su binari prettamente hard rock, con l'mmancabile refrain che entra in testa al primo ascolto. Da segnalare, in questa song, l'uso di un Hammond e alla chitarra solista Dick Wagner (opera sua anche la chitarra acustica di "Beth" e i solos di "Sweet Pain").

La traccia numero 6, "Sweet Pain", fa già capire dal titolo quale argomento tratta, il tutto in atmosfere tipicamente settantiane, e pur non essendo un capolavoro,si lascia ascoltare con simpatia, canta Gene.

"Shout It Out Loud" è una song a doppia voce (Gene&Paul), che fa della disarmante semplicità del suo refrain la sua punta di forza, mostrando come le due anime musicali del gruppo (il diabolico Gene e l'angelico Paul) siano in perfetta simbiosi, in una sorta di Yin e Yang dell'hard rock!!!

Siamo arrivati al brano di maggior successo del disco, "Beth", delicata ballad cantata dal batterista Peter Criss (la leggenda vuole che fu Ezrin a spronarlo a tentare l'esperimento) che si cimenta anche con il pianoforte. Originariamente B-SIDE del singolo "Detroit Rock City", contribuì in maniera sostanziale al sucesso del disco, che, almeno i primi mesi, non sembrava destinato a far breccia nel cuore degli afictionatos... Fortuna volle che le radio cominciarono a passarlo, così ebbe un formidabile effetto volano su tutto l'album!

Chiude il disco la trascurabile "Do You Love Me", con Paul alla voce, che, pur non essendo una brutta canzone, risente forse della eccelsa fattura del resto del disco.

Il celeberrimo artwork della copertina che mostra il "bacio" su un ipotetica città distrutta, è a cura di Ken Kelly, famoso pittore, già autore di cover per gruppi quali "Rainbow" e,curiosamente, renderà omaggio a se stesso, nel 1987, riproponendo la stessa copertina di Destroyer per l'album dei Manowar "Fighting the World"... Provate a confrontare le copertine!


1) Detroit Rock City
2) King Of The Night Time World
3) God Of Thunder
4) Great Expectations
5) Flaming Youth
6) Sweet Pain
7) Shout It Out Loud
8) Beth
9) Do You Love Me
10) Untitled