KILLSWITCH ENGAGE

As Daylight Dies

2006 - Roadrunner Records

A CURA DI
ROBERTA D'ORSI
13/04/2011
TEMPO DI LETTURA:
7,5

Recensione

Se dovessi chiedere ad un qualunque individuo medio,dai 30 ai 40 anni,se conosce Howard Jones,mi risponderebbe che è un cantante pop degli anni '80;se dovessi chiederlo ad un qualsiasi metallaro medio,mi risponderebbe che è un bestione nero dallo sguardo buono,con una delle voci più belle e particolari (a mio avviso) nel panorama metal,attuale lead vocalist della band metalcore Killswitch Engage. Questa band statunitense,nasce nel massachussets a Westfield,nel 1999 dalle ceneri di 2 gruppi,gli Overcast e gli Aftershock;un anno prima Mike d'antonio,bassista degli Overcast,dopo lo scioglimento del suo gruppo,comincia un lavoro di ricerca ed impegno atto al formarsi di una nuova band. Le ricerche si concretizzano nell'estate del 1999,quando Mike recluta Joel Stroetzel batterista e Adam Dutkiewicz chitarrista dgli Aftershock,Adam inoltre diviene produttore e compositore dei Killswitch;a completare le fila della line up si aggiunge il cantante Jesse Leach,singer proveniente da altre due formazioni,i Nothing Stays Gold ed i Corrin. La carriera per questi ragazzi comincia nel migliore dei modi,scelti come gruppo spalla nei live degli In Flames,vengono notati dalla casa discografica Ferret,messi sotto contratto nel 2000 sfornano il primo omonimo album. Nel 2002 i KSE (abbreviazione usata per il nome della band) dopo un cambio di casa discografica,pubblicano il secondo album "Alive or Just Breathing" per la Scarlett Records e mixato dal co-fondatore della band thrash metal dei Sabbat,Andy Sneap. Successivamente la formazione subisce dei cambiamenti,Jesse leach abbandona il gruppo,le cause sono attribuite a problemi di salute ed alla decisione del frontman di dedicare più tempo alla compagna appena sposata. La scelta del cambio guardia viene compiuta su Howard Jones alla voce ed in più si aggiunge Justin Foley (collega di Howard nei Blood Has Been Shed),che va a sostituire Tom Gomes nella sua breve avventura alla batteria;inoltre Adam Dutkiewicz passa totalmente alla chitarra. Con questo nuovo assetto il gruppo nel 2003 attraversa un anno fortunato,apparizioni all'Ozzfest,all'Headbangers Ball tour di MTV2 e l'inserimento di un loro singolo "When Darkness Falls" nel film Freddy VS. Jason,ne affermano il successo. Il trionfo dei KSE sembra inarrestabile,nel 2004 pubblicano il terzo album "The End of Heartache",che dedicano al loro amico Jesse Leach,i live procedono condividendo le scene accanto a Slayer,Anthrax,36 Crazyfists e molti altri;il singolo The End of Heartache compare nella colonna sonora del film Resident Evil:Apocalypse ed è in lizza per un Grammy Award,ricompaiono inoltre all'Ozzfest nel 2005 e pochi mesi dopo esce il dvd live "(Set This) World Ablaze". L'anno successivo pubblicano il quarto album "As Daylight Dies" e nel 2009 esce il quinto lavoro dal titolo "Killswitch Engage"... che non è una riedizione del primo,ma un nuovo album ufficiale con la particolare caratteristica di chiamarsi come il disco d'esordio;inoltre lo stesso giorno ne viene rilasciata una versione in vinile.

L'album di cui vi parlo è "As Daylight Dies",un album per certi aspetti controverso,poichè segna un cambio di sonorità che vira in una direzione più melodica. Prodotto come sempre da Adam Dutkiewicz e distribuito dalla Roadrunner Records,l'album uscito nel novembre del 2006 ha scatenato critiche verso i detrattori dei KSE nonché verso i loro seguaci ma di contro ne ha allargato la schiera di fans. Al primo ascolto questo lavoro risulta piuttosto ripetitivo nei refrain e nel suo contesto totalitario; prese singolarmente le tracce sono indubbiamente riconoscibili nello stile metalcore della band,il blast beat sempre martellante ed i potenti riffing sottolineano la potenza di un suono esaltata dallo screaming profondo,mentre il ritornello dei brani sfocia in melodie molto "morbide",riscontrando rispetto ai lavori precedenti una marcata componente pop/rock. Il primo assaggio lo si ha già dal primo brano "Daylight Dies" e di conseguenza anche negli altri;la quarta traccia "Unbroken" parte con un cattivissimo growl ed un'incazzatissima batteria,ma la melodia torna a riecheggiare,contrastando ed altalenando agilmente all'interno del pezzo. La traccia successiva "My Curse" è il primo singolo estratto,pregevole il video,in cui i KSE compaiono tra le pagine animate di misteriosi libri,la canzone parla di un amore sofferto,nel quale dolore,attesa e speranza si alternano ed accavallano,il tutto sottolineato appunto dalle immagini del videoclip. L'intro composto da una chitarra spiccatamente armonica,varia nelle sfumature fino a diventare più graffiante e la voce potente di Howard irrompe come un uragano.

Nulla togliendo al precedente frontman,Jesse Leach,sostengo che Jones sia perfetto nel suo contesto,riuscendo a cavalcare agilmente attraverso scream incalzanti,death growl profondi e parti melodiche,con la facilità di un fantino sul suo puledro da competizione.

Le successive tracks,purtroppo molto simili tra loro,danno un senso di superfluo e che,se non fossero comparse nel disco,non ne avrebbero di certo sminuito il valore..anzi forse avrebbero alleggerito una certa copiosità di sensazioni. Riesco a trovare uno sprazzo di novità in "Desperate Times",inizio goticheggiante che si respira un po in tutto il pezzo,devo dire uno dei miei preferiti in questo album. Nell'edizione speciale del disco,ci sono quattro tracce bonus,la seconda "Let The Bridges Burn",fu composta per la WWE ed usata come tema d'ingresso del wrestler CM Punk,mentre l'ultima è Holy Diver di R.J. Dio,versione molto personale in puro stile Killswitch Engage,una cover che risulta fluida e prorompente,senza però discostarsi troppo dal tema originale del pezzo.

Tirando le somme su questo album,posso dire che un incremento della parte melodica,non è un male assolutamente,ma in questo caso ha reso il lavoro dei KSE inutilmente ripetitivo ed a volte banale,troppe le tracce che si assomigliano tra loro,ma la potenza e la devastazione che li hanno sempre contraddistinti,non mancano assolutamente.

Lo stile e la dinamica del suono,sono comunque sostanzialmente quelli ai quali i Killswitch ci hanno abituati negli anni,perdoniamo quindi loro l'aver voluto (come tante band) "stemperare" un suono troppo violento,con ritornelli più armonici,alla ricerca di un consenso maggiore e di una più folta schiera di fans. Il voto che mi sento di dare gode di un mezzo punto in più,che dedico alla voce di Jones,il quale apporta alla band un valore insindacabile.


1) Daylight Dies
2) This is Absolution
3) The Arms of Sorrow
4) Unbroken  
5) My Curse    
6) For You 
7) Still Beats Your Name 
8) Eye of the Storm
9) Break the Silence 
10) Desperate Times 
11) Reject Yourself