KILLING TOUCH

One of a Kind

2009 - Scarlet Records

A CURA DI
FRANCESCO PASSANISI
01/01/2011
TEMPO DI LETTURA:
8,5

Recensione

Dopo la fine della sua esperienza con i Vision Divine, in pochi pensavano che Michele Luppi sarebbe tornato a lavorare in un progetto Metal viste le sue dichiarate preferenze Hard Rock e AOR. Eppure, l'ugola d'oro italiana raccoglie attorno a se il chitarrista Michele "Dr. Viossy" Vioni e il bassista Giorgio "Jt" Terenziani (ovvero due dei migliori musicisti ed insegnanti sul suolo italiano) e inizia il nuovo progetto Killing Touch. A completare il quadro troviamo, oltre ai vari ospiti importanti (tra cui il grande Oleg Smirnoff che ha purtroppo lasciato il mondo della musica), il giovanissimo batterista Paolo Caridi perfettamente a suo agio accanto a questi vecchi volponi pieni di esperienza.

L'album si apre con "The Touch" che oltre ad essere una perfetta opener è anche un perfetto biglietto da visita di quest'album... Riff veloci e tecnici, grande abilità strumentale ma non perdendo mai di vista la melodia e l'orecchiabilità e la grande voce di Michele Luppi a raccontarci la storia di Tommy, un uomo che dopo 5 anni di coma si trova con il dono di poter avere visioni del futuro toccando una persona o un oggetto. "One of a Kind" è infatti un concept album liberamente ispirato al romanzo "La zona Morta" di Stephen King. Dopo la brevissima "Black Ice" ci troviamo di fronte alla bella "Wheel of Fortune" pezzo velocissimo e tirato dove la 7 corde di Viossy rimane sempre in primo piano ma supportate dalle meravigliose trame tastieristiche intessute dall' "ospite" Oleg Smirnoff (ex di Death SS e Vision Divine e purtroppo non più in attività). Arriviamo a "Mimicking Death", brano scritto con l'aiuto di Andrea "Tower" Torricini (ex Vision Divine), che ci permette di notare la maniacale attenzione riposta nel produrre questo album, dove i volumi sono regolati a regola d'arte finalmente senza scadere nella loudness war e le sovraincisioni sulle vocals non risultano mai pesanti o eccessive. Ed eccoci a quello che considero il vero capolavoro dell'album, ovvero la bella cavalcata "The Danger Zone" dove risalta subito l'ottimo lavoro di Michele Vioni dietro la sua 7 corde dalla quale ci regala riff veloci e rocciosi e assoli molto tecnici ma mai noiosi. Dopo questo capolavoro ci troviamo di fronte alla bellissima "One of a Kind", titletrack dell'album, Ballad dove diminuisce la velocità a favore di una maggiore melodicità, aiutati in questo anche dal meraviglioso pianoforte suonato dallo stesso polistrumentista Michele Luppi. I bpm tornano alti nella seguente "Tommy's Cane" dove fa la sua comparsa un altro ex Vision Divine, l'ottimo chitarrista Federico Puleri, che confeziona un pezzo di assoluta qualità grazie a riff di chitarra efficaci e a un comparto ritmico di tutto rispetto. Arriviamo al meraviglioso strumentale "Still Walking", inizialmente una semplice ripresa di prova per microfonare il pianoforte di Luppi ma che la musa dell'ispirazione ha trasformato in una bella e sentita traccia di pianoforte. Un bell'intro di basso introduce la nona traccia "Walls of simpathy" dove troviamo un Luppi assolutamente sugli scudi ed un Caridi sempre puntuale e preciso con la sua batteria. Un bel riff ritmico introduce l'ottima "Falling Away" mid-tempo che ci mostra ancora una volta la classe di questo trio di musicisti nel trovare la giusta linea melodica ma senza mai scadere nello scontato o nel commerciale. Si continua con "Justify", pezzo che ci mostra le inclinazioni prog di questo gruppo riprendendo parzialmente il tema portante di "Black Ice" e inserendolo in un pezzo che presenta ottimi rallentamenti che ci faranno entrare in pieno nell'atmosfera della storia che il nostro Michele ci racconta. Le venature Prog sono ancora più evidenti in "Thy will be done" lento e morboso pezzo finale dell'album che tra rallentamenti, riff ripresi da altri pezzi dell'album e intermezzi acustici descrivono benissimo il finale tragico della storia che Michele Luppi ha inventato prendendo spunto da uno dei re dei Romanzieri Horror contemporanei.
Con questo finale si chiude un album complesso e difficile da classificare in un singolo genere ma sicuramente molto valevole sotto il profilo strumentale e musicale.

1) The Touch
2) Black Ice
3) Wheel Of Fortune
4) Mimicking Death
5) The Danger Zone
6) One Of A Kind
7) Tommy’s Cane
8) Still Walking
9) Walls Of Sympathy
10) Falling Away
11) Justify
12) Thy Will Be Done