KELLERMENSCH
Kellermensch
2009 - Persona Non Grata Records
ESSEQU
11/09/2011
Recensione
04-06-2011 h 15.00
Il sole picchia forte qui a Nurberg e così decido di spostarmi dal main al second stage del "Rock Am Ring". Scendo fin sotto il palco mantenendomi alla destra vicino alle transenne in quanto li c'è la mia agognata ombra!!! Due chiacchiere con il ragazzo della security e appoggio la schiena alla transenna in attesa di vedermi più tardi con Ricky, appostato nelle prime file al centro del palco, gli In Flames.
Non è così, in un batter d'occhio vengo scaraventato in piedi dal suono del gruppo di turno, all'inizio sono incredulo in primis per la scelta di aprire uno show con una cover e dall'altro perchè dopo solo 30 secondi le ruvide note di una famosissima canzone di N.Young mi permetteranno di conoscere questa band danese che per originalità, suoni, presenza scenica, carisma, carica emotiva e su tutto il sentimento e l'anima che sono in grado di trasmettere in un live, mi penetra come un cavatappi e non riesco a distogliere le orecchie mentre gli occhi hanno oramai messo il tracking su Wolff , il leader del gruppo.
Loro sono i KELLERMENSCH, e la canzone di Young era: "DON'T LET IT BRING YOU DOWN". Vengono da ESBJERG, Danimarca e sono insieme dal 2006. Hanno all'attivo un album, "Kellermensch" del 2010, che era stato preceduto dal E.P. del 2009 "Narcissus".
L'album è ristampato nel 2011 e fonde quasi totalmente i due lavori con un inedito e sarà presentato nella loro imminente tournè autunnale toccando svariate città e capitali europee tranne naturalmente indovinate un po' quali? Su forza non è poi così difficile.
Fondatore leader e head vocalist del gruppo è Sebastian Wolff.
Sebastian e i Keller trovano anche nel movimento dell'espressionismo tedesco fonti di ispirazione, creano sonorità ruvide, taglienti e dolci al tempo stesso, dando vita ad emozioni intense di genuina e rara bellezza, con canzoni struggenti ed in alcuni casi ti sembra di vivere un incantesimo.
Come il movimento di cui sopra, per niente ligio e servizievole nei confronti dei critici d'arte, anche loro vanno per la loro strada fregandosene di sentirsi catalogati all'interno di cornici dai nomi creati da critici musicali e non, anche perchè è difficile catalogarli, sono semplicemente UNICI!!! Nessuno come loro.
Nel loro sound si fondono strumenti come violini, hammond, la viola, e chitarre distorte, bassi che più bassi non si può e voci suadenti dolci e tenebrose.
Nell'album si possono riconoscere echi di Tom Waits, Black Flag, Nick Cave, Grinderman, e lo Young di hey hey.
La registrazione delle tracce per volere del gruppo è quasi totalmente in analogico ed il resto in presa diretta, senza aggiunta di sampler o sintetizzatori e altre diavolerie (note a fine booklet).
Per alcuni brani usano uno studio di registrazione diverso da quello di Copenaghen dove incidono in quanto non riescono ad ottenere il suono che vogliono. Si comprano l'attrezzatura necessaria e registrano nella loro città.
L'album inizia con "INTRO" che ti assale dalla prima nota, ed il volo inizia. Basso e batteria all'unisono ti fanno stare in standby e poi tutti in volo con la/le voci a volte amplificate e distorte dal megafono con la batteria che ti tiene incollato all'ascolto e nel bel mezzo del volo le incantevoli note del violino ti abbracciano come a dirti "Eccoci siamo qui, siediti e goditi il quadro". Le note dell'Hammond fanno il resto e chiudono il brano.
Il secondo brano trafigge, ti tiene gli occhi spalancati, bella la voce di Sebastian sulla ghiaia di basso e batteria e poi ti sembra che l'urlo del famoso quadro di Munch ti stia per colpire ma invece è l'urlo dei Kellermesch: "Get out of your town get out of your mine". Sussurri a metà brano colorano i suoni della viola e del violino le note vibrano e si raggiungono, introducendo le 2 chitarre, sussurri che si amorphizzano in urla su tappeti di note devastanti. Lei è la bellissima ed ipnotica "MORIBUND TOWN".
"ARMY ANTS", nel brano a volte sembra di sentire proprio un esercito in marcia. Un esercito energico, a volte violento ma è al tempo stesso un energico dolce. Il brano si lascia godere. Il basso è incessante e devastante (se solo ripenso a come lo impugna).
Atmosfere dark aprono NOTHING LEFT, la mia mente va ai JOY DIVISION, Sebastian non è da solo al canto e le voci comunicano quel senso di inquietudine mescolata a momenti di calma piatta, inquietudine esasperata dalla lancinante chitarra di Laursen che chiude il brano.
Una gemma di rara bellezza per "THE DAY YOU WALKED". Mi permetto di definire questo brano una ninna nanna del XXX secolo!!! La viola ti ipnotizza come un serpente a sonagli e il piacere e le sensazioni che ti dà sprigionano altre nuove emozioni ascolto dopo ascolto. Gli occhi si chiudono per far posto alle emozioni, il trip è devastante.
Segue "DEAD END", poi tocca a "NARCISSIUS" a farci sognare, il brano che dava il titolo al loro primissimo EP, una ballata molto intima, il pianoforte in evidenza e la preghiera di Sebastian sono le fondamenta dell'inizio del brano. Voce e piano si mescolano alla viola in un vorticoso crescendo e sul finire sviscera su tutti il suono della lacerante chitarra di Laursen.
"BLACK DRESS", incazzata triste e solare al tempo stesso come solo loro sanno fare. Gli strumenti che si fondono e sono il cuore e l'anima ad uscire anche da questo brano.
"ALL TIME LOW", la chitarra ti stride nei timpani e la fa da padrone, a voi scoprire cosa fa negli ultimi 30" a chiudere il brano, un acido sublime.
"RATTLE THE BONES", segue le orme dei brani precedenti, a mio giudizio leggermente inferiore al resto dell'album.
Che dire di "30 SILVER COINS", stupenda, meravigliosa incantevole lullaby, sembra una favola pescata nei libri d'infanzia del danese ANDERSEN, i testi sono invece del poeta Sebastian.
Il refrain ti si stampa come un francobollo e non posso fare a meno di citarlo:
"IF THER'S A ROAD... I'LL RUN
IF THER'S A COST... I'LL SWIM
YOU CAN CARVE MY NAME
INTO THE TRUNK OF A TREE"
Non ho parole per "DON'T LET IT BRING YOU DOWN" contenuta nell'album.
L'inno di Young è del 71, un inno a non lasciarsi scoraggiare a non perdersi d'animo e a lottare per i propri sogni. Suggerisco di sentirsi prima l'originale e poi perdersi nella cover dei Kellermensch, la fanno loro ed è unica catturando lo spirito del Loner.
WELLCOME KELLERMESCH !!!
N.B.: assimilare a piccole dosi, crea dipendenza
Flash n°1: è un ringraziamento, consentitemelo, al mio personal jesus Karmator, che mi ha trascinato al RAR e mi a fatto ringiovanire di 30 anni. Li abbiamo condiviso la magnificenza del Keller, ritrovandoci alla fine dello show estasiati. La band dal vivo è da paura e non a caso tutta la stampa estera ne parla.
All'alba dei miei 53 vi posso garantire che di spettacoli ne ho visti, ma come il loro pochi.
Per coloro che fossero in giro per l'Europa ad ottobre novembre e avessero occasione di vederli suggerisco vivamente di non lasciarseli sfuggire!! Potreste godervi un "Birds" (N. Young) di rara intensità o "Dirt in the Ground" del mio amico Tom Waits.
Flash n°2: per chi di voi ama come me il suono dell HAMMOND, quello puro, per chi ancora invece non lo conoscesse, suggerisco di ascoltare la ristampa, uscita da poco dell'album: "STREET NOISE" dove un certo BRIAN AUGER fa faville e la voce di JULIE DRISCOLL è pura melodia. Contiene anche una cover, la famosa: "Light My Fire". Brian ha collaborato con artisti quali Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Eric Burdon solo per citarne alcuni.
Keep On Rocking!
1) Intro
2) Moribund Town
3) Army Ants
4) Nothing Left
5) The Day You Walked
6) Dead End
7) Narcissus
8) Black Dress
9) All Time Low
10) Rattle The Bones
11) Don't Let It Bring You Down
12) 30 Silver Coins