KATATONIA
Tonight's Decision
1999 - Peaceville Records
FRANCESCO PASSANISI
03/04/2012
Recensione
"Tonight's decision" è un disco che ha sempre spaccato il pubblico. Dopo un'uscita coraggiosissima come "Discouraged Ones", i Katatonia firmarono un contratto con la storica Peaceville Records ed entrarono nei Sunlight studios di Tomas Skogsberg per registrare un album all'altezza del loro nome e del nome della label che lo distribuiva, dopo che "Discouraged Ones" non era stato ben accettato dall'audience metal. Ne esce fuori un album che unisce le influenze Dark Wave e Gothic rock già viste nel precedente a chitarre più pesanti ed importanti.
Basta infatti ascoltare "For My Demons" per capire le direttive dell'album. La batteria è molto più in vista così come la distorsione e il riffing delle chitarre ai fa più pesante, mentre Renkse interpreta con la sua personalissima voce un meraviglioso testo sulla depressione. Una sorta di nichilismo autodistruttivo è alla base di "I am Nothing", traccia dal riffaggio molto orecchiabile che difficilmente uscirà facilmente dalla testa dell'ascoltatore. "In Death, a Song" è un bel pezzo che mostra lo stato di forma di Anders Nystrom, songwriter e chitarrista della band, che mantiene altissima la qualità delle uscite dei Katatonia nonostante la band abbia superato un periodo di transizione non facile. "(Had to) Leave" rallenta i bpm per regalarci un mid-tempo emozionante che con i suoi cambi di direzione e umore continui e repentini si candida come uno dei pezzi migliori dell'album. La Dark Wave torna a farsi sentire in "This punishment", una ballad con batteria effettata e il magico tono di Jonas Renkse a dipingere immagini di desolazione e depressione direttamente nelle orecchie dell'ascoltatore. Un melodico intro di chitarra ci introduce quello che diventerà uno dei cavalli di battaglia della band svedese, ovvero la bella "Right Into the bliss" che effettivamente è tra le tracce migliori di un album che sicuramente non sarà certo la stella più brillante del firmamento Katatonia, ma si difende comunque molto bene. Una chitarra meravigliosamente distorta ci introduce "No good can come of this" che mostra l'attenzione riposta in sede di produzione da Skogsberg e Nystrom che danno il giusto spazio ad ogni strumento e riescono a mantenere il suono più naturale possibile. Si continua con "Strained", traccia che presenta un ottimo lavoro di chitarra che esegue un'azzeccata linea melodica che mostra ancora una volta quanto Nystrom sia un chitarrista più attento alla melodia che non al mettersi in mostra con solismi fuori luogo. Tutto questo viene ribadito da "A Darkness Coming", bella ballad acustica dove anche Renkse si mette in mostra con un interpretazione sentita e sofferta che parla direttamente all'ascoltatore. "Nightmare by the sea" sembra un perfetto mix tra i Cure e le chitarre metal che ci guida fino a "Black Session" intensa chiusura di un buon album che paga un momento di transizione della band e, nonostante le molte buone idee sparse sul disco, perde il confronto con gli album che lo hanno preceduto e con quelli che lo seguiranno.
1) For My Demons
2) I Am Nothing
3) In Death, A Song
4) Had To (Leave)
5) This Punishment
6) Right Into The Bliss
7) No Good Can Come Of This
8) Strained
9) A Darkness Coming
10) Nightmares By The Sea
11) Black Session