KATATONIA
The Great Cold Distance
2006 - Peaceville Records
FABIO MALAVOLTI
09/06/2011
Recensione
I Katatonia sono una di quelle poche band che andrebbero elogiate per la loro "duttilità" compositiva, dato che fino ad oggi, pur spaziando dal doom al gothic rock sono sempre riusciti a produrre lavori azzeccatissimi e di grande qualità. Dopo questa breve premessa, direi che possiamo tornare indietro di cinque anni ed immergerci nella maestosità del disco "The Great Cold Distance", che dal punto di vista del sound risulta come una sorta di via di mezzo della band svedese, a metà fra le malinconiche sonorità degli albori e quelle evocative degli ultimi dischi.
Questo album, che personalmente considero uno dei migliori di sempre del suo ambito, venne rilasciato per la Peaceville Records, etichetta fedele compagna della band. Uno degli elementi da sottolineare è la buonissima qualità del suono, nel quale tutti gli elementi si fondono l'uno con l'altro senza togliersi lo spazio a vicenda, per un risultato finale che concede a tutti gli strumenti e alla componente lirica il suo adeguato spazio.
Pronti via e si parte con "Leaders", un brano che mette subito in chiaro cosa ci riserverà l'album più avanti, dal sapore vagamente insofferente. Questo grazie alla perfetta esecuzione strumentale che rende esattamente questa sensazione. Poi è il turno di "Deliberation", nella quale il tema precedente viene ricalcato ma questa volta con un tono più decadente e cupo. Sta di fatto che è una vera opera d'arte dato che riescono a rendere scorrevole un brano così triste. "Soil's Song" invece ci mostra un altro lato katatoniano, ovvero quello più sentimentale e romantico, sottoforma di simil-ballad, in un brano ad elevato contenuto emozionale ed orecchiabile allo stesso tempo, e nella quale viene posta in risalto il lavoro di Jens Bogren. Da applausi la parte finale, che gioca sull'opposizione della tristezza e dell'emotività. Ed ecco che inizia quello che probabilente è il vero capolavoro di The Great Cold Distance: "My Twin", brano ispiratissimo basato su tratti malinconici, cupi, e tratti energici che creano un contrasto ben definito. Anche se vale per più o meno tutti i brani del disco, in questa canzone in particolare c'è da sottolineare l'eccellente ed azzeccatissimo songwriting. Anche in questo caso si parla di emotività ed immaterialità, elementi che si elevano al di sopra della cognizione umana e che Jonas Renske ci descrive in modo esemplare. Con "Consternation" invece abbiamo un brano vagamente in stile Opeth, fra l'altro band connazionale e molto amica dei Katatonia; l'avvicinamento compositivo alla band di Mikael Akerfeldt è decisamente positivo, l'unico punto nero è il poco coinvolgimento che crea il brano, a momenti non proprio azzeccato. Dopo arriva "Follower", brano dall'andatura cadenzata ma efficace ugualmente. "Rusted" è un brano nel quale si sostituiscono toni abbastanza pacati e sezioni poderose, che danno vita ad una bellissima cavalcata di quattro minuti e mezzo che praticamente mostra tutti gli aspetti a livello compositivo dei Katatonia in quel periodo. La seguente si intitola "Increase", brano dal riff potente ed inusuale per la band, che però dimostra di cavarsela bene anche quando "il gioco si fa duro". Ed eccoci di fronte a "July", uno dei brani più celebri del disco, in pieno stile Katatonia, e cioè malinconico fino al midollo, malinconia che assale perfino l'ascoltatore, coinvolto nel testo del brano esternato da Renske. "In the White" è un brano incentrato su melodie non abituali alla band, che si mostra persino rilassante nelle sue strofe. La successiva è "The Itch", basata su andature "da tormenta" sia su andature pacate; un brano estremamente piacevole. Mentre ci avviamo verso la conclusione ecco trovarci faccia a faccia con "Journey Through Pressure", un autentico capolavoro, sotto l'aspetto lirico nonchè sotto l'aspetto compositivo: è davvero incredibile l'energia che riescono ad estrarre da brani apparentemente tranquilli come questo, ed anche in questo caso emerge il loro lato melodico.
Così, nonostante l'album sia appena stato inserito nel lettore, siamo giunti alla conclusione dell'ascolto, durante il quale i Katatonia ci hanno accompagnato in un lungo viaggio introspettivo all'interno dell'animo umano.
1) Leaders
2) Deliberation
3) Soils's Song
4) My Twin
5) Consternation
6) Follower
7) Rusted
8) Increase
9) July
10) In The White
11) The Itch
12) Journey Through Pressure