KATATONIA

Night is the New Day

2009 - Peaceville Records

A CURA DI
FRANCESCO PASSANISI
29/03/2011
TEMPO DI LETTURA:
8,5

Recensione

Come avrete capito leggendo le mie recensioni su Rock & Metal in my Blood, amo particolarmente quei gruppi che accostano ad una buona abilità strumentale la capacità di creare amosfere e trasmettere emozioni tramite la loro musica, con una spiccata preferenza per i temi più oscuri e cupi

Non posso quindi esimermi dal parlarvi dei Katatonia, band svedese che, iniziando con un ottimo Black/Doom Metal, hanno deciso di rivoluzionare il proprio sound portandosi su lidi più vicini al gothic rock e alla New Wave, ma tenendosi sempre e comunque vicini al Metal. Oggi voglio parlarvi della loro ultima fatica, ovvero l'album "Night is The new Day". Appena inserito nel lettore il prorompente intro di "Forsaker" ci incolla alle casse per goderci il seguente arpeggio e la bella voce di Jonas Renkse, che magari non è il cantante più dotato della terra ma riesce comunque a trasmettere una grande dose di energia ed emozioni. Gli intrecci prog di "Forsaker" lasciano le nostre orecchie per far spazio alla bella "The Longest Year", pezzo dal retrogusto Opethiano, ma visto in maniera molto personale. Un arpeggio accompagnato da un sognante Mellotron ci introduce "Idle Blood", pezzo dove a comandare è la bella e sentita voce di Renkse accompagnata da tastiere che costruiscono un atmosfera eterea e sognante. Arriviamo alla bella "Onward into Battle", traccia che flirta virtualmente tra new wave e gothic rock mostrandoci un lato diverso della band, aperto a influenze lontane dal Metal. Metal che torna prorompente con le meravigliose chitarre distorte dell'intro di "Liberation", traccia che si muove tra violente cavalcate chitarristiche e delicati arpeggi in clean, accompagnati dall'ottima batteria di Daniel Liljekvist. Con "The Promise of Deceit" capiamo che i Katatonia non sono solo ottimi musicisti, ma anche fini pittori in grado di descrivere l'animo umano con grigie pennellate sul nostro mondo. L'atmosfera che si respira in questo pezzo è opprimente e cupa, e ben descrive accompagna il meraviglioso testo scritto da Jonas Renkse. Si continua con "Nephilim", capolavoro progressive di pregevolissima fattura, dove chitarre, voce e cori si fondono in modo eccezionale (complice anche la produzione e il mixaggio di Jens Bogren, nuova punta di diamante dei tecnici del suono svedesi) per disegnare un grigio quadro di depressione e tristezza. "New Night", l'ottava traccia, è un bel midtempo supportato da un'ottima linea di batteria che riesce a creare un meraviglioso contrasto di chiaroscuri. Questo contrasto continua con "Inheritance", meravigliosa ballad introspettiva dove Renkse mostra tutta la sua capacità di mettersi a nudo attraverso la musica. Arriviamo a "Day and Then the Shade", primo singolo estratto dalla band che mostra pienamente il nuovo sound dei Katatonia, ovvero dell'ottimo metal suonato con un occhio di riguardo verso l'atmosfera e l'emotività. A chiudere l'album ci pensa la bella "Departer", uno dei pezzi più sperimentali del lotto, una ballad con ottime influenze ambient dove fanno capolino anche le ottime vocals di Anders Nystrom, chitarrista e secondo compositore della band.

Arriviamo al capolinea di quest'intenso viaggio attraverso la notte intesa non solo come assenza di luce solare, ma come assenza di luce nell'animo umano con la netta sensazione di aver ascoltato un grande album, magari non esente da difetti, ma sentito ed emozionante come pochi.


1) Forsaker
2) The Longest Year
3) Idle Blood
4) Onward into Battle
5) Liberation
6) The Promise of Deceit
7) Nephilim
8) New Night
9) Inheritance
10) Day & then the Shade
11) Departer