KATAKLYSM

Prevail

2008 - Nuclear Blast Records

A CURA DI
FABIO MALAVOLTI
16/08/2011
TEMPO DI LETTURA:
8

Recensione

In seguito alla pubblicazione di "In the Arms of Devastation" ed il relativo DVD, siamo nel 2008, i Kataklysm rilasciarono "Prevail", un album che non si discostò molto dalle sonorità dei suoi predecessori ma che presentò un sound ottimamente "rinfrescato" nel riffaggio, senza trascurare quella sottilissima e quasi impercettibile linea melodica a cui ci avevano abituato e che era diventata una sorta di marchio di fabbrica per la band capitanata da Maurizio Iacono. Nulla da dire per quanto concerne la registrazione, che mette in risalto i punti di forza dei Kataklysm, fra i quali il celebre Northern Hyperblast (la velocissima tecnica di Max Duhamel nell'eseguire i Blast Beat).



Con il primo brano intitolato "The Chains of Power" i Kataklysm ci fanno immediatamente conoscere la dimensione di Prevail, cioè una dimensione dominata da un ritmo indemoniato nel quale tutti i componenti iniziano sin dalle prime battute a fare sul serio, in modo particolare chitarre aggressive ed una batteria che ricorda un martello pneumatico.

Il secondo brano è "Prevail", che dà il nome al disco e ci propone una sezione ritmica da applausi, capeggiata da Blast Beat alla massima potenza ed un Stèphane Barbe in grande spolvero.

Il ritmo rallenta lievemente con "Taking the World by Storm", bellissimo brano esaltato da un epico ritornello che vede contrapposto al potente growl un lacerante screaming e che recita:



"Welcome to this

Ensuring soft will

I tried so hard

Through the impossible

Clenching my fists

This fight will never end

Nation rise

Taking the world by storm"




Il disco torna ad assumere un contesto violentissimo con il quarto brano intitolato "As Death Lingers", nel quale le doti di Duhamel vengono messe in rilievo, senza trascurare l'aspetto vocale nel quale Iacono dà l'ennesimo saggio della sua reputazione di bravissimo growler utilizzando una complessa tecnica che esegue però con una naturalezza disarmante. Con il quinto brano "Blood in Heaven" è invece possibile apprezzare un ottimo lavoro di Jean-Francoise Dagenais, autore del riffaggio più ispirato del disco, ma in realtà in questo brano non c'è un solo componente che finisca per rimanere in secondo piano rispetto agli altri. Duhamel introduce la bella "To the Throne of Sorrow", traccia che spicca per la sua scorrevolezza affiancata all'incredibile potenza sprigionata dagli strumenti, che danno origine ad un roccioso muro sonoro che pare quasi uno scudo impenetrabile, anche se il punto esclamativo del brano sta per l'accentuata seppur breve inserzione melodica che qui raggiunge l'apice nel disco.

In "Breathe to Dominate" vediamo Duhamel e Dagenais salire in cattedra per l'ennesima volta, mentre Iacono ci ripropone un altro duello vocale all'ultimo sangue. Mentre ci avviamo verso la conclusione del disco ci imbattiamo in una vera e propria catastrofe naturale, cioè il brano "Tear Down the Kingdom", con Iacono nelle vesti di un valoroso condottiero che ci sprona a combattere. Ciò mentre Duhamel ci perfora l'apparato uditivo con una distruttiva scarica di puro Northern Hyperblast e Dagenais ci preannuncia un riffaggio che sarà alla base del bellissimo "Romulus", il primo full lenght degli Ex Deo (side project di Iacono) che sarebbe uscito l'anno dopo.

In "The Vultures Are Watching", nono brano, si ha una melodia più consistente ed accentuata che si spalma perfettamente sull'intenso muro sonoro generato dalla sezione ritmica, che appare ancora una volta molto ispirata.

Infine, a chiudere in bellezza un disco privo di sbavature, tocca allo strumentale "The Last Effort (Reinassance II)", che si può riassumere come una piacevole cavalcata sul poderoso working di una sezione ritmica ispiratissima che sintetizza ancora una volta perfettamente l'intesa dei musicisti, che in questo caso ci regalano un pezzo ricco di epicità, cambi di tempo, e persino un certo senso di malinconia, il tutto in 5 minuti divisi fra melodie e potenza in una miscela esplosiva che racchiude tutta la vena compositiva di questi 4 artisti.



Prevail non è certamente passato alla storia e mai lo farà, ma consacrò i Kataklysm come gruppo cardine della scena death metal canadese nonchè attualmente una delle entità più interessanti d'oltreoceano.


1) The Chains of Power
2) Prevail
3) Taking the World by Storm
4) As Death Lingers
5) Blood in Heaven
6) To the Throne of Sorrow
7) Breathe to Dominate
8) Tear Down the Kingdom
9) The Vultures Are Watching
10) The Last Effort (Reinassance II)