KATAKLYSM
In the Arms of Devastation
2006 - Nuclear Blast Records
FABIO MALAVOLTI
22/08/2011
Recensione
Era il 2006 quando i Kataklysm rilasciarono, senza più il batterista Martin Maurais sostituito da Max Duhamel, "In the Arms of Devastation", ennesimo capolavoro di una discografia priva di passi falsi, e che grazie alla limatura della produzione risultò persino migliore rispetto alle ottime uscite precedenti, nonostante la mancanza di nuove innovazioni e sperimentazioni.
Il disco si apre con "Like Angels Weeping (the Dark)", brano che dà il via alla devastazione totale con le prime scariche di Northern Hyperblast ed i primi riffs distruttivi. Tutto ciò mentre comincia a farsi strada una lievissima melodia che alla fine dell'ascolto del disco scopriremo come uno degli elementi fondamentali della produzione dei Kataklysm. Il secondo brano intitolato "Let Them Burn" prosegue la macellazione delle orecchie, con una chitarra a mò di motosega ed una batteria simile ad un bazooka che unite alle strofe del songwriting di Maurizio Iacono fanno del brano un vero inno alla carneficina completa. L'intro di "Crippled and Broken", terzo brano, pare rallentare il ritmo forsennato dei 2 pezzi precedenti, ma man mano che avanza diviene un pezzo brutale e si rivela una vera macchina tritasassi, e la cosa si ripete in maniera ancora più evidente ed accentuata quando inizia il quarto brano, intitolato "To Reign Again": la partenza con il freno a mano tirato, dettato dalla placida chitarra di Jean Francòis Dagenais viene prepotentemente spazzata via e lascia spazio ad una sezone ritmica mastodontica che vede il basso di Stéphane Barbe in versione serial killer. Il quinto brano è il capolavoro "It Turns to Rust", introdotto da un epico ed ispirato riff e nel quale Iacono conduce magistralmente un vero e proprio carro armato sottoforma di muro sonoro. Si continua ad un ritmo elevatissimo con "Open Scars", brano che con continui e potentissimi Blast Beat riduce in poltiglia il malcapitato ascoltatore, ma che al contempo non perde di vista un riffaggio di grande spessore.
Un riff lento ma di grande potenza apre "Temptation Nest", brano che assume progressivamente velocità per poi esplodere in un epico ritornello che mostra un Maurizio Iacono mai così imponente con il suo rabbioso growl.
L'ottavo brano è "In Words of Desperation", secondo capolavoro per il quale i Kataklysm meriterebbero un monumento nell'Olimpo del Death Metal per la loro strabiliante capacità di fondere alla violenza un ampio respiro epico, capacità che la stragrande maggioranza delle band si sogna di notte. Il nono ed ultimo brano è la lunga ed estasiante "The Road to Devastation", cavalcata che dal punto di vista vocale propone un graffiante screaming affianco al cavernoso growl, mentre musicalmente vede una chitarra meno aggressiva e più ispirata (vedere l'orgasmico assolo) insieme ad un Max Duhamel davvero martellante.
Un tamburellante orologio accompagnato da un'atmosfera decadente scandisce gli ultimi istanti di questa estenuante battaglia di minuti senza esclusione di colpi e durante i quali abbiamo subito una vera e propria macellazione da parte dei 4 canadesi, per quello che rimarrà uno dei capitoli più importanti del Death Metal moderno.
1) Like Angels Weeping (The Dark)
2) Let Them Burn
3) Crippled and Broken
4) To Reign Again
5) It Turns to Rust
6) Open Scars
7) Temptation Nest
8) In Words of Desperation
9) The Road to Devastation