INSOMNIUM

While We Sleep

2014 - Century Media Records

A CURA DI
EMANUELE RIVIERA
11/05/2017
TEMPO DI LETTURA:
6

Introduzione recensione

Il nostro affascinante ed intrigante viaggio alla scoperta della discografia dei finlandesi Insomnium si arricchisce, quest'oggi, di un nuovo capitolo, certamente meritevole di essere analizzato con il nostro consueto stile, approfondito e curato fino al più piccolo dei dettagli, sebbene di secondaria rilevanza nel corso della ventennale carriera della band nativa di Joensuu. Dopo l'iniziale tripletta di full length, rilasciati con cadenza biennale tra il 2002 ed il 2006, i paladini del sorrowful melodic death metal preferirono muoversi in maniera differente: anche in virtù del soddisfacente contratto di collaborazione stipulato, nel 2011, con la major internazionale Century Media Records, la formazione scandinava decise di arricchire e diversificare la propria discografia personale, anteponendo alle pubblicazioni principali altri lavori di più breve durata, un manipolo di tracce al massimo, editi in formato ep o brani singoli, riservati al solo mercato digitale. Questo in modo tale da renderli maggiormente appetibili ed immediatamente reperibili in rete da un target più ampio di popolazione, in primis da quei fan più affezionati e fedeli. Come ricorderete, abbiamo già trattato, in precedenti episodi, sia i due ep, (Where The Last Wave Broke, invero rilasciato ancora sotto l'egida di Candlelight Records, ed Ephemeral, risalente al 2013), che il singolo Weather The Storm del 2011, composto da sole due canzoni. In questo episodio ci occuperemo, invece, di "While We Sleep (Mentre noi dormiamo)", secondo singolo di casa Insomnium, costituito addirittura da una sola, omonima traccia, e che, da un punto di vista cronologico, segue di quattro mesi lo stesso Ephemeral ed anticipa di quindici giorni il sesto studio album, Shadows Of The Dying Sun, anch'esso, a suo tempo, oggetto di dettagliata argomentazione, da parte del sottoscritto. Un prodotto quindi di nicchia, minimale per sua stessa natura, anch'esso riservato, (a nostro avviso giustamente e logicamente), all'esclusivo mercato digitale, con lo scopo di accrescere la curiosità e l'interesse dei fan in merito all'imminente nuova fatica su lunga distanza. Alla luce di questa premessa introduttiva doverosa, e conoscendo l'indole schiva e riservata dei componenti della band, riteniamo che l'influenza della label di Dortmund, (sapientemente abbinata ad un capiente portafoglio a fisarmonica), debba avere giocato un ruolo importante nel convincere la band capitanata dal binomio Friman/Sevanen nella decisione di dare alle stampe un prodotto della durata totale di gran lunga inferiore ai dieci minuti. Nel dettaglio, While We Sleep vide la luce in data 15 aprile 2014, corredato da un criptico ed oscuro video promozionale, in pieno stile decadente e romantico. Parliamo, in ogni caso, del secondo singolo anticipatorio al successivo lp, dal momento che, all'interno di Ephemeral, fu la stessa titletrack ad essere scelta come prima hit di lancio del già menzionato Shadows Of The Dying Sun. Sorprende, purtroppo non in positivo, una scelta del genere, dal momento che parliamo di due pezzi probabilmente tra i più deboli dell'intera tracklist dell'album, entrambi molto edulcorati nelle cadenze e caratterizzati da un andamento generale fin troppo compassato, sebbene entrambi pregevolmente arricchiti da refrain centrali dalla subitanea presa sul pubblico e dalla resa assicurata in ottica live. Molti, a proposito di ciò, hanno fatto riferimento ad una sorta di seconda "darktranquillityzzazione" degli Insomnium, con questo termine facendo riferimento ad un subdolo processo inconscio in atto nella band finnica, per cui, una volta raggiunta la notorietà internazionale, essi abbiano scelto di adagiarsi candidamente sugli allori conseguiti, limitandosi, per contro, a sfornare pezzi piuttosto scialbi, pur se gradevoli in quanto tali, in grado di garantire un dirompente successo di massa, senza bisogno di grossi sacrifici in sala prove. Che la tanto temuta commercializzazione, per certi versi peraltro innegabile, del sound dei nostri, avvenuta sotto l'imponente ala protettrice (comune) rappresentata da un colosso discografico del calibro di Century Media Records, abbia, infine, spinto nuovamente Sevanen e compagni ad assumere le inconsistenti sembianze della versione più lenta e magniloquente del gruppo di Stanne? (in ciò riprendendo le critiche che venivano mosse al gruppo finlandese agli esordi, oltre un decennio prima). Dal canto nostro ci sentiamo di dire, fin da questo momento ed in maniera chiara, che il prodotto che ci apprestiamo ad ascoltare in questa circostanza non sarà di qualità eccelsa, meritevole di nulla più che di una sufficienza salomonica in sede di giudizio finale, ed è altrettanto vero che la stessa band svedese, negli ultimi tempi, abbia sovente toppato, o perlomeno spiazzato grandemente, nello scegliere i pezzi atti a lanciare nella maniera ideale i propri lavori più importanti, ciò nonostante riteniamo che il cordone ombelicale che, effettivamente ed innegabilmente, legava gli Insomnium ai cugini più grandi fosse già stato reciso in tempi non sospetti. Con la consapevolezza, quindi, di stare per fruire un prodotto che, sicuramente, non rivoluzionerà il mercato discografico universale, premiamo senza altri indugi il tasto play del nostro lettore ed immergiamoci nel breve ascolto.

While We Sleep

La traccia omonima "While We Sleep" (Mentre noi dormiamo) si apre su cadenze soffuse e malinconiche, sentiamo un gran numero di corvi dispiegare le proprie ali e mettersi in volo, nella penombra di un cielo plumbeo, minaccioso di tempesta imminente, tipicamente scandinavo, sia nei lineamenti che nella vastità, pressoché sconfinata a latitudini così settentrionali. Il riferimento, chiaro ed immediato, è allo statunitense Edgar Allan Poe, maestro primigenio della letteratura horror e, da sempre, fonte di ispirazione primaria per gli Insomnium. Una graziosa e giovane donna, insolitamente scura di capelli, volge, anch'essa, lo sguardo verso l'alto, l'atmosfera è carica di molta elettricità statica, troppo a lungo repressa ed ora, finalmente, pronta a deflagrare in tutta la sua potenza, ce ne rendiamo conto, ben presto, anche noi. Il frontman Niilo ringhia selvaggio e ci catapulta, come in un vortice spaventoso, al centro di un sofferto ed angoscioso incubo, (un'idea di fondo non particolarmente originale, se pensiamo, ad esempio, ai Metallica dell'evergreen Enter Sandman del 1991). Ovviamente il tutto viene declinato in una versione più soft, arricchita da un raffinato senso per tutto quanto possa essere ascritto al miglior decadentismo lirico e da una naturale inclinazione verso il romanticismo ottocentesco inglese, (Lord Byron, John Keats e compagni). La band inizia a stendere il proprio tappeto ritmico con piglio e disinvoltura ormai assodati, le due chitarre si cimentano con riff relativamente semplici, ma dal sicuro impatto sonoro, il potenziale di cui la band dispone appare, tuttavia, espresso solo in maniera solo parziale. La batteria di Hirvonen, dal canto suo, assicura il degno  e preciso supporto posizionandosi, come da tradizione, su di un mid tempo gradevole e frizzante, assicurato dal ricorso alla doppia cassa continua. La giovane si agita in continuazione nel suo misero e spoglio letto, il suo stato di turbamento interiore è evidente, ella immagina di trovarsi a vagare nel cuore di un minaccioso ed oscuro bosco impenetrabile. Gli Insomnium dimostrano di essere in palla, ma non vogliono, (o non possono), strafare, i primi sessanta secondi del pezzo ci consentono di descrivere un'atmosfera di fondo irrequieta, nevrotica nelle sue fattezze principali. Una eclissi totale oscura la luce del sole, la tetra e bieca selva si mostra in subbuglio completo, benché l'ora sia tarda continui e frenetici movimenti paiono provenire da ogni direzione, profondi sibili, latrati sinistri ci mettono in soggezione, ci sentiamo fragili e vulnerabili in uno scenario simile, anche in ragione del fatto che non scorgiamo alcun rifugio nel quale poterci nascondere. Ville Friman, compositore lirico principale del pezzo, è il primo a presentarsi dietro il microfono e lo fa con la sua caratteristica voce calorosa, sensuale, figlia di un retaggio artistico in prevalenza classico e chiaramente debitrice delle prestazioni canore più ispirate di un certo Mikael Akerfeldt, (benché rimanga ben distante da simili standard di riferimento). Nel frattempo le chitarre, precedentemente armonizzate alla perfezione, si muovono ora in evidente distorsione acustica, con risultati, invero, non troppo entusiasmanti. Quando il tuo cuore si arrende e l'amore collassa, quando la mano che non lascia mai andare non c'è più, quando si seminano e si raccolgono solo fitte di dolore e risentimento, quando non c'è nessun altro, oltre a te, da biasimare. Siamo, quindi, alla prese con un amore sfiorito, la difficile consapevolezza di essere rimasti da soli, probabilmente dopo lungo tempo, rimorsi, domande destinate a rimanere senza alcuna risposta, si affollano nella mente e ci impediscono di riposare serenamente, al punto da toglierci definitivamente il sonno. Sono da poco trascorsi novanta secondi, quando anche il roccioso Sevanen, vocalist storico ed effettivo del gruppo, fa la sua comparsa sulle scene. Finalmente aggiungiamo noi: grazie a lui, infatti, il tiro della canzone viene immediatamente e sostanzialmente indirizzato verso l'alto, il suo roco cantato in growl meglio si adatta al pesante tessuto sonoro orchestrato dalla band rispetto alle affabili clean vocals di Friman, peraltro funzionali, a loro volta, per rimarcare le differenti anime di cui il sensuale universo Insomnium è composto. Quando tutto ciò che desideri è tornare indietro ancora una volta, poter cambiare ogni cosa solo per un'ultima circostanza, quando tutto ciò che provi è rimorso, dolore e rimpianto, ogni volta in cui ti dilunghi all'infinito sul passato e sei incapace di andare avanti, non più in grado di guardare al futuro. Le note che la band disegna per noi, progressivamente ma inesorabilmente, hanno acquisito una certa consistenza ed uno spessore significativo, ci imbattiamo quindi, esattamente al minuto 02:08, nel sontuoso ritornello centrale, in assoluto una delle porzioni migliori del pezzo stesso. Noi andiamo alla deriva lontani, nei nostri sogni, mentre dormiamo raggiungiamo distanze sempre più grandi, costruiamo uno spesso e profondo muro di vetro, riusciamo, ciò nonostante, ad udire ogni cosa ma scegliamo, consapevolmente, di non voler ascoltare all'interno. Il ponte sta ancora bruciando, lasciamo dietro tutto l'amore che avevamo da offrire. A partire dal minuto 02:41 il gruppo si prende una ventina di secondi per alimentare e corroborare ulteriormente la melodia portante, con la consueta perizia tecnica che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni, i quattro membri del gruppo tratteggiano interessanti e piacevoli arpeggi acustici, debitamente armonizzati in sala prove. I confini tra realtà e sogno si fanno, nel frattempo, ancora più labili, quasi indistinti, la ragazza appare sempre più confusa nel suo titubante incedere, sta davvero, ella, sognando nel cuore della notte oppure è realmente smarrita nei boschi del profondo nord? Forse questa è solo l'ennesima finzione cinematografica alla quale stiamo assistendo davanti allo schermo del nostro freddo ed insulso televisore? Al minuto 02:58 ricompare sulle scene il buon Friman, (qualche osservazione ci sentiamo di muoverla circa il suo improbabile abbigliamento di scena, quella maglietta intima nera ed attillata è alquanto discutibile), il quale ci tiene compagnia per pochi istanti appena, con il suo garbato cantato in pulito, non molto coinvolgente a livello emozionale, prima di cedere definitivamente il posto al collega ed amico Sevanen. Quando ti rendi conto che la tua vita è una strada a senso unico, nel momento in cui sei consapevole che non vi è alcuna possibilità di ritorno, quando capisci che non puoi più tornare indietro, allora acquisterai la piena coscienza di dover solamente, necessariamente, andare avanti. Seconda ripetizione del refrain portante, minuto 03:33, sempre scandita dall'ottimo Niilo, le visioni della giovane donna si arricchiscono, ora, di suggestivi elementi ancestrali. Quando abbiamo da poco oltrepassato il quarto minuto, le cadenze del brano rallentano vistosamente, delineando con sublime delicatezza incantevoli atmosfere visionarie e trasognanti. Ce lo dice anche il singer, del resto, abbiamo bisogno di rallentare, affinché io possa raggiungerti entrambi dobbiamo premere, con forza, il pedale del freno. Eleganti costumi tribali, trucchi naturali e vivaci adornano il gentile volto della ragazza, squarci di luce che, con sempre maggiore frequenza, riescono a penetrare la spessa coltre di oscurità, pregevoli assoli chitarristici compaiono a partire dal minuto 04:43 ed arricchiscono ulteriormente il valore intrinseco della canzone, evidenziando, altresì, una marcata connotazione epica, (già presente, peraltro, nei precedenti momenti più introspettivi e cadenzati), da sempre tra i valori aggiunti della formazione finlandese. Nuova, debordante e definitiva accelerazione al minuto 05:16 con Sevanen ancora sugli scudi, impegnato a ruggire, con impeto e determinazione immarcescibili, nell'ultima ripetizione del fortunato refrain centrale, abbiamo bisogno di rallentare, affinché sia possibile riprenderci a vicenda è necessario moderare la velocità. Non abbiamo alcun bisogno, in fondo, di correre a perdifiato come matti, non è in questo modo che possiamo dare libero e pieno sfogo alle emozioni ed ai sentimenti più autentici. In definitiva possiamo dire che While We Sleep regali il meglio di sé nella seconda porzione, l'inizio, invece, lascia abbastanza spiazzati e non entusiasma particolarmente. Nel complesso parliamo, quindi, di una traccia certamente gradevole, ordinaria e pensata, probabilmente a tavolino con Century Media Records, per offrire quel quid in più nella dimensione live, (personalmente, riteniamo, in ogni caso, che il potenziale di una canzone del genere non sia particolarmente elevato, nemmeno on stage). A corroborare la nostra sensazione anche lo stesso Friman ha dichiarato che le parti vocali in pulito, a nostro avviso i momenti meno emozionanti dell'intero pezzo, sono state aggiunte quasi all'ultimo minuto, a composizione praticamente ultimata, in seguito ad un "tacito invito" della casa discografica produttrice che desiderava promuovere, (e finanziare), un singolo quanto più catchy ed immediato possibile. Questo a voler dire che la costruzione artistica del brano sia stata abbastanza raffazzonata, in maniera tutt'altro che spontanea, per limitare quanto più possibile i danni nell'immediato. La spontaneità con cui Ville si cimenta dietro al microfono non è da mettere in dubbio in alcun modo, semplicemente egli sembra muoversi con le marce ridotte inserite, la sua prestazione vocale, a tratti, appare addirittura stucchevole e penalizza, oltre misura, un brano nel complesso tutt'altro che da censurare.

Conclusioni

Venendo ora al giudizio finale, possiamo dire che il secondo singolo edito dagli Insomnium, anch'esso riservato all'esclusivo mercato digitale, non ci pare in grado di raggiungere il medesimo livello, sia dal punto di vista qualitativo che da quello del coinvolgimento emozionale, rispetto al precedente Weather The Storm. In quel caso, è bene ricordarlo, c'era il desiderio, quasi una necessità per certi versi, di conquistarsi la fiducia ed il rispetto della nuova, (ed economicamente assai ben fornita), industria discografica, con la quale si era, da poco, sottoscritto un importante contratto di collaborazione, in questo caso, tre anni, un monumentale full length come One For Sorrow ed un interessante ed audace ep come Ephemeral dopo, il coraggio e la voglia di stupire dei nostri appaiono decisamente sbiaditi, stinti nelle loro tonalità di fondo. Già la scelta di proporre una sola canzone, per quanto abbastanza consistente quanto a minutaggio, la dice lunga sull'impegno, ipotizziamo molto relativo, che Friman e soci abbiano profuso per dare alla luce questo prodotto. L'unica traccia di cui il singolo si compone, la titletrack While We Sleep, è un pezzo che, pur con tutta la buona volontà possibile, non sembra essere destinato a rimanere impresso nella memoria collettiva dei fan, per quanto essa si lasci ascoltare con fluidità e senza presentare pecche realmente consistenti. Ribadiamo, a tal proposito, il concetto già espresso più sopra: la scelta di inserire cospicue porzioni in clean vocals, concordata a tavolino, con tempistiche, evidentemente, quanto meno azzardate, con la potente label promotrice, contribuisce ad allentare di parecchio la tensione nel corso degli oltre 6 minuti nei quali il pezzo si sviluppa, fin quasi al punto da venire sopraffatti dalla noia in alcuni passaggi, davvero troppo sciatti per risultare di un qualsivoglia interesse. Decisamente migliori sono le porzioni cantate in growl da Sevanen: per quanto non troppo dissimile dalle timbriche utilizzate dal leader degli Amon Amarth, Johan Hegg, egli riesce a trasmettere potenti e salvifiche scariche di adrenalina nel nostro corpo, grazie al suo registro vocale fortemente incavato e, per questo, decisamente abrasivo e penetrante. La coppia di chitarre svolge un lavoro diligente e puntuale, benché non particolarmente ispirato nel complesso, nello spezzone finale del pezzo, ciò nonostante, Friman e Vanhala crescono di tono ed emergono alcuni interessanti, seppur fugaci, assoli di rilievo. La sezione ritmica di accompagnamento, dal canto suo, è quasi interamente incentrata sul puntuale apporto garantito dalla batteria di Hirvonen, anch'essa ordinaria nel suo spedito incedere in doppia cassa, mentre, al solito, il basso di Niilo è confinato al ruolo di comprimario, e nemmeno poi tanto di lusso, verrebbe da aggiungere. Una tappa intermedia, decisamente interlocutoria, dunque, nel corso del meritevole percorso discografico di questa validissima band, i fini prettamente commerciali di una simile operazione sono fin troppo evidenti, la lunga mano di Century Media Records si fa sentire, avida ed ingorda di denaro facile, anche in questo caso. La sufficienza è, tuttavia, garantita grazie all'esperienza ed alla maturità artistica che il gruppo è riuscito a conseguire con il passare degli anni, un singolo come questo non fa altro che confermare il ruolo di primaria importanza che spetta, di diritto, alla band di Joensuu nel panorama del death metal melodico moderno.

1) While We Sleep
correlati