HYPOCRISY
A Taste of Extreme Divinity
2009 - Nuclear Blast
FRANCESCO PASSANISI
13/01/2012
Recensione
Se la carriera musicale fosse una strada che i musicisti seguono col Gps del talento e dell'ispirazione, quello degli Hypocrisy sembrava essere andato in avaria soffrendo per il Millenium Bug visto che, dopo le grandi uscite degli anni '90, i quattro svedesi si erano persi in uscite di dubbia qualità come se il loro Gps avesse perso il segnale satellitare e loro avessero cominciato a girare a casaccio. Era quindi con un po' di scetticismo che accolsi l'arrivo di "A taste of Extreme Divinity", ultimo parto della mente del geniale Peter Tagtren. Ma mi è bastato ascoltare la furiosa opener "Valley of the Damned" per permettere a Tagtren e soci di mettere K.O. il mio scetticismo già dal primo round grazie ad un drumming furioso ma preciso come un orologio e ad un riffing di chitarra azzeccatissimo... Ma il vero punto di forza del pezzo è la voce brutale e maledetta del grande Peter Tagtren che alterna Growl e Screaming riuscendo benissimo in entrambi gli stili e corazzando ancora di più quel bulldozer devastante che è il sound di quest'album. Se la prima traccia non vi ha travolto con la sua brutalità, scommetto che non riuscirete a resistere a "Hang Him High" pezzo devastante che mostra come gli Hypocrisy abbiano ritrovato la giusta strada e la stiano percorrendo a velocità inaudita. L'album continua con "Solar Empire" che continua ad annichilire le orecchie dell'ascoltatore devastandone i padiglioni auricolari. Devastazione che continua con il capolavoro "Weed out the Weak" che, complice un intro magistrale ci farà venire voglia di lasciarci andare ad un headbanging sfrenato ovunque noi siamo e che promette Moshpit da record per coloro che avranno la fortuna di vedere dal vivo questa meravigliosa band. La perfetta alternanza tra accelerazioni e rallentamenti di "Weed out the Weak" apre la strada alla bella "No Tomorrow" che mostra l'attenzione di questi svedesi nel fondere anche la melodia al loro sound brutale, rendendo tutti i pezzi ascoltabili e godibili. "Global Domination" continua sulla strada già tracciata con riff cattivi e veloci ed un Tagtren assolutamente sugli scudi per quanto riguarda le vocals, brutali e devastanti che tolgono il respiro all'ascoltatore. Arriviamo alla "Quasi Titletrack" "Taste the extreme divine" ed eccoci di fronte ad un pezzo marziale e devastante suonato con maestria e intriso di riff geniali che lo rendono uno dei capolavori dell'album. "ALive" è il perfetto specchio dell'abilità degli Hypocrisy nel fondere brutalità e melodia negli stessi riff consegnandoci un pezzo pesantissimo ma godibile. "The quest" ci mostra il lato più epico del quartetto svedese rallentando i ritmi e dando più spazio alla melodia, confezionando un pezzo che non sfigurerebbe come sottofondo di una battaglia in un film storico o fantasy. "Tamed (filled with Fear)" riporta alti i bpm e ci permette di notare la produzione curata dagli stessi Hypocrisy che, sebbene non faccia gridare al miracolo, è molto meglio di quelle di certi produttori ben più blasonati. L'intro di "Sky is Falling down" è un vero cazzotto in faccia all'ascoltatore e ci regala un pezzo furioso in piena tradizione Death metal mostrando ancora una volta che questo gruppo, nonostante le uscite incolori degli ultimi tempi, merita assolutamente un posto nell'olimpo del metal. A chiudere l'album troviamo "The Sinner" degna chiusura di un ritorno sulle scene devastante che mostra pienamente lo stato di forma di una band che finalmente è tornata ai livelli ai quali ci aveva abituato.
1) Valley Of The Damned
2) Hang Him High
3) Solar Empire
4) Weed Out The Week
5) No Tomorrow
6) Global Domination
7) Taste The Extreme Divinity
8) Alive
9) The Quest
10) Tamed (Filled With Fear)
11) Sky Is Falling Down
12) The Sinner