HOUR OF PENANCE
Paradogma
2010 - Unique Leader Records
FABIO MALAVOLTI
16/08/2011
Recensione
L'apocalisse della chiesa: ecco cosa sembra volerci dire la meravigliosa copertina di "Paradogma", quarto studio album dei romani Hour of Penance. La prima impressione però è che a venire triturata non sarà solamente la religione, quanto le orecchie di chi si accinge ad ascoltare anche solo una di queste 10 tracks assassine. Strumenti che in realtà appaiono come armi automatiche sparate al massimo oltre ogni limite: Giulio Moschini con la sua chitarra graffiante ed acida, Silvano Leone con il suo basso inarrestabile e Mauro Mercurio con la sua batteria dai ritmi da martello penumatico che stendono un imponente ed annichilente sound al quale è inutile opporsi, poichè finirà per opprimere tutto ciò che si presenterà sul suo cammino blasfemo. Se poi ci si aggiunge Francesco Paoli ad urlarci tutta la sua avversione ai culti religiosi avremo 38 minuti di distruzione totale. La track opener è la bellissima title track "Paradogma", brano con venature epiche ed apocalittiche che vede un ottimo contrasto fra imponenti blast beat e chitarre indemoniate che non ammettono pause. Il secondo brano è il capolavoro "Thousands of Christs", nel quale il buon Paoli ci urla in faccia strofe blasfeme ed anticristiane sopra il granitico muro sonoro della sezione ritmica, ancora ai massimi livelli e che nel finale si tramuta in un ipnotizzante marcia grazie ad un riff veramente epico. "The Woeful Eucharisty" prosegue ritmicamente ciò che hanno cominciato i primi 2 pezzi devastanti ma con Mercurio in versione serial killer dotato di un fucile automatico che ci manda in frantumi le orecchie prima che il brano assuma anch'esso un'atmosfera marziale. A spezzare (per modo di dire) l'andamento forsennato di Paradogma ci pensa "Malevolence of the Righteous" che si mantiene comunque su ritmi elevatissimi nonostante un rallentamento ritmico rilevante e mostrandoci tutta l'ispirazione solista di Moschini. La marcia annichilente riprende con "Caged into Falsehood" con Paoli in veste di "profeta" con il suo diabolico e potentissimo growl che a momenti pare quasi posseduto dal demonio. L'apice ritmico viene raggiunto con "Incestuous Dinasty of Worms", brano assolutamente devastante per qualsiasi componente si prenda in esame. "Adversary of Bigotry" esalta invece la tecnica e l'ideologia dei nostri compaesani con ritmi da capogiro e ovviamente tematiche in contrasto con la corrotta dottrina religiosa che ha sede proprio nella loro città natale. L'ispirazione della chitarra sale in cattedra nell'ennesimo inno anticristiano "Incontrovertible Doctrines", brano che ci mostra un Mercurio quasi disumano, come fosse un automa. Della serie "marce annichilenti" ecco "Spiritual Ravishment", un brano tritacarne che introduce la carneficina finale che avrà luogo con il brano semistrumentale conclusivo giustamente intitolato "Apotheosis" che chiude la macellazione delle orecchie dell'ascoltatore in maniera tutta personale grazie alle laceranti vocals che scandiscono gli ultimi istanti di vita di questo blasfemo panzer con le sembianze di un disco.
1) Paradogma
2) Thousands of Christs
3) The Woeful Eucharisty
4) Malevolence of the Righteous
5) Caged into Falsehood
6) Incestuous Dinasty of Worms
7) Adversary of Bigotry
8) Incontrovertible Doctrines
9) Spiritual Ravishment
10) Apotheosis