HELLSAW
Trist
2012 - Napalm Records
FRANCESCO PASSANISI
03/03/2012
Recensione
Spesso mi capita di pensare ai musicisti come se fossero degli esploratori del 1400-1500. C'è chi sceglie di seguire la strada che altri hanno già tracciato e altri che decidono di deviare, tracciando nuove strade fino a scoprire nuove città e nuovi continenti. Succede lo stesso anche nella musica, c'è chi ha tracciato strade assolutamente nuove fondando nuovi generi e nuove sonorità e chi segue strade già tracciate da altri, magari impreziosendole con le proprie idee e risultando lo stesso molto personali. Di quest'ultima categoria fanno sicuramente parte gli Hellsaw, formazione black metal austriaca giunta ormai al quarto Full Lenght, il secondo con la Napalm Records. L'opener "The Devil is calling My Name" mette subito le carte della band sul tavolo. Il sound è freddo, glaciale in piena tradizione norvegese. Gli Hellsaw sembrano infatti prendere il meglio di ogni band della scena norvegese dei primi anni '90 e li miscelano con un sapiente tocco di personalità. E così arpeggi dissonanti si uniscono a minimalisti riff in tremolo picking che a loro volta si miscelano a morbosi rallentamenti atmosferici. Nonostante tutto il songwriting complessivo si dimostra molto omogeneo e con un occhio di riguardo per la melodia. Con "Sorrow in Horror" ci troviamo di fronte ad un pezzo denso di quel minimalismo tipico dei Darkthrone che assume sempre di più le sembianze di confessione di una mente depressa in un modo che entra dentro l'ascoltatore. Avevo asserito prima che il sound è freddo e quest'ultima frase può sembrare una contraddizione, ma in questo caso la freddezza del sound della band non fa altro che amplificare quella sensazione di depressa alienazione che la band vuole trasmettere. "Doom pervades My nightmare" si avvicina musicalmente agli Immortal ma nonostante questo la band riesce a suonare lo stesso moderna e personale senza quindi scadere nella prevedibilità, anzi stupendoci con un bel finale acustico che ci traghetta verso "The Forerunner of the Apocalypse", traccia che continua a dipingere l'atmosfera creatasi con tinte grigie creando un mondo di depressione e alienazione. "Death Bells" inizia con una specie di messa in latino per proseguire con un annichilente rincorsa di chitarre e batteria sulle quali spicca lo screaming acido e soffocato di Aries, che dona al pezzo una voce disperata ma al contempo maligna. La titletrack diminuisce i suoi bpm rendendo angosciante e mettendo in risalto l'ottima prestazione vocale di Aries (già mastermind dei Black Dementia e chitarrista degli Horned Almighty) che rende le tracce angoscianti e depressive. "A Winter cold" presenta degli ottimi cori che però ci fanno notare quanto la poca attenzione riposta in sede di produzione non aggiunga niente alla qualità del lavoro. Il disco non suona male, solo che una vera produzione avrebbe sicuramente aumentato ancora di più la qualità complessiva del full-lenght.
Under their sign of the cross
They can murder
They were murderers of humankind
Under the regime of god
Crucify them
Hate them
Torture them
Hunt them
Torture them
Murder them
Come potete leggere dalle lyrics riportate qui sopra, con "Beldam 1450" ci si avvicina ad un altro tema molto comune nel Black metal norvegese dei primi anni '90, ovvero l'anticristianesimo che permette ai nostri di confezionare un pezzo maligno e feroce di chiara ispirazione "Mayhemiana", ma sempre personale e ben costruito. A chiudere l'album troviamo la violenza di "Silence" che mette in risalto l'ottimo lavoro del batterista Svart che ben si destreggia tra Blast beat incessanti, accompagnamenti più tranquilli e velocissimi fill. Non sarà un album che rivoluzionerà un genere o ne fonderà uno nuovo (per tornare al vecchio esempio, gli Hellsaw non scopriranno certo l'America) ma se già conoscete a memoria tutte le uscite di Mayhem, Darkthrone, Emperor, Immortal, etc. E state cercando un bell'album da ascoltare, "Trist" non vi deluderà.
1) The Devil Is Calling My Name
2) Sorrow Is Horror
3) Doom Pervades My Nightmares
4) The Forerunner of the Apocalypse
5) Death Bells
6) Trist
7) A Winter Cold
8) Beldam. 1450
9) Silence