HELLOWEEN
Walls Of Jericho
1985 - Noise Records
DONATELLO ALFANO
01/06/2011
Recensione
Il 1985 è un anno importantissimo per gli Helloween perchè dopo l'ep omonimo pubblicato in primavera, nell'autunno successivo giunge il momento fatidico dell'uscita di Walls Of Jericho, primo full length della loro carriera. I cinque pezzi contenuti nel sopracitato mini (in seguito verrà incluso nella ristampa su cd proprio di Walls...) avevano già messo in chiaro quali erano gli intenti della band, ovvero quelli di suonare un tipo di metal dai ritmi velocissimi ma sempre caratterizzato da una particolare attenzione verso la melodia, il tutto avendo come base di partenza quanto di meglio stava provenendo dall'Inghilterra nello stesso periodo, insomma quello che poi verrà riconosciuto universalmente come power metal! Nella prima release ufficiale dei tedeschi l'energia, la grinta e la determinazione emergevano in maniera chiarissima, la carica di pezzi come Starlight o Murderer è ancora oggi sorprendente, era più che lecito attendersi altra grande musica da un album intero, promesse che vennero mantenute in pieno. Da Amburgo con furore! Ecco una delle frasi più ricorrenti nella mia mente ogni volta che ascolto questo fantastico disco; Kai Hansen (vc,ch) Michael Weikath (ch) Markus Grosskopf (bs) e Ingo Schwichtenberg (bt) erano diventati i ''nuovi guerrieri'' del metal, il futuro li avrebbe riservato (giustamente) successi e soddisfazioni praticamente ovunque. Giovani, arrabbiati e con una gran voglia di colpire il mondo con la loro musica potentissima; le zucche erano esattamente questo più di venticinque anni fa e Walls Of Jericho fu il primo e fondamentale passo verso la conquista planetaria. L'anima più grezza, sfrontata ed irruente della band è tutta racchiusa nei solchi di questo lp, quaranta minuti di autentico assalto frontale che alla fine ci lascia distrutti ma estremamente felici. Nessuno spazio viene concesso a fronzoli ed orpelli vari, il risultato è un suono più sporco rispetto a quello che sentiremo nei dischi successivi ma questo non è un difetto, anzi si può sostenere che è la particolarità che lo rende ancora più affascinante perchè ci consegna delle tracce reali e spontanee, caratteristiche che solitamente si trovano nei migliori live albums, a livello compositivo i due axemen si erano divisi i compiti in questo modo: Michael aveva scritto tre canzoni, Kai due, le altre quattro insieme. Un lavoro del genere non poteva che cominciare in maniera trionfale, l'allegra intro omonima contraddistinta da delle trombette squillanti prepara il terreno alla prima bordata dal titolo Ride The Sky, uno dei classici immortali dei teutonici; un violentissimo riff schiacciasassi, una batteria velocissima e precisa come poche (grandissimo lavoro di Ingo, uno dei più grandi drummer della storia della musica, R.I.P.), la voce di Kai che seppur non verrà mai ricordata come una delle più tecniche della scena ha carisma e grinta da vendere, gli sbalorditivi duelli tra le due chitarre a colpi di assoli, un refrain cadenzato che travolge come un vulcano in eruzione; sono tutte le componenti che hanno reso questo pezzo un must per più di una generazione di fans. Le nostre teste cominceranno a muoversi freneticamente e sarà un'impresa ardua tenerle a bada perchè ci aspettano altri boati metallici come Reptile, traccia molto dinamica e con le immancabili reminiscenze NWOBHM, la performance vocale qui è melodica e di ottimo livello, complimenti a mr. Hansen! Ancora energia all'ennesima potenza con Guardians e Phantoms Of Death, nel caso della prima ci troviamo di fronte ad un'altra fenomenale speed song con un ritornello accattivante da adorare senza remore, la seconda invece è più articolata (fanno la loro apparizione anche le tastiere) e con una parte strumentale ad altissimo livello tecnico. Gli inni delle zucche non si fermamo qui infatti come un tuono assordante e fragoroso irrompe Metal Invaders (già presente in versione demo su Death Metal, storico split del 1984 inciso in compagnia di Running Wild, Hellhammer e Dark Avenger) ascoltandola si ha la sensazione di essere a bordo di un ottovolante impazzito che nessuno potrà mai fermare, senza dimenticare che leggere alcune frasi del testo (Metal Invaders/The gods on their ride/Sworn to bring metal/Mayhem tonight) è sempre una gioia indescrivibile! Gorgar è metallo allo stato puro, una prestazione dietro al microfono velenosa ed un sorprendente omaggio di alcuni secondi al compsitore norvegese Edvard Grieg ed alla sua celebre In The Hall Of The Mountain King (come tutti sapete ripresa un paio d'anni dopo dai grandissimi Savatage nel loro''quasi'' omonimo album) rendono questa track un riuscitissimo mix tra potenza ed oscurità! Come si può non amare alla follia un gruppo che intitola un suo pezzo Heavy Metal (Is The Law)? Ci ritroviamo catapultati in un altro giro vorticoso nel mondo delle zucche; sempre più veloci, sempre più melodici e con in più l'inserimento di un pubblico rumoroso e partecipe tanto da farla sembrare una trascinante live-song; in poche parole possiamo definirlo come un manifesto perfetto della nostra musica! Alla grandiosa How Many Tears tocca il compito di chiudere il disco, una traccia diventata immediatamente un cavallo di battaglia della band, il motivo di tutto ciò è piuttosto semplice; in questi sette minuti i quattro guerrieri danno sfoggio di tutta la loro creatività e di tutta la loro tecnica; accanto al classico ( ricordiamolo,non ci stancherà mai) e furioso muro sonoro vengono affiancate delle linee vocali decisamente malinconiche,malinconia presente anche nel favoloso break strumentale che dopo una terremotante rullata di batteria lascia spazio all'ultimo ed impetuoso assalto. Termina così Walls Of Jericho, un disco che è stato il trampolino di lancio di una delle storie più belle, avvincenti ed irripetibili del metal, l'esperienza acquisita ed un nuovo ingresso nella line-up che si rivelerà fondamentale nel giro di due anni porteranno i tedeschi sul podio dei vincitori, il merito ovviamente è anche di quest'album che come ho detto in precendenza pur essendo meno raffinato e articolato rispetto a quelli successivi ha gettato le basi per il trionfo assoluto! E' stato così che tantissimi di noi hanno cominciato a cantare: HAPPY HAPPY HELLOWEEN..
1) Walls of Jericho /
Ride the Sky
2) Reptile
3) Guardians
4) Phantoms of Death
5) Metal Invaders
6) Gorgar
7) Heavy Metal (is the law)
8) How Many Tears
9) Judas