HELLOWEEN
Straight Out Of Hell
2013 - Sony Music
DIEGO PIAZZA
04/02/2013
Recensione
Per noi figli del metallo pesante non poteva esserci inizio 2013 migliore! "Straight out of Hell", il nuovo album degli Helloween contiene quelle canzoni adrenaliniche in grado di entusiasmare e caricare a pallettoni il metallaro di periferia ! Non che la band teutonica originaria di Amburgo ci avesse abituato male; anzi con un regolarità che varia da due massimo tre anni dal 1994 in poi ha sempre sfornato album di qualità.. Ok, nella memoria collettiva e nei cuori di tutti i power - metallers per antonomasia rimarranno sempre mitici i due "Keepers" album fine anni 80 e la splendida ugola di Micheal Kiske (tornato alla grande nel metal con l'altro illustre "fuggiasco" Kai Hansen con il progetto Unisonic). Il famoso e interlocutorio "Live in UK" e due album molto criticati e controversi come "Pink bubbles go ape" e "Chamaleon" aveva difatto quasi stroncato le vellerità della band con abbandoni e lutti clamorosi e con l'ingaggio del chitarrista Roland Grapow prima e di Andi Deris alla voce dopo (come ricordavo nell 1994 il suo esordio su "Master of the Rings", consolidato poi dal successo di "Time of the Oath" 1996). Come dicevo, da lì in poi secondo me gli Helloween non hanno quasi mai sbagliato un colpo, centrando alla grande l'obiettivo con "Better than Raw" (1998, in assoluto il mio album preferito), The Dark Ride (2001) e "Legacy" (2005, che aveva solo il difetto nel riferimento del titolo i già citati Keepers album) per non parlare degli ultimo due "Gambling with the Devil" e "7 Sinners". L'unico capitolo discografico relativamente recente non apprezzato dal sottoscritto (aldilà della forse inutile raccolta con brani alternativi "Unarmed") è stato sicuramente "Rabbit don't come easy" del 2003 che segnava per altro l'esordio dell'ottimo chitarrista "perticone" Sascha Gerstner al posto di Roland Grapow. "Straight out of Hell" però ha proprio nel suo DNA le caratteristiche per sfondare nei nostri cuori metallici, con una prestazione per altro a mio avviso eccezionale dello stesso Deris al microfono oltre ad un ottimo lavoro in fase di produzione di Charlie Bauerfeind, da oltre un decennio oramai uomo di fiducia della band dietro la console. L'album è stato scritto e registrato ancora una volta nei Mi Sueno Studios di Tenerife, praticamente a casa della famiglia Deris. I suoni risultano compatti e cristallini e nello tempo esplosivi, non viene per nulla limitato il lato metal delle chitarre e i suoni aggressivi della batteria di Dani Loble, un belva scatenata dietro le pelli. Apro un piccola parentesi nelle mie memorie e mi viene da ridere quando penso che vidi un allora sconosciuto Dani nel 2004 in un piccolo club nella provincia bergamasca facente parte della band che accompagnava dal vivo Blaze Bayley, ex cantante degli Iron Maiden durante il tour di "Blood & Belief". C'erano forse 40 persone in tutto compreso il personale di sicurezza! Ma analizziamo l'ultimo masterpiece degli Helloween nel consueto track by track.
"Nabatea" è il classico pezzo da urlo posto in apertura, già visibile sul web come video da prima di Natale 2012 , diventerà subito un pezzo inamovibile dalla set list dal vivo. Pezzo che oltre alle tipiche accelerazioni power contiene anche nelle liriche quell'epica che ricorda un po' i Blind Guardian, ed è già da qui che si nota l'ottimo lavoro in fase di missaggio dei suoni e sull'ugola di Deris. Piuttosto consistente la parte strumentale centrale che da la giusta robustezza all'intera canzone. "World of War" esalta la doppia cassa di Loble ma spicca l'ottimo lavoro fatto su questo album nei ritornelli, molto ben studiati ed elaborati. "Live Now !" era forse pensato come singolo, visto la relativamente breve durata (meno di quattro minuti) e anche per l'accattivante sovrapposizione di voci nel coro. Il pezzo è molto bello, sicuramente superiore alla pacchianata di "Are you Metal ?" del precedente album. "Far from the stars" parte subito velocissima, come un tipica cavalcata power, prima di assumere nei versi quel tipico andamento un po' guascone in tipico stile Helloween: ottimo ancora il refrain corale con in sottofondo i soliti suoni di tastiera che accompagnano tradizionalmente da anni le scorribande della band. Ancora un pregevole inizio melodico fa da preludio a "Burning sun", Deris forza la sua voce salendo di un ottava e, penso già alle malelingue che diranno che dal vivo sarà difficile proporla, visto la difficoltà di Andi di rimare su questi livelli a lungo. Del resto è inutile sempre rivangare il passato, Kiske era un cantante (ed è tuttora) in grado di un estensione vocale notevole; Andi Deris è un ottimo frontman, tra i migliori tra le top band metal e un discreto cantante certo non dotato da madre natura della stessa fortuna vocale del suo predecessore. Personalmente ho trovato "Waiting for the thunder" un piccolo gioiello dell'album, non è una ballata vera e propria ma una canzone emozionante e dal groove indovinato. Le poche note di piano che accompagnano la canzone sono subito vincenti e riportano la memoria ad un altro classico degli Helloween come "If I could Fly": ma è solo un associazione mentale dovuto al suo piano: in realtà "Waiting for the thunder" è il classico pezzo che se fosse trasmesso per radio come un qualsiasi pezzo di Ligabue farebbe furori! "Hold me in your arms", come si può già intuire dal titolo è una vera e propria ballad, con tanto di orchestra virtuale e ben interpretata ancora da Andi Deris. Sinceramente preferisco "In the middle of the Heartbeat", che molti fan ricorderanno suonata anche dal vivo ai tempi di "Time of the Oath". "Wanna be a God" è quasi un momento di interludio, con percussioni di Dani Loble che ricordano vagamente Nicko McBrain nella lunga e un po' noiosa introduzione alla canzone "The Final Frontier" degli inossidabili Iron Maiden, dall'omonimo ultimo album della band anglosassone. Talmente è lo stato di grazia della band, che persino questo pezzo ha il suo perché e non dispiace affatto, prima che la title track "Straight out of Hell" irrompa con la sua energia. "Asshole" che come penso sappiate tutti tradotta in italiano significa "stronzo" (c'è anche un album solista del grande Gene Simmons dei Kiss che si intitola così !) è un brano scritto e musicato dal già citato "perticone" Sascha Gestner che tutto sommato ha trovato molto spazio su questo nuovo lavoro degli Helloween . L'intesa con il "vecchio" Micheal Weikath è, aldilà del testo polemico (non sappiamo con chi ce l'abbia di preciso Sascha) di altissimo livello e lo si vede anche dal vivo. "Years" pur non essendo malvagia è un pezzo che ricorda molti altri degli Helloween del passato, quindi un pezzo che manca un po' di personalità e che una band dall'esperienza oramai quasi trentennale può tranquillamente comporre in pochi minuti. "Make fire catch the fly" è un altro pezzo che rientra nelle classiche cavalcate power che la band ha sfornato in tanti anni di carriera, piace sottolineare l'ottimo lavoro ancora sia del batterista Dani Loble sia del cantante di Karlsruhe. Dopo due pezzi interlocutori ecco un altro bomba lasciata nel finale: campane, canti di chiesa e l'organo aprono le danze "spirituali" di "Church breaks down" : piace come la band rallenta nelle strofe prima di un stupendo bridge corale che precede il vero ritornello. Un vistoso rallentamento centrale vede protagonista per breve tempo il piano e una dolce chitarra melodica non senza un coro clericale che ricorda un po' quello ossessivo che faceva capolinea nella traccia "Time of the Oath".
Nell'edizione digipack di "Straight of Hell" troviamo due tracce aggiunte: la prima è "Another shot of Life": pezzo scritto e musicato dal ricciolone Markus Grosskopf, da sempre bassista degli Helloween che non è assolutamente un pezzo filler, anzi contiene un riff molto epico e accattivante. La seconda traccia è una versione alternativa di "Burning sun" in cui si sente in evidenza un hammond e, come scritto sulla back cover, vuole essere un omaggio ad un maestro dello strumento, il compianto Jon Lord co-fondatore dei Deep Purple. Fa sicuramente piacere che gli Helloween abbiano reso omaggio al grande musicista inglese scomparso recentemente. Per quanto riguarda il l'artwork di copertina le reazioni sono state sia di apprezzamento sia di critica, mentre all'interno del libretto per il divertimento dei fan e dei tradizionalisti della band vi sono ancora tutti i simpatici disegna della zucca abbinati al significato del titolo del brano.
1) Nabataea
2) World Of War
3) Live Now!
4) Far From The Stars
5) Burning Sun
6) Waiting For The Thunder
7) Hold Me In Your Arms
8) Wanna Be God
9) Straight Out Of Hell
10) Asshole
11) Years
12) Make Fire Catch The Fly
13) Church Breaks Down
Bonus tracks (limited edition):
14) Another Shot Of Life
15) Burning Sun (Hammond version)
(dedicated to Jon Lord)