HELLOWEEN

Keeper Of The Seven Keys part II

1988 - Noise Records

A CURA DI
DONATELLO ALFANO
14/05/2011
TEMPO DI LETTURA:
10

Recensione

Dal 1987 al 1988, un anno! E' bastato un solo anno per far diventare gli Helloween uno dei gruppi più amati e venerati della scena metal! Con Keeper Of The Seven Keys part I, secondo full length pubblicato dai tedeschi nel 1987 era stato compiuto un salto qualitativo su tutti i fronti, Kai Hansen (chitarra e voce nell'ep omonimo e in Walls Of Jericho) Michael Weikath (ch) Markus Grosskopf (bs) Ingo Schwichtenberg (bt) ed il nuovo arrivato, il cantante Michael Kiske avevano realizzato il disco definitivo, quello che in breve tempo sarebbe diventato l'autentica pietra miliare del power metal, dopo la sua pubblicazione il termine di paragone per il genere aveva impresso a caratteri cubitali il suo nome. Naturalmente fin dal titolo si intuiva che a breve sarebbe arrivata la seconda parte, la convinzione di ascoltare un album che mantenesse gli elevatissimi standard qualitativi del primo era ben salda ed infatti Keeper Of The Seven Keys part II non solo confermò ma addirittura ampliò tutte le incredibili sensazioni che aveva provocato il suo predecessore. All'epoca tutti gli occhi erano puntati su di loro perchè dopo l'infinità di complimenti da parte di critica e pubblico qualcuno era pronto ad attenderli al varco, convinto che quell'exploit sarebbe rimasto un caso isolato... Niente di più sbagliato, i teutonici sotto certi punti di vista arrivarono perfino a superarsi, fin dal primo ascolto questo disco mette in evidenza una band sempre più consapevole dei propri mezzi, decisa a continuare la sua trionfale scalata verso le vette più alte della nostra musica, insomma era arrivata un'altra opera destinata ad essere adorata in eterno. Gli Helloween erano pronti ad accompagnarci in un altro indimenticabile viaggio nel loro universo metallico. Questa volta a differenza della prima parte a livello compositivo è Weikath il grande protagonista, avendo scritto cinque delle nove tracce presenti, Hansen e Kiske si occuparono delle altre cinque, scrivendone rispettivamente tre e due. La partenza è una di quelle che non si potranno scordare mai più, si comincia con la gioiosa e trionfale marcia dell'intro Invitation seguita a ruota dalla leggendaria Eagle Fly Free, come non si può restare ammaliati da una song del genere? C'è tutto quello che vogliamo dai tedeschi, melodie esaltanti, velocità sostenuta ma che non perde mai il controllo, un refrain che pure nostra nonna imparerebbe immediatamente a memoria, una parte centrale dove i musicisti si lanciano come delle furie sui loro strumenti  (Grosskopf veramente eccezionale) e poi quella voce che parafrasando il titolo del pezzo vola sempre più in alto. Insomma per definirlo in breve: un classico eterno! Quando una band apre un disco in questa maniera non potrà che godere della più totale adorazione per tutto il resto della sua carriera. You Always Walk Alone seguendo le orme di A Little Time è molto heavy con fortissimi richiami al metal classico e con Kiske che ribadisce per l'ennesima volta di essere uno dei più grandi cantanti che abbiamo mai ascoltato. Siete un pò giù di morale? Allora Rise And Fall fa proprio al caso vostro, una traccia che sprizza allegria e divertimento (con tanto di versi di vari animali) in ogni secondo della sua durata, questo è sempre stato un altro dei numerosi pregi degli Helloween ovvero quello di essere sempre iper professionali in un campo dove molti altri risulterebbero forzati o nel peggiore dei casi ridicoli. La grande festa continua con Dr. Stein, basta leggere il titolo per farci strabuzzare gli occhi e ovviamente le orecchie, un altro di quegli evergreen che ascoltiamo e riascoltiamo da ventitre anni ma non ci stancherà mai, credo sia molto difficile trovare sulla faccia della terra un qualsiasi appassionato di metal che non abbia mai cantato almeno una volta in vita sua lo storico ritornello, rispetto e devozione totali! We Got The Right parte lenta ed oscura ma dopo pochi secondi esplode in un granitico mid tempo dove il frontman offre un'altra prestazione strepitosa che esula da qualsiasi voto, soltanto ascoltandolo ci si può rendere conto della sua maestosità, particolarmente degni di nota sono anche tutti gli assoli di Kai e Michael ricchi di fantasia e tecnica ed accompagnati da delle evocative tastiere. Subito dopo è il turno dello speed senza compromessi di Save Us, freccia lanciata con inaudita potenza, una sola parola d'ordine: scatenarsi! La magica velocità continua con la successiva March Of Time, la struttura è decisamente aggressiva ma le melodie sono sempre in bella mostra, il ritornello ha un coinvolgimento emotivo unico, ricordo ancora (quanto tempo è passato...) che insieme a quelli di Eagle Fly Free e Rise And Fall è stato quello che si è impossessato in pochissimo tempo della mia mente, bellissimo anche il testo; un esplicito invito a cercare di vivere nel migliore dei modi la nostra vita perchè la corsa del tempo nessuno potrà mai fermarla. I complimenti non saranno mai troppi per tutto quello che le zucche ci hanno fatto ascoltare fino ad ora ma non è ancora finita! Per completare l'opera arrivano altri due super classici da amare obbligatoriamente! Si parte con I Want Out, pubblicato anche come singolo, un pezzo che possiamo definire senza indugi come l'autentico inno del power metal ,la sua incredibile energia (Kiske come sempre da questo punto di vista ci mette molto del suo) è quanto di più contagioso mi sia mai capitato di sentire, ancora oggi ringrazio Kai per aver scritto una di quelle canzoni che da tanti anni mi accompagna fedelmente nella mia vita, non bisogna assolutamente dimenticare il divertente videoclip che fu realizzato dove i teutonici scherzavano come degli impenitenti ragazzini... Esilarante la scena in cui i quattro compagni chiudevano il cantante in una sgangherata cassa di legno, lo spirito del gruppo emergeva ampiamente anche da quelle immagini. Arriviamo così all'epilogo con la title track, oltre tredici minuti (che passano in un batter d'occhio) di arte purissima, un perpetuo cambio di ritmi ed atmosfere che mantengono l'emotività costantemente alta, la gioia esplode nel meraviglioso refrain, uno di quelli che ci permette di affrontare la vita con un atteggiamento positivo e questo tra l'altro è sempre stato un obiettivo primario nella filosofia della band. Come avevo già scritto nella recensione del Keeper I la mia passione per le zucche è infinita ed incondizionata quindi capirete benissimo che è una missione impossibile trattenere l'entusiasmo ogni volta che ne parlo soprattutto se si tratta di due opere colossali come queste e non mi meraviglio affatto se nel 2011 continuo a leggere di gruppi che le prendono come principali fonti d'ispirazione, ulteriore conferma che nella storia del metal più di un capitolo è firmato Helloween. Perdonatemi se mi ripeto per la terza volta ma sono obbligato a farlo: mito assoluto!

1) Invitation
2) Eagle Fly Free
3) You Always Walk Alone
4) Rise And Fall
5) Dr. Stein
6) We Got The Right
7) Save Us
8) March Of Time
9) I Want Out
10) Keeper Of The Seven Keys

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