Hatefulmurder
No Peace
2014 - Cogumelo Records
DAVIDE PAPPALARDO
17/09/2014
Recensione
Se pensiamo al Brasile, e abbiamo una buona conoscenza del Metal estremo, pensiamo ad alcuni degli esempi più brutali, sporchi, selvaggi del genere dagli anni ottanta ad oggi: Sarcofago, i primi Sepultura, Morfeus, Holocausto, Mutilator, e molti altri; una scuola dunque molto importante che sta alla base del genere e ancora oggi sforna epigoni sia in terra natia, sia all’estero. Rimanendo nel primo caso trattiamo degli Hatefulmurder, gruppo appunto brasiliano dedito ad un Thrash/Death aggressivo e brutale ( da loro definito "Hatefulmetal" ) che non rinuncia però ad una produzione al passo con i tempi e ad influenze moderne derivate anche dalla scuola americana e tedesca, tra tastiere dosate, ritmi mutevoli che conoscono rallentamenti e cesure segnate da assoli melodici, groove trascinante mutuato dal Thrash moderno, mostrando la volontà di non scimmiottare gli epigoni più famosi e di avere una propria identità in un contesto internazionale, come espressamente detto dai nostri in interviste e comunicati stampa. Il gruppo è attivo dal 2008 e vede la pubblicazione di un singolo tra il 2009 e il 2010, "Extreme Level of Hate" , e di due EP “When The Slaughter Begins” e “The Wartrail” (che vede l' arrivo di Thomas Martin nella band e l' inizio di un tour in Brasile, il "Wartour") tra il 2010 e il 2011, lavori supportati con diversi tour e festival, al fianco di gruppi quali Krisiun e Kataklysm. Ora abbiamo la pubblicazione del loro atteso full - length “No Peace - Nessuna Pace” per la "Cogumelo Recors" (label storica che ha pubblicato i primi lavori di Sarcofago e Sepultura), anticipato dal singolo "Gates of Despair" e a molto rimandato a causa del decesso dovuto al cancro del loro precedente bassista Ernani Henrique e alla ricerca di un batterista adatto al loro sound; oggi il gruppo è formato da Renan Campos (chitarra) Felipe Lameira (voce), Thomas Martin (batteria), e Romulo Pirozzi dei Mistrust come bassista - ospite (attualmente, come bassista fisso troviamo Felipe Modesto), e vede la partecipazione di Renan Campos alla musica, Jean Presser al piano di “Ways of Lust” e Clara Lima per la voce femminile in “Scars to God”. I temi affrontati sono quelli tipici del genere, in particolare modo del versante sudamericano: potere della religione e suo controllo delle masse, che sembra essere quello principale che più sta a cuore ai nostri, i problemi di una società dove miseria e ricchezza convivono a stretto contatto, ribellione e rabbia contro il sistema basato sul potere religioso che si mischia con quello politico, tutte realtà fin troppo presenti in quel continente e ancora oggi spesso ignorate dalla comunità internazionale è lo stesso frontman a farci sapere che "No Peace è stato ispirato dalle assurdità delle cazzate religiose, con le quali siamo stati cresciuti, ma siamo riusciti a liberarcene"
Si parte con “No Peace for The Wicked - Nessuna Pace per I Malvagi“ e con il suo intro alla Fear Factory composto di batteria cadenzata, riff e tastiere eteree, che presto evolve in un rifting in montare ed una voce brutale ad opera di Lameira che può ricordarci i Nile, delineando un Death pulito e moderno dove la scena è dominata da chitarre robuste e taglienti e dalla batteria in doppia cassa. L’accordatura bassa dello strumento a sei corde può ricordare i Meshuggah, ma gli assoli e i giri circolari di tremolo apportati da Campos appartengono alla scuola Thrash più classica, verso il finale tornano le tastiere aggiungendo un tocco di modernità alla composizione, dimostrando l’interesse dei nostri verso ogni aspetto del genere senza porsi barriere di alcun tipo. Pur non raggiungendo mai le vette del Tech Death più complicato, i nostri usano vari cambi di tempo che rendono il pezzo fluido senza perdere la linea del songwriting, dimostrando una certa competenza nel creare brani diretti, ma allo stesso tempo non lineari, che mantengono l’attenzione dell’ ascoltatore. Il testo tratta delle guerre sante, dell’ illusione di essere nel giusto per decreto divino e dell’ orrore dei massacri perpetrati in nome di questo concetto, come leggiamo in “The real pain of loss The mighty pain of suffer Your insignificant existence Is meant to glorify me Against your will I shall say its flesh weak Disciples bent, believe my holiness Smell of guts and stone Hallow my great highness Holocaust your preciosity, your only son cold blood - il vero dolore della perdita Il potente dolore della sofferenza La tua esistenza insignificante Esiste per glorificarmi Contro la tua volontà io dirò che la sua carne è debole, credi nella mia santità Odore di budella e pietra Permetti alla mia altezza di fare Holocausto della tua preziosità, il freddo sangue dl tuo unico figlio “ con una serie di immagini che mischiano una falsa propensione sacra e gli elementi della guerra. Proseguiamo con “Gates of Despair - Portali della Disperazione” che parte con un drumming martellante e riff chirurgici taglienti e precisi, mentre la voce del cantante si manifesta in un growl che ricorda quello dei Behemoth anche per l’andamento cadenzato delle declamazioni, il movimento è creato da pause di assoli dal bel gusto melodico e cavalcate veloci, mostrando elementi assimilabili al Melo Death svedese, ma mantenendo sempre un andamento robusto con una solida base Death - Thrash giocato su blast beat e giri di chitarra in tremolo, nei quali si inseriscono i sopracitati momenti più melodici delineando un brano che sicuramente non aggiunge nulla a quanto già abbiamo sentito nel Death moderno, ma che compie egregiamente il suo compito e fila liscio fino al finale segnato da un ultimo riff che frena la corsa. Il testo continua il tema del brano precedente, concentrandosi sul controllo della religione nei confronti delle persone e il lavaggio del cervello che viene perpetrato nei loro confronti, e l’ illusione di un aldilà che annulla il senso della vita terrena e la sofferenza create durante essa, come in “Love and greed are fighting inside of yourself Cure diseases, believing it´s a harmfull spell Behold the gate, the way out of suffering Enchain your life to fanatical beliefs - Amore e avarizia stanno combattendo dentro di te Cura le malattie, Il Credere è un dannoso incantesimo Ammira il portale, la via per uscire dalla sofferenza Incatena la tua vita a fanatiche credenze” delineando come la fede sia un’ arma usata dal potere per soggiogare le masse e non farle ribellare nonostante le ingiustizie subite. “Under The Sway of Plagues - Sotto L’ Influenza delle Piaghe” inizia con un perfetto rifting oldschool ricco di assoli circolari e vede una voce che passa dal growl ad una sorta di screaming acuto diverso da quello tipico del Black, sotto la struttura portante fatta di chitarra e blast beat serrati in doppia cassa si sente anche il lavoro del basso sferragliante di Pirozzi, il brano è molto simile alla produzione più brutale dei Behemoth, soprattutto nei riff rocciosi e nella batteria senza sosta, non mancano assoli dissonanti che in questo caso non creano melodie, bensì dilatano l’atmosfera inquisitoria di tutto il pezzo, uno dei più diretti e robusti di tutto l’album. Continua il tema della religione, ma questa volta con un testo più figurato dove viene criticato il concetto di punizione divina, in questo caso sotto forma di piaghe che portano pestilenza e miseria ( “The river and lakes will be dry Your cattle is dead in the pasture The grasshopper comes to destroy There will be no harvest this year - Il fiume e i laghi saranno prosciugati Il tuo bestiame è morto nel pascolo Le cavallette vengono per distruggere Non ci sarà raccolto quest’ anno“ ), le quali richiamano le descrizioni bibliche, con una violenza visiva e sinistra che ben si lega con gli elementi musicali del brano. “Worshipers of Hatred - Adoratori dell’ Odio” ha invece un andamento iniziale più legato al Death melodico di estrazione moderna con il suo rifting in scalare, ma la batteria rimane serrata e la voce dedita ad un growl brutale; l’andamento melodico incalzante è creato dai riff circolari supportati dal drumming, che sottolinea la voce con blast beat pulsanti che si convertono in andamenti più controllati quando bisogna lasciare spazio al rifting, troviamo anche bei tecnicismi controllati che sottolineano diversi punti del brano fino al finale atmosferico che evolve nel pezzo strumentale successivo. Anche qui troviamo il tema portante di tutto l’album, ovvero il potere della religione e i suoi effetti, in questo caso il fanatismo incontrollato che provoca atti di violenza, trasformando quello che dovrebbe essere un messaggio d’ amore in una realtà di odio ( “Belief burns inside my eyes Supreme truth cannot be contested by anyone The words I carry are the law Whoever disagree must pay the price of iron and fire - La Fede brucia nei miei occhi La verità Suprema non può essere contestata da nessuno Le parole che porto sono la legge Chiunque non è d’ accordo deve pagare il prezzo del ferro e fuoco“ ) esprimendo a pieno il bigottismo e l’ ipocrisia di tale concetto, come in “ Santiest men must murder Under the flag of god The cry of battle is prayer Worshipers of Hatred From the highest thrones Prophets commands theirs foolish soldiers - Uomini santissimi devono uccidere Sotto la bandiera di dio Il grido di battaglia è preghiera Adoratori dell’ Odio Dai troni più alti Profeti comandano i loro sciocchi soldati” dove si rivela la loro natura di assassini. La strumentale “Ways of The Lust - Le Vie del Desiderio” crea una bella breve parentesi dominata dalla performance al pianoforte di Jean Presser e da suoni campionati in sottofondo, con un andamento in crescendo dall’ atmosfera onirica anche grazie ai cori femminili, pezzo che passa velocemente introducendo la seguente “Burned to Ashes - Ridotto in Cenere” e i suo riff incalzanti supportati dalla batteria serrata e dalla voce brutale di Lameira a metà tra toni congeniali al Thrash tedesco e un growl decisamente Death, rifting ricco di assoli atonali e movimenti circolari porta avanti il brano con cavalcate improvvise e momenti più controllati, ma sempre carichi di tensione strisciante, anche grazie all’ ottimo lavoro di basso di Pirozzi presnte nella composizione senza mai sovrastare la chitarra e la batteria ricca di blast beat e andamenti in doppia cassa; si delinea quindi un pezzo con tutti gli elementi giusti per creare un brano veloce e dal gusto vecchia scuola, ma con una produzione ed una pulizia di esecuzione tipica della scuola moderna. Il testo tratta delle persecuzioni religiose dividendosi tra la descrizione dello zelo dei fanatici inquisitori ( “Burn! Burn! Burn! Wounds of satan Burn! Burn! Burn! Reduced to ashes Forever banished to hell - Bruciate! Bruciate! Bruciate! Ferite di satana Bruciate! Bruciate! Bruciate! Ridotte in cenere per sempre esiliate all’ inferno” ) e le fantasie riguardo ai riti perpetrati da streghe e stregoni, come in “Rise out the magician In black, stand in the circle Flaming star, calling the goat of lust To attack the heavens with its horns - Sorge il mago in nero, in mezzo al cerchio Fiammante stella, chiamando il capro del desiderio Per attaccare i cieli con le sue corna” creando un’ atmosfera medioevale ben adatta al tema. “Fear My Wrath - Temi La Mia Collera” parte in quarta con la batteria e le chitarre lanciate in una corsa spezzata da riff circolari che non perdonano, creando l’ ennesimo brano di Death Moderno ricco di blast beat incisivi, bordate in tremolo, break che spezzano e riprendono le cavalcate incessanti che investono l’ascoltatore, verso il minuto e quaranta un momento alla Fear Factory con batteria meccanica e basso segna poi il lancio in nuove corse frenetiche dove la chitarra è spremuta totalmente, verso il terzo minuto troviamo una bella pausa atmosferica con arpeggi di chitarra, che poi lascia spazio ad assoli dissonanti che puntellano il rifting serrato che si dissolve nel finale del pezzo. L’ onnipotenza divina e il controllo sono i temi del testo, descrivendo l’ idea di un Dio che tutto vede e tutto giudica, e a cui non si sfugge, come in “Be afraid Of the almighty strike Searching your heart for the treacherous feel Humble you, if you dare you are dead to my eyes What I made I can destroy and rebuild as I want - Abbi paura Dell’ Onnipotente colpisce Setacciando il tuo cuore per trovare il tradimento Sii umile, se osi sei morto ai miei occhi Ciò che ho fatto io posso distruggere e rifare come voglio“, un Dio iracondo e vendicativo che punisce chi non lo segue ( “My will is sorveign, is the law that everyone knows Vengence is mine, so dreadful you can´t imagine - Il mio volere è sovrano, è la legge che tutti conoscono La Vendetta è mia, così terribile che non puoi immaginarla“ ) esprimendo ancora una volta il fanatismo religioso in tutta la sua terribile cecità. “Shackles of Ignorance - Ceppi dell’ Ignoranza” ha un inizio con chitarra filtrata che presto viene accompagnata dalla batteria devastante di Martin che si abbandona a corse dove la chitarra accompagna il tutto con i ben consolidati giri circolari in tremolo di scuola Thrash dal groove costante ed infettivo, e la voce è brutale come sempre seguendo i canoni del Death moderno; un brano quindi incalzante e brutale, ma allo stesso tempo ricco di una melodia portata avanti dal rifting e dagli assoli di tempra tradizionale, che ancora una volta mostrano la buona base tecnica dei nostri consolidata nelle basi del Metal estremo, usando tutti gli elementi da manuale come il tremolo, i blast beat, le cesure di assoli ( si veda quello verso i tre minuti e venti che introduce un bellissimo fraseggio di chitarra malinconico accompagnato da assoli dal sapore classico da Heavy vecchia scuola) e i groove incalzanti, senza reinventare nulla, ma allo stesso tempo con totale competenza che mostra controllo del songwriting e della struttura del pezzo. Il testo tratta delle menzogne ed inganni della religione usate per ingannare il popolo e mantenerlo in uno stato di miseria, esprimendo la propria rabbia in versi come “Assigning power to causes Denying nature of things Blinded by fable beliefs Pathetic spiritual myth - Assegnando potere alle cause Negando lo stato delle cose Accecati da deboli credenze Patetico mito spirituale “ e anche il disprezzo verso chi si fa ingannare in tale modo ( “Quote these writtens, your foolish testimony Intellect is deaf to this Moral child reading old mythology Immortal scourge of disgrace - Cita questi scritti , la tua sciocca testimonianza L’ intelletto è sordo per questo Bambino morale che legge vecchia mitologia Immortale flagellatore della disgrazia“ ). L’album si chiude con “Scars to God - Cicatrici per Dio” che ci accogli subito con un bell’ andamento melodico di arpeggi in tremolo che presto si convertono in un rifting pieno di groove accompagnato da blast beat spessi che dilaniano la composizione, in un pezzo che assume i connotati di un Death brutale, ma allo stesso tempo ricco di suggestioni e melodie incalzanti, tra pause e cavalcate serrate vecchia scuola dove non mancano assoli circolari taglienti come seghe elettriche e una voce carnivora che ci rimanda non poco a quella di gruppi quali Vader o Behemoth, la chitarra e la batteria conoscono sia ritmi marziali come quelli a partire dai due minuti e quaranta, sia assoli tecnici classici come quello che si staglia a partire dai tre minuti e un quarto, fino a sfociare nell’ ennesima cavalcata ricca di assoli circolari in tremolo e battiti cadenzati di batteria; la coda finale ci sorprende con un arpeggio acustico e la voce femminile di Clara Lima dai toni quasi Soul che danno una nota progressiva alla conclusione del lavoro con un tono ben diverso da quello mantenuto fino ad ora. Il testo conclude la disamina dei nostri nei riguardi del potere della religione e della sua ipocrisia, con immagini ricche di suggestioni potenti cariche di rabbia ( “Church is bleeding with an open sore Out of purgatory, men asking for more More than submission And awe tied to a crippled god - La Chiesa sanguina da una ferita aperta Nel purgatorio, l’ uomo chiede di più Più che sottomissione E ammirazione legata ad un dio storpio“ ) ribadendo il concetto delle menzogne usate come giogo per le masse, come in “Pile of lies rest in golden roads won´t take me upon your scourge Wounds that never heal Make truth through your point of view - Una pila di bugie ammassate in strade dorate non mi porterai nella tua flagellazione Ferite che mai guariscono Fanno (passare) la verità tramite il tuo punto di vista”, base tematica di tutto il lavoro.
Concludendo, si può facilmente intuire come “No Peace” sia un buon lavoro che non rivoluziona assolutamente nulla, ma che ha una direzione ben precisa con i suoi brani non troppo lunghi, concisi, dalla produzione potente e moderna dove non troviamo tecnicismi troppo spinti o astrusi, ma neanche primitivismo e semplicità, delineando la volontà di suonare un Death/Thrash memore di tutte le lezioni del passato e del presente, adatto al mercato internazionale e in grado di trovare il suo posto nella scena moderna come un disco onesto indirizzato a chi apprezza il genere e vuole ascoltare un prodotto ben suonato che mantiene ciò che promette. Consigliato!
1) No Peace for The Wicked
2) Gates of Despair
3) Under The Sway of Plagues
4) Worshipers of Hatred
5) Ways of The Lust
6) Burned to Ashes
7) Fear My Wrath
8) Shackles of Ignorance
9) Scars to God