HALESTORM

Back From the Dead

2022 - Atlantic Records

A CURA DI
FEDERICO SICCARDO
16/06/2022
TEMPO DI LETTURA:
7,5

Recensione Album

Verso la fine degli anni Novanta, con il tramontare del glam e del grunge, la passione per la musica rock dei due fratelli Lzzy ed Arejay Hale (ancora ragazzini rispettivamente di 13 e 10 anni) diede luce a quella che sarebbe diventata solo qualche anno più tardi una valida formazione hard rock energica e persuasiva, cresciuta e maturata con il nome di Halestorm. Una volta reclutati il bassista Josh Smith e il chitarrista Joe Hottinger, le prime pubblicazioni arrivarono nel 2009 con l'album omonimo che, grazie a brani come "I Get Off" ed "It's Not You" ebbe un notevole riscontro da pubblico e critica così come il successivo "The Strange Case Of...", datato 2012, contenente i brani più ascoltati del gruppo come "Love Bites (So Do I)", "Freak Like Me" e la canzone di punta "I Miss the Misery".
Il successo del secondo disco permise alla band di scalare le classifiche in radio a tal punto di attirare l'attenzione della Gibson Guitar Corporation, che produsse una linea per la frontwoman Lzzy Hale e, solo pochi mesi più tardi, "Love Bites" vinse il premio Grammy Award come miglior performance Hard Rock. Il terzo disco "Into The Wild Life" (2014) decisamente più graffiante e adrenalinico, catturò tutta l'energia che gli Halestorm dimostrarono sempre di avere sul palco grazie a canzoni come "Scream", "Mayhem" e "I Like It Heavy" garantendo anche una certa sensibilità nel stilare ballad di alto livello come "Dear Daughter" o "The Reckoning".
Solidificato con convinzione il sound del gruppo, l'ultima pubblicazione "Vicious" (2018) vedeva una certa profondità nella scrittura dei brani, il tutto contornato da un'aggressività degna dei suoi predecessori e brani come "Do Not Disturb", "Black Vultures" ed "Uncomfortable" ne sono la prova tangibile.
Dopo quattro anni, di cui due di pandemia, il 6 maggio del 2022 arriva finalmente sugli scaffali (digitali e non) il quinto album dei fratelli Hale, che con tanta grinta vogliono continuare a tenere alto il nome dell'hard rock. Ci saranno riusciti? Andiamo subito alla scoperta di "Back From the Dead".

L'apertura del primo brano (nonché titletrack) non poteva iniziare in maniera migliore. "Back From the Dead" esordisce con un urlo liberatorio dell'ottima Lzzy, come per sancire una volta per tutte la fine dell'incubo chiamato coronavirus e fare da richiamo per gli affamati e desiderosi di musica live, proprio come suggerisce il testo: "I'm back from the dead, Out of the black, breaking free of the wasteland, Out of the mud, crawling up through the quicksand, Leaving the dark, coming into the light, On the edge of the world getting lost in oblivion, to the devils who tried to keep me living like a prisoner" / Sono tornato dai morti liberandomi dalla terra desolata, Fuori dal fango, strisciando attraverso le sabbie mobili, Lasciare il buio, entrare nella luce, Ai confini del mondo perdersi nell'oblio, Ai diavoli che hanno cercato di tenermi in vita come un prigioniero". Strumentale aggressiva e dinamica (quasi, oserei dire, heavy metal), riesce a dare spazio alla melodia distintiva del gruppo accompagnata dalla centralissima voce di Lzzy Hale, la qualee come al solito non delude in qualità e potenza. Un brano che riesce ad attirare l'attenzione sia di un pubblico d'ispirazione metallara che di uno più avvezzo alla radiofonia orecchiabile al primo ascolto.
Buona la prima.

Brano altrettanto sostenuto è "Wicked Ways", dove la graffiante ed energica voce della frontwoman viene sorretta dalle cavalcate del fratello Arjay Hale dietro le pelli, mentre i riff taglienti del buon Joe Hottinger danno spazio ad un mulinello hard rock degno di nota, incorniciato da temi cupi quanto delicati, la depressione su tutti: "I've been the freak, I've disobeyed, Every single virtue that I ever praised, I get so high on feeling low, Love running with the sicker things, And sleeping with my ghosts, I burn a flame for every scar, I swore allegiance to the fire in my heart, That light's a darkness I will never betray, And heaven knows that I'll never change" / "Sono stato il mostro, ho trasgredito ad ogni singola virtù che io abbia mai elogiato, Divento così sballata sentendomi giù, Adoro accompagnarmi con le cose più malate, E dormire con i miei fantasmi, Brucio una fiamma per ogni cicatrice, Ho giurato fedeltà al fuoco nel mio cuore, Quella luce è un'oscurità che non tradirò mai E il paradiso sa che non cambierò mai".

Le quattro corde di Josh Smith fanno tremare le pareti su "Strange Girl" imbastendo sonorità più lente ma non prive di potenza, con ritornelli pop tipici del quartetto di Red Lion che non vuole per nessuna ragione al mondo passare per il classico gruppo di bravi ragazzi: "So you can damn me straight to hell, You can crucify my name, You can throw me to the wolves, You can burn me in the flame and say She's such a strange girl, Such a strange girl, The world needs strange girls, Just like me." / "Così potete condannarmi direttamente all'inferno, Potete crocifiggere il mio nome, Potete gettarmi in pasto ai lupi, Potete bruciarmi tra le fiamme E dire, È una ragazza così strana, Una ragazza così strana, Il mondo ha bisogno di ragazze strane, Proprio come me".

"Brightside" dà la giusta carica descrivendo quello che sembra essere un processo di maturazione che ognuno di noi deve affrontare nel corso della vita, attraverso il quale sembra che, con il presentarsi delle numerose problematiche che l'esistenza ha in serbo per ognuno di noi, ci faccia sentire soffocati rendendoci apatici nei confronti di chi ci sta attorno e nei confronti dell'esistenza stessa. Ma non per questo bisogna smettere di cercarne quelli che in realtà sono numerosi lati positivi, nonstante tutto: "I'm over it, All the bullshit, And this fucked up world, I'm living in. Yeah, ain't it fun, So enjoy the ride, 'Cause life's a bitch and then you die, So I keep looking, On the bright side of life. We all need something to keep believing" / "Non mi importa più, Tutte le stronzate, E questo mondo incasinato, ci sto vivendo. Non è divertente, Quindi goditi il ??viaggio, Perché la vita è una cagna e poi finisce. Quindi continuo a cercare il lato positivo della vita. Tutti abbiamo bisogno di qualcosa per continuare a credere."

L'ultimo singolo e video pubblicato dai quattro della Pennsylvania viene rappresentato da "The Steemple", all'interno del quale troviamo un ritornello crescente e giri di chitarra coinvolgenti, il tutto pronto per essere cantato sotto il palco in sede live. Il valido outfit della band (visibile nel video pubblicato recentemente sui vari canali streaming) caratterizzato da vestiti totalmente bianchi rappresenta il percorso di redenzione, il ritrovamento di se stessi dopo una lunga pioggia dove solamente il sole può tornare a splendere sulla vita di tutti noi, la cui casa è rappresentata da una chiesa: "This is my kingdom, This is my cathedral, This is my castle, These are my people, This is my armor, This is my anchor, It's been a long road, Outta hell up to the steeple." / "Questo è il mio regno, Questa è la mia cattedrale, Questo è il mio castello, Questa è la mia gente, Questa è la mia armatura, Questa è la mia ancora, È stata una lunga strada, Fuori dall'inferno fino al campanile".

La melodica "Terrible Things" viene vista come miglior ballad della band da molti, classico brano melodico prevedibile da altri. La verità è che, a parer del sottoscritto, si tratta di un brano acustico piacevole già dal primo ascolto, che addolcisce il sound ma non i contenuti dei testi grazie alla voce cristallina di Miss Hale che, con un certo rammarico, descrive cosa l'uomo è in grado di fare nel sistema in cui viviamo e che la prova di tutto questo la stiamo vedendo proprio in queste settimane su ogni notiziario: "We are nothing without failure, But we have chosen ill behavior, With every scar have we learned, Not to heal, but to hurt. We've become something else, Even I cannot tell just why I see terrible things." / "Non siamo niente senza fallimento, Ma abbiamo scelto un comportamento scorretto, Con ogni cicatrice abbiamo imparato, Non a guarire, ma a ferire. Siamo diventati qualcos'altro, Nemmeno io lo posso dire solo perché vedo cose terribili".

Si riprende subito alzando i giri elettrizzanti del motore Halestorm con "My Redemption", ennesimo brano del disco che scorre bene nonostante non aggiunga nulla di particolarmente rilevante a quanto già hanno saputo dimostrare Hale e co. In questo "Back from the Dead". Questa volta però è chiaro come secondo la band le uniche persone che scelgono in che modo intraprendere il proprio percorso di redenzione siamo noi stessi: "Don't need saving to save myself, Don't need forgiveness to bless my guilt, Lost my faith and found belief, In my redemption, I'm my own redemption" / "Non c'è bisogno di salvare per salvare me stesso, Non ho bisogno del perdono per benedire la mia colpa, Ho perso la mia fede e ho trovato la fede, Nella mia redenzione, Sono la mia stessa redenzione."

L'ambiente ostile e minaccioso che si crea in apertura a "Bombshell" strizza l'occhio ancora una volta al nu-metal di cui oggi molti sentono la mancanza e il basso di Josh Smith riesce pienamente ad appesantire il sound verso questa direzione. Il titolo di questa canzone è di fatto un doppio senso. "Bombshell" è un termine che viene usato in ambito colloquiale, che indica una donna considerata attraente e, per come viene descritta nel brano, risulta essere una categoria in cui le donne si vedono costrette a recitare la parte della classica ragazza sexy, felice e compiacente. Quello che però vuole dire Lzzy in questo caso ricade molto sul termine "bomba" interpretabile sia come "bomba sexy" che "pericolosa come una bomba" e di fatto molto rischiosa da maneggiare: "Be a good girl, play along, Wear your short skirt, sing your song. 'Cause we don't like when you speak up, You better suck it up. You're never gonna shut me up, Baby, I'm a bombshell, I'll light you up like a bombshell." / "Sii una brava ragazza, gioca al gioco, Indossa la tua gonna corta, canta la tua canzone. Perché non ci piace quando parli, Faresti meglio a succhiarlo. Non mi farai mai tacere, Baby, sono una bomba (Bombshell), Ti illuminerò come una bomba."

Il pop iniziale di "I Come First" risulta orecchiabile, dando ottimo spazio al rockeggiante ritornello dove questa volta il senso di rivalsa prende il sopravvento dando un'importante valenza alla propria persona guidandola verso una vera e propria liberazione. Non siamo secondi a nessuno e la signorina Hale vuole ribadire chiariramente questo concetto: "I'm not your victim, I'm not your prey A little respect goes a long. I'm gonna make you wait like you made me, so how doeas it taste? 'Cause I come first" / "Non sono la tua vittima, non sono la tua preda, Un po' di rispetto fa molto. Ti farò aspettare come hai fatto a me, quindi che sapore ha? Perché vengo prima io."

Quello delle malattie mentali è un tema assai complicato quanto delicato da trattare, un argomento che la cantante del gruppo si è ritrovata ad affrontare in più situazioni e grazie a "Psycho Crazy" riesce una volta per tutte a metterci sopra la parola fine. Troppo spesso ci si ritrova nell'essere accusati di soffrirne e a lunga andare, con una costanza ossessiva, può esserci il rischio che ciò possa addirittura rivelarsi reale: "You say I need psychotherapy, Now you're making me mad, I say you quit trying to fix me, or this is gonna get bad" / "Dici che ho bisogno di una psicoterapia, Ora mi stai facendo impazzire Io dico che hai smesso di cercare di guarirmi, o andrà sempre peggio".

L'idea è dunque quella secondo cui etichettando continuamente una persona come pazza possa far si che per frustrazione possa veramente andare a comportarsi in quel modo.

E' la ballad "Raise Your Horns" a concludere il quinto studio album della formazione di Red Lion. Un brano che vede l'accostamento di piano e voce di stampo pop ma che con il passare dei minuti raggiunge livelli invidiabili, grazie alla voce ruggente della Hale, utilizzando il noto simbolismo appartenente al mondo del rock/metal delle corna come gesto che accompagna l'impavido ideale nel vivere la propria vita a testa alta, in ogni situazione: "Show every flaw, every scar, that this world made you hide, From who you are, Raise your horns, Raise 'em high, Let 'em soar, Let 'em fly, Up through the heavens, Forevermore." / "Mostra ogni difetto, ogni cicatrice, che questo mondo ti ha fatto nascondere, Da chi sei. Quindi alza le corna, Alzale in alto, Lasciale alzarsi in volo
Lasciale volare, Su attraverso i cieli. Per sempre."

E ora le conclusioni. Di sicuro "Back From the Dead" non sarà il disco di punta che permetterà agli Halestorm di fare chissà quali grossi passi in avanti nella propria carriera, ma le canzoni girano bene e il proprio arsenale di "live songs" si è indubbiamente arricchito. Ora che l'attività live è ufficialmente in ripresa, i fratelli Hale e co. sapranno come sfruttare al massimo le nuove hit direttamente sul palco.

Sicuramente si tratta di un degno successore del precedente "Vicious" e, cosa più importante, proprio grazie a dischi come BFTD abbiamo nuovamente conferma che l'eredità del rock n roll sia in ottime mani, anche se non ne abbiamo mai avuto il benché minimo dubbio.

Tracklist:

1 - "Back from the Dead"

2 - "Wicked Ways"

3 - "Strange Girl"

4 - "Brightside"

5 - "The Steeple"

6 - "Terrible Things"

7 - "My Redemption"

8 - "Bombshell"

9 - "I Come First"

10 - "Psycho Crazy"

11 - "Raise Your Horns"

Formazione:

Lzzy Hale - voce, chitarre, piano, synth
Arejay Hale - percussioni
Joe Hottinger - chitarra solista, synth
Josh Smith - basso, synth