HAIL OF BULLETS

On Divine Winds

2010 - Metal Blade Records

A CURA DI
FABIO MALAVOLTI
10/01/2012
TEMPO DI LETTURA:
8

Recensione

Uno dei punti cruciali della Seconda Guerra Mondiale fu sicuramente l'introduzione delle tremende battaglie per via aerea. Queste comportarono una fondamentale svolta nell'esito del conflitto: in questo modo le varie truppe davano, ancor più della tattica, la dimostrazione di chi avesse più ingegno, o comunque avesse raggiunto un maggior sviluppo delle tecnologie e dell'avanguardia. Così, dopo aver dedicato "...of Frost and War" alle sanguinolente vicende avvenute lungo il fronte russo, che videro contrapposte le truppe sovietiche e quelle tedesche, Martin Van Drunen decise di tornare nelle vesti di narratore, questa volta facendoci voltare la testa verso l'alto, laddove circa 65 anni fa, quelle tremende macchine da guerra come i caccia, disperdevano terrore e distruzione qualsiasi città sorvolassero, spostando al centro delle tematiche soprattutto l'Asia orientale. Con una formazione oramai consolidata, gli Hail of Bullets tornarono prima negli Excess Studios di Rotterdam per occuparsi della registrazione, ed in seguito ad Örebro, dove, nell'Unisound Studio, vide la luce "On Divine Winds", seconda fatica discografica di questa band death metal, capace di produrre composizioni fedeli all'Old School, ma al contempo mai banali o che dìano la sensazione del "già sentito".

L'apertura del disco è affidata al breve intro " The Eve of Battle ", 60 secondi nei quali un'atmosfera battagliera dalle sfumature epiche "prepara" l'ascoltatore alle prime incursioni aeree, che danno il via alla battaglia: è l'introduzione di " Operation Z ", altro nome con il quale venne definita l'operazione Hawaii, il conosciutissimo ed inizialmente vincente attacco da parte delle truppe aeree e navali giapponesi nei confronti della base statunitense situata nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, che ebbe luogo il 7 Dicembre 1941. Mentre Van Drunen ci riassume le fasi salienti dell'evento, musicalmente siamo difronte ad un meraviglioso pezzo thrash / death metal. Se queste sono le premesse, bisogna dire che al termine dell'ascolto ci toccherà levarci il cappello davanti ad un simile lavoro. Le aspettative non vengono minimamente deluse o smorzate nemmeno da " The Mukden Incident ", pezzo incentrato su coordinate più vicine allo stile classico del death metal: rullate, blast-beat ci accompagnano senza sosta, ed i riff, davvero azzeccatissimi e soprattutto potenti come una dinamite, elevano il pezzo immediatamente allo status di capolavoro. Tutto ciò mentre il generale Van Drunen, facendo un flashback, ci racconta il cosiddetto "Incidente della Manciuria", l'attentato ai danni di una ferrovia giapponese avvenuto nel Settembre del 1931, casus belli di una estenuante battaglia fra Cina e Giappone che alla fine vedrà questi ultimi prevalere. Questo pezzo può considerarsi una vera e propria chicca per l'ampio respiro epico conferito dalle chitarre guidate magistralmente da Paul Baayens e da Stephan Gebédi. L'intro del pezzo successivo, " Strategy of Attrition ", è dettato da un grandissimo Ed Warby, qui protagonista di un drumming tanto devastante quanto preciso. Non da meno sono le chitarre, che raggiungono l'apice nel ritornello divenendo due vere e proprie armi che si scontrano in un accozzaglia di intrecci, naturalmente con uno stile ed un'epicità fuori dal comune. Dal punto di vista lirico vediamo ancora una volta il buon Martin darci indicazioni su come sorprendere il nemico, in questo caso la Cina, con una tremenda e sanguinosa offensiva. " Full Scale War " è invece un ritratto del conflitto, di come abbia coinvolto non solo tutto il mondo dal punto di vista geografico, ma anche dal punto di vista civile: gli uomini, chiamati al fronte, venivano sostituiti nelle fabbriche, ovviamente dedite alla fabbricazioni delle armi, dalle donne ed in molti casi persino da innocenti bambini, involontari protagonisti di quei massacri. Una sezione ritmica annichilente predomina il pezzo dal punto di vista sonoro, annientando le orecchie del malcapitato ascoltatore. " Guadalcanal " tratta invece della omonima battaglia che si svolse fra l'Agosto del 1942 ed il Febbraio del 1943, una battaglia totale, svoltasi sulla terra, in aria e nelle acque del Pacifico fra gli Stati Uniti ed il Giappone, con le truppe guidate da Isoroku Yamamoto sconfitte dopo una vera e propria strage (tanto da definire Guadalcanal un vero e proprio inferno sulla Terra). L'introduzione di " On Choral Shores " rallenta l'andatura concedendo un pò di tregua, ma è una tregau solamente momentanea poichè Werby decide di usare l'artiglieria pesante composta dai suoi blast beat, mentre le chitarre mutano in veri e propri fucili automatici. Il terzo capolavoro del disco è la seguente " Unsung Heroes ": riffing dinamico e ritmo devastante per tutta la durata del pezzo per oltre 5 minuti di pura carneficina. Un riff tanto epico quanto semplicemente meraviglioso apre " Tokyo Napalm Holocaust ", e qui penso che non ci voglia un genio a capire che stiamo trattando della vendetta degli Stati Uniti nei confronti del Giappone: quello che probabilmente resta l'episodio più vergognoso dell'intero conflitto, ossìa le due bombe atomiche che rasero letteralmente al suolo le città di Hiroshima e Nagasaki, una minaccia inutile, sicuramente evitabile che piegò definitivamente il Giappone, costretto alla resa dinanzi a tanta violenza. Anche il pezzo è comparabile ad una bomba atomica, fortunatamente qui le vittime sono solamente immaginarie. Il penultimo brano è dedicato ai "martiri" nipponici praticamente mandati a distruggere e contemporaneamente a morire a bordo di un aereo: i kamikaze



"Forever in Remembrance

The Honour is to Dive

Direction Eternity

Eternal Afterlife

Fearless Goes the Samurai

With Godspeed from the Skies

Servants of the Emperor

On Divine Winds They Die"



L'ultimo, epico capitolo è " To Bear the Unbearable ", una dignitosissima e devastante conclusione di un disco poco distante rispetto al predecessore, ed anche per questo, un vero capolavoro del death metal. Perfetto tecnicamente ed anche dal lato della produzione.


1) The Eve of Battle 
2) Operation Z
3) The Mukden Incident 
4) Strategy of Attrition 
5) Full Scale War 
6) Guadalcanal
7) On Choral Shores 
8) Unsung Heroes
9) Tokyo Napalm Holocaust 
10) Kamikaze 
11) To Bear the Unbearable