HAIL OF BULLETS

...of Frost and War

2008 - Metal Blade Records

A CURA DI
FABIO MALAVOLTI
02/11/2011
TEMPO DI LETTURA:
8,5

Recensione

La storia è una di quelle tematiche che offre maggiore varietà, ricercatezza ed ispirazione a livello lirico: in ambito death metal lo sanno bene band come Nile, Ex Deo e God Dethroned. Questi non sono però gli unici, dato che nel 2006, nella città olandese di Utrecht si formarono gli Hail of Bullets, band che in chiave death metal ci narra e ripercorre le vicende di uno dei più sconvolgenti e tristi capitoli che il mondo ricordi: gli orrori e la distruzione della Seconda Guerra Mondiale. Non stiamo certo parlando di novellini: il chitarrista Paul Baayens ed il cantante Martin Van Drunen militano attualmente anche nella band degli Asphyx, e proprio quest'ultimo vanta un passato, seppur breve, nella storica formazione dei Bolt Thrower. Come premessa, mi pare abbastanza indicativa sul fatto che siamo difronte ad una band che ci sa fare, e che non ci deluderà quando andremo ad inserire nel lettore, ad esempio, l'album "...of Frost and War", uscito nel 2008. Le liriche sono incentrate sugli avvenimenti lungo il Fronte Orientale, che fu teatro di alcune fra le battaglie decisive per la risoluzione del conflitto fra l'Unione Sovietica e l'Asse.

L'introduzione "Before the Storm [Barbarossa]" permea l'atmosfera generando quella sensazione che si prova mentre scorrono davanti agli occhi alcune epiche scene di battaglia, come incancellabili fotografie in bianco e nero. Sul finale i primi echi delle armi impiegate durante il conflitto vanno ad incrociarsi con le armi dei cinque ragazzi: è l'apertura della meravigliosa "Ordered Eastward", brano che, circondato da un'atmosfera epica e battagliera, si stampa a fuoco nell'ascoltatore, quasi fosse un agguerritissimo soldato spronato dal Generale Van Drunen ad avanzare verso il territorio sovietico. "The Lake Ladoga Massacre" è il drammatico racconto dei 900 giorni dell'assedio di Leningrado, che iniziò nel Settembre 1941 (quando l'esercito tedesco attraversò il fiume Neva) e si concluse solamente nel Gennaio 1944, con la liberazione della città e la conseguente sconfitta degli Alleati. "General Winter" descrive invece il valido alleato dei Russi nella lotta contro Hitler: egli dovette affrontare, oltre alle truppe nemiche, anche le intemperie del gelido inverno sovietico (che era stato di grande aiuto anche durante la campagna in Russia di Napoleone Bonaparte): un esercito senza rifornimenti, esposto alle nevicate ed al gelo, che seppur paresse invincibile fu costretto alla ritirata dal territorio, e ad un conseguente declino del Terzo Reich. Si prosegue con "Advancing Once More" e qui bisogna davvero lodare il quintetto, autore di un pezzo violento quanto epico, con Van Drunen che torna nelle vesti di valoroso generale che, prima della battaglia, esegue un discorso di incoraggiamento a non temere nessun nemico, e di continuare ad avanzare ad ogni costo. "Red Wolves of Stalin" è  un vero capolavoro dal punto di vista musicale: riff fluente come pochi, ritmi annichilenti e pesanti come macigni ci sotterrano letteralmente, mentre Van Drunen ci preannuncia l'attacco dei "Lupi di Russia" all'armata tedesca, verso la quale non avrà pietà e ne causerà la disfatta, privandola di rifornimenti e contatti con l'Occidente. Si giunge così a "Nachthexen", intenso pezzo dedicato allo storico 588esimo reggimento dell'Aviazione Russa, quello che compiva le missioni durante la notte bombardando le truppe teutoniche, con la particolarità che era interamente costituito da donne. Le loro offensive risultarono molto importanti per l'esito del conflitto, a tal punto che divennero temutissime dalla Germania (che le definì "Streghe della Notte", appunto "Nachthexen" in tedesco). "The Crucial Offensive [19-11-1942, 7:30 AM]", ottavo brano, non è altro che il riassunto di uno degli eventi chiave: il 19 Novembre 1942 partì un'offensiva da parte della Russia, la cosiddetta "Operazione Urano", una ben congegnata azione di accerchiamento nei confronti delle forze armate tedesche che sfociò poi nella trionfale battaglia di Stalingrado. E' proprio all'attuale Volgograd che è dedicata "Stalingrad", che prosegue la storyline iniziata con il brano precedente. Qui si raggiunge senz'altro l'apice a livello lirico, con un testo tanto crudo quanto reale, nel quale ci viene raffigurata una verosimile e macabra immagine della città al termine dell'offensiva. Nella bonus track "Insanity Commands" le chitarre tornano a farsi ruggenti come inarrestabili panzer che sembrano quasi perseguitarci anche nel penultimo brano del disco, la memorabile "Inferno at the Carpathian Mountains", altro capolavoro in tutti i sensi: nel songwriting, con un magistrale assolo davvero epico ed una sezione ritmica come al solito imponente, e liricamente: l'inferno consiste nella tremenda battaglia che vide protagonisti i due schieramenti presso il passo Dukla, che ci viene descritta come una vera e propria discesa negli abissi degli inferi. Le ultime, colossali mazzate sono emesse da "Berlin", il pezzo conclusivo che sancisce la fine definitiva dell'esercito tedesco, e delle nostre orecchie.

Oltre che a rapire l'ascoltatore per la maestria con la quale vengono suonati gli strumenti e la classe e lo spirito con il quale il cantante, per mezzo del suo personalissimo screaming, ci narra questi undici epici ritratti storici, è un album assolutamente da possedere, sia per gli amanti del Death Metal più recente, sia per gli affezionati ed i nostalgici dell'old school: nessuna delle due classi ne rimarrà certamente deluso, soprattutto se si va a scavare nel fondo andando a leggere anche solamente uno dei diretti e coinvolgenti testi.


1) Before the Storm
[Barbarossa]
2) Ordered Eastward 
3) The Lake Ladoga Massacre
4) General Winter
5) Advancing Once More 
6) Red Wolves of Stalin 
7) Nachthexen 
8) The Crucial Offensive
[19-11-1942, 7:30 AM] 
9) Stalingrad
10) Insanity Commands 
11) Inferno at the Carpathian Mountains 
12) Berlin