FINNTROLL
Midnattens Widunder
1999 - Spikefarm Records

ALISSA PRODI
10/04/2017











Introduzione Recensione
I Finntroll vengono fondati nel lontano 1997 dal chitarrista degli Impaled Nazarene Teemu Raimoranta e da Jan Jämsen, quest'ultimo alla voce. La storia dei due membri fondatori è particolarmente triste ed amara: di fatti, prima di addentrarci nel vivo del primo lavoro della suddetta band, è bene fare qualche piccola puntualizzazione sulla vita dei Nostri; poiché queste informazioni dovranno essere ben salde in sede d'approccio ai successivi lavori creati dalla band. Partendo quindi a priori di ciò che saranno i Finntroll nella cultura Folk Metal è bene focalizzarsi, in prima istanza, sulle due figure principali ed enigmatiche che formarono la band: stiamo parlando, quindi, di Teemu Raimoranta & Jan Jämsen. Teemu (Somnium) Raimoranta (9 maggio 1977 - 16 marzo 2003) fu il chitarrista fondatore dei Finntroll ed inoltre suonò nei Thy Serpent, nei Barathrum e nei più noti Impaled Nazarene, sui quali è preossochè inutile soffermarci più del dovuto: ma vi basti pensare ad uno dei primissimi lavori della suddetta band, ovvero, Ugra Karma album nel quale vengono racchiusi elementi sia Black Metal sia Grindcore. Puntualizzata la figura di Somnium e ribadendo anche che facesse uso di droghe ed alcool in modo alquanto regolare e nocivo decretando poi, nel 2003, la sua morte, è bene ora dedicare qualche riga a Jan (Katla) Jämsen il quale fu il cantante ed ufficiale paroliere dei Finntroll dal 1997 al 2001, sostituito poi da due vocalist: Tapio Wilksa dal 2002 - 2006 e successivamente dall'attuale cantante Mathias, in arte "Vreth", Lillmåns. Katla non venne rimpiazzato poiché vi furono dissapori con la band ma venne sostituito come cantante in quanto gli venne riscontrato un tumore non operabile alle corde vocali, ma nonostante questa sfortuna egli è tuttora il paroliere ufficiale dei Finntroll. Per quanto concerne la prima formazione dei Nostri, i membri che parteciparono alla creazione di "Midnattens Widunder", album oggetto di questa recensione, furono (oltre Katla e Somnium): Henri "Trollhorn" Sorvali (Tastiera), Samuli "Skrymer" Ponsimaa (Chitarra), Sami "Tundra" Uusitalo (Basso) e Samu "Beast Dominator" Ruotsalainen (Batteria).Entrando, subito, nel vivo di questo primo lavoro ufficiale dei Finntroll, il prodotto in questione è composto da nove tracce per un totale di circa trenta minuti ed i brani sono: Intro, Svartberg, Rivfader, Vätteanda, Bastuvisan, Blodnatt, Midnattens Widunder, Segersång e Svampfest. Prima di procedere nel dettaglio è bene fare una breve digressione sulla copertina. Essa non è degna del lavoro dei Nostri, di fatti sembra essere stata creata in modo alquanto sommario. L'artwork è sostanzialmente bicromatico, di fatti i due colori principali che emergono sono il verde ed il nero i quali vengono amalgamati in modo alquanto disomogeneo. Un'altra pecca evidente sono i due caratteri delle scritte, le quali non hanno un filo conduttore poiché abbiamo il font del logo del gruppo che si allontana completamente dalla scritta Midnattens Widunder. Continuando con l'analisi visiva dell'artwork troviamo al centro la faccia di un Troll con due occhi bianchi, nell'atto di uscire da una grotta. Il quale riprende il titolo dell'album dato che la traduzione letterale è creatura della notte: ecco quindi spiegato il senso di "buio", il nero, la grotta ed il troll. Puntualizzati questi elementi ora è giunto il momento di descrivervi il sound e le tematiche proposte dai Finntroll in questo "Midnattens Widunder" anche se è obbligatorio fare una serie di osservazioni, a priori, circa il Folk Metal proposto dai Nostri. Il genere Folk Metal non è altro che una rielaborazione in chiave Metal di un sound tipico di una cultura folkloristica che essa sia di origine europea, asiatica, indiana [ecc?]. Esistono un'immensità di gruppi che rifacendosi al proprio folklore sono riusciti a creare qualcosa d'innovativo soprattutto in questo genere, ed abbiamo, quindi, fra le mani, un esempio lampante di questa unione; poiché i Finntroll sono diventati una delle band cardine di riferimento per questo sotto genere dal momento in cui nei loro brani vengono, quasi sempre, inseriti elementi che si rifanno alla Humppa. La humppa non è altro che un ballo tipico finlandese che si rifà a sua volta alla polka la quale rappresenta una delle danze popolari più conosciute. Quindi, innanzitutto, i Nostri attingono a piene da ciò che è un simbolo tipico della Finlandia rielaborandolo in chiave Metal, successivamente inseriscono nel loro sound elementi che si rifanno alla prima ondata Black Metal poiché, come scritto poc'anzi, uno dei membri fondatori dei Finntroll fu anche chitarrista negli Impaled Nazarene. Ed infine, le tematiche trattate in quest' album, e non solo, si ricollegano a tipiche leggende scandinave. Ed ecco quindi chiuso il cerchio su che cos'è realmente il Folk Metal: semplicemente non è altro che trasportare in musica ciò che è popolare per una determinata cultura, nazione, popolazione, stile di vita. Riassumendo gli elementi chiave del Folk Metal marchiato Finntroll sono: sound folkloristico che si rifà alla Humppa, elementi Black metal e leggende popolari. Ora, delineato in modo relativamente sommario ciò che ci occorre per cogliere appieno l'essenza di questa band è giunto il momento di procedere con l'analisi traccia per traccia dell'album "Midnattens Widunder" di cui il concept ruota attorno a queste città del nord le quali vengono prese d'assalto da tutta una serie di figure mitologiche tipiche della Scandinavia.

Awakening (Intro) + Svartberg
La prima traccia proposta è un'intro di breve durata, circa due minuti, la quale si presenta in modo alquanto silenzioso ed atipico rispetto agli altri brani. "Intro", tradotta anche come "Awakening (Risveglio)", ha un ritmo incalzante il quale viene scandito da passaggi in crescendo - diminuendo che fungeranno poi da incipit per il successivo brano "Svartberg (Monte Nero)" che può risultare, tranquillamente, il proseguimento della prima traccia. Prima di procedere con l'analisi di questo e dei successivi brani è bene contestualizzare ciò che i Nostri voglio raccontarci in quest'album. Appurato il fatto che il concept principale viene circoscritto ai Troll i quali in sostanza saccheggiano ed uccidono, è sicuramente questo il momento giusto per delineare brevemente i tratti di questa tipica figura mitologica in modo tale da aver ancora più chiaro ciò che i Finntroll vogliono dirci. Il Troll viene spesso raffigurato come un abominio, un mostro, una bestia di enormi dimensioni che saccheggia, distrugge, uccide: ciò è come i luoghi comuni descrivono questa figura, anche se non sono del tutto inesatti. Se noi cercassimo di contestualizzare realmente che cosa il Troll rappresenta e come viene percepito nella cultura folkloristica si può tranquillamente notare che vi sono molteplici differenze. Nel folklore scandinavo, ma per lo più tipico della Norvegia, la figura del Troll e le leggende ad essa correlate venivano trasmesse sia oralmente sia letteralmente ed in questi racconti questo soggetto veniva descritto come: "una figura da tratti umanoidi avente quattro dita per arto, un lungo naso e che la sua presenza fisica fosse di enormi dimensioni", inoltre veniva anche raccontato che qualora fosse stato a contatto con la luce diurna si sarebbe trasformato in pietra ed è per questo motivo che i troll girano di notte, si nascondono in fitte foreste e/o nelle grotte. Queste minime puntualizzazioni, seppur possano sembrare ovvie e scontate ci occorrono per cogliere al meglio tutta una serie di sfumature inserite in "Midnattens Widunder" le quali vengono circoscritte attorno ad una mistica figura nomade notturna. Possiamo dunque appropinquarci ad udire il brano in questione: stacco di batteria e tastiere inquietanti seppur giocose, dedite alla costruzione di una "fanfara" oscura, quasi buffonesca, eppure terribilmente coinvolgente. La danza ha inizio, l'intro degenera presto in una strofa pesante al punto giusto, scandita da ritmi assai cadenzati. Scream acidi e chitarre distorte e drammatiche, taglienti, aggressive. Col proseguo, ritorna la tastiera. Quest'ultima mai invasiva ed anzi ben amalgamata al contesto, capace di donare un qualcosa in più: sembrerebbe quasi di trovarsi al cospetto di qualche composizione cara ad un Alexi Lahio, per intenderci, pur mantenendo le dovute distanze. Il tutto è comunque destinato a degenerare ancora. Minuto 1:28, la doppia cassa esplode e le chitarre si danno ad un riffing generale a dir poco melodeath, con tanto di tastiere dal tono epico in sottofondo. Parentesi destinata a terminare di lì a poco, in quanto il clima viene spezzato da una parentesi strumentale Folk al 100%. Ritmi ballabili, cadenzati, scanditi da battiti di mani e tamburelli. Quasi fossimo immersi in un clima di festa pre-cristiano scandinavo, ci uniamo al coro. Anche quando il contesto viene esasperato dal ritorno degli altri strumenti, i quali inaspriscono il contesto e danno il via ad una nuova sezione cantata. Stessi ritmi cadenzati uditi ad inizio brano, spezzati questa volta non da una corsa furiosa ma anzi da una parentesi musicale a dir poco epicheggiante, nel quale cori e tastiere danno il meglio di loro stessi, evocando magniloquenza e potenza. Qualche parlato inframezza l'esibizione, e si chiude dunque con la fanfara iniziale, festosa ma anche assai oscura ed aggressiva.

Rivfader
Ritornando ora, all'analisi dei brani è giunto ora il momento della terza traccia: "Rivfader". "Rivfader" non è altro che un leggendario Re Troll il quale farà ritorno con lo scopo di estirpare la piaga cristiana: "May centuries run, may men's lives crumble down. When the white serpent beholds in the Nordic sky, then shall RivFader rise from his long sleep, to strike down the christian plague of the North". In questo senso, i Finntroll (seppur adottando un genere differente dal canonico Death o Black Metal) si dimostrano in un certo senso patriottici ed "identitari" come molti loro connazionali o scandinavi in senso lato. Non è nuovo, all'interno del panorama Metal nordico, trovare un forte attaccamento alla cultura passata, nonché alle proprie vere radici, eliminate dalla violenza del cristianesimo, e ridotte a poco più che storie per bambini. Sentendo fortissimo il legame con le leggende della loro Madrepatria, i folkster finnici decidono quindi di vendicare idealmente i loro avi, evocando una figura mitologica atta in questo senso a sterminare la falsa religione idolatra, ovvero il Cattolicesimo. Plot centrale dei testi di molti altri gruppi, come dicevamo: dagli Unleashed ai Bathory, passando per gli Impaled Nazarene. Insomma, una brigata di Troll comandata da un Re leggendario, che guiderà il suo esercito contro gli usurpatori nazareni. Una contro-crociata destinata al successo, intrapresa con la voglia di far valere quel ch'era, a discapito di quel che oggi è, forzatamente. Il brano presenta un ritmo incalzante scandito fin dalle prime battute da basso e batteria: la componente "danzereccia" prende subito piede, presto brevemente soppiantata da un'estremizzazione totale del suono, poco prima dell'inizio della prima strofa. La quale, nel suo palesarsi, mostra le due anime fondersi magistralmente. I Finntroll corrono premendo discretamente sull'acceleratore, tirando il loro sound ben estremamente, non rinunciando a scream acidi ed a chitarre profondamente distorte. A supporto, le melodie folkloristiche, le quali incitano quasi ad una danza in compagnia, meglio se intervallata da frequenti brindisi. Si corre sino ad arrivare ad una breve sezioni strumentale in cui sono le tastiere a dominare, sezione presto scalzata da una nuova parte cantata, identica per modus operandi alla prima strofa. Al termine di questa "nuova" corsa, un breve intermezzo: tamburelli e scacciapensieri risuonano in un contesto calmo e quieto, ma assai cupo. Ecco che un suono di strumento a fiato fende questo monocromatismo musicale, andando ad arricchire di mistico folklore l'intermezzo. Un parlato prende piede e l'ensemble si inasprisce, divenendo più drammatico grazie all'inserirsi del resto della strumentazione. Il tutto diviene incredibilmente epico, possente, sino ad un veloce stacco di batteria che ci riporta all'interno della folle corsa. Si corre all'impazzata sino a "cadere" nuovamente nella sezione strumentale tastieristica sentita alla fine della prima strofa, e subito dopo quest'ultima un'altra accelerazione fulminante, che di fatto chiude il brano. La crociata è già iniziata, Hail Rivfader!

Vätteanda
Proseguiamo ora il racconto di Midnattens Widunder con la quarta traccia del lotto: "Vätteanda (Lo spirito dello Gnomo)". Tensione e crudeltà sono gli elementi chiave di questo brano nel quale viene raccontata la storia di alcuni Goblin (anche se la traduzione di "Vätteanda" è Gnome Spirit) che distruggono i villaggi e le città del Nord. I Goblin protagonisti di questa canzone sono creature malvagie e crudeli, circa nella stessa maniera in cui vengono descritti popolarmente i Troll, e se volessimo trovare una sorta di parallelismo alquanto forzato si potrebbero trovare alcune similarità in ambo le figure: entrambe, in quest'ambito, sono crudeli, malvagie, saccheggiano, rapinano ed uccidono. Cambia il soggetto ma la dinamica degli eventi è circa la medesima. Vätteanda è un brano, della durata di circa cinque minuti, che richiama, circa, i primi approcci ispirati al Raw Black Metal, fermo restando che tutta la politica adottata dai Nostri si rifà su questa linea brevemente descritta poc'anzi. Analizzando il brano in questione i primi secondi vengono scanditi da riff taglienti e brutali, i quali risultano leggermente monotoni, assieme a tutti gli altri strumenti fino a circa un minuto, fin quando un cambio di ritmo della batteria dà il via libera al brano ed alla voce di Katla; le tastiere, anche qui, donano quel tocco in più che rende il tutto ancora più tetro. Il brano prosegue mantenendo circa la stessa linea, risultando a volte un po' ridondante. Arriviamo così al terzo minuto di Vätteanda ed abbiamo un breve intermezzo strumentale da tratti vagamente epici al quale viene aggiunto una sorta di coro solenne recitato dal Nostro, nel quale viene narrato e rimarcato il concetto di ciò che i Finntroll vogliono raccontarci in questo brano. La storia in questione parla di Goblin e, come precedentemente detto, uno dei tanti loro scopi è rapire ed assaggiare i bambini appena nati : "Stillborn children and carrying mothers. They taste the best in the mist of the night", e quest'ultima frase viene ripetuta due volte all'interno del coro. Al termine di questo breve intermezzo a tratti vagamente poetico, a tratti epico, sopraggiunge un dose massiccia di carica e cattiveria scandita da blast-beat a tutto spiano ed urla devastanti. Che dire? La crudeltà si percepiva sin dalle prime battute, ma essa è la regina, in tutto il suo splendore, per tutta la durata del brano. Vätteanda termina riprendendo la linea melodica in dose decisamente più massiccia rispetto al all'inizio del brano; siamo giunti così al quarto minuto il quale sancisce la fine della canzone.

Bastuvisan
Se la crudeltà è il vostro pane quotidiano, anche il seguente brano farà al caso vostro: "Bastuvisan (La canzone della sauna)", un brevissimo pezzo, un minuto e mezzo scarso di durata, è la quinta traccia del lotto. "Bastuvisan" è una parola resa letteralmente come "la canzone della sauna"; e con un titolo così apparentemente banale, cosa mai potranno raccontarci di così drammatico i Nostri in un minuto? Il brano inizia con un rumori alquanto anomali: passi e colpi di tosse. I colpi di tosse sono presto spiegati, i due protagonisti del brano (Aamund & Kettil) sono nella sauna intenti a rilassarsi. I passi invece sono dei nostri "amici", compagni d'avventura, Troll. I quali, intenti a compiere l'ennesima carneficina, incamminandosi verso la sauna, spalancano le porte e la distruggono. La mattanza viene efficientemente descritta sia dal testo sia dalla musica. Entrambi sono molto dinamici, veloci e confusionari, circa nella stessa maniera in cui vengono commessi i due omicidi. La musica di questo breve brano, poiché dura circa un minuto abbondante, può essere descritta in modo alquanto semplicistico. Due sono le colonne portanti di Bastuvisan: la batteria e la tastiera ed entrambe donano in questo breve lasso di tempo la giusta dinamicità e cattiveria.

Blodnatt
Addentriamoci ora, nel sesto e più lungo brano del lotto: "Blodnatt (Notte di sangue)"."Blodnatt" è anch'esso un brano duro e cupo che lascia presagire il terrore, l'ansia, la paura; emozioni e sensazioni che saranno le regine indiscusse di questi cinque minuti affiancate alla fedele dama di compagnia, ovvero la voce del "Re" Katla, il quale dona la giusta acida cattiveria in tutti i nove brani. Ci troviamo dinanzi ad un'altra storia/leggenda, la quale narra di una sorta di preparazione che i Troll mettono in atto per organizzare la successiva battaglia che combatteranno quella notte. "Blodnatt" non è altro che la traduzione di Blood Night: (la) sanguinosa/sanguinea/ notte. Il testo descrive, nella prima strofa, in maniera alquanto marginale ma efficace come i nostri protagonisti si preparano all'ennesimo massacro da perpetrarsi nei confronti dei cristiani: affilano le spade, lucidano le armature, si intrecciano la barba ed i capelli e si "incattiviscono" in volto con smorfie che incutono paura. Nella successiva strofa i Nostri, al galoppo di un gigantesco lupo, cavalcano verso questa fortezza cristiana per distruggerla. Facendo una piccola e breve digressione/riflessione circa la prima e la seconda strofa, in questo passaggio pare che vengano narrate le pratiche di preparazione alla guerra tanto care ai guerrieri del nord (i Vichinghi, per intenderci) amalgamate ad una sorta di riferimenti mitologici (il gigantesco lupo) in modo leggermente velato. Per assurdo il canide in questione potrebbe essere, vagamente, collegato al lupo Fenrir anche se non vi sono fonti a supporto di tale affermazione, ma è semplicemente una riflessione di mera fantasia. Questa riflessione è nata semplicemente pensando ad una sorta di parallelismo fra la mitologia scandinava ed i testi dei Finntroll. Probabilmente, ma azzardo il sicuramente, i Nostri avranno voluto omaggiare quelle che sono le leggende popolari del loro paese e di fatti, come ribadito all'inizio, il folk metal non è altro che l'unione di diversi stili musicali alle leggende/storie folkloristiche. Tornando al brano esso dura circa cinque minuti ed è, come detto qualche riga fa, il brano più lungo di "Midnattens Widunder"; analizziamolo brevemente. È stato detto che la storia incentrata in questa canzone parla di preparazione della battaglia e combattimento della stessa. I primi secondi vengono scanditi da suoni particolari i quali ricordano scoppiettii di fuoco e lame che vengono affilate per una durata di circa trenta secondi per poi dare il via definitivo alla canzone. Passati i trenta secondi di mero "rumore", si dà il via ad un sound tipicamente folkloristico il quale viene mantenuto in secondo piano per circa tutta la durata del brano; a questo sound folkloristico viene aggiunto il resto dell'ensemble, sempre capitanato dalla batteria, tastiera e Katla. Abbiamo quindi due linee, una più Folk ed una più Black Metal. Le sonorità folk rimangono in secondo piano, seppur ben udibili, mentre la cattiveria marchiata Black Metal sfocia nella sua brutalità. A metà brano si ha un intermezzo più leggero, rispetto al precedente sound, il quale viene gestito dalla tastiera di Henri "Trollhorn" Sorvali. "Blodnatt" è un brano particolare, non immediato, per cogliere tutte le sfumature presenti sono necessari più ascolti in modo tale da avere una visione di insieme più chiara e definita. La tastiera, in questo contesto e non solo, dona ai brani quel tocco di epicità in più tanto cara ai Nostri.

Midnattens Widunder
"Midnattens Widunder (Creatura della Mezzanotte)", title-track, potrebbe essere considerato come il brano più significativo, importante, famoso, della carriera dei Nostri. Il "Mostro di mezzanotte" che si ricollega, probabilmente, all'artwork precedentemente descritto; ed anche in questo contesto viene raccontata la vicenda di alcuni troll che vogliono, ancora una volta, annientare la disgrazia cristiana che sta devastando l'armonia creatasi in queste lande scandinave le quali sono governate e sorrette da altre credenze e culti religiosi anteposti al cristianesimo. In "Midnattens Widunder" le vittime sacrificali sono quindi i figli di Eva e di conseguenza la loro stirpe : "Fire and blood for my folk/My sword shall thirst for blood/Blood of Eve's weak children/Blood of the christian tribe". Brano anch'esso racchiudente l'essenza dei Finntroll, che potrebbe essere descritta con alcuni dei seguenti aggettivi: cruda, acida, viscerale, macabra. La violenza con la quale i troll cercano di annichilire i religiosi è tangibile ed essa viene accentuata dal ritmo martellante e talvolta disturbante presentatoci lungo tutta la durata del pezzo. Un brano si apre con un blast beat velocissimo e breve al quale si aggiunge, come sempre, la tastiera di Sorvali. Anche qui si sentono due linee distinte, una più folkloristica tanto cara ai Nostri la quale ricorda la humppa ed un'altra più marcia vicina al Black. Sorvali ci delizia, se così si può dire, con passaggi molto interessanti e talvolta quasi raffinati che donano quella tipica cadenza folk, udibile in un breve intermezzo circa al terzo minuto. Con le urla strazianti di Katla e la batteria di Ruotsalainen Midnattens Widunder è presto descritta: brano che rappresenta in toto la sonorità dei Finntroll, un'essenzaFinntroll qui maestralmente descritta e raccontata. È pressoché inutile ribadire quanto detto degli altri brani, ma è comunque necessario rimarcare il concetto che se c'è una band che sa descrivere una cosiddetta "piaga" (l'azione colonizzatrice del cristianesimo) da annientarsi sia musicalmente sia attraverso le parole, ebbene quest'attitudine è riscontrabilissima in maniera iper-marcata nei troll finlandesi dei quali stiamo disquisendo.

Segersang
Ci dirigiamo così alla fine di "Midnattens Widunder" con gli ultimi due brani: "Segersång" e "Svampfest". "Segersang (Canto di vittoria)" non è altro che il canto della vittoria; finalmente Troll e Goblin posso festeggiare, brindare alla definitiva dipartita dei cristiani. Brano breve, intenso, veloce e martellante nel quale vengono inclusi intermezzi di humppa ed altre sonorità folkloristiche. Il tutto risulta monotono e scadenzato dallo stesso ritmo, un ritmo talvolta spezzato da un cambio nella melodia e nelle tastiere. Verso la fine del brano si odono, finalmente, dei cori dai tratti festosi dei troll e dei goblin i quali festeggiano la riuscita della loro carneficina. La vittoria definitiva contro la piaga cristiana, eliminata e finalmente sradicata da quelle terre che mai avrebbero dovuto conoscerla. Un messaggio chiaro, fra il serio ed il faceto: i Finntroll si pongono come orgogliosamente pagani e per questo assai avversi ad un culto da loro percepito come straniero. Certo, per narrarci tali vedute, la band decide di porre tutto sotto una luce fantastica ed a tratti quasi giocosa. Eppure, i messaggi sono chiari. A differenza di band Black Metal ben più dirette, schiette e dedite ad un satanismo / anticristianesimo abbastanza crasso e grottesco, i finlandesi decidono di rendere il tutto più interessante quasi mascherando il contesto da fiaba, da storia. Riuscendoci egregiamente, mostrando ogni loro intenzione.

Svampfest
L'ultima traccia del lotto è "Svampfest (Banchetto di funghi)"; brano che sembra essere estratto, a tratti, da una qualsiasi saga fantasy e vagamente fiabesca. È una canzone completamente strumentale e completamente priva di elementi acidi e crudeli, anzi a risulta anche un brano rilassante, sotto alcuni punti di vista. Di certo in un banchetto allucinogeno non poteva essere altrimenti. Sembra quasi di essere catapultati all'interno di Fantasia, cartone della disney del 1940. Caratterizzato dalla preponderanza della musica e dalla totale assenza di dialoghi, salvo rarissime eccezioni. Dobbiamo quindi vagare oltre i limiti del terreno, prestando la nostra mente al potere dei funghi. Evadiamo dal mondo terreno, festeggiando una vittoria schiacciante. Colori e forme sconosciute, paesaggi inesplorati, voli pindarici. Tutto è concesso, nel giorno del trionfo! Abbandoniamoci dunque all'ebbrezza, festeggiando un mondo ormai privo di invasori e culti stranieri imposti.

Conclusioni
Tiriamo dunque le somme, dopo l'attento ascolto di questo "Midnattens Widunder", premettendo che vi sono alcuni elementi che bisogna tenere in considerazione per compiere una disamina più o meno completa. Innanzitutto occorre notare che i Nostri, in virtù di quanto ascoltato e proposto, possono essere considerati tra i padri fondatori del Folk Metal, assieme a Cruachan e Skyclad, inteso come amalgama di generi che unisce appunto sonorità già note al folklore tipico del paese di provenienza. Come già ampiamente descritto in fase di introduzione e nel corso della recensione stessa, dopo tutto. Arrivati però alla fine di un percorso così impegnativo, non sottolineare a posteriori quanto detto sarebbe risultato sicuramente fuori luogo. Secondariamente, il concept viene trattato in modo crudo e viscerale poiché i Finntroll parlano di battaglie fra troll e cristiani ed esse devono essere raccontate nel modo più macabro possibile. Si può dire che i Nostri abbiamo fatto un ottimo lavoro di descrizione. Da apprezzarsi poi il sound presentatoci, il quale spesso non spicca come pulizia ma proprio per questo dà quel valore aggiunto al racconto dei Nostri, così come la cattiveria urlata da Katla. La questione del sound è particolare. Bisogna tener conto del fatto che ci troviamo dinnanzi di un album novantiano seppur pubblicato agli sgoccioli del decennio d'oro del Black Metal; per tutto il proseguo di quella decade molti album venivano registrati in modo alquanto scarso, ma non per mancanza di strumentazioni valide; anzi, per rendere il tutto ancora più oscuro e se vogliamo elitario. E di fatti, una delle intenzioni del Black Metal era quella di creare un sound sporco, marcio e brutale, che spaventasse e selezionasse quasi darwinisticamente parlando i seguaci di tal genere. I Nostri, di chiara ispirazione Black, si rifanno a queste peculiarità; vi basti ricordare che uno dei membri fondatori fu Teemu Raimoranta, chitarrista degli anni 2000, precisamente dal 2000 al 2003, degli Impaled Nazarene (Anno formazione: 1990). "Midnattens Widunder" è dunque da tenere in considerazione come archetipo dei Nostri, ma non troppo del folk metal in generale poiché esso ci propone un genere che racchiude svariate sfaccettature, ognuna delle quali dev'essere presa singolarmente ed analizzata nella propria figura. In tal senso, un'ultima breve digressione circa il Folk mi è necessaria. D'accordo, la commistione di più generi fa di questo disco un prodotto ancora "in fieri", rispetto a quel che oggi possiamo considerare puramente folcloristico. Ma posso assicurarvi quanto segue: l'impronta folk in quest'album è marcata quanto basta, decisa e pura, fortunatamente non si scade nello stomachevole. Essa viene unita in modo serio e non goliardico o superficiale; come spesso accade nei gruppi più recenti. I Nostri probabilmente sapevano, od immaginavo, cosa l'ascoltatore avrebbe voluto ascoltare ed hanno creato qualcosa di leggermente innovativo; poiché prima di loro due gruppi hanno dato il via all'ondata folk metal: gli Skyclad (con derivazione Thrash nella prima ondata) e i Cruachan i quali si rifanno ad un sound folkloristico a tratti più dolce e di ispirazione irlandese, il tutto unito ad un sound tendenzialmente Black Metal. I Finntroll traggono chiaramente e giustamente, direi, ispirazione da queste due band. Se cercate dunque un album brutale, caratterizzato da racconti macabri e violenti, se cercate uno sfogo, oppure se volete addentrarvi nelle oscurità del Folk/Black Metal non mi resta che consigliarvi questo ascolto.

2) Rivfader
3) Vätteanda
4) Bastuvisan
5) Blodnatt
6) Midnattens Widunder
7) Segersang
8) Svampfest


