DIMMU BORGIR
In Sorte Diaboli
2007 - Nuclear Blast

FABRIZIO IORIO
26/11/2015











Introduzione Recensione
Sono passati quattro anni dall'ultimo full length, e per i Dimmu Borgir è giunto il momento di ripresentarsi sul mercato con un nuovo disco di inediti. Quattro anni dicevamo (escludendo il discusso remake di Stormblast uscito nel 2005), e per una band che ci ha abituato a non dover aspettare più di un paio d'anni per veder pubblicato un nuovo lavoro, il tutto potrebbe effettivamente far pensare che questa volta i Nostri abbiano lavorato su un qualcosa di mai provato prima. Registrato presso i Fredman Studios e preceduto di un mese dal singolo "The Serpentine Offering", "In Sorte Diaboli (In Combutta con il Diavolo)" si presenta infatti come il primo concept album mai partorito dalla band. Viene raccontata la storia dell'assistente di un sacerdote, che a causa di una serie di eventi piuttosto inattesi, inizia a dubitare della propria fede religiosa e di conseguenza riconsidera tutto quello in cui, fino a quel momento, aveva creduto. I suoi comportamenti iniziano lentamente a cambiare, e la gente che lo circonda inizia a preoccuparsi seriamente definendolo un essere pericoloso; un pericolo così grave da cercare di eliminare ad ogni costo. Una volta catturato difatti, viene condannato a morte e bruciato vivo come da tradizione medioevale; un rituale che veniva spesso applicato a quelle donne che venivano accusate di stregoneria, secoli or sono. Il tutto è ambientato nel Medioevo europeo ai tempi delle crociate, il periodo di quei contrasti dei quali la chiesa e le religioni erano la causa scatenante, una serie di varie guerre a cui parteciparono interi eserciti cristiano/europei contrapposti alle legioni musulmane. In questo lavoro, troviamo dietro le pelli Hellhammer (Mayhem, Arcturus) il quale aveva già preso parte alle registrazioni di "Stormblast MMV" e riconfermato come special guest sia per la registrazione di "In Sorte Diaboli" sia per accompagnare la band durante i tour promozionali. Una particolarità sta nel fatto che ogni singola traccia è preceduta dall'articolo "The", come a voler dividere il racconto in capitoli in modo da catturare l'ascoltatore, come se quest'ultimo stesse leggendo un libro. Anche la copertina è molto interessante da analizzare, infatti si tratta di un dipinto di Hans Memling che fu un pittore tedesco vissuto in pieno periodo rinascimentale e considerato tra i maestri della seconda generazione della pittura fiamminga. Nel dipinto possiamo notare il Baphomet, figura demoniaca con la testa di un capro ed il corpo da donna. E' una figura che si può trovare molto spesso nella storia dell'occultismo: si va dai massoni del XIX secolo ai cavalieri templari del medioevo, fino ad arrivare alle correnti moderne di varie discipline esoteriche. La rappresentazione così come la conosciamo ai giorni nostri di questo demone è da attribuirsi alla sua raffigurazione realizzata dallo scrittore ed occultista francese Eliphas Levi, successivamente inserita nel libro "Dogme et Rituel de la Haute Magie" del 1856 e divenuto uno dei maggiori punti di riferimento per l'occultismo moderno. Anche il nome Baphomet è interessante da analizzare, ed una delle tante teorie sull'origine di questo nome è stata formulata proprio dallo stesso Levi, il quale era fermamente convinto che il nominativo derivasse da una codifica cabalistica, e che pronunciandolo al contrario si ottenesse la frase "Il padre del tempio della pace di tutti gli uomini" (Templi Omnium Hominum Pacis Abbas). Di elementi interessanti quindi, pare essercene in abbondanza in questa nuova release, ma le curiosità non finiscono certo qui. Il disco viene stampato in varie versioni: oltre a quella standard è presente un'edizione rivestita interamente in pelle, ed una con un bonus dvd contenente il videoclip della opener track ed uno specchio per leggere i testi che sono scritti in carattere corsivo e sono posizionati al contrario. Per quanto riguarda le bonus track, anche qui i Nostri non si sono certo risparmiati; per la versione giapponese del disco è stata inserita una cover dei maestri Venom, nella fattispecie "Black Metal", per quella americana invece abbiamo la song "The Heretic Hammer"; per il mercato europeo, infine, troviamo presente "The Ancestral Fever". Tutte quante queste tracce sono in qualche modo legate al concept, ma non ne stravolgono la storia o il finale. Un po' come un'espansione della stessa che serve ad approfondire il personaggio protagonista della storia ma che non aggiunge e non toglie nulla sul risultato finale. A detta della band era giunto il momento di misurarsi con una nuova impresa, e quella di pubblicare il primo concept della carriera sta a testimoniare il fatto che i Dimmu Borgir non hanno certo paura di mettersi continuamente in gioco. Quindi la curiosità di sentire con le nostre orecchie questa opera si fa sempre sempre più incalzante. Andiamo ora ad analizzarne ogni suo singolo contenuto.

The Serpentine Offering
"The Serpentine Offering (La Tentazione del Serpente)" è la traccia destinata ad aprire il disco. Presentata un mese prima della pubblicazione del disco, viene introdotta da un'intro sinfonica incalzante che aumenta di tensione, di pari passo con il volume che cresce con il proseguo dell'ascolto. Una traccia che risulta veramente affascinante nella sua chiara intenzione di aprire le ostilità. Il drumming di Hellhammer si assesta immediatamente su di una doppia cassa piuttosto sostenuta, la quale aumenta notevolmente di intensità quando subentra Shagrath con il suo scream lacerante e ben impostato. Il sottofondo sinfonico da parte di Mustis è praticamente perfetto, e prelude ad una sezione alternata (aggressività e sinfonia) che i musicisti eseguono in maniera pressoché perfetta. La voce questa volta viene leggermente caricata di effetto, ma non in maniera invadente, in modo da non risultare fastidiosa o fuori luogo. Il lavoro strumentale è di notevole fattura, con riff ottimamente eseguiti e passaggi atmosferici molto coinvolgenti, che fanno da perfetto contorno alla voce veramente carica di phatos, la quale dopo un chorus molto coinvolgente lascia spazio alle clean vocals del bassista ICS Vortex, particolarmente espressivo e molto ben amalgamato con il contesto generale del brano. Ritornano le voci piene di effetto, questa volta estremizzate all'inverosimile prima di affrontare l'ultima strofa con relativo ritornello, il quale chiude di fatto un ottimo primo brano. Se vogliamo, possiamo parlare di un pezzo sfacciato che mostra subito i muscoli sia a livello di intensità che a livello atmosferico. Ovviamente fa molto ben sperare per il proseguo dell'ascolto, risultando qualitativamente piuttosto ispirato e coinvolgente. Il videoclip per questa opener, è stato diretto da Patric Ullaeus, fondatore della Revolver Film Company in Svezia e già al lavoro con i Dimmu Borgir sul brano Vredesbyrd contenuto nell'album precedente Death Cult Armageddon. Le frasi che aprono il video sono un elemento fondamentale per iniziare a capire la storia e sono presentate prima ancora che la song, di fatto, inizi. "Ciò che tu credi sia vero è falso, e ciò che ritieni giusto è sbagliato". La fede ed il credo cristiano iniziano a vacillare, ed ecco che si manifesta il serpente cercando di tentare il nostro sacerdote nel momento di più profonda debolezza. Questa creatura è storicamente associata all'incontro tra Adamo ed Eva nella valle dell'Eden, luogo in cui tentò con successo di plagiare Eva facendole assaggiare la mela del peccato. In questo caso, la creatura dice senza troppi mezzi termini di rappresentare l'oscurità, l'odio e la disperazione che si nascondono dentro ognuno di noi. Nell'animo umano è nascosta una ferocia che rimane isolata in attesa di essere risvegliata, come se si trovasse in uno stato di torpore dal quale destarsi al momento opportuno, esplodendo in tutta la sua malvagità. Il serpente dunque propone al sacerdote un'offerta irrinunciabile ed inietta il proprio veleno nelle sue vene, in modo da poterlo abbracciare tra le proprie spire, conducendolo verso una realtà malvagia fatta di tentazioni e libertà spirituale. Per mettere in dubbio ulteriormente la sua fede, all'uomo viene addirittura chiesto se vuole continuare a rimanere nell'ignoranza facendosi plagiare la mente da false promesse e verità, o se vale la pena sacrificarsi abbracciando la morte non prima di aver combattuto il cristianesimo. I dubbi alla fine diventano certezze, e il sacerdote si abbandona al maligno non prima di aver patito atroci sofferenze.

The Chosen Legacy
"The Chosen Legacy (La Stirpe Eletta)" inizia con un breve solo di batteria per poi esplodere in maniera perentoria in concomitanza di un urlo da parte di Shagrath, molto violento. Il riffing è pesantissimo e di chiaro stampo black metal, e la sezione ritmica macina violenza in maniera costante ed ossessiva. Il martellamento sonoro si interrompe a favore di un sound più pacato ma oltremodo oscuro, con un Hellhammer che percuote il suo charleston come volerlo torturare, mentre l'atmosfera si fa più pesante e maligna. La seconda strofa pronunciata dal singer è una vera e propria espressione di cattiveria, la quale viene interrotta a favore di una bellissima sezione strumentale che fa da introduzione ad un'altra mazzata violentissima assestata su blast beat velocissimi, dove si riconoscono le grandi doti tecniche del drummer, che sa imporsi con invenzioni convincenti. Le chitarre diventano quasi stonate e si rincorrono a vicenda nel tentativo di raggiungere l'oscurità più profonda, mentre la velocità della doppia cassa diventa quasi disumana nel tentativo di accelerare le operazioni di coinvolgimento generale con Shagrath che enuncia il titolo dell'album in maniera sempre più malvagia. Arriviamo ad una parentesi sinfonica e di grande spessore con tanto della ormai solita voce filtrata che ritorna "normale" per concludere un brano decisamente violento e di grande impatto, dove vengono esaltate le qualità dei singoli musicisti, ma soprattutto del lavoro a dir poco enorme del batterista. Il protagonista inizia ad essere in conflitto con se stesso, e si rende conto che le cose che gli sono state dette dal Demonio per fargli aprire gli occhi risultano essere veritiere e realmente crudeli. Le falsità di cui era stato vittima ormai si trasformano in odio puro per il suo vecchio credo, e la sua volontà non è più quella di servire un Dio che non ha nulla da spartire con lui, ma vuole fortemente regnare nel peccato e condurre l'umanità verso una rivolta religiosa senza precedenti. Il demonio ormai si è impadronito di lui, ed il contatto è avvenuto in maniera veramente brutale, raggiungendo però lo scopo dell'esercito Demoniaco. Ormai il Sacerdote è un'arma al servizio del male, ed è convinto di essere il portavoce della ribellione verso il Salvatore, che altro non è che il traditore del nostro mondo.

The Conspiracy Unfolds
"The Conspiracy Unfolds (La Cospirazione Rivelata)" si apre con una furiosa ma brevissima sezione batteristica che si interrompe immediatamente per dare spazio ad una sezione molto lenta caratterizzata dalla voce piena di effetto di Shagrath. Il tempo si velocizza pochissimo a favore di una parte sinfonica di grande spessore e carica di effetto, mentre lo scream del vocalist torna su binari competenti senza mai esagerare o risultare oltremodo forzato. Sentiamo continuamente queste sinfonie molto evocative ed affascinanti ed una doppia cassa che seppur poco espressa, ogni tanto si fa sentire e compie il proprio dovere. Il riffing diventa più violento ed interessante, mentre udiamo la voce che ogni tanto beneficia di un effetto eco molto suggestivo ed arricchisce un brano un po' particolare. La chitarra di Galder ricama delle note altisonanti e ben riuscite, le quali vengono soppiantate di colpo da un blast beat repentino, spezzato poi dal tornare a picchiare sulle gran casse e riprendere quei riff pungenti che caratterizzano la traccia. Ecco nuovamente la voce filtratissima che questa volta riesce a trasmettere una sensazione strana, quasi demoniaca nel suo essere che va a chiudere un capitolo un po' atipico e forse non riuscito del tutto. Tra cambi di tempo e soluzioni a volte azzardate, questa song è comunque piuttosto apprezzabile soprattutto nelle parti sinfoniche e in quei momenti in cui entra in scena la seconda chitarra. Tutto sommato in certi passaggi risulta gradevole all'ascolto, ma forse la troppa prolissità generale che pervade durante l'ascolto ne va a minare la qualità complessiva. Il testo, in questo caso, va a scavare in parte nel profondo dei pensieri del prete il quale si trova a riflettere su di una religione che fino a quel momento lo ha reso praticamente schiavo. La sua lealtà verso il bugiardo, cita il testo, è riferita appunto alla religione cattolica che tra menzogne e falsità, cerca di trattenere con la forza psicologica e non gli individui deboli in cerca di qualcosa a cui aggrapparsi nei momenti difficili. Fortunatamente si rende conto che tutte queste bugie servono solo a nascondere e tenere a bada la verità scomoda che ci circonda. Ed ecco che Lucifero, dunque, si insidia nella sua mente e racconta di essere stato un arcangelo Cherubino: ovvero, quella schiera di spiriti celesti bellissimi che erano anche quelli più vicini a Dio. Il Diavolo stesso, dunque, venne scaraventato all'inferno e condannato a bruciare per l'eternità perché si ribellò per primo al creatore, e tutti quelli che lo seguirono fecero la sua stessa fine. Un demonio che sa dunque "come" ci si ribella, e proprio per questo dice al protagonista di non seguire queste baggianate cattoliche, di non temere dio e di contribuire alla causa del male, perché un solo re è destinato a governare, ed è Satana.

The Sacrilegious Scorn
"The Sacrilegious Scorn (Il Sacrilego Disprezzo)" è il secondo brano a beneficiare di un videoclip ed è caratterizzato da una bella apertura sinfonica che aumenta di volume in modo graduale con perfetta complicità di rullate insistenti ed intermittenti. I toni si pacano immediatamente e ancora una volta la voce di Shagrath viene filtrata in maniera piuttosto pesante con voci sovrapposte e malvagie. Con sorpresa entrano in scena le clean vocals di Vortex , sempre perfetto e malinconico nel rendere personale ogni singola traccia a cui partecipi. Ritorna il frontman con un cantato più che altro recitato che però fa la sua figura e fa da introduzione perfetta ad una sezione di solo pianoforte a dir poco spettacolare con sottofondo epico. Questa volta il cantante parla letteralmente con voce oscura e soffocata, mentre Hellhammer inizia a martellare sulla sua doppia cassa per poi partire in quarta con ritmiche sostenute e seguite da uno scream violento, come violente sono le rasoiate di chitarra inferte dalla due asce. Le urla diventano laceranti e quando Shagrath viene lasciato solo di esprimersi, si riparte come ad inizio brano e si conclude bruscamente una traccia interessante ed al tempo stesso altalenante. Molte soluzioni risultano essere vincenti e la ritrovata voce pulita di Vortex è sicuramente un valore aggiunto. L'uso eccessivo (a mio parere) di filtri vocali, però, minano la qualità complessiva di una bella traccia che avrebbe potuto essere la seconda miglior canzone dopo l'opener. Sicuramente è tra le più riuscite, e se avessero puntato più sulla semplicità di esecuzione piuttosto che lasciarsi andare a troppi esperimenti, avremmo tra le mani una piccola gemma nera. La guerra tra il bene ed il male si fa intensa, ed il nostro protagonista ormai ne è pienamente coinvolto. Il Male si manifesta nuovamente e invece di condannare i peccatori, li protegge e ne esalta i peccati. Il peccato infestava la mente del sacerdote e credeva di essere in torto e in debito nei confronti di quella religione che lo aveva accompagnato in malo modo fino ad ora. Ora invece il Nostro riceve il sollievo, e la nebbia che era scesa nella sua anima per nascondere la verità, ora è dissolta e riesce a distinguere pienamente la vera forza di Satana. Non c'è vergogna nel peccato e niente deve essere vietato: libertà assoluta di scegliere la via del Male, i dubbi si tramutano in nuove certezze.. il cattolicesimo sbagliava e Satana ha ragione, non ha senso seguire un Dio che, più che aiutare, sembra voler castrare i propri figli evitandogli di fare qualsiasi cosa possa aggradarli.

The Fallen Arises
"The Fallen Arises (Il Caduto Risorge)" è un brano strumentale di tre minuti, che posto a metà album ha il compito di essere una sorta di spartiacque fra i due "atti" del nostro demoniaco spettacolo. Le orchestrazioni sono molto delicate e richiamano le tipiche sonorità medioevali con un tono di epicità che fa da perfetta colonna sonora al compimento della mutazione dell'animo del nostro protagonista. Le percussioni sono leggere, e l'atmosfera di grande impatto. Sul finire si odono nitriti di cavalli pronti a per la crociata guidati dai loro cavalieri, con il relativo rumore di zoccoli che accarezzano la terra. Tutti si incamminano dunque verso il luogo della guerra e chiudono questa strumentale molto epica ed interessante, che si ritaglia un umile spazio all'interno di questo concept e come già detto ci introduce a quello che sarà il momento decisivo. "Il Caduto", Satana, sta per risorgere e ben presto potrà attuare il suo piano, scalzando Dio dal trono e governando lui stesso sull'universo intero. "The Sinister Awakening (Il Sinistro Risveglio)" parte subito in quarta con una doppia cassa persistente ed un riffing penetrante, con una ottima complicità di Mustis che inanella piccole note spiazzanti che conferiscono alla base sonora un certo spessore di grande qualità. La voce è particolarmente espressiva, mentre la sezione ritmica brilla per intensità e pesantezza. Il charleston del drum set viene percosso con una delicata violenza tale da tenere l'ascoltatore con il fiato sospeso per qualche secondo. Le tastiere svolgono un ruolo fondamentale, fino a diventare assolute protagoniste per poi far partire una sezione strumentale di grande impatto ed uno scream violento ed efficace. La velocità si fa più serrata, ma è solamente una piccola parentesi, visto che il contesto è solo in attesa di riprendere con una strofa molto ben eseguita ed una strumentazione che torna sui passi iniziali con tanto di accordi malvagi ed oscuri. Troviamo la voce di Shagrath nuovamente sottoposta a filtri di sorta, ma risultano essere disturbanti e malati nel loro incedere. Si riparte con una buona dose di atmosfera ed una carica incredibile esasperata dal lavoro di cassa di Hellhammer che con mestiere detta i tempi in maniera pressoché perfetta. La song volge a termine con quasi un minuto musica distorta e tastiere che vengono abbandonate sfumando verso il finale. Un brano bellissimo ed evocativo, che genera impulsi contrastanti e malvagi nel suo essere così ossessivo, senza spingere mai troppo sull'acceleratore. L'entità malvagia ormai ha preso il sopravvento, e riempie l'animo del nostro protagonista con tutta la potenza necessaria per compiere il suo volere. Il fuoco dentro di lui arde in maniera imponente e si fa sempre più rovente con il passare del tempo. Riuscirà finalmente ad ottenere tutto ciò che vuole, quello che non ha mai potuto avere e tutto ciò che ha sempre desiderato e non ha mai potuto realizzare, ora e subito, con l'aiuto del destino e la consapevolezza di avere il potere e la forza per poter finalmente esprimersi senza essere giudicato. Il Sacerdote è stato prescelto per diventare il nuovo Anticristo, e il percorso che gli è stato affidato viene svolto secondo le regole, dimostrando una attitudine malvagia fuori dal comune che lo porterà a breve verso la metamorfosi completa. Dopo il risveglio del caduto, dunque, il sinistro risveglio di chi in sua vece condurrà l'esercito del male verso la vittoria.

The Fundamental Alienation
"The Fundamental Alienation (La Fondamentale Alienazione)" ha un inizio a dir poco spettrale con una atmosfera cerimoniale altrettanto oscura. Al termine di questo frangente, che fa da introduzione, si parte con una doppia cassa a martello ed un riffing pesantissimo, dove troviamo anche la voce di Shagtath a livelli di malvagità inimmaginabili. Si prosegue con blast beat velocissimi ed un sottofondo lugubre che dà il via ad una parte più "tranquilla" ma che conserva quell'aurea malvagia a livelli ben più alti di quello che possiamo trovare in altri brani presenti in questo lavoro. Il singer è in formissima in questo caso, e poco importa se ricorre nuovamente in fase di missaggio ad un filtro applicato sulla propria voce, perché risulta essere dannatamente convincente. Si riprende a velocità piuttosto sostenuta, dove Hellhammer la fa da padrone, mentre il duo Silenoz/Galder si diletta a profanare l'orecchio dell'ascoltatore con rasoiate devastanti. Anche le tastiere, seppur in tono minore, riescono quando chiamate in causa ad essere particolarmente efficaci con trovate al limite della disperazione sonora. Si prosegue sostanzialmente in questa maniera fino alla conclusione del brano, che va a sfumare molto lentamente fino a non farci udire più nessun tipo di suono. Sicuramente uno dei pezzi più violenti del lotto ed uno dei più riusciti. Finalmente la voce di Shagrath trova sfogo e convince appieno dall'inizio alla fine, mentre la sezione ritmica compie un lavoro a dir poco dirompente. "I miei occhi accecati dalla luce", versi che fanno riferimento alla luce divina di Dio, la quale acceca di proposito e fa perdere alla nostra anima quell'orientamento necessario per distinguere cosa è bene e cosa è male. Bisognerebbe dire che vuole influenzare il nostro cammino verso ciò che è giusto solo secondo lui e la Chiesa, una giustizia che non è tale per scelta nostra, anzi. Veniamo spinti verso una direzione per mancanza di alternative, queste ultime volutamente occultate; magari, ascoltando anche altre campane, non avremmo scelto la "luce divina". Si accenna anche all'inquisizione, la quale era una istituzione ecclesiastica fondata proprio dalla chiesa per punire ed eliminare tutte quelle persone che sostenevano delle teorie che non rispettavano il credo del cattolicesimo. Il male, dunque, vuole a tutti i costi impadronirsi della nostra anima e corrompere la nostra fede, per poter così rafforzare ed incrementare il proprio potere, divenendo così l'unica ragione per cui credere. Un esercito votato al Male e governato dal protagonista, sempre più demoniaco e per nulla interessato a tornare sui suoi passi.

The Invaluable Darkness
"The Invaluable Darkness (La più totale Oscurità)" ha un inizio dettato da una atmosfera imponente e da continui tocchi di pedale. Le chitarre si muovono più su territori thrasheggianti e la strumentazione in generale si alterna con la voce del singer, per sfociare in un terremoto sonoro di buon livello ma che non si spinge troppo verso territori estremi. Nemmeno a dirlo tornano le voci cariche di effetto di Shagrath che risultano essere un po' troppo buttate lì e che non riescono a dare quella carica al brano come era invece accaduto precedentemente. Fortunatamente tornano le clean vocals del bassista Vortex, sempre ottimamente interpretate ed espresse, che però rischiano di essere un po' troppo orecchiabili per il genere proposto. Terminata questa parentesi piuttosto piacevole, si torna a pestare seriamente, con strumenti decisamente sugli scudi ed atmosfera generale che ricrea un senso di tenebre e malinconia. Successivamente veniamo spiazzati con un mid-tempo di buona fattura, ma soprattutto dal lavoro di Galder che con la sua sei corde ricama una partitura strana e tetra allo stesso tempo. Dal drum set di Hellhammer e da basso e chitarre viene invece generato una sorta di caos sonoro, il quale sinceramente lascia un po' il tempo che trova, ma viene rimesso tutto al suo posto grazie all'inserimento delle tastiere di Mustis, le quali sorreggono una struttura che eri lì per sgretolarsi. Ultima strofa e si va verso una conclusione che viene dettata da colpi di batteria ripetuti accompagnati da basso e chitarra che vanno in sincrono per chiudere un pezzo non propriamente felice. Il brano in sé ha dei momenti abbastanza riusciti, il problema è che vengono utilizzate troppe soluzioni differenti che vanno a disorientare la natura del brano stesso. La conversione del nostro aiutante sacerdote verso l'Anticristo è avvenuta. Il diavolo si pronuncerà e si proclamerà il difensore del peccato originale, quello che dovrà essere esaltato nell'animo di chiunque. L'anima del protagonista brucia, è un fuoco inarrestabile che si propaga con l'aumento di odio e rabbia, fino a convincersi che questa guerra verso una religione che fino a poco prima lo aveva reso uno schiavo, sarà vinta senza troppe interferenze e senza troppi problemi. Lui stesso è diventato uno spirito libero, ha trovato quella libertà che prima era stata legata da tutte quelle menzogne e falsità che hanno voluto inculcargli in testa. Ora tocca a lui purificare coloro che credono ancora nella speranza di libertà promessa dal loro Dio, eliminando ogni traccia di fede ed alimentando così il proprio potere e quello del regno del male. L'oscurità totale sta dunque per propagarsi in tutto il mondo: Dio non vincerà e le tenebre governeranno per sempre.

The Foreshadowing Furnace
L'ultima traccia presente in questo In Sorte Diaboli è "The Foreshadowing Furnace (La Prefigurazione del Rogo)" ed inizialmente si sente una folla in subbuglio con un sottofondo di tuoni e lampi che via via lasciano spazio ad una chitarra oscura, quasi spettrale. La prima strofa lacera la mente e il lavoro di doppia cassa da parte del drummer è sempre chirurgicamente perfetto, come perfetto è l'accompagnamento generale. All'improvviso tutto rallenta e sembra di trovarsi al cospetto di qualcosa di tetro e malvagio, per poi partire a martello con blast-beat e riffing a dir poco velocissimi, con una voce cattiva al punto giusto che rende giustizia ad una sezione a dir poco imponente. I toni rallentano per poi ripartire, senza però raggiungere le velocità folli precedenti, ma sembrano essere studiate in maniera tale da colpire a fondo l'ascoltatore. Tornano le tempistiche devastanti, e lo stesso Shagrath incide come non mai con una parte vocale che sprizza malignità in ogni suo verso. La base diventa meno imponente ma non per questo meno efficace, e tra cambi di tempo repentini e rallentamenti, chiudono una traccia pesantissima e di grande impatto sonoro. La song si conclude con il rumore di un fuoco ardente intento a bruciare qualcosa o qualcuno, concludendo di fatto un lavoro ben riuscito ma non privo di qualche brano un po' al di sotto delle aspettative. La potenza accumulata dall'Anticristo è diventata un qualcosa di esageratamente grande, così grande da aver radunato una intera legione per compiere il proprio scopo. La religione ormai non lo rende più schiavo, e ormai libero da queste catene riesce a manifestare il proprio volere al massimo della sua libertà. Prima che il suo potere giunga al culmine, però, accade l'irreparabile: ormai svuotato fisicamente dal suo stesso potere, la sua parte umana viene catturata dal popolo e messa al rogo, liberandosi così di una minaccia a dir poco apocalittica. Lui brucia ed è consapevole di questo; quello che questa povera gente non sa è che ormai una nuova era è pronta per manifestarsi. La bestia che era in lui ha compiuto il suo dovere e ormai si eleva al di sopra di Dio, decretando così la fine del cristianesimo e la tanto agognata ascesa del male. Il rogo lo libera definitivamente delle catene mortali, la sua pura essenza domina sulle fiamme ed è pronto finalmente a scagliarsi contro tutto e tutti.

The Ancestral Fever
"The Ancestral Fever (La Febbre Ancestrale)" è la traccia bonus dedicata al mercato europeo. Una chitarra che cresce con tocchi di ride delicati apre di fatto la song che, dopo qualche colpo di batteria, dà il via a Shagrath per potersi esprimere con il suo scream. Voce nuovamente filtrata, e si riparte con doppia cassa e chitarra tagliente verso una strofa molto ben assestata e potente. I toni diventano oscuri e lentissimi, e dopo una brevissima prima parte di strofa, troviamo una altrettanto breve solo di basso che fa da spartiacque verso territori cadenzati ma dotati di grande effetto atmosferico. Un urlo malvagio si solleva imponente verso una soluzione al limite del thrash per poi esplodere in balst-beat sempre più veloci con tanto di voce demoniaca a seguito ed una chitarra martellante. A metà brano fa capolino un grande assolo da parte di Galder, il quale risulta essere molto deciso e ben strutturato. Tornano i toni lenti e un po' scoordinati, dove la band mostra di puntare più sull'atmosfera generale che sulla violenza. Un assolo di ottima fattura si fa piacevolmente ascoltare, mentre il drum set di Hellhammer diventa fumante tanto è la potenza sprigionata dal batterista preso in prestito dai Mayhem. I cambi di tempo sono una caratteristica di questa traccia che si fa apprezzare particolarmente nelle parti più veloci e tipicamente di stampo black metal piuttosto che nelle sezioni lente e claustrofobiche, dove la voce sottoposta a filtri e qualche riff un po' macchinoso fanno si che il brano in questione riesca solo a metà. Le forze del male, qui prese più in generale che come entità unica, puntano all'uomo come essere e cercano di fargli capire che nella vita c'è bisogno di andare avanti senza abbassarsi a nessun tipo di regola, e che soprattutto bisogna cercare di non farsi plagiare da un qualcosa che al di là delle promesse, di concreto non garantisce nulla. Dunque, chiunque voglia abbracciare le forze del male per apprendere ogni tipo di verità sarà accontentato, in modo da far vedere a chi vorrà chiaramente come stanno le cose, e a cosa si va in contro se ci lasciamo influenzare la mente dalle baggianate cattoliche. Il diavolo ci farà vedere realmente cosa funziona e cosa non funziona, cosa è giusto e cosa invece è sbagliato. Sta a noi poi decidere da che parte stare.

Black Metal
"Black Metal (Metallo Nero)" è la cover dei maestri inglesi Venom riproposta dai nostri norvegesi ed inclusa come traccia bonus esclusivamente per il mercato giapponese. Questa band inglese ha saputo creare inconsciamente nel 1982 un qualcosa di talmente trasgressivo che viene preso come esempio ancora oggi ed è fonte di ispirazione per numerose band. Il termine Black Metal, infatti, nasce proprio con questo disco che, se vogliamo dirla tutta, di puramente black metal non ha praticamente traccia; ma tanto fu il clamore che suscitò questo lavoro, tanto l'attitudine trasgressiva ed il sound violento fecero proseliti (influenzando nientemeno che mostri sacri come Mayhem e Darkthrone) che grazie al terzetto inglese venne coniato il nome perfetto per il genere estremo per antonomasia. Il rumore agghiacciante iniziale presente nella versione originale viene sostituito da un suono più moderno che ricorda molto una interferenza radio: la partenza è al fulmicotone e la voce è a tratti incisiva ma non genuina come nella sua controparte originale. L'attitudine punk che si respira nella band di Cronos è presente solamente a tratti e i continui filtri vocali utilizzati anche in questa versione fanno storcere un pochino il naso. In questa cover viene evidenziato un lavoro di doppia cassa non indifferente con chitarre ben sviluppate e altisonanti. Il suono più corposo e pompato, di contro, toglie praticamente tutta quell'atmosfera di marciume che ai tempi i Venom erano riusciti a creare, generando così una sensazione di stranezza ed un senso di incompiutezza. Oltre che ai suoni ovviamente più accentuati infatti, non troviamo quella personalizzazione che avevamo trovato per esempio nella cover "Burn in Hell" dei Twister Sister presente nell'album "Puritanical Euphoric Misanthropia". Una cover riuscita a metà dunque, che non aggiunge nulla di quanto già detto in precedenza. Il testo è un inno al metallo, dove la band incita gli ascoltatori a cavalcare la notte in compagnia dei dannati, con gli amplificatori impostati al massimo volume per far esplodere ogni nota come se fosse una bomba nucleare, in modo da far sentire a tutti che cosa significa suonare Heavy Metal. Parlano facendo le veci di Satana, dicendo che è lui che li guida verso la prima nota per poi scatenare il caos più totale. La notte è il momento ideale per alzare il volume, che complice il silenzio dell'oscurità, viene amplificato all'inverosimile scatenando le ire della gente "normale" ed esaltando i metallari duri e puri. Dunque, non dobbiamo fare altro che inchinarci dinnanzi agli dei Rock & Roll, lasciandoci travolgere da questa incredibile bordata di Metallo Nero, perdendoci nell'oblio dei riff a motosega e delle batterie impostate su "distruzione totale".

The Heretic Hammer
Passiamo all'ultima traccia bonus e parliamo di "The Heretic Hammer (Il Martello Eretico)", brano destinato invece per il mercato americano. Inizialmente sentiamo dei delicati tocchi di tastiera ed una voce particolarmente lontana che non presagisce nulla di buono. Infatti veniamo investiti sin da subito da blast-beat furiosi e da uno sreaming tremendamente ossessivo che viene bloccato dalla velocità dei pedali da parte di Hellhammer e da una bella parte sinfonica. Si riprende velocissimi, ed in piena corsa la traccia viene bloccata all'improvviso per poi ripartire più veloce che mai e dare libero sfogo a Shagrath di esprimersi in una strofa decisamente convincente, il tutto accompagnato magistralmente dalle tastiere di Mustis. I toni si abbassano notevolmente a favore di una atmosfera incredibilmente toccante, e poco importa se la doppia cassa viene accelerata un po' a metà esecuzione, perché la malvagia sensazione creata rimane fino all'ennesima sfuriata, dove la band mette in mostra tutta la propria cattiveria esecutiva e procede con un ulteriore rallentamento con un grandioso attacco di batteria che si rivela maestoso ed intrigante. Si prosegue verso un finale dettato da una sezione ritmica imponente che sancisce la fine di un brano bellissimo e convincente, risultando quasi per scherzo come il brano più violento dell'intero album. Traccia che se inclusa nella tracklist avrebbe fatto sicuramente un figurone, spodestando molti brani che a tratti sembrano un po' altalenanti. I valori tipicamente cristiani vengono a mancare nel momento in cui viene esaltato il maligno. Non tutti ai tempi delle crociate erano devoti al cristianesimo, e per cercare di convertire queste persone veniva usato ogni tipo di mezzo, veniva inflitto anche del dolore fisico. Satana cerca proprio queste persone che non credono in Dio. Ha già il terreno spianato e l'accesso verso la loro anima senza nessun tipo di ostacolo, e può convincerli con facilità ad allearsi con lui. L'odio verso questa religione alimenta il male più puro e facilita l'ascesa del signore delle tenebre, che con facilità riuscirà, o meglio, tenterà di imporsi sulle persone in modo da scatenare una vera e propria ribellione.

Conclusioni
In conclusione possiamo dire di trovarci davanti ad un lavoro enorme, ottimamente suonato e maniacalmente prodotto e confezionato. In tutte le versioni disponibili sul mercato si può trovare quel qualcosa che stuzzichi ogni amante delle edizioni limitate, complice anche una storia che funziona alla grande, e si fa seguire fino alla conclusione senza troppi problemi. A livello musicale, alcune tracce non sono pienamente convincenti. La colpa è da attribuirsi ai troppi campionamenti utilizzati nella voce di Shagrath che risultano essere maggiori rispetto ai due dischi precedenti. Se però in "Puritanical Euphoric Misanthopia" e "Death Cult Armageddon" erano funzionali per la riuscita complessiva dell'intero lavoro, qui sono a tratti forzate, e sembrano essere state messe per forza in modo da rendere il risultato più omogeneo e terrorizzante. In sostanza, però, a volte si ha proprio l'opposto, facendo diventare alcuni brani un po' scontati e poco profondi. Altro punto a sfavore e scelta poco felice è quella di avere in organico ICS Vortex dotato di una grande voce pulita in grado di dare enorme spessore ai brani, decidendo di utilizzarla solamente per tre canzoni, le quali tra l'altro sembrano essere anche le più convincenti. Una scelta azzardata da parte della band, e probabilmente è dettata dal fatto che volessero puntare più sulla sostanza e sull'impatto piuttosto che a sezioni tipicamente melodiche che avevano fatto la fortuna del gruppo. Lo stesso tastierista Mustis sembra essere messo un po' in disparte se consideriamo i lavori fatti in precedenza. Le atmosfere generate dalle sue tastiere ci sono ed in alcuni frangenti sono semplicemente favolose e spettacolari, ma che se sfruttate di più avrebbero sicuramente dato un valore aggiunto al disco. Note positive invece, sono delle traccia ottimamente amalgamante fra di loro, con numerose situazioni che differenziano molto bene un brano rispetto ad un altro. Come detto, è un concept davvero ben suonato con una sezione ritmica da brividi che a volte diventa veramente distruttiva. Il rischio di cimentarsi in un concept album dunque, alla fine risulta essere stata una mossa vincente. Il rammarico rimane per qualche decisione forse un po' azzardata che ne ha influenzato il risultato finale. Chi ha apprezzato la band durante il proprio cambio stilistico apprezzerà sicuramente anche questo In Sorte Diaboli, mentre chi ha iniziato a seguirli sempre meno ed è ancorato alle produzioni più datate e vorrà dare comunque un ascolto a questo album, troverà poche sorprese e non farà di certo loro cambiare idea.

2) The Chosen Legacy
3) The Conspiracy Unfolds
4) The Sacrilegious Scorn
5) The Fallen Arises
6) The Fundamental Alienation
7) The Invaluable Darkness
8) The Foreshadowing Furnace
9) The Ancestral Fever
10) Black Metal
11) The Heretic Hammer


